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Fuga CPT - post dinamico
by [[i]] Tuesday, Jun. 06, 2006 at 2:50 PM mail:

.

Post dedicato alla raccolta di informazioni, aggiornamenti, e approfondimenti

.: leggi la feature Fuga CPT :.

:: post dinamici - howto ::

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A breve l'ampliamento del CPT di C.so Brunelleschi
by ANSA Tuesday, Jun. 06, 2006 at 4:11 PM mail:

Ora che lo sappiamo, non ci resta altro da fare, che ricordare il detto Mentadent: "prevenire è meglio che curare"

http://www.ansa.it/main/notizie/regioni/piemonte/news/2006-06-06_1065053.html

Cpt Torino, al lavori rifacimento per 10 milioni di euro
Prefetto, gia' iniziata la messa in sicurezza del centro

TORINO, 6 GIU - Inizieranno entro fine mese i lavori di rifacimento del CPT di Torino, in corso Brunelleschi, per una spesa prevista di 10 milioni di euro. Il centro sara' praticamente ricostruito. Il progetto prevede un ampliamento da 90 a 130 posti letto e strutture in muratura al posto dei container in metallo. Il prefetto di Torino Goffredo Sottile ha annunciato che sono gia' iniziati i lavori di messa in sicurezza. E' stato precisato che durante la rivolta gli immigrati fuggiti sono stati 17 e non 18.

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Sulla rivolta del CPT di corso brunelleschi:
by Dal corriere Tuesday, Jun. 06, 2006 at 8:35 PM mail:

Rivolta nel Cpt, caccia ai 16 immigrati fuggiti Non hanno dato esito le ricerche degli ospiti fuggiti dopo i disordini. Sette i feriti: un carabinieri ancora in ospedale


TORINO - È tornata la calma nel Centro Immigrati di Torino dopo la rivolta scoppiata nella notte tra venerdì e sabato, durante la quale 16 dei sessanta ospiti sono riusciti a fuggire. Nel corso dei disordini sono rimasti feriti due poliziotti, quattro carabinieri e un finanziere. Soltanto un carabiniere e è tuttora in ospedale in osservazione per trauma cranico.

SCONTRI - Tutto sarebbe iniziato quando un egiziano ha tentato di fuggire attraverso un varco aperto nella rete. L'uomo è stato bloccato e a questo punto sono scoppiati i disordini. Sono state lanciate pietre contro gli uomini delle forze dell'ordine, divelti i prefabbricati e i marciapiedi e alcune strutture del centro.

RICERCHE - Almeno quattro dei sedici immigrati fuggiti non erano nuovi a simili tentativi, già compiuti in alcuni Cpt del sud Italia, come quelli di Lampedusa (Agrigento) e Isola di Capo Rizzuto (Crotone). Altri avevano avuto a che fare con le forze dell'ordine per reati legati allo spaccio. Si tratta in maggioranza di nordafricani, che polizia e carabinieri sono impegnati a cercare in città fin dal momento della fuga, ma di cui finora non sono state trovate tracce.

03 giugno 2006



http://www.corriere.it

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dentro un cpt
by . Wednesday, Jun. 07, 2006 at 1:49 AM mail:

