Sono tanti, gli ebrei contro l'occupazione e la guerra, saranno di più se finisce la canea antiebraica e si sostituisce con un analisi lucida delle dinamiche reali e degli interessi in gioco. L'ottima cucina kosher non ha nulla a che vedere con la politica di Israele, così le origini ebraiche di un terzo dei cittadini livornesi, città più rossa d'Italia, nulla hanno a che vedere con Sharon o Olmert.In realtà nella storia recente l'ebraismo è stato molto legato all'est europa, lì avvenivano i pogrom, lì si sviluppò il movimento politico ebraico interno al movimento operaio (Russia e Polonia), lì erano le più folte e organizzate comunità. erano visti un pò come i rom, le loro musiche si somigliavano pure, e molte vicende li ricollegavano, certo avevano più cultura e, una minoranza di loro, più soldi. Così in Germania. Ovunque erano guardati con sospetto, il cattolicesimo li condannava per le "loro" colpe (la crocefissione di Gesù). Vorrei sfatare ciò che dicono alcuni fans di Israele assieme ai sui detrattori, non è proprio vero che l'ebreo si identifica con la religione e di riflesso con lo stato ebraico, a parte che alcune correnti thalmudiche rifiutano come un'eresia lo stato di Israele, e alcuni ortodossi solidarizzano con i palestinesi, molti ebrei nella storia, e moltissimi oggi, non erano affatto religiosi. Proprio una cultura poliglotta, di gente che viaggiava o, come i nostri rom, aveva parenti in giro per mezzo mondo, quando la gente normale invece non si spostava per generazioni dal proprio paese, gli ebrei spesso venivano a contatto con lingue e culture differenti imparando ad andare oltre al credo religioso e a barcamenarsi in una civiltà ostile. Divennero parte dei movimenti risorgimentali, un mio trisavoro era un garibaldino con la giubba rossa combatté le armate papaline sognando uno stato laico, non certo uno stato confessionale. I mie nonni, entrambe ebrei, erano stati educati all'ateismo secondo uno spirito liberale inusuale al tempo, da grandi avrebbero deciso se essere di religione o meno, così mio padre. Durante la seconda guerra si salvarono, sfollati con documenti falsi e tanta paura, molta fortuna. Ad altri della mia famiglia andò molto peggio...in tutta questa storia il sionismo c'entra davvero poco, e se uno pensa a come è nato il sionismo esso non era in realtà che uno dei tanti movimenti nazionali ottocenteschi che affermavano il concetto di patria, nel caso del sionismo ciò avveniva in risposta alle stragi e ai pogrom (pulizia etnica) che in tutto l'est Europa rendevano impossibile la vita agli ebrei, da noi ci fu il risorgimento. Furono movimenti progressivi, anche se in entrambi penetrò ben presto ciò che oggi può essere chiamato imperialismo. Ma avrebbe senso oggi accusare Mazzini della scellerata politica guerrafondaia dello stato italiano? Viene da ridere, eppure sia la retorica israeliana sia l'antisionismo riproducono questo schema assurdo da cui è necessario districarsi al più presto. L'esistenza possibile nel territorio israelo palestinese, non può che essere quella di due popoli sotto lo stesso cielo, uno stato laico e memocratico, non razzista e senza discriminazioni. Questo significa cambiare l'intero medio oriente e forse il mondo, perché di questo passo la guera sarà ancora più grande e non risparmierà neppure la vecchia Europa. Dietro l'attacco al Libano è facile vedere una mossa preventiva, forse gli USA hanno deciso una nuova guerra d'autunno e Israele cerca di bonificare le retrovie ai suoi confini? Chi sarà la prossima vittima? Non è questo il cambiamento che serve ma una rivolta morale, politica e civile di tutti ipopoli amanti della pace contro i potenti del mondo, perché quì come in Israele o Palestina un altro mondo è possibile e necessario....
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