verità per aldro
by b.s.b. Monday, Sep. 25, 2006 at 12:40 PM mail:

PER FEDERICO E PER TUTTI GLI ALTRI

Ferrara «Per Federico. E per tutti gli altri»

(24 settembre 2006, tratto da "La nuova Ferrara")
Arriva il popolo dei blog in corteo migliaia di persone

Francesco e Marina arrivano da Bologna e sono due ricercatori del "Centro documentazione movimenti Lorusso-Giuliani". «Siamo qui - dicono - perchè la storia di Federico è un ulteriore tassello che conferma l'impunità storica delle forze di polizia. Nel dopoguerra, da Portella della Ginestra in poi, ci sono stati 200 morti di questo tipo. Nessuno ha pagato, nessuno è colpevole». Partono in 1500 da piazzale Poledrelli, in piazza Castello alle 19 ne entrano più o meno 2000-2500. Ma tra la partenza e l'arrivo il corteo si ingrossa e dimagrisce. Per la prima volta le cifre degli organizzatori coincidonmo con quelle della questura che «in linea di massima» avalla il dato dei promotori: 8mila manifestanti. Tra i dimostranti qualcuno che di cortei ne ha visti e organizzati parecchi conta non più di 3mila presenze.
La processione raggiunge il suo massimo in via Bologna. Sono accorsi da mezza Italia per ricordare la morte di Federico Aldrovandi, 18 anni, «ucciso - ripetono alcuni manifestanti - un anno fa dalla polizia». Le parole sono anche dure e spigolose ma il corteo è tranquillo: si cammina, si sorride, si parla del più e del meno, si beve birra, ci si commuove, come quando Patrizia Moretti, all'incrocio con via Ippodromo, bacia la maxi-foto del figlio sotto la quale qualcuno ha posto dei fiori. In piazza Poledrelli, un'ora e mezza prima, gli arrivi sembrano davvero pochi rispetto alle attese della vigilia. Si sono mossi da Como e da Brescia, da Milano, da Treviso, da Roma, dalla Sardegna, dalle altre città dell'Emilia Romagna, dalla
Toscana. Ci sono tanti giovani, anche ragazzini di 16-17 anni, che hanno saputo «di Aldro da internet, dal blog della mamma di Federico e dal passaparola». Alcuni sono venuti in pullman (un torpedone è stato tamponato in città ma si è trattato di un incidente senza gravi conseguenze), qualcun altro in treno o in auto. Sono loro l'ossatura del corteo, mescolati alle decine di addetti del servizio d'ordine
interno, che espongono la pettorina gialla o arancione e provengono dalle file del sindacato o di Rifondazione.
Rosy, 51 anni, viene da Massa Carrara e nel luglio scorso, a Genova, dove partecipava ad una manifestazione in ricordo di Carlo Giuliani, morto cinque anni fa durante i disordini del G8, ha iniziato a seguire bene anche «il caso di Federico. E' la stessa storia e i delitti vanno puniti - dice - ecco perchè sono qui».
Da Genova sono arrivati i «rappresentanti del laboratorio sociale Buridda»: anche a loro la storia di Aldro ricorda quella di Carlo Giuliani. Enrico viene da Genova assieme ad un'amica, ha 28 anni ed è convinto che «fin dall'inizio si è capito che sotto c'era qualcosa di sporco. Ora speriamo che ci sia un processo». Un gruppetto di giovani sostiene lo striscione "Da Ferrara a Como divise insaguinate. Quale giustizia?". Distribuiscono il volantino che parla di Rumesh, ucciso il 29 marzo 2006 «durante un controllo da parte di una pattuglia in borghese». Il corteo si allunga su corso Isonzo e ragiunge il ponte della Pace, lo passa e inizia ad incamerare nuove adesioni. In Foro Boario la processione appare decisamente più nutrita, ma sui marciapiedi ci sono pochi ferraresi. «Che strano - commenta una ragazza di Siena - sembra di essere in Sicilia, ma che città è questa?
Ti guardano da dietro le finestre». Gli altoparlanti suonano la musica di Bregovic, De Andrè, Led Zeppelin, Clash, Tracy Chapman, Battiato.
Nel corteo sono in tanti ad aver parlato in questi mesi con i genitori di Federico, tramite la rete e il blog che ha sollevato il caso a livello nazionale. «Vogliamo verità e giustizia», ribadiscono, ed è quasi un coro. Pochi parlano apertamente di «assassinio», si preferisce «accusare lo Stato che nasconde sempre le verità scomode».
I milanesi e i bresciani (anche loro hanno «una vittima che non ha ancora avuto giustizia») stanno tutti in fondo. I ferraresi sono diradati. Gli Ultras di fronte alla stazione Porta Reno, cantano «Federico» sulle note di Guantanamera. In fila, al passo, c'è qualche studente, qualche aderente di Rifondazione o del Pdci, ci sono gli amici di Federico. Angela Alvisi e Michele Sorrentino, due sindacalisti della Cgil, notano che «i ferraresi sono meno di quanto ci aspettassimo». Quando il corteo entra in piazza Trento Trieste scatta l'applauso e quasi tutti i negozi sono ancora aperti. Pietro Pinna, del comitato per Aldro, si dice «molto soddisfatto della risposta della città, è stato un corteo veramente pacifico».

(24 settembre 2006, tratto da "La nuova Ferrara")

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