L'anno scorso R. è stato rinchiuso nel lager di corso Brunelleschi a Torino.
R. è stato rinchiuso perchè aveva rubato del cibo in un supermercato. E' stato in quella galera più di un mese prima di essere rimpatriato in Marocco.
Durante quel periodo andavamo quasi tutti i giorni a portargli le cose di cui aveva bisogno. Un pomeriggio R. mi telefonò e mi disse che aveva bisogno di una scheda telefonica e di asciugamani puliti. Il giorno dopo, con le borsa con le cose per R., andai in corso Brunelleschi. Faceva caldo, erano le 2 del pomeriggio. Non avevo mai visto quei muri così infinitamente alti da così vicino. Quando mi avvicinai all'ingresso mi si parò di fronte un ragazzo in divisa, avrà avuto sì e no la mia età. "Devo consegnare queste cose ad un amico che è dentro. Si chiama..." gli dico e ho già la nausea pensando che fa il lavoro che fa. Quello mi guarda e mi dice secco: "No guardi signorina oggi non so mica se si può entrare. Torni domani.". La nausea cresce, ho voglia di dirgli che mi fa schifo. Lui e il lavoro che fa. Mi fa schifo che non se ne renda conto, che non si veda. Deglutisco il disprezzo e gli chiedo il perchè. Mi dice perchè non si entra punto e basta. Dopo una mezz'ora mi fa entrare. Chissà perchè, decide che sì.
Entro. E vengo travolta da me stessa e già mi odio che come al solito non mi so gestire nei momenti in cui devo stare calma.
Lo sbirro dall'ingresso mi accompagna verso la stanzetta dove controlleranno quello che ho portato con me. E io sono lì, come un'imbecille, in questo cortile gigantesco, al sole, in mezzo al cemento. Una distesa di cemento. Alzo gli occhi perchè cazzo lo devo fare. Lo sguardo si aspetta una galera, ma trova un lager, un canile. La mente si aspetta un luogo con persone recluse, ma non trova nemmeno esseri umani, solo bestie, sotto il sole di agosto, dietro reti alte infiniti metri, che ricordano altre centinaia di migliaia di reti. Reti e barriere. Ma lo scontro più grande in quel momento è con me stessa, mi sorprendo a pensare che dietro quella rete c'è R. E R. è un amico. Io gli occhi di R. li conosco. E quella rete allora diventa diversa e più alta e più oppressiva, e più inaccettabile dalle altre centinaia di migliaia di reti.
Entro nella stanza dove stanno gli sbirri. Mi guardano con sufficienza e rovesciano il contenuto della mia borsa sul tavolo. Quegli asciugamani che R. si porterà chissà dove sembrano ancora più squallidi a vederli così. Gli sbirri ridono e scherzano tra di loro mentre io piango, dando loro anche questa soddisfazione.
Vengo risvegliata dalla voce di uno di quelli che mi dice: "Oh ma sta scheda telefonoca che hai portato non è manco nuova! Che palle, ora vado a controllare quanto ci sta su sennò poi ci accusano di rubare a sti pezzenti che stanno qua dentro." Non lo guardo nemmeno, si allontana e quando torna mi dice: "Ma che fai con le lacrime agli occhi? Che è? C'è un tuo amico qui dentro? Qua dentro tutti delinquenti stronzi sono."
Continuo a non guardare, lo so che vedermi piangere gli piace. Firmo il verbale su cui hanno scritto cosa ho portato. Mi giro, esco dall'ufficio e mi dirigo dritta verso le reti infinitamente meno tollerabili delle altre perchè ho intravisto R. Voglio salutarlo un'ultima volta prima che lo trascinino in Marocco legato al sedile di un aereo. Ma uno degli sbirri mi prende per un braccio e mi sbraita che non mi posso avvicinare, nemmeno per un momento. Non mi trattengo più, gli urlo che è una merda e grido ciao a R., solo da lontano. Da lontano perchè la cattiveria, la non umanità, il sadismo, non hanno limiti. E corso Brunelleschi è un monumento alla pochezza e alla disumanità.

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La libertà non si arresta!
by comm. antirazzista FAI Wednesday, Jun. 07, 2006 at 10:37 AM mail: fai-antiracism@libero.it

