Fascisti, monarchici e cazzari, tradimenti e truffe; questa l'italica civiltà
che vuole lo scontro
Si parla in questi giorni di spie, di scandali e di giornalisti. Se ne parla cercando di non parlarne, cercando di dare alla vicenda un aspetto modesto e caciarone, preludio alla banalizzazione e alla caduta nel dimenticatoio delle responsabilità emerse.
Dallo scandalo emerge invece l’esistenza di una vasta rete di traditori, che hanno operato di concerto (alcuni per vil denaro, altri per altre aspettative) per spingere il nostro paese alla guerra, per raccontare alle opinioni pubbliche un mondo di paura che non esiste, per calunniare questo o quello cercando di favorire i propri compagni di cordata.
Un panorama disgustoso che vede coinvolta la solita feccia composta di fascisti, monarchici e sedicenti “liberali” tutti insieme appassionatamente nel compiere gravissimi reati, depistaggi, dossieraggi in nome addirittura della presunta “guerra tra civiltà”.
Non si sa di quale civiltà si parli, se la civiltà che chiama alla mobilitazione in sua difesa è questo pattume sarebbe meglio che vi rinunciassimo senza rimpianti. Gruppi di venduti, doppiogiochisti e razzisti improbabili che si assumono come difensori del paese e in nome di questa difesa mettono in atto decine di truffe, inganni e reati non dovrebbero rappresentare la civiltà, ancora meno il paese.
Dal funzionario dei servizi segreti che ambiva a finire a libro-paga della Cia, fino alle grandi firme coinvolte, abbiamo scoperto un gran numero di persone pagate per ingannare l’opinione pubblica e supportare l’eversione del dettato costituzionale; sia per quanto riguarda l’entrata in guerra del nostro paese, sia per quanto riguarda il sabotaggio del regolare svolgimento di una sana dialettica democratica.
Molte sono le persone ed i gruppi coinvolti in queste trame e finite poi sotto accusa per aver compiuto numerosi reati, si cominciò qualche tempo fa con la scoperta dell’improbabile DSSA della quale l’On Taormina diceva: «La struttura che faceva capo a Saya - afferma Taormina- forniva ai ministeri dell'Interno e della Difesa, al Sismi, al Sisde e alla Digos informazioni attraverso atti formali. Non è credibile, perciò, che fosse estranea alle istituzioni dello Stato e che agisse addirittura contro di esso. I contatti ufficiali dimostrano, oltre ogni ragionevole dubbio che il Dssa operava in stretto collegamento con organi dello Stato e quindi in piena legalità».
Pattume, pattume del peggiore: non a caso la sinergia tra i servizi, ex fascisti e giornali come Libero non era dedicata solamente allo scontro di civiltà, ma viene a galla anche in relazione a fatti locali, come i finti attentati ad un sindaco di An in Calabria sventati dallo stesso Mancini, l’uomo dei servizi recentemente finito in carcere; sindaco che poi si sdebitò inondando di pubblicità il quotidiano amico.
Non per amor di patria, quindi, ma per il solito gioco all’italiana della mano che lava l’altra, non per interessi patriottici, ma per i soliti accordi sottobanco per conquistare denaro e potere. Per denaro e per potere funzionari dello Stato e giornalisti si sono dati da fare per costruire falsi. Falsi che avevano come unico scopo quello di convincere le opinioni pubbliche dell’esistenza di una grave minaccia contro la quale è opportuna l’unità nazionale, dimenticando le leggi a tutela di quella civiltà che si diceva voler difendere.
Tradimento, niente di più, niente di meno, come fu per Ustica i funzionari e militari italiani hanno tradito il loro paese per supportare le politiche di un paese straniero e spingere l’Italia in guerra. Come fu per Ustica questi militari hanno trovato che li ha giustificati ed assolti al di fuori dei tribunali. Tradimento, come quello di un funzionario dei servizi che si mette al servizio degli americani sperando di essere da loro assunto come agente “doppio”: “intelligenza con lo straniero” si sarebbe definita una volta.
Valanghe di falsi sono state riversate dai media italiani su spettatori e lettori, adesso sappiamo che buona parte di quelle balle era costruita a tavolino dal Pio Pompa e dai suoi amici e infine veicolata attraverso giornalisti pagati appositamente. Orribile reato, ancora più orribilmente difeso dalla redazione di Libero come se si trattasse di una banale leggerezza. Ora si vorrebbe far credere che tale produzione di falsi fu dovuta ad amor patrio, e che sia stata veicolata per una superiore ragione morale: la lotta alla minaccia islamica.
