Recensione sul nuovo film di Ken Loach, Il vento che agita l'erba, di uscita nelle sale il 10 novembre. Imperdibile.
Da anni sono un'appassionata dei film di Ken Loach da una parte e dall'historia del conflitto irlandese dall'altra. Dopo la delusione del suo ultimo film, Un baccio appassionato, la notizia di un film di Loach su questo argomento mi creò molte aspettative, che temevo avrebbe deluso. Non è stato così, anzi al contrario. Il vento che agita la'erba è un ritratto più di onesto del conflitto in una comunità rurale in Cork durante la guerra di indipenza (1919-21) e la guerra civile (1922-23). Il Dáil Eireann [Parlamento irlandese], l'ozione democratica della maggioranza del popolo, era stato sopresso ed il domino britannico s'imponeva con la baionetta. Il film (già uscito in Spagna), è tutto tranne manicheo, non lascia punti senza toccare, problematizza. La frase "Es fácil saber contra qué se está, pero es difícil saber a favor de qué estás" (è facile sapere contro cosa si è, ma è dificile sapere a favore di cosa sei) sintetizza a mio parere il modo in cui Loach ritratta il conflitto, specie a partire dalla firma del Trattato di pace di 1921 che faceva dell'Irlanda un'altra colonia britannica e che divise le posizioni degli irlandesi. Ripporto a continuazione alcune frasi adattate del Blog di Danny Morrison:
"Negli ultimi 30 anni l'IRA è stato accusato di sparare per primo nel Bloody Sunday, di essere il risponsabile della violenza lealista e l'intransigenza unionista. Fu la Gran Bretagna a mettere la trappaola. Fu la gran Bretagna a lasciare i nazionalisti nel nord senza libertà, senza giustizia e diritti."
Loach non si ferma in una narrazione della lotta contra l'occupazzione brittanica. Ritratta anche le motivazioni che portarono a una parte "anti-trattato" al rifiuto di detto trattato e cioè che cambiare il colore della bandiera e l'accento dei potenti tradiva le aspettative di contadini e operai che erano entrati nella lotta per l'indipendenza sognando non solo con cacciare l'inglesi ma anche con un riparto delle terre e un miglioramento delle sue condizioni di vita (non dimentichiamoci delle famine nell'Irlanda della fine XIX) Inoltre, entro la narrazione del conflitto c'è anche una critica all'iglesia, un punto di vista che di solito non è trattato se non per ritrattare i preti che aiutavano gli irlandesi. Anche in Spagna alcuni cercano di giustifficare con i preti "proletari" la posizione della Chiesa -che come al solito, con magari qualche onorosa eccezione, stette dalla parte dei gerarchi franchisti. Un bellissimo contrappunto al film "Michael Collins".
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