03/06/2006

LA LIBERTÀ NON SI ARRESTA

Una decina di giorni fa a Lampedusa il neoministro della solidarietà sociale, Paolo Ferrero, aveva annunciato che avrebbe fatto in modo di rendere più trasparenti i Centri di Permanenza Temporanea per «dare visibilità a quello che avviene al loro interno».
La scorsa notte, gli immigrati reclusi nel CPT di Torino hanno fatto da sé, mostrando all'Italia intera quanto siano odiose queste strutture di segregazione: donne e uomini hanno dato vita a una rivolta , sedata solo alle prime luci dell'alba, che ha portato alla fuga di ben sedici immigrati tuttora irrintracciabili e ai quali va la nostra piena solidarietà.
I mezzi di comunicazione hanno sottolineato con particolare dovizia di dettagli alcuni aspetti della vicenda per colpire un'opinione pubblica sempre molto impressionabile: danni subìti dai prefabbricati e dalla mensa della struttura, lancio sulle forze dell'ordine di oggetti di ogni tipo (che gli «ospiti» del CPT si sarebbero procurati rompendo sanitari, vetri blindati dei container e cordoli dei marciapiedi), e - quasi a giustificazione di tutto - la colpevolizzazione dei migranti in rivolta già noti alle forze dell'ordine per alcuni reati legati allo spaccio di droga.
Chi si nutre delle veline della questura non può fare altro che criminalizzare la voglia di libertà che si afferma nuovamente nel CPT torinese. Nessuno, infatti, si è curato di rilevare che questa è l'ennesima protesta di massa all'interno della struttura né che si tratta della seconda rivolta in meno di un mese.
Ce n'è abbastanza per capire che corso Brunelleschi è un luogo da incubo, dove gli immigrati vengono pestati, sedati col cibo imbottito di sonnifero, trascurati dal personale sanitario della Croce rossa, e vilipesi quotidianamente nella loro dignità di esseri umani.
Da corso Brunelleschi si scappa - a costo di ingaggiare feroci battaglie - perché è un posto insopportabile, come tutti i CPT. E la libertà, lo sappiamo bene, non si arresta.

SOLIDARIETÀ AI MIGRANTI IN RIVOLTA!
CHIUDERE TUTTI I CPT, SUBITO!

Commissione Antirazzista della Federazione Anarchica Italiana - FAI


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Xenofobi eruditi
by NO CPT Wednesday, Jun. 07, 2006 at 2:13 PM mail:

Xenofobi eruditi

L'editoriale di Liberazione sulla fuga degli extracomunitari dal Cpt di corso Brunelleschi a Torino, in risposta allo squallore culturale dimostrato da "un intellettuale molto stimato - e talvolta considerato persino di centrosinistra - come Alberto Ronchey, già ministro della cultura nel governo Dini"... Quello che dobbiamo capire è che la xenofobia non appartiene soltanto alla sottocultura neonazista dei pischelli muscolati da parata milanese, ma rischia di diffondersi (si sta già diffondendo) coinvolgendo ampi strati sociali e cambiando alla fine, irrimediabilmente, la cultura del nostro paese.

