Le principali agenzie di stampa svolgono un egregio lavoro a favore delle major. Frequentemente rilanciano infatti notizie che sembrano scritte dagli uffici stampa delle multinazionali dell'intrattenimento, in cui viene riproposta la loro chiave di lettura rispetto al file-sharing - un fenomeno mondiale che senza soste cresce da anni (1 - 2). I media mainstream trascurano sistematicamente di descrivere importanti aspetti della "pirateria": ad esempio come la diffusione di software contraffatto abbia innegabilmente aiutato il consolidarsi di economie emergenti, oppure come moltissimi artisti siano contrari a denunciare chi pratica il P2P (1 - 2), o ancora come la prateria non abbia impedito -anzi, sia stata di spinta- a vari musicisti nell'adozione di nuovi e differenti modelli di business. Cio' di cui i media parlano sono invece esclusivamente i "gravi danni" della pirateria, la assoluta necessita' di eliminare i pirati (nemici della sicurezza mondiale), le esorbitanti somme dei danni che ne deriverebbero sistematicamente calcolate con metodologie fuorvianti e i titoloni esplosivi che annunciano "la sconfitta della pirateria" o "l'ormai prossima" morte del file-sharing. Niente di strano per un'industria -quella dell'informazione- che sulla "proprieta' intellettuale" e sulle sue distorsioni si fonda.
copydown.inventati.org/copydown/2006/07/18/p2p_e_media_mainstream
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