Si invoca la guerra che non c’è, la guerra l’esistenza della quale si è inventata, per giustificare le balle e le truffe che hanno spinto il paese verso quella stessa guerra. Non una riga sulle persone diffamate, sulle centinaia di “islamici” arrestati tanto per fare un po’ di fumo ed alzare la tensione, non una riga per spiegare ai lettori perché per anni abbiano dovuto pagare per leggere propaganda di bassa lega e assistere allo squadrismo dei novelli sedicenti crociati de noantri. E non parliamo di scuse ai lettori truffati, non sia mai.
Le dimensioni di questo fenomeno sono ben più ampie e non sono certo circoscritte alla redazione di Libero. Andate a rileggere gli annunci di futuri attentati, o le denunce di gruppi di “terroristi” operanti nel nostro paese, vi sarà subito chiara la diffusione e la rete di relazioni che coinvolge questa canaglia.
Rileggete gli articoli di Giuliano Ferrara (che ha ammesso di essere stato pagato dalla Cia in passato) e colleghi del Foglio; o quelli di Magdi Allam ( che ha ultimamente ricevuto un premio di 250.000 euro dalla fondazione israeliana Dan David) e colleghi del Corriere; o ancora i numerosi articoli di parecchi giornali legati ad editori di destra (compreso il Riformista) e vi renderete facilmente conto di chi e come e quanto si sia impegnato nel diffamare i musulmani e nel creare e spargere terrore nell’opinione pubblica italiana; riandate con la mente alle trasmissioni Mediaset, o anche a molte trasmissioni RAI, pensate alle prestazioni di Socci, Ferrara, Capuozzo e parecchi altri, chiedetevi se fosse solo l’onestà intellettuale o l’amor patrio ad animarli. In Iraq operava il Lincoln Group, che pagava i giornalisti iracheni un tanto ad articolo utile, in Italia i gruppi impegnati in tal senso sono forse più di uno, ma la l’olezzo di questi traffici offende da tempo le narici di quanti osservano l’italica produzione mediatica.
Chiedetevi perché per questi media (unici in Occidente) le armi di distruzione di massa esistevano, o perché, diversamente dai media anglosassoni nessuno di questi abbia mai ammesso esplicitamente di essere stato ingannato sul punto,non li ha ingannati nessuno: mentivano sapendo di mentire. Chiedetevi perché giornali come l’Opinione, Libero, la Padania pubblicassero le “rivelazioni” di personaggi definiti “fonti dei servizi” e poi finiti nell’inchiesta su Vittorio Emanuele Savoia perché truffatori e millantatori. Rileggete i pezzi di Dimitri Buffa, i suoi legami con Massimo Pizza, Massimo Palazzi, e le relazioni di questi con i “liberali” e con lo stesso Allam. Chiedetevi perché questi stessi media abbiano ignorato l’assedio di Falluja, il massacro delle popolazioni civili musulmane, chiedetevi perché inventino continuamente calunnie, sull’Iran e sui “cattivi islamici” fino a quelle riguardanti la Somalia in questi giorni. Chiedetevi perché ora sostengano i massacratori russi in Cecenia e le politiche da macellaio di Putin; perché tacciano sul massacro dei curdi in Turchia e sul quasi-golpe dei militari turchi.
Sedicenti giornalisti che rivendicano con orgoglio il loro schierarsi per una parte in guerra, che si fanno soldati di questa guerra nella quale tutto è permesso, inventando storie raccapriccianti, diffamando gli avversari politici e insultando i “vili” che non hanno il coraggio a loro comune di stare dalla parte del più forte e riceverne le giuste ricompense.
Leggete del servilismo, esibito recentemente, del maggiore quotidiano nazionale, che arriva a mentire platealmente dicendo che lo scandalo SWIFT riguarda lo spionaggio delle transazioni bancarie da e per gli Stati Uniti, giusto per nascondere il fatto che gli Stati Uniti spiano illegalmente i movimenti bancari europei e mondiali. Scrivete al Corriere chiedendo perché hanno ignorato completamente il dibattito al Parlamento Europeo sullo scandalo SWIFT per ridurlo a una “cosa americana”, non vi risponderanno neanche.
Decine di attentati falsi annunciati, una massa incredibile di articoli prodotti per nascondere le atrocità occidentali ed americane (come la pietosa difesa del Giornale sull’impiego di armi chimiche in Iraq), elzeviri di solenni tromboni che giustificano la tortura, i rapimenti illegali (quando non li attribuiscono a Prodi) e lo spionaggio a tappeto, fino al silenzio che circonda il martirio dei palestinesi e le sanguinose rappresaglie israeliane.
Non accade per caso, accade perché un discreto numero di traditori (della patria, della verità, della decenza) si sono messi in rete per sostenere un progetto di espansione militare fondato unicamente su menzogne e sulla diffusione di accuse basate sulla calunnia e sul razzismo. Razzismo sparso a piene mani da personaggi come la Fallaci e subito raccolto da rappresentanti della nostra “civiltà” come Calderoli, Feltri o Taormina e camerati.
Per questa gente non ci può essere nessuna comprensione, personaggi del genere non agiscono per amor patrio o credendo di fare l’interesse dalla Repubblica Italiana e dei suoi cittadini, agiscono al contrario per sovvertirne le leggi, ingannarne i cittadini e calunniare chi non si pieghi alle loro intenzioni: il finto scandalo Telekom-Serbia non è stato un caso, ma la madre di tutte le porcate simili a venire.
Se era insopportabile vederli all’opera quotidianamente, ancora più ributtante è oggi leggerne la squallida difesa, i miserabili artifici retorici con i quali si autoassolvono, i loro dialoghi carpiti dalle intercettazioni. Ancora più sgradevole è assistere alla levata di scudi dei loro “colleghi”, sempre pronti ad ergersi garantisti e ad attaccare i magistrati che compiono nulla di più il loro dovere. Non c’è neanche bisogno di leggere i giornali dei prossimi giorni per sapere cosa scriveranno, basta ripescare ancora una volta Taormina: “Non desta meraviglia – dice il difensore - che la magistratura che ha incriminato la Polizia di Stato per aver affrontato l'orda barbarica dei black block e dei centri sociali di Agnoletto e Casarini, oggi arresti ed inquisisca chi dovrebbe essere ringraziato per essersi fatto carico del dilagante tessuto terroristico che occupa il territorio nazionale”. (Sempre riferito alla DSSA). Poco importa che la DSSA fosse una banda di magliari con ancora meno dignità della premiata ditta Pompa-Farina.
Insopportabile è anche il fronte cattolico a difesa di questa gentaglia, dal leader di Comunione e Liberazione Robi Ronza, che difende il ciellino Farina (carne della sua carne), alle numerose uscite di alti prelati in difesa dell’ex presidente del senato Pera e del suo manifesto razzista, si può ben dire che esista una deriva crociata, eversiva e razzista all’interno del cattolicesimo italiano, un problema nel problema. Un fronte che ha ricevuto impulso dall’avvento e dalla sinergia (principalmente economica) con il passato governo della CDL che, se da un lato rafforza il potere temporale del cattolicesimo italiano, dall’altro lo svuota di senso e ne allontana sempre di più i fedeli, radicalizzandolo attorno a un nocciolo duro fatto d’ignoranza e razzismo; non a caso gli italiani si allontanano da Santa Romana Chiesa.
Lo scontro di civiltà esiste, esiste in Occidente ed esiste in Italia, ma non è uno scontro con i musulmani. Si tratta dello scontro tra una minoranza eversiva e razzista e il resto del paese; tra coloro i quali fondano le loro pretese sulla menzogna e quelli che le rifiutano; tra quelli per i quali la “legalità” è un concetto buono per i pezzenti, che non li riguarda perché loro operano per fini nobilissimi e quelli che ritengono che la “legalità” debba essere rispettata prima di tutto da chi ha potere e responsabilità. E’ lo scontro tra incivili guerrafondai suprematisti e tutti quegli italiani che credono ancora nel dettato costituzionale e in una convivenza fondata sulla verità e sul rispetto reciproco.
Lo scontro di civiltà terminerà quando questa manica di magliari prepotenti sarà cacciata fuori dalle istituzioni e dai media, un risultato difficile da ottenere in tempi brevi. Non resta quindi che prepararsi a uno scontro lungo, tenendo ben presente che i veri nemici della civiltà e del paese sono potenti, godono di fondi pressoché illimitati e di estese complicità nelle istituzioni e tra le forze dell’ordine. Se non altro, questa sarà una battaglia veramente nobile, in difesa di principi veramente universali, una battaglia che vale la pena di combattere, anche gratis.
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