Xenofobi eruditi

di Piero Sansonetti

Ci sono due reazioni possibili, di fronte alla rivolta nel Cpt di Torino (Cpt vuol dire centro di detenzione provvisoria per extracomunitari, e questa detenzione avviene al di fuori della legge e dei principi costituzionali).
Le due possibili reazioni - opposte tra loro - hanno una cosa in comune, un sentimento: l’indignazione.
La prima reazione è di indignazione per l’esistenza dei Cpt, che rappresentano un “vulnus” - nel gergo dei giuristi - cioè una ferita alla civiltà giuridica occidentale, alla cultura degli eredi di Cesare Beccaria. Nei Cpt noi europei chiudiamo a chiave delle persone, più o meno come noi - ma più povere, più deboli e talvolta nere di pelle - che consideriamo, evidentemente, non pienamente esseri umani e cioè non meritevoli di godere di tutti i diritti dei quali godono i cittadini di prima classe. Quale delitto hanno commesso queste persone? Semplicemente quello di essere sbarcate sulla terra italiana - ed europea - senza che noi - padroni del suolo e del potere - li considerassimo utili al nostro benessere e quindi li autorizzassimo alla “migrazione”.
I Cpt sono un monumento alla arroganza dell’Occidente e alla violazione di tutti i principi - socialisti, comunisti, cristiani, liberali ed altri - che prevedono l’uguaglianza degli esseri umani.
La seconda reazione possibile è quella di indignazione non verso il Cpt ma, al contrario, verso le pretese dei suoi abitanti e l’inaudita sfida sfociata nella rivolta contro carcerieri e oppressori. E’ una reazione del tutto irrazionale - di paura, di egoismo - e al di fuori di ogni cultura politica che non preveda tra i suoi valori (e obiettivi) l’oppressione e l’esclusione del debole e del diverso: cioè di qualunque cultura politica non tirannica.
Purtroppo questa seconda reazione è di gran lunga più diffusa della prima. Ieri - quando ancora non si conoscevano le notizie sulla rivolta di Torino e sulla fuga dei 18 prigionieri, ai quali vanno tutti i nostri più sinceri auguri e ogni promessa di aiuto, se sarà possibile - si è fatto interprete di questo modo di pensare un intellettuale molto stimato - e talvolta considerato persino di centrosinistra - come Alberto Ronchey, già ministro della cultura nel governo Dini.
Ronchey ha scritto sul “Corriere della Sera” il più brutto e reazionario articolo mai apparso su quel giornale dopo il 25 aprile del 1945 (eccezion fatta per le paginate di Oriana Fallaci...).
L’articolo (collocato in posizione di tutto rispetto come articolo di fondo, in prima pagina) è intitolato “L’Europa assediata”. Ronchey scrive: "Oggi l’Islam ideologico sfida con ogni mezzo la supremazia degli occidentali, che oltretutto proteggono Israele, mentre la mobilità intercontinentale di massa con l’intensa prolificità di africani e mediorientali può travolgere confini e sconvolgere costumi e regole delle società “infedeli”". Dopo questa premessa, Ronchey, con il tono molto serio e professorale che è una sua antica caratteristica, cita alcune dichiarazioni minacciose di Gheddafi, colpevole non solo di voler invadere l’Europa ma - e questo è il peggio della perfidia islamica - di volerlo fare senza armi e senza violenza. Infine Ronchey si scaglia contro il lassismo tradizionale degli europei (inglesi e francesi) e contro la loro ciecità, cioè l’incapacità di vedere la minaccia che viene dal Sud: "Dopo le disgrazie del multiculturalismo britannico e dell’integrazionismo francese... l’incombente superpopolazione africana... le moltitudini erratiche dell’Africa...".
Per motivi di spazio ci fermiamo qui nelle citazioni. E francamente ci riesce difficilissimo commentare queste frasi. Sono così oltre il buon senso, così largamente radicate in una cultura xenofoba non molto distante da quella dei settori più estremisti della Lega, che un ragionamento su di esse è difficile. Come si fa a spiegare a Ronchey - uomo che ha studiato tanto, tanto ha letto e tanto ha scritto - che gli esseri umani sono tutti uguali, che ciascuno ha gli stessi diritti degli altri, che il problema non è quello di difendere le ricchezze accumulate dall’Occidente, ma è come distribuirle, come impedire che gli squilibri producano fenomeni inaccettabili - e molto pericolosi - di povertà e di mortalità di massa?
Come è possibile fargli capire che al momento non esiste un assedio islamico all’Europa e che anzi, alcuni paesi a forte presenza islamica, come l’Iraq, l’Afghanistan e la Palestina, sono occupati militarmente da forze straniere (e hanno subito stragi, uccisioni, prepotenze, torture, espropri)? Come si fa a farlo ragionare sui disastri compiuti nei decenni passati dal colonialismo occidentale, sulle rapine realizzate a danno dei popoli del Sud? Come si fa a dirgli che l’idea che si possa dividere il mondo in due - i ricchi e i predestinati da una parte, e dall’altra i poveri e gli sfigati - e di considerare un delitto ogni protesta, o rivolta, del mondo oppresso, come si fa a dirgli che questa idea non ha niente a che fare con la modernità, con i nuovi livelli raggiunti dalla civiltà umana?
No, non è facile spiegare queste cose. Dovrebbero essere chiare, evidenti, dovrebbero essere scritte a caratteri grandi, netti, nel nostro cervello, e - se esiste - nell’anima. Una specie di riflesso condizionato. Il fatto è che non è così. La xenofobia - fenomeno vicinissimo al razzismo - non riguarda più solo settori dell’estrema destra, o pezzi della Lega, o intellettuali dichiaratamente reazionari, come Marcello Pera, ma dilaga e coinvolge settori vasti dell’intellettualità liberale e della borghesia illuminata.
Se non ci prepariamo a una battaglia ideale, a una controffensiva potentissima - anche a costo di perdere consensi, di pagare prezzi politici, di rompere abitudini diplomatiche - il rischio è che tutta la cultura del nostro paese torni indietro di sessant’anni, che la sua forza, la sua originalità, siano annientate.

