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Appello sulla missione in Libano
by Alex Zanotelli Tuesday, Aug. 29, 2006 at 10:26 AM mail:

Appello di padre Alex Zanotelli e della Rete Lilliput sulla missione in Libano

Quali condizioni e garanzie irrinunciabili per una Forza d'Interposizione in Medio Oriente?

Sembra essersi formato un consenso generale sull’opportunità/necessità che l’Italia partecipi alla Forza Internazionale di Interposizione in Libano. È indubbio che per arrestare la spirale di violenza che sempre più insanguina il Medio Oriente, e si estende pericolosamente al resto del mondo, sia più che mai necessario un impegno attivo della comunità internazionale, sotto la guida dell’Onu. L’esito di un tale impegno dipende tuttavia in modo determinante dalle condizioni in cui verrà attuato e condotto. Sembra più che mai necessario richiamare l’attenzione del Governo, del Parlamento e di tutti i cittadini su alcuni punti molto delicati.
Una prima considerazione doverosa è che la guerra in Libano ha occultato il problema palestinese. Non sembra accettabile, in particolare, che la comunità internazionale ignori completamente il fatto che Ministri e Parlamentari di un paese che dovrebbe essere sovrano siano stati sequestrati (ancora dabato 19 agosto il vice-premier, Nasser-as-Shaer), imprigionati, ed almeno in un caso anche torturati. In nessun altro Paese un simile intervento straniero potrebbe venire tollerato: perché nessuno reagisce nel caso di Israele? È inaccettabile il silenzio del Governo italiano.
Venendo alla costituzione di una Forza Internazionale di Interposizione, essa deve ubbidire ad alcune condizioni fondamentali ed elementari: è evidente che non possono farne parte militari di un paese che non sia rigorosamente equidistante tra i due belligeranti. L’Italia ha stipulato lo scorso anno un impegnativo Accordo di Cooperazione Militare con Israele, che inficia in modo sostanziale e irrimediabile la nostra equidistanza. Il Diritto Internazionale impone, come minimo, la preventiva sospensione di tale Accordo, i cui termini dettagliati devono assolutamente essere resi noti all’opinione pubblica.
È il caso di ricordare ancora che Israele ha partecipato a manovre militari della Nato svoltesi in Sardegna, nelle quali si saranno indubbiamente addestrati piloti ad altri militari israeliani, impegnati poi nella guerra in Libano. Da queste circostanze discende una ulteriore condizione: è necessaria una garanzia assoluta che il comando di questa Forza di Interposizione rimanga strettamente sotto il comando dell’Onu, e non possa essere trasferita in nessun momento alla Nato.
È assolutamente necessario, inoltre, che le spese della missione non gravino ulteriormente sul bilancio dello stato italiano, e in particolare non comportino riduzioni delle spese sociali, ma rientrino nel bilancio del Ministero della Difesa per le missioni militari italiane all’estero.
Queste sembrano condizioni fondamentali e irrinunciabili per la partecipazione del nostro paese.
Rimangono però altre riserve. Appare singolare e tutt’altro che neutrale il fatto che una Forza Internazionale di Interposizione venga schierata sul territorio di uno dei due Paesi belligeranti, quello attaccato, e non sul loro confine. Deve essere chiaro pertanto che, finché tale forza opererà in territorio libanese, essa deve essere soggetta alla sovranità libanese, e che non potrà in alcun modo essere incaricata del disarmo né dello scioglimento di Hezbollah. Queste condizioni operative esporranno comunque i militari che compongono questa forza ad agire nel caso in cui avvengano (reali o pretese) provocazioni: come potranno opporsi con la forza all’esercito israeliano, tutt’ora presente in territorio libanese? Non ci si facciano illusioni sulle regole d’ingaggio, che verranno decise dall’organismo che guiderà la missione, e non dal nostro Governo. Riteniamo giusto richiedere anche che il contingente militare sia affiancato da un congruo numero di volontari disarmati.
Deve infine risultare estremamente chiaro che questa Forza di Interposizione non potrà mai, e in alcun modo, essere coinvolta in una ripresa o in una estensione del conflitto. Così come deve essere escluso un suo impiego per proteggere le ditte italiane che si lanceranno nel lucroso business della ricostruzione del Libano.
É necessario fugare con molta chiarezza qualsiasi illusione che l’interposizione militare, anche nelle migliori condizioni, sia risolutiva per il conflitto in Medio Oriente, soprattutto per risolvere la fondamentale questione palestinese. Chi arresterà la distruzione delle case, delle coltivazioni e delle infrastrutture dei palestinesi, gli omicidi mirati (in palese violazione di qualsiasi norma giuridica)? Chiediamo pertanto che, prima di inviare un contingente italiano, il nostro Governo ponga con forza a livello internazionale l’esigenza irrinunciabile del dispiegamento di una forza internazionale di pace anche a Gaza e in Cisgiordania, a garanzia della sicurezza di Israele e come condizione per la creazione di uno Stato Palestinese.
Chiediamo che su queste questioni fondamentali vengano prese ufficialmente decisioni chiare, esplicite e trasparenti, e si esigano le dovute garanzie a livello internazionale.

Per aderire all'appello:
http://www.ildialogo.org/search/addfirmatariappellozan.html

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Come mai i provocatori tacciono?
by nazi-buster Tuesday, Aug. 29, 2006 at 4:07 PM mail:

Come mai i provocatori infiltrati nazisionisti non se la prendono con l'appello di Zanotelli/Rete Lilliput, che dice le STESSE identiche cose del comunicato dell'UCOII?! Forse non l'hanno capito? Forse gli basta che non ci siano accostamenti al nazismo per stare tranquilli? Eccolo: glielo diamo subito l'accostamento al nazismo, se lo meritano!

"Quiz: chi assomiglia di più a Hitler?

Intanto l'obiettivo dei guerrieri psicologici nazisionisti è stato raggiunto: Ahmadinejad come Hitler, iraniani e, di nuovo, musulmani, come nazisti. Ed è stupefacente che ci provino ancora, dopo che il trucchetto Cia-Ned-UsAid-Mossad si era già abbondantemente ripetuto e logorato con Castro, Arafat, Milosevic ("Hitlerosevic"), Saddam, il mullah Omar e più recentemente con Chavez e Morales. Evidentemente contano, a ragione, sull'ottundimento mediasettiano della gente e sulla perenne disposizione alla captatio benevolentiae delle sinistre. Mai nessuna di queste che, magari confrontandosi con il sindaco criptorabbino di Roma (o con il suo emulo alla regione, presidente Marazzo, di sciocca memoria tv, che accompagnando studenti e rabbini romani a studiare la Shoah in Israele, coglie l'occasione per la colonizzazione sionista del Lazio in termini di accordi economici vari e manca l'occasione per guardare oltre il muro di Sharon all'olocausto dei palestinesi) avesse osato un ben più giustificabile accostamento tra la defunta epitome del Male e uno qualunque dei premier israeliani. Eppure questi ultimi non gli sono mica molto da meno quanto a soluzioni finali per interi popoli, guerre di aggressione ("Crimine supremo contro l'umanità", secondo Norimberga), occupazioni, polverizzazione dei diritti umani e del diritto internazionale, sprangate sui denti alla "comunità internazionale" (leggi ONU), torture, genocidio, punizioni collettive, assassini mirati, terrorismo bombarolo, minacce nucleari... "

Fulvio Grimaldi, da Mondocane Fuorilinea

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