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Veltroni: "SÌ AL PRECARIATO, PURCHÈ IN MODO EDUCATO"
by @@@@@ Wednesday, May. 24, 2006 at 1:21 PM mail:

SÌ AL PRECARIATO, PURCHÈ IN MODO EDUCATO

Il sindaco di Roma, Walter Veltroni, il diessino "dal volto umano", si è fatto carico di avviare la riabilitazione delle legge Biagi, che istituzionalizza il precariato. Sacrificato dal sistema di dominio per santificare il precariato, oggi Marco Biagi ha a Roma una strada intitolatagli da Veltroni.

Gli slogan adoperati da Veltroni ricalcano quelli che ha usato l'ex governo durante la campagna elettorale appena trascorsa: sarebbe grazie alla legge Biagi che centinaia di migliaia di giovani avrebbero potuto uscire dalla disoccupazione e dal lavoro nero per accedere ad un rapporto di lavoro legalizzato, anche se a tempo determinato.

Una cinquantina di anni fa, durante la repressione francese in Algeria, Don Lorenzo Milani così descriveva l'atteggiamento della gerarchia cattolica nei confronti delle torture: dire coglione è un peccato, metterci un elettrodo no. Per quelli come Veltroni è la stessa cosa: tutto è ammissibile - precariato, apartheid, servitù della gleba, schiavismo -, basta non dire volgarità come Berlusconi e Calderoli. La differenza tra destra e sinistra è ormai questione di toni e non di contenuti.

In realtà le cosiddette argomentazioni a favore della legge che porta il nome di Biagi - che ne sia poi effettivamente lui l'autore, è tutto da dimostrare -, si basano su evidenti forzature. È vero infatti che l'entrata in vigore delle legge ha sbloccato le assunzioni, ma quelle stesse assunzioni erano rimaste in sospeso proprio perché agli imprenditori era stato detto di attendere finché non fosse stata approvata la legge.

Perché mai gli imprenditori avrebbero dovuto assumere lavoratori alle vecchie condizioni, quando gliene erano state promesse delle nuove, molto più vantaggiose? La realtà, che nemmeno le statistiche sono riuscite ad occultare, è che la propaganda sulla "flessibilità" e le aspettative che ne sono derivate, hanno avuto degli effetti di rallentamento sull'economia, scoraggiando gli investimenti.

Ancora una volta è accaduto ciò che gli schemi marxistici non sono in grado di vedere, e cioè che la logica del profitto è inserita in un contesto di gerarchizzazione sociale, perciò, come già diceva Montaigne, le leggi possono avere come movente il semplice odio contro l'uguaglianza.

Ratzinger ha detto che i poveri, per essere graditi a Dio, devono vivere la loro condizione senza rancore e senza invidia, altrimenti rischiano pure di andare all'Inferno. Anche Marx, nei "Manoscritti economico-filosofici", ha avallato questo luogo comune secondo cui esisterebbe un socialismo dettato dall'invidia dei poveri verso i ricchi.

Ma per essere oggetto di invidia non è affatto necessario avere qualcosa, basta che gli altri pensino che tu possa averlo. Nella società e nell'economia, le aspettative fanno realtà.

Comidad, 18 maggio 2006

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qualche dato
by solengo Wednesday, May. 24, 2006 at 4:09 PM mail:

