Comunicato delle Rete di Donne di Bologna,
in merito alle politiche culturali contro la violenza sulle donne.
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Non passa giorno senza apprendere che una donna è stata violentata, picchiata, uccisa. Ogni volta siamo colte da rabbia, umiliazione, sensi di colpa. Ma non è più sufficiente dire “basta”, uscire dal silenzio, dare e ricevere solidarietà. Vogliamo i cambiamenti che sono necessari a fermare la violenza degli uomini sulle donne. Sappiamo che occorre riparare, là dove è possibile, là dove la violenza non conduce alla morte. Occorre prevenire; occorre modificare la cultura patriarcale che produce violenza.
Conosciamo la difficoltà che esiste a sfatare gli stereotipi sulla violenza alle donne; tra questi se n’aggiunge uno, che vuole la violenza legata prevalentemente all’immigrazione, sappiamo che non è vero. La massima cruenza esplode tra le mura domestiche, la prima causa di morte delle donne fra i 16 e i 44 anni, è la violenza subita in famiglia. Riconosciamo, tuttavia, le profonde differenze portate da culture tradizionali e tradizionaliste, che negano la donna come soggetto. Senza il riconoscimento della libertà e della dignità della donna non è possibile convivenza. Vogliamo costruire con le donne, italiane ed immigrate, e con gli uomini, pratiche di relazione non violenta tra i sessi, di rispetto e di riconoscimento delle donne. Intendiamo garantire gli spazi di libertà femminile.
A Bologna ci sono luoghi e associazioni femminili che sono da tempo impegnate a ridefinire il rapporto tra i sessi e lavorano per le donne in difficoltà, a cominciare dalla Casa delle donne per non subire violenza. Sono competenze ed esperienze accumulate da tante e in tanti anni, che, purtroppo siamo continuamente costrette a rimettere in campo. Sollecitiamo la società tutta e le istituzioni a passare dall’enunciazione ai fatti, mettendo in rete azioni, esperienze e competenze, come il tavolo costituito a Bologna nei mesi scorsi, dall’Assessora alle Differenze, e non ancora operativo.
Istituzioni, servizi, strutture educative, forze dell’ordine, parti sociali, partiti politici, mass-media, donne e uomini della città, tutti si devono sentire coinvolti in un’unica forza di cambiamento. Ci sono piani d’azione differenziata; dalla complessità dell’azione educativa e i servizi di welfare adeguati, a provvedimenti semplici e tuttavia utili; come i “taxi rosa”, mezzi pubblici più efficienti, più attenzione e sensibilità alla persona e la valorizzazione dei tanti progetti e iniziative attorno alla prevenzione della violenza, promossi dalle associazioni femminili di Bologna.
Non basta la consapevolezza femminile a fermare le mani maschili che violano la mente e il corpo delle donne fino ad ucciderlo. È indispensabile che assieme alle donne anche gli uomini, singolarmente e collettivamente, si assumano la responsabilità del cambiamento, con contributi di riflessione e azione.
Dire “basta” non è sufficiente, ma è importante. Proponiamo e lavoriamo per una grande manifestazione nazionale che richiami attenzione e visibilità su questi temi.
29 agosto 2006 Rete di donne di Bologna
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