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Una voce per il disarmo nucleare
by masadaweb.org Wednesday, Sep. 27, 2006 at 7:54 AM mail:

La senatrice dell’Ulivo Silvana Pisa ricorda che politiche del disarmo in Italia sono possibili.
Purtroppo il mondo sta andando in senso contrario al Trattato di Non Proliferazione Nucleare del 1970, che si basava su: disarmo, non proliferazione nucleare e uso pacifico del nucleare. Il trattato proibisce agli stati firmatari che non hanno armi nucleari di averne da altri e impone il controllo dell’AIEA (Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica).
Fu sottoscritto da USA, Regno Unito e Unione Sovietica alla fine della guerra fredda, quando nel mondo c’erano piu’ di 38.000 testate nucleari e piu’ di 65.000 ordigni nucleari che furono ridotti a 13.000. In seguito aderirono Francia, Cina e anche la Corea del Nord che fu costretta a uscire per inadempienza.

Oggi il trattato e’ variamente calpestato.

Per quanto i firmatari siano 189, ormai piu’ di 40 stati sono in grado di avere l’atomica. Per cui arriviamo all’assurdo di stati firmatari che sono pieni di bombe atomiche:

USA (>10.000 testate)
Francia (>300 testate)
UK (>200 testate)
Russia (>16.000 testate)
Cina (>400 testate)

Non aderiscono al trattato, ma si stima che possiedano testate nucleari:
Corea del Nord (>1 testata)
India (>30 testate)
Israele (>75 testate)
Pakistan (>25 testate)

Il mondo si e’ lanciato verso un riarmo atomico massiccio e pericoloso, mentre si acuiscono gli attriti tra Pakistan e India e peggiora la situazione del Medio Oriente, anche grazie alla dissennata politica statunitense, che ha armato in modo massiccio Israele senza risolvere la questione palestinese, mentre avanzano potenze come la Cina.

Solo in Italia le testate atomiche americane sono 90 (Ghedi ed Aviano) e ora si sta potenziando pericolosamente la base militare di Vicenza, anche se il 71,5% degli italiani non le vorrebbe.
In Europa le testate nucleari sono 480 e sono rifiutate dai 2/3 degli europei (sondaggio 2006 Greenpeace e Eurisko).
Ognuna di queste bombe ha una capacita’ distruttiva fino a dieci volte quella di Hiroshima e messe insieme esse avrebbero la capacita’ di cancellare l'Europa dalla cartina geografica.
In base agli accordi NATO, sei paesi europei (Belgio, Germania, Italia, Paesi Bassi,Turchia e Regno Unito) ospitano queste 480 bombe sotto il controllo diretto degli Stati Uniti, piu’ dell’intero arsenale nucleare cinese, per una potenza atomica pari a 900 Hiroshima . Gli armamenti americani sono destinati per un terzo all’Aeronautica del paese ospitante, che ne risulta complice e responsabile.
Ogni atomica rappresenta un pericolo gigantesco, comporta rischi di incidenti e costituisce un potenziale bersaglio militare mettendo tutta la popolazione sotto il pericolo di attacchi militari. Dalle basi americane i piloti statunitensi possono decollare con armamenti atomici senza che alcun permesso del governo; ogni base costituisce, di fatto, una parte di territorio americano, sottratta alla giurisdizione e alla sovranita’ del paese ospitante.
Queste atomiche sono “pronte per l’uso” e vengono tenute in regime di totale insicurezza.

La violazione del diritto e’ ancora piu’ grande se si pensa che gli accordi per costruire queste basi discendono spesso da patti privati e segreti tra Presidenti del Consiglio e USA “al di fuori di qualunque voto del Parlamento”. Il paradosso e’ che in Italia l’uso del nucleare per scopi civili e’ proibito.

Non e’ accettabile che il nostro paese o l’Europa siano considerati portaerei delle guerre americane e luogo dove ammassare i loro armamenti micidiali.
Eppure nel 2001 la Grecia chiese e ottenne la rimozione delle armi atomiche presenti sul suo territorio, senza scalfire in nulla la NATO o incrinare i rapporti con l’UE. Possiamo farlo anche noi.

Il nostro governo dovrebbe iniziare quella politica di disarmo e neutralita’ che e’ stata portata avanti da altri paesi. Canada, Grecia, Danimarca, Islanda lo hanno fatto e continuano a far parte della NATO.
Di fronte alla minaccia permanente degli USA che si arrogano il diritto di fare guerre preventive (vedi:
attacchi indiscriminati) e di fronte alle aggravate crisi mondiali, l’Italia dovrebbe uscire dal circuito perverso della guerra. Bisogna riprendere il cammino verso il disarmo e la pace.
Negli ultimi 7 anni, con due diversi governi, l’Italia e’ entrata in 4 guerre, contro la sua stessa Costituzione, e non serve a molto chiamarle “missioni di pace”.

Dice l’onorevole Silvana Pisa:

“Perche’ l'Italia e’ il Paese che fornisce alla NATO piu’ risorse e piu’ basi degli altri Paesi europei? Il terrorismo internazionale si combatte con il nucleare e con le armi o piuttosto con la prevenzione delle cause che lo generano? L'esempio delle guerre in Afghanistan ed in Iraq non parla abbastanza? Perche’ non mettiamo fuori legge la produzione ed il commercio delle cluster-bomb come abbiamo fatto per le mine anti persona? Perche’ non sottoponiamo il commercio delle armi leggere (per mano delle quali muoiono mille persone al giorno nel mondo) ai controlli della legge 185? Perche’ bastano degli accordi bilaterali tra l'Italia ed altri Paesi per sfuggire a questi controlli? Perche’ l'Italia e’ la maggiore fornitrice di armi ai "paesi instabili" del medio oriente come Algeria, Israele, Giordania, Sira? Perche’ i fatturati dell'industria militare aumentano vertiginosamente mentre l'occupazione nel settore diminuisce? E’ possibile pensare in Europa e nel nostro Paese a politiche per il disarmo? La spesa militare italiana a quale politica estera e’ funzionale?”



da
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