Visto che centrodx e molti settori del centrosx fanno sulla precarietà solo propaganda mi piaceva snocciolare qualche dato inps relativo alla precarietà. i collaboratori(co.co.co e co.pro.) veri (cioè esclusi amministratori di condominio, di società e amminisitratori locali,categorie che non possono essere considerati precari per la loro forza contrattuale e ricchezza), erano nel 2003 circa 1milione e 800 mila, dato al quale vanno aggiunti, tutti gli altri precari, cioè interinali, a intermittenza, job on call, ecc. per raggiungere i 4 milioni di unità (quasi il 20 per cento della popolazione attiva) ai quali vanno aggiunti quasi 6 milioni di lavoratori a nero. Dati che in questi ultimi anni sono aumentati a dismisura . Stipendio medio di un collaboratore 10 mila euro annui (sui quali dobbiamo pagare contributi previdenziali e, non avendo stipendio minimi fissati per legge o per contratto, più sale il livello dei contributi meno rimane in tasca al lavoratore). Non abbiamo diritti. Possiamo essere licenziati per qualsiasi ragione piaccia al datore di lavoro senza neanche il preavviso. Se cii ammaliamo, se le donne rimangono incinte, se ci facciamo male sul posto di lavoro, per qualsiasi altra ragione piaccia al datore di lavoro possiamo venire licenziati. Tutto questo perchè il nano mafioso e il suo governo e prima Mortadella e i suoi hanno detto l'immane kazzata, smentita da secoli di giurisprudenza del lavoro, secondo la quale il padrone ed il lavoratore avrebbero la stessa forza contrattuale. Con questi stipendi, e considerando che i periodi di non lavoro non vengono coperti dai contributi previdenziali, nella migliore delle ipotesi prenderemo 600 euro di pensione per gli uomini e 550 circa per le donne. Altro dato preoccupante che dimostra come la precarietà stia destinata a durare per tutta la vita è data dal fatto che i collaboratori hanno per il 68 per cento un'età media trai 30 e i 59 anni e solo per il 21 per cento hanno un'età compresa tra i 19 e i 30.Se veltroni dice questo allora è proprio vero ciò che diceva mio nonno: cambiano li celli(uccelli), MA LI CULI SO' SEMPRE LI NOSTRI!!!!!SVEJAMOCE!!!!

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ma che dici?
by comunista Wednesday, May. 24, 2006 at 4:36 PM mail:

"Ancora una volta è accaduto ciò che gli schemi marxistici non sono in grado di vedere, e cioè che la logica del profitto è inserita in un contesto di gerarchizzazione sociale, perciò, come già diceva Montaigne, le leggi possono avere come movente il semplice odio contro l'uguaglianza. "

Un sacco di frottole come questa...

Veltroni è un servo della borghesia come tutti gli altri politicanti del governo borghese (compreso Fausto). Ma da qui a passare che i marxisti non vedano la gerarchizzazione sociale è tutta una tua idea. Forse confondi i marxisti con i revisionisti.

"Noi non siamo degli utopisti. Non "sogniamo" di fare a meno, dall' oggi al domani, di ogni amministrazione, di ogni subordinazione; questi sono sogni anarchici, fondati sull'incomprensione dei compiti della dittatura del proletariato, sogni che nulla hanno di comune con il marxismo e che di fatto servono unicamente a rinviare la rivoluzione socialista fino al giorno in cui gli uomini saranno cambiati. No, noi vogliamo la rivoluzione socialista con gli uomini quali sono oggi, e che non potranno fare a meno né di subordinazione, né di controllo, né di "sorveglianti, né di contabili". "

"Organizziamo la grande industria partendo da ciò che il capitalismo ha già creato; organizziamola noi stessi, noi operai, forti della nostra esperienza operaia, imponendo una rigorosa disciplina, una disciplina di ferro, mantenuta per mezzo del potere statale dei lavoratori armati; riduciamo i funzionari dello Stato alla funzione di semplici esecutori dei nostri incarichi, alla funzione di "sorveglianti e ai contabili", modestamente retribuiti, responsabili e revocabili (conservando naturalmente i tecnici di ogni specie e di ogni grado): è questo il nostro compito proletario; è da questo che si può e si deve cominciare facendo la rivoluzione proletaria. Questo inizio, fondato sulla grande produzione, porta da se alla graduale "estinzione" di ogni burocrazia, alla graduale instaurazione di un ordine - ordine senza virgolette, ordine diverso dalla schiavitù salariata - in cui le funzioni, sempre più semplificate, di sorveglianza e di contabilità saranno adempiute a turno, da tutti, diverrano poi un'abitudine e finalmente scompariranno in quanto funzioni speciali di una speciale categoria di persone."

Lenin in Stato e Rivoluzione

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