La manifestazione sarà aperta dai genitori dei ragazzi arrestati. Lo slogan: ridate la libertà ai nostri figli.
Il corteo partirà sabato, alle 15, in piazza Duomo. Ad aprirlo, i genitori dei 25 ragazzi arrestati durante gli scontri dell’11 marzo in corso Buenos Aires. Lo striscione: «Ridate la libertà ai nostri figli». Dietro, i militanti di 80 centri sociali provenienti da tutta Italia. Dal Vittoria all’Orso al Torchiera, dal Magazzino 47 di Brescia al Csoa di Lugano, dal Crash di Bologna all’Officina 99 di Napoli all’Aula Carlo Giuliani di Palermo. Una folla di persone scenderà in piazza a gridare «Liberi tutti, liberi subito», a portare solidarietà ai giovani reclusi da oltre tre mesi a San Vittore e a Bollate. «Chiediamo il rispetto del diritto e che i responsabili vengano giudicati individualmente», chiedono i familiari dei ragazzi che per quel pomeriggio di guerriglia (in fiamme cinque auto e la sede di An) rischiano dagli 8 ai 15 anni (l’accusa è di devastazione e incendio). L’udienza preliminare è fissata per il 28 giugno. «Sono convinto - fa sapere l’avvocato Mirko Mazzali - che il processo si rivelerà uno dei più grossi bluff giudiziari: i giovani in carcere sono, per la maggior parte, quelli che meno hanno capito cosa stesse succedendo e si sono rifugiati nel portone di corso Buenos Aires 15». Toni duri, sguardi preoccupati, e una conferenza stampa, quella tenuta ieri dai parenti dei 25 arrestati, che ha scatenato la querelle politica. Sotto accusa, la sede dell’incontro: l’aula Pedenovi della Provincia. Lo sdegno di An: «È offensivo - commenta la parlamentare Paola Frassinetti - che sia stata data l’aula intitolata al missino ucciso nel '76 da un commando di Prima Linea». I genitori: «Rincresce sentire che la nostra presenza offende qualcuno». Alessandro Patta, capogruppo di Rifondazione in consiglio provinciale: «Le famiglie ci hanno chiesto una sede autorevole». Max Bruschi, vicecapogruppo di Forza Italia: «Non accetto chi dice: "Mio figlio non c’era, e se c'era dormiva"». È Filippo Penati, presidente della Provincia, a fermare i botta e risposta: «È stato un errore concedere a questa iniziativa una sede istituzionale. Ribadisco la mia ferma condanna ai fatti di corso Buenos Aires, mi associo a chi chiede che siano individuati in fretta e puniti i veri responsabili di quegli atti». In attesa del processo, i genitori preparano la manifestazione di sabato (autorizzata, questa volta). Il tragitto: da piazza Duomo a San Vittore, passando per via Cesare Correnti. Parteciperanno anche i militanti del Leoncavallo, assenti l’11 marzo. «Ma con un motivo diverso rispetto al tema della manifestazione - precisa Daniele Farina -: sollecitare l’amnistia. Se poi qualcuno vorrà trasformare il corteo in teatro di scontri, allora non c’è accordo».
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