Nel quartiere della «faida» con i rumeni
by dal manifesto Saturday, Oct. 07, 2006 at 1:34 PM mail:

Una giornata nella periferia romana dove qualche giorno fa è stato dato alle fiamme il «bar dei rumeni». Tra cittadini esasperati e fascistelli che tentano di cavalcare l'ondata anti-immigrati. E intanto c'è chi si arma.

«Sono passati due, mai visti, e noi ci conosciamo tutti. Oh, quelli c'avevano la pistola». Tutti in piedi in uno dei lotti del Trullo, il quartiere di Roma finito sotto i riflettori dopo l'incendio appiccato lunedì da venticinque ragazzi italiani - incappucciati e armati di spranghe - a un bar gestito da rumeni. Episodio che ha fatto seguito a una sparatoria, il giorno precedente, in cui sono rimasti feriti tre stranieri della stessa nazionalità. Sotto ai palazzi dove sono appena passati i due figuri - italiani - la gente è allarmata. Gira pure voce di tre polacchi fermati la mattina dalla polizia, con un borsone nero. Dentro non c'era niente. Ma da un marciapiede all'altro la voce si ingigantisce, e finisce che «forse avevano le pistole». «Qua va a finire male». Lo dicono tutti, la tensione si taglia con il coltello.
Pochi attimi, e si sparge un'altra voce: c'è una manifestazione «per cacciare i rumeni». A due passi dal mercato rionale, a due passi dal centro sociale occupato Il Faro, a due passi dal bar Gran Caffè, anche questo gestito da rumeni. Tutto è a due passi. E un po' ci si guarda storto, un po' ci si conosce troppo bene. Ma l'assembramento, composto da una ventina di ragazzini con caschi e tatuaggi si smonta presto: passa una macchina, butta lì qualche parola storta. Scoppia la rissa. I rumeni, l'insofferenza del quartiere, stavolta non c'entrano niente. Problemi tra «ragazzi del muretto». A disperarsi c'è anche un tipo conosciuto nel quartiere per essere stato di Forza Nuova. Lui voleva provare a organizzare una manifestazione politica. E' andata male. Ma già domani ci vuole riprovare la Fiamma Tricolore. Un volantino che dà appuntamento alle 17.
«Eh no, così non va bene, io questo quartiere non lo riconosco più». Si accalora Angela Monticelli, segretaria Ds del municipio. Una diessina un po' particolare: treccine rasta, la felpa di Radio Onda Rossa, Angela è soprattutto una che nel quartiere ci è nata, e ne difende la storia «operaia» (il Pci prendeva il 70%). Parla con tutti. Parla anche con quelli di destra, che la stanno a sentire. «Qui non si può strumentalizzare». Resiste alle pressioni della gente che la ferma per strada: «Facciamo una manifestazione, facciamoci sentire. Questi se ne devono andare a casa». Questi sono sempre loro, i rumeni. Che adesