La ragazza violentata a Bologna dice: "L'ho fatto perchè non si parli solo di aggressioni di sconosciuti e stranieri quando moltissime volte sono connazionali, conoscenti e 'amici' di cui ci fidiamo ad approfittare di noi e in questi casi è ancora più difficile trovare il coraggio di sporgere denuncia".
"In questi giorni - si legge nella lettera scritta dalla giovane al Tg1 - avrei voluto disperatamente seppellire quello che mi è successo. Invece sono uscita alla luce del sole appena mi reggevo in piedi, portando a spasso il mio naso gonfio e gli occhi pesti, senza occhiali, senza trucco per nascondere i lividi. Ho sopportato di leggere sui giornali che, a dispetto dei pugni, ero 'consenziente'". "Ho deciso di combattere perché non dobbiamo nasconderci, vergognarci e sentirci in colpa - continua il testo - L'ho fatto perchè non si ripetesse quello che ho subito. L'ho fatto perchè non si parli solo di aggressioni di sconosciuti e stranieri quando moltissime volte sono connazionali, conoscenti e 'amici' di cui ci fidiamo ad approfittare di noi e in questi casi è ancora più difficile trovare il coraggio di sporgere denuncia". "Ringrazio la polizia - è la conclusione della lettera - i medici e gli infermieri per la loro sensibilità e delicatezza, il centro delle donne e i magnifici amici che mi sostengono con affetto e amore. Chiedo gentilmente a tutti: non offritemi la vostra pietà, concedetemi la vostra stima".
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