5 giugno 2006

da Liberazione

http://italy.indymedia.org/news/2006/06/1088051.php

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voi fate schifo
by uno sbirro Friday, Jun. 16, 2006 at 12:16 PM mail:

voi fate schfo. c'e' poco da dire e non meritereste neanche questa risposta. fate una bella cosa anarchci del cazzo, quando dei bravi ragazzi come R.vi rubano la macchina, vi rapinano in casa, scippano la vostra nonna, stuprano in gruppo una vostra amica, non venite a romperci il cazzo nelle caserme a fare le denunce e cosi via, trovatevi x i cazzacci vostri il/i colpevoli...siete gentaglia senza radici senza identita'...una cosa pero' vorrei vi riuscisse, far venire in ITALIA il vero comunismo il vecchio stalinismo.... sai quanti di noi si divertirebbero a malmenarvi ricevendo premi ed agevolazioni x aver tolto dalla strada fannulloni e tissici di merda... buona giornata schifosi e W L'ITALIA W ILL TRICOLORE

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per rachid
by (A) Saturday, Jun. 17, 2006 at 2:35 PM mail:

giusto una precisazione.

R. si chiama Rachid, Rachid Fetach.

Ha nome e cognome, e idee, oltre agli occhi ed alla sofferenza che ha dovuto provare.

E non e' stato portato nel lager di corso brunelleschi per aver rubato in un supermercato.

E' stato fermato insieme ad altri sei compagni, perche' di un compagno si tratta, durante lo sgombero di un centro sociale occupato.
il csoa babylon, che anche lui viveva e contribuiva a far vivere da quasi un anno in pari dignita' ed in pari responsabilita' con tutti noi.
Rachid e' colui che ha pagato piu' cara la sua vicinanza a noi 'squatter di provincia' nel momento duro per tutti noi dello sgombero. Lo stato non ha tollerato che potesse pensare, e partecipare ad azioni politiche, nella sua condizione di marocchino senza documenti.

E' passato per lo stesso inferno di tanti, di troppi, ma non dimentichiamo, per il suo impegno e per la sua persona, cosa ha fatto con tutti noi, ed il perche', il come ed il quando si e' trovato a passare i cancelli del lager.

Il giorno in cui tanti migranti, come lui aveva fatto, inizieranno a prendere coscienza della propria situazione, dell'insulsa e razzista societa' che hanno sognato, illusi dalla sua rappresentazione luccicante e benestante, della forza che puo' dare l'unione di spiriti critici di ogni colore e nazione, della gioia che si puo' vivere scambiando costumi ed esperienze, crescendo e lottando insieme...

quel giorno il sistema dei lager e della clandestinita' tremera' veramente, piu', molto di piu' che con le false istanze cattolico-diessine che parlano di 'umanita' della detenzione', piu' che con le mobilitazioni spesso missionarie delle avanguardie politiche verso i 'poveri migranti', visti e vissuti comunque sempre come altro, come oggetto politico, e non come individui.

Ogni individuo e' a se', Rachid non era 'un migrante'. Era ed e' Rachid, semplicemente, con il suo sentire, le sue idee, la sua determinazione ed il suo sorriso.

Rachid oggi sta bene, e' tornato vicino alla sua famiglia e dopo un periodo di difficolta' e di orgoglio ferito per non essere riuscito a realizzare quel 'sogno italiano' che ancora in troppi rincorrono e' riuscito a darsi un'autonomia ed, a cio' che dice, e' contento della sua vita.

Questo resta per me l'importante.

Un saluto, fratello, anche da lontano e anche se non leggerai queste righe, che la vita possa darti quello che ti ha tolto la nostra societa'.

fuoco a tutte le galere

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no galere
by ROCHè Saturday, Jun. 24, 2006 at 12:19 PM mail:

CIAO!!!

QUESTO NON è UN ARTICOLO MA è UNA DOMANDA FATTA AL MOVIMENTO.

QUESTA DOMANDA CHE MI è VENUTA SPONTANEA IN SEGUITO AL PARLERE DULLE GALERE.
LE GALERA SONO UNA COSA ORRANDA E NON PIACIONO NEMMENO A ME.

MA IN UNA SOCIETA' IDEALE* LE PERSONE CHE AMMAZZANO , STUPRANO O DERUBANO SENZA MOTIVO CHE TIPO DI "TRATTAMENTO" DOVREBBERO AVERE SECONDO VOI ???

GRAZIE PER LE VOSTRE RISPOSTE

SALUTI ANTIFASCISTI

ROCHè

*IN CUI LE PERSONE NON VENGANO SFRUTTATE PER I PROFITTO E CHE STIANO BENE E NON BEBBANO AMMAZZARE O RUBARE PER MANGIARE E AVERE I MEZZI PER VIVERE


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Nuovi disordini nella notte al CPT di Torino:
by 29/6/'06 Thursday, Jun. 29, 2006 at 6:25 PM mail:

Disordini nella notte al CPT di Torino:

forse tre immigrati sono riusciti a fuggire, altrettanti gli agenti di polizia contusi. Non e' stata - spiegano in Questura - una vera e propria rivolta delle proporzioni di quella del 3 giugno scorso, ma un'agitazione, con grida e lanci di oggetti, probabilmente architettata apposta per coprire la fuga di alcuni ospiti. Il tentativo di sommossa e' stato sedato in breve tempo, ma e' stato sufficiente per consentire ad alcuni di scappare.

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un sogno
by sbirrozzo Saturday, Jul. 08, 2006 at 11:43 PM mail:

avrei un sogno; vedere un giorno tutti gli immigrati okkupare le proprietà del signor Caruso, che si è pagato la campagna elettorale con soldi pubblici,che con ciò che possiede ne potremme ospitare migliaia; dopo vorrei che anche le proprietà di Bertinotti, Pecoraro Scanio, Diliberto, Casarini, Piperno ( il quale grazie all'aiuto del rettore dell'UNICAL ha preso le terre e le case ai contadini per darle a lui, ricco borghesotto e falso rivoluzionario per noia; VIVA IL ROBIN HOOD DEI RICCHI) la bella Catizone, ex sindachessa pseudo rivoluzionaria di Cosenza, e tutti quelli che, parafrasando Heminway, parlano del problema non correndone i rischi. Purtroppo rimarrà solo un sogno poichè questi signori fanno opinione tra le loro genti; (p.s. come mai gli anti conformisti del FILO ROSSO dell'UNICAL oggi sono silenti sul problema degli espropri e delle ville dove abita e gorgheggia il mesto rivoluzionario Piperno. A chi nè ha volgia l'aedua sentenza, agli altri dico SVEGLIATEVI ed andate a lavorare.

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Domanda
by BDU Wednesday, Oct. 11, 2006 at 3:49 PM mail:

volevo porre una domanda alla ragazza che è andata a portare asciugamani e altri genrei all'amico marocchino detenuto al CPT di C.so Brunellschi...

oltre alla polizia e ai carabinieri, chi vi è all'interno del campo??

sono loro che controllano e che sorvegliano i detenuti??

ciao

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