Fermiamo la legge Fini-Giovanardi e i suoi sporchi effetti!
by mdma roma Tuesday, Jul. 25, 2006 at 8:42 PM mail:

Abbiamo preparato questo comunicato all'indomani dei fatti di Napoli, percependo un clima sempre più pesante nei confronti dei luoghi dell'antiproibizionismo in questo paese. Purtroppo veniamo superati dai fatti: questa mattina è stato posto sotto sequestro il "Livello 57" come conseguenza della farneticante inchiesta che ne aveva portato alla perquisizione. Ai nostri fratelli e sorelle del livello va tutta la nostra solidarietà. Manteniamo questo nostro comunicato (ricorretto e aggiornato dopo gli ultimi eventi) che esprime tutto il nostro dissenso e i nostri propositi di lotta e chiediamo a tutti e tutte le/gli antiproibizionisti di sottoscriverlo inviando le adesioni a segreteria@forteprenestino.net

Fermiamo la legge Fini-Giovanardi e i suoi sporchi effetti!

In questi ultimi anni abbiamo contrastato costantemente il ddl sulle
droghe del governo di centro-destra perchè lo consideravamo un attentato
alla libertà di scelta di ogni cittadin@ e uno strumento di persecuzione
vero eproprio nei confronti dei consumatori.
Non ce ne sfuggivano alcune caratteristiche particolarmente repressive
che sembravano pensate appositamente per dare uno strumento più affilato
nei confronti dei luoghi di pratica antiproibizionista quali alcuni
centri sociali del paese.
Abbiamo portato avanti la nostra opposizione a questo abominio da stato
etico insieme a tutte le forze sociali, operatori di strutture di
recuperopiù avvertiti e sensibili, partiti, o meglio settori di essi,
volenterosioppositori del passato governo.
In marzo il ddl è stato fatto passare con una manovra di aggiramento
del parlamento (il decreto sulle olimpiadi invernali) ed è
diventato legge. Anche se non ha portato il risultato sperato da Fini e
dalla destra, costituisce una pesante eredità per il nuovo governo.
Il nuovo governo, di cui fanno parte tanti nostri precedenti
interlocutori, ha tra le affermazioni solerti del suo programma la
depenalizzazione del consumo e dei comportamenti ad esso connessi:
affermazioni che facevano pensare ad una rapida distensione del clima
ultraproibizionistico scatenato dalla legge.
Sta succedendo tutt'altro.
A tre mesi dall'insediamento del nuovo governo, nonostante le
dichiarazioni di suoi membri o di deputati suoi sostenitori contro la
legge e per una revisione immediata delle tabelle di applicazione, gli
unici risultati tangibili sono riassumibili in una tendenza repressiva
sempre più grave portata avanti dalle forze dell'ordine evidentemente
incuranti dei propositi del nuovo governo, o semplicemente, come è
accaduto spesso, lasciate libere di agire indiscriminatamente.
Moltiplicazione degli arresti e inasprimento delle pene nei confronti
dei consumatori sono ormai cronaca quotidiana, situazione resa ancora
più grave dalla giovane età della media dei condannati.
A questi già pesanti avvenimenti, si aggiunge la parte più
immediatamente "politica" della nuova fase repressiva: stiamo assistendo
ad un uso della nuova legge come grimaldello contro i luoghi della
resistenza antiproibizionista di questo paese.
Si è cominciato l'11 marzo con un giovane spazio occupato di Bologna,
il Ca.Cu.Bo che in seguito ad un blitz della questura viene perquisito
in cerca di droga, sgomberato e messo sotto sequestro con denuncia per
occupazione abusiva di 15 persone.
Lo scorso 25 maggio è la volta di un bersaglio grosso, il Livello 57,
sempre di Bologna e da sempre in prima fila nelle pratiche
antiproibizioniste e di riduzione del danno, perquisito da centinaia di
carabinieri alla ricerca di una raffineria clandestina di droga. Frutto
della sagace operazione l'arresto e la condanna a due anni
e sette mesi di detenzione di Maria Pia Scarciglia (attualmente
agli arresti domiciliari), avvocato praticante del Livello impegnata
nel servizio legale gratuito sulle droghe ed esponente di punta
nell'impegno antiproibizionista del posto.

Ancora, pochi giorni fa (12 luglio) quello che credevamo l'ultimo
attacco: viene perquisito alle 9 di mattina e violato,
senza nessuno all'interno, il c.s. Officina 99 di Napoli. Una trentina
di carabinieri dopo aver distrutto impianti elettrici, rotto porte,
infissi, computers hanno sequestrato alcune piante di marijuana
coltivate sul terrazzo atte ad
essere consumate nella annuale festa del raccolto, appuntamento
antiproibizionistae contro le narco-mafie la cui importanza può essere
facilmente
intuita se si pensa alla cultura e alle condizioni di circolazione di
sostanze
stupefacenti nel territorio napoletano.

Ma l'escalation non è finita. Stamattina (25 luglio) sempre i
carabinieri hanno sigillato e sottoposto a sequestro
preventivo il Livello 57 in entranbe le sue sedi (facendo riferimento
agli articoli 73 e 79 della nuova legge sulle droghe), lasciando tra
l'altro senza casa una quindicina di persone che vivono stabilmente nei
locali di via Stalingrado dati in convenzione dal Comune.

Tutto questo ci sembra davvero troppo!!!
Noi, centri sociali e attori sociali, che pratichiamo la resistenza
antiproibizionista alla luce del sole e senza alcuna finalità di lucro,
opponendoci quotidianamente alle narco-mafie e praticando la riduzione
del danno, ci chiediamo quali siano le intenzioni del nuovo esecutivo in
questa fase.
Siamo fortemente preoccupati dall'inoperosità in questo senso del nuovo
governo e allarmati dalle drammatiche potenzialità di questa vera "war
on drugs" all'italiana che ci vede evidentemente tra i suoi principali
obiettivi.
Questo non ci farà recedere dalle nostre pratiche antiproibizioniste e
di riduzione del danno: continueremo a predicare e praticare
l'autocoltivazione per stare lontani dal mercato nero delle sostanze,
spacciatore di merda quando non di morte.
Continueremo ad opporci a questa legge infame e a preoccuparci delle
centinaia di consumatori che incontriamo sensibilizzando al problema
degli effetti collaterali delle sostanze e... della legge.
Non ci fermeranno intimidazioni e denunce, come non fermano nostri
fratelli/sorelle e compagni/e impegnati in altre lotte e costretti a
fare i conti con misure repressive indegne di un paese democratico in
cui si continua a classificare come ordine pubblico l'opposizione
sociale.

Una scelta di massa non si può arrestare... qualunque essa sia

M.D.M.A. roma
(csoa Forte Prenestino, Strike spazio pubblico autogestito, ESC altelier
occupato, csa La Torre, Astra19 spa).

per adesioni:
segreteria@forteprenestino.net



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