Parigi - Santiago: giovani contro il sistema
Francia, alcuni mesi fa: un movimento di massa di giovani studenti e studentesse, delle scuole superiori e delle università, prende vita e si amplia rapidamente, grazie ad una passione per l'autorganizzazione che scorre nelle assembleee e nelle mobilitazioni. Il movimento ottiene grande simpatia tra la popolazione ed un primo successo, costringendo il governo a ritirare il famigerato CPE (contratto di primo impiego), nonostante la mediazione tentata dallo stesso presidente Chirac e le manovre delle burocrazie sindacali e politiche. Sono trascorsi appena pochi mesi dalla rivolta delle banlieues, ed ancora una volta la politica del Palazzo e della sinistra è spiazzata, percepita come contrapposta, estranea, ostile. Cile, oggi: un gigantesco movimento di massa che coinvolge la quasi totalità degli studenti delle scuole superiori del paese, giovani tra i 14 e i 17 anni, è emerso con forza dal mese di maggio dando vita dal basso ad occupazioni di centinaia di scuole e mobilitazioni imponenti, crescenti, inedite. L'ultima, nella giornata di lotta del 30 maggio scorso, ha mobilitato 800 mila studenti (su un totale di 900 mila) in tutto il Cile, scontrandosi con una feroce repressione poliziesca che solo a Santiago ha provocato oltre 700 arresti e il ferimento di decine di manifestanti e giornalisti. Gli studenti, come spiega anche Manuel Martínez nell'articolo che pubblichiamo, riuniscono i loro rappresentanti nell'Assemblea coordinatrice degli studenti medi (ACES), lottano per ottenere una serie di misure per l'accesso allo studio e vogliono l'abrogazione della LOCE (legge organica costituzionale di insegnamento), istituita in extremis dal dittatore Pinochet e mai corretta dai governi democratici successivi. La mediazione a cui è stata costretta dalla radicalità della protesta la neo presidente di centrosinistra Michelle Bachelet (vaghe promesse di riforma e tardivo biasimo della brutalità poliziesca) è stata respinta, gli studenti hanno convocato un'altra grande mobilitazione per lunedì 5 giugno. A loro va la nostra piena solidarietà contro la repressione poliziesca e ci uniamo alla presa di posizione dei nostri compagni e compagne di Socialismo libertario di Argentina.
La straordinaria e coraggiosa mobilitazione degli studenti cileni non gode di copertura mediatica in questo paese, ma si sa che nulla è come appare nel grande circo della menzogna della stampa borghese, di destra e di sinistra. Risulta ancora una volta importante ricorrere a fonti più autentiche, umane, sociali, ideali per cercare di leggere la realtà umana che urge e che reagisce nella società profonda, anche in Cile. Questo massiccio movimento studentesco esprime un inedito risveglio di protagonismo e di reattività dei giovani in una società segnata da enormi irrisolti della dittatura e della transizione democratica. Le contraddizioni materiali contro cui i giovani cileni si ribellano, le condizioni discriminanti e classiste che ostacolano l'accesso all'educazione, sono espressione di problemi ed esigenze più complesse, a partire dalle logiche oppressive che presiedono l'idea stessa di educazione e di cultura.
Sorprendendo tutti, scompaginando i ritmi alienanti della logica politica democratica che aveva appena celebrato il suo rito elettorale con il rinnovo della presidenza, sfidando la gabbia repressiva che comprime duramente l'intera società e sbattendo in faccia all'establishment l'emblematica e perciò intollerabile persistenza delle regole imposte dal regime di Pinochet nientemeno che sul terreno dell'educazione, questi giovanissimi manifestanti esprimono e rivendicano un bisogno di libertà inarrestabile e perciò motivo di radicalizzazione, di lotta, di impegno. Il bisogno di libertà che muove gli studenti cileni e con loro settori importanti di società solidali, la tensione dal basso che cresce in questo senso è in aperto contrasto con le logiche politiche, governative e più complessivamente statali, tipiche di ogni Stato, poiché ogni Stato è contro la società, i suoi bisogni e i suoi sogni.
Ma più in profondità, e con enormi differenze di forme e modalità, contesto e presupposti, i giovani francesi ed i giovani cileni in movimento suggeriscono uno sguardo attento a ciò che è attualmente più complessivamente la dimensione esistenziale dei giovani sotto il sistema democratico globale. Le proposte di esistenza, materiali e ideali, culturali e più complessive di cui il sistema dispone e che predispone per i giovani non funzionano più e non risultano minimamente corrispondenti alle aspettative, alle esigenze, alle tensioni che li animano. L'incubo dell'incertezza e della precarietà, la dilatazione coatta della dimensione giovanile (giovani a vita) o la sua precoce e brutale negazione (l'infanzia rubata a milioni di bimbi), la miseria delle proposte culturali e ideali, gli interrogativi di fondo irrisolti, la dimensione quindi drasticamente, direttamente e radicalmente umana ed esistenziale dei temi e dei problemi non può trovare evidentemente alla lunga una risoluzione politica, casomai spiega l'adesione e l'avvicinamento a risposte estranianti come quelle che offrono le religioni. Non a caso politica e politici, partiti e sindacati sono del tutto estranei a questi movimenti, che cominciano a fronteggiare i poteri oppressivi e la stessa idea di Stato.
Giovani contro il sistema urgono e sempre più spesso insorgono inquieti e irrefrenabili, enigmatici e sorprendenti. Stiamo vivendo le prime avvisaglie di una tempesta coscienziale senza precedenti, una nuova dimensione di vita dei giovani sta affacciandosi, nuovi sussulti ne verranno per l'assieme della nostra specie in cerca di prospettive liberatorie. Anche dalle piazze di Santiago vengono motivi forti e coinvolgenti per domandarci intorno alla nostra condizione umana, alle nostre chances di riscatto e ai problemi che ci ostacolano nella ricerca primaria di libertà, di felicità, di realizzazione positiva delle nostre esigenze umane. Motivi forti per riflettere e cercare, per essere al convegno di Assisi a domandarci in comune dell'"impegno socialista a proposito della natura umana".
Socialismo Rivoluzionario
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