Ci saranno anche i genitori dei ragazzi in carcere. Manifestazione nazionale indetta dai centri sociali per «contrastare la diffusione di culture xenofobe, razziste, fasciste, sessiste».
Un corteo per chiedere «l'immediata liberazione di tutti e 25 gli antifascisti in carcere» dopo gli scontri tra manifestanti e polizia dell'11 marzo in corso Buenos Aires. La manifestazione, che si terrà sabato, è stata indetta dai centri sociali che hanno invitato non solo i milanesi ma chiunque nella penisola sia sensibile alla vicenda. Si parte alle 15 da piazza Duomo per arrivare davanti alle mura del carcere di San Vittore. Davanti a tutti, i genitori dei ragazzi in carcere, che nei giorni scorsi hanno tenuto una presentazione pubblica nella sede della Provincia, provocando non poche polemiche (lo stesso Penati lo ha definito «un errore»). In una conferenza stampa (autorizzata) davanti alla Questura, gli organizzatori hanno spiegato che intendono «contrastare la diffusione di culture xenofobe, razziste, fasciste, sessiste, omofobiche e securitarie; opporsi a qualunque sgombero di spazi occupati; rivendicare la libertà di scelta contro qualunque imposizione etica; difendere gli spazi di agibilità politica e il diritto a manifestare; opporsi alla dinamica della guerra, spesso celata sotto il nome di pacificazione, con cui si vorrebbe governare ogni angolo del pianeta». «È da tre mesi che il carcere ha inghiottito 25 compagni e compagne - si legge in un documento sottoscritto da 150 centri sociali e realtà autogestite - per essersi opposti alla sfilata fascista dell'11 marzo. Tenerli in carcere con ogni mezzo è il ridondante motivetto a cui vorrebbero abituarci. Lo stesso dispositivo giuridico per rigettare ogni richiesta di scarcerazione è assai più che inusuale e gli imputati, più che rispondere di fatti specifici, vengono ritenuti colpevoli e pericolosi per il semplice fatto di aver tentato di partecipare al presidio che doveva tenersi alle 12 in Porta Venezia, luogo da cui tre ore dopo sarebbe partito il corteo della formazione nazifascista Fiamma Tricolore». Alla manifestazione, cui parteciperanno anche i familiari dei giovani in carcere, hanno aderito don Andrea Gallo e la federazione milanese di Rifondazione Comunista. E proprio il prete genovese, fondatore della comunità San Benedetto al Porto, ha lanciato un appello al giudice «che si comporti come un padre». La gran parte dei giovani bloccati dalle forze dell'ordine è nelle carceri di San Vittore e Bollate. Dopo aver visitato il penitenziario milanese don Gallo e il consigliere lombardo dei Verdi, Marcello Saponaro, hanno chiesto «l'immediata liberazione di tutti i ragazzi». Nonostante i noti problemi di sovraffollamento, gli arrestati - secondo quanto riferito da don Gallo e dal consigliere - sono in buone condizioni anche se, sottolinea il prete, «è stato fatto loro un danno gravissimo». «C'è la possibilità di concedergli i domiciliari se si vuole affrontare veramente il problema giovanile - ha detto don Gallo -. Si deve svegliare la coscienza degli educatori, dei genitori e dei responsabili e quindi io mi rivolgo al giudice: come fa a spiegarmi la lunghezza della carcerazione?». «Hanno pagato un supplemento di carcerazione dovuto al clima velenoso di due campagne elettorali - ha detto Saponaro -. La condanna di chi ha sbagliato è una cosa, l'applicazione delle garanzie ai cittadini detenuti è un'altra». Preoccupazione è stata espressa da Riccardo De Corato, probabile futuro vice della Moratti. «Mi auguro che la manifestazione non diventi un altro sabato selvaggio trasformando il centro di Milano in uno scenario da guerriglia urbana. Sarà quanto mai opportuno predisporre una presenza adeguata di forze dell'ordine» ha detto. De Corato ha anche sottolineato che il Comune di Milano si è costituito parte civile nel processo, le imputazioni saranno di concorso in devastazione, incendio e resistenza a pubblico ufficiale.
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