Ferrara 25 settembre 2005
I COMPAGNI NON DIMENTICANO
All’alba di domenica 25 Settembre 2005 a Ferrara in seguito ad un pestaggio della polizia muore Federico Aldrovandi. Federico, studente ferrarese di 18 anni stava tornando a casa dopo aver trascorso il sabato sera con gli amici. Le prime versioni della polizia, poi totalmente smentite, dicevano che Federico stava compiendo atti di autolesionismo e che era morto in seguito ad un’overdose. Quello che invece è emerso con certezza è che Federico è morto in seguito al violento pestaggio della polizia. Ad un anno di distanza gli autori dell’omicidio restano impuniti. L’inchiesta che doveva accertare le dinamiche che hanno portato alla morte di Federico è stata condotta in maniera del tutto arbitraria: importanti prove come i manganelli usati dai poliziotti, l’auto della polizia e la registrazione delle conversazioni radio (in cui i poliziotti dicevano di aver picchiato di brutto per mezzora) sono stati sequestrati solo mesi dopo i fatti. Questi ed altri episodi dimostrano il clima di connivenze, coperture e reticenze che ha garantito l’impunità agli assassini. Sull’uccisione di Federico volevano che calasse il silenzio, ma così non è stato. I familiari di Federico ed i suoi amici si sono mobilitati e si mobilitano con coraggio nella denuncia dei fatti e nella ricerca di verità e giustizia.
L’uccisione di Federico da parte della polizia, con i successivi tentativi di depistaggio e di occultamento delle prove e l’impunità degli assassini non costituiscono un episodio isolato. Il contesto di questi ultimi anni è quello dell’omicidio impunito di Carlo Giuliani, delle violenze contro i manifestanti al G8 ed in altre situazioni, delle torture della caserma di Bolzaneto e delle continue violenze nelle carceri, del sequestro di Abu Omar e delle aggressioni fasciste.
Se le violenze ed i crimini commessi dai “tutori dell’ordine” fossero circoscrivibili a singole “mele marce” non si spiegherebbero appoggi e connivenze delle istituzioni, i silenzi degli organi della stampa asservita e di gran parte dei politici. Nella fase attuale le forze della repressione borghese mostrano sempre di più la loro tendenza eversiva a violare le leggi del loro stesso ordinamento.
Mentre gli assassini di Federico Aldrovandi e di Carlo Giuliani restano impuniti, si condannano ad anni di carcere compagni “colpevoli” di aver partecipato ad una manifestazione antifascista come nel caso degli antifascisti arrestati l’11 marzo a Milano.
Mentre i poliziotti colpevoli delle violenze e delle torture al G8 di Genova vengono promossi di grado, i tribunali aprono inchieste contro compagni con l’articolo 270 bis (esattamente lo stesso articolo di legge introdotto dal fascismo per arrestare i compagni e con cui si condannò al carcere ed alla morte Antonio Gramsci) come nel caso del PM di Bologna Giovagnoli nella sua inchiesta contro il (nuovo)PCI. Con l’alibi della sicurezza o della lotta al terrorismo, sempre più spesso gli apparati repressivi hanno mano libera e sono autorizzati ad agire al di fuori e contro le loro stesse leggi.
Contrastare la repressione è possibile, denunciando apertamente tutte le violenze e gli abusi che la borghesia vuole nascondere, sostenendo quanti sono colpiti dalla repressione borghese, facendo fronte comune contro la repressione. Sosteniamo la lotta dell’Associazione Verità per Aldro nella ricerca di verità e giustizia per Federico Aldrovandi.
Ci appelliamo a tutti perché partecipino alla manifestazione del 23 settembre a Ferrara (ore 16.00 Piazzale Poledrelli)
Verità e giustizia per Federico Aldrovandi!
Verità e giustizia per Carlo Giuliani!
Libertà per i compagni prigionieri nelle carceri imperialiste!
I compagni non dimenticano!
COMITATI DI APPOGGIO ALLA RESISTENZA - PER IL COMUNISMO (CARC)
SEZIONE DI MODENA
Via C. Morone, 13 - 41100 Modena tel. 338.6160365 – e-mail: carcmo@carc.it – sito: http://www.carc.it
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