Nessun rispetto neanche per una sucida come la signora Kaur, la strumentalizzazione si spinge tranquillamente olte il vilipendio della vittima.
Anche il caso della signora Kuar, la vedova indiana che a Modena si è suicidata per sfuggire al matrimonio obbligatorio con il cognato settantenne, è stato preso a pretesto per volgari strumentalizzazioni.
La prima posizione sulla colonna infame spetta indubbiamente al Resto del Carlino, che alla notizia del suicidio ha abbinato due foto di donne palesemente islamiche intabarrate in Hijab integrali.
Un accostamento arbitrario perchè le arcaiche regole sikh o indù sul destino delle vedove non attengono certamente all'Islam. LEppure la questione è stata ampiamente dibattuta nella storia, fin dalla dominazione britannica del sub-continente indiano e oggi l'India proibisce esplicitamente questo genere di pratiche. Il Resto del Carlino è impegnato nella costruzione dell'islamico cattivo, non c'è da stupirsi troppo.
Come non stupisce che parecchi articolisti pregiudizialmente ostili all'immigrazione si siano appropriati della notizia per catechizzare ancora una volta i propri lettori sull'orrore importato dagli stranieri a minacciare le italiche virtù.
Non poteva mancare all'appello l'araldo della "civiltà", il neo-italiano Magdi Allam, che ne approfitta per tornare a banchettare anche con i resti di Hina. Dopo un'ipocrita prolusione nella quale ci conferma che la pratica dei matrimoni combinati non sia una trovata originale degli islamici, compie un'acrobatica inversione e tanto per cambiare attacca i musulmani, parlando di matrimoni combinati organizzati dai terribili Himam delle moschee italiane strapiene di integralisti.
Allam non manca di perfidia quando suggerisce velatamente che questa consuetudine consegni giovani pulzelle nelle mani di vecchi (bavosi?) islamici, quasi che i maschi musulmani si sposino solo in età avanzata.
Allam sottolinea che la pratica dei matrimoni combinati è molto diffusa tra gli immigrati in Europa, che spesso tornano al paese d'origine per impalmare una conterranea selezionata dai parenti.
Ovviamente per Allam serve immediatamente una legge che punisca e reprima questi comportamenti. L'attivismo politico di Allam e compagnia sarebbe ammirevole se non fosse ridicolo.
Ridicolo non solo perchè leggi che proibiscano pratiche del genere sono destinate ad essere assolutamente inefficaci (non si vede come una legge valida in Italia potrebbe impedire un matrimonio combinato in India o in Turchia), ma soprattutto perchè è si fonda sull'esplicito presupposto di una superiorità morale dell'Occidente (o dell'inferiorità morale di tutti gli altri) sul resto del pianeta.
Quale superiorità morale può avere chi gioca con le cifre per dimostrare questa superiorità?
Allam ci dice che (tra altri paesi con un tasso di sviluppo simile) in Congo i 2/3 delle donne sono "costrette" a sposarsi a 15 anni: però Allam non ci dice che in Congo non ci sono islamici, ma cristiani ( quindi cone "radici culturali" assai vicine a quelle occidentali in tema di rapporti di famiglia); ma soprattutto non ci dice che la speranza di vita media nel paese è di 45 anni.
Omissioni non casuali, come non è casuale che si sia dimenticato che la poligamia ed i matrimoni combinati sono tollerati anche negli Stati uniti.
Un paio di settimane fa negli Stati Uniti un tribunale ha assolto un padre citato dalla figlia per una serie impressionante di capi d'imputazione.
Lo stimato padre di famiglia ha circa 140 figli da un plotone di mogli. La figlia si è ribellata e lo ha denunciato perchè questi voleva che lei andasse in sposa ad un figlio del di lui fratello (cugino di primo grado); leader spirituale della loro comunità. Il fratello in questione ha 200 figli, avuti da una altro plotone di mogli, non che sia più prolifico, è solamente più anziano.
Lo stimato padre di famiglia (bianco, anglosassone e biblista), che tiene la contabilità dei figli con un programma computerizzato, è convinto che la "stirpe" originata da questi simpatici incroci familiari sarà la privilegiata quando Dio dovrà scegliere i 144.000 fortunati che sopravviveranno all'Apocalisse.
Purtroppo per la "civiltà" il tribunale americano non ha ritenuto il caso di condannare, complice anche l'omertà assoluta del clan familiare che ha fatto quadrato intorno all'accusato, le dubbie pratiche di tali educatori ( a carico dei fratelli accuse di maltrattamenti, "lavaggio del cervello", riduzione in schiavitù e molto altro) e ha mandato assolto l'orgoglioso poligamo.
Alla figlia non è restata all'attivo che la fuga dall'incubo di questa incredibile comunità familiare, mentre la "tribù" paterna si dava ai festeggiamenti.
La notizia in Italia è apparsa solo sul patinato allegato di Repubblica dedicato all'altra metà del cielo, ovviamente un pezzo di "colore" su cotanta bizzarria, non sia mai che nel nostro paese si critichi il trattamento riservato alle donne nei paesi che condividono la "nostra civiltà".
Ad Allam il reportage è sicuramente sfuggito ed è un vero peccato, sarebbe stata davvero un'occasione rara leggerlo chiedere una legge contro i Mormoni mentre tuonando avrebbe rivelato che negli Stati Uniti impera la misoginia e la condizione della donna è tragicamente minacciata da leggi inadatte e giudici complici dei poligami.
A Hina, a Naur (e a tante altre ed altri come loro) spettano le scuse di tutti gli italiani, perchè sono italiani, frutti della nostra stessa -cultura- gli sciacalli che approfittano delle loro disgrazie, non portando rispetto neppure al loro status di vittime e defunte.
Scusate questi nostri impresentabili compatrioti, non crediate che tutti gli italiani siano tanto squallidi e tanto amorali da usare i vostri cadaveri per scopi di bassa politica. Di sciacalli è pieno il mondo e sono piene le epoche. Però, vista la diffusione di questi squallidi comportamenti e copiando la chiusura dello stesso Allam: In Italia vogliamo almeno prendere atto (pubblicamente) di questa realtà?
Sarebbe il minimo risarcimento morale dovuto ad Hina, Kuar e alle disgrazie dei loro fratelli e sorelle strumentalizzate ormai da anni da questa impresentabile masnada di masnadieri.
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