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L'esercito è tornato, ma non aspettatevi che disarmi Hezbollah
by Robert Fisk (trad. Megachip) Saturday, Aug. 26, 2006 at 6:00 PM mail:

Ora le vedete, ora non più. Le armi di Hezbollah? Non è possibile vederle. E l'esercito libanese non può prenderne nessuna. Perché quando ieri in questo stesso mese d'agosto un corpo armato ha attraversato il fiume Litani, i suoi ufficiali hanno reso chiaro che non sarebbe stato compito delle truppe disarmare gli Hezbollah. E la cosa non ha sorpreso nessuno in Libano.

In fin dei conti la maggioranza dei soldati libanesi qui sono sciiti – come gli Hezbollah – e in molti casi i soldati che hanno attraversato il Litani non soltanto provengono dagli stessi villaggi meridionali, ma hanno dei legami con i guerriglieri che in teoria dovrebbero disarmare. In altre parole, un tipico compromesso libanese. Allora che ne sarà della Risoluzione n° 1701 del Consiglio di Sicurezza dell'Onu?

È vero, i Francesi stanno per mobilitarsi – o questo è quello che ci si aspetta da loro. Sono i Francesi (il cui generale Alain Pellegrini ha già il comando della piccola forza Onu qui) che guideranno il nuovo contingente internazionale in Libano. Ma tra i loro compiti rientrerebbe anche il disarmo degli Hezbollah? O dovrebbero combattere contro di essi? O dovrebbero semplicemente porre la loro base nel Libano meridionale, costituendo una forza cuscinetto per proteggere Israele? I Francesi stanno ancora chiedendo – molto saggiamente – un mandato chiaro per il proprio ruolo qui. Ma il Libano non fornisce mandati chiari a nessuno, e la Francia non fa affatto eccezione.

I Libanesi hanno dato ai loro soldati il tradizionale benvenuto con il riso e l'acqua di rose quando hanno oltrepassato i ponti militari recentemente costruiti sul Litani. Tuttavia alcuni degli stessi abitanti del luogo avevano dato lo stesso tradizionale benvenuto agli Israeliani nel 1982 – e successivamente avevano fatto altrettanto con gli Hezbollah. Ma l'esercito libanese ha rappresentato la pace nella nostra epoca – almeno per un certo periodo – per coloro che stanno ancora disseppellendo i corpi dei propri familiari morti nei villaggi delle colline del Libano meridionale.

L'effetto in televisione è stato un colpo d'occhio, tutti quei malconci carri armati T-54 del Patto di Varsavia e gli antiquati veicoli blindati Panhard sugli autocarri che si presupponeva che stessero ritornando nell'estremo sud per la prima volta dopo trenta anni. Naturalmente non era vero. Benché non schierati sul confine, migliaia di soldati libanesi sono stati di guarnigione nelle città meridionali sin dalla guerra civile, chiudendo rispettosamente un occhio sulle attività di Hezbollah, a patto che nessuno dei suoi combattenti fosse tanto scortese da guidare un camion carico di missili attraverso i loro posti di blocco.

Tra quei soldati libanesi che avevano più dimistichezza con il sud vi erano alcuni membri del presidio formato da mille unità nella città cristiana meridionale di Marjayoun, fuggiti dopo la piccola incursione terrestre di Israele la settimana scorsa. E qui, come si suol dire, precipitano gli eventi. Infatti il loro comandante, il Generale di Brigata del Ministero degli Interni Adnan Daoud, è appena stato arrestato per tradimento dopo che la televisione israeliana ha mandato in onda le immagini dello stesso generale che pendeva il tè con un ufficiale israeliano nella caserma di Marjayoun. E, quel che è peggio, la stazione televisiva di Hezbollah Al-Manar – che ha continuato ad operare risolutamente nel corso di questa ultima guerra nonostante gli strenui tentativi di Israele di porre fine alla sua esistenza tramite i bombardamenti – è entrata in possesso della registrazione israeliana e l'ha trasmessa in Libano.

Prima di essere arrestato, il generale Daoud è stato persino tanto temerario da rilasciare una sua dichiarazione a Lauren Frayer, un'intraprendente cronista dell'Associated Press, giunta a Marjayoun in tempo per registrare le ultime parole del generale prima del suo arresto. Gli Israeliani, ha detto, “sono giunti pacificamente al nostro cancello, chiedendo di parlare con me”. Un ufficiale israeliano che si è presentato con il nome di Col Ashaya ha conversato con Daoud riguardo alle future relazioni militari tra Israele e il Libano.

“Gli ho fatto girare la nostra base per quattro ore.” Ha detto il generale riferendosi ad “Ashaya”. “Probabilmente egli era in missione segreta e voleva appurare se noi avessimo qualche Hezbollah all'interno della caserma.” Ma era passata solo un'ora da quando l'apparentemente amichevole israeliano aveva lasciato la base, ed ecco che i carri armati israeliani si aprivano la strada attraverso i cancelli del presidio libanese con i proiettili. I soldati libanesi non hanno risposto al fuoco. Al contrario hanno abbandonato Marjayoun; successivamente il loro lungo convoglio, che includeva decine di macchine di civili, è stato attaccato da piloti israeliani che hanno ucciso sette civili, tra cui la moglie del sindaco, decapitata da un missile.

A Beirut tutto ciò è stato dimenticato quando il Primo Ministro Fouad Sinora, ha ripetuto che non sarebbero più esistiti “stati all'interno dello stato”, e che gli Hezbollah avrebbero abbandonato l'area a sud del Litani. Questa dichiarazione è stata classificata come poco affidabile. Non soltanto la maggioranza degli Hezbollah vive in villaggi al sud del Litani, ma molti dei loro ufficiali hanno affermato chiaramente di avere detto all'esercito libanese di non cercare le armi. Questa è la situazione riguardo al disarmo degli Hezbollah a sud del fiume Litani. E questa è la situazione anche riguardo alla “guerra al terrorismo” del presidente Bush, guerra che gli Israeliani sostengono di combattere per conto dell'America.


da The Independent
Traduzione per Megachip di Eleonora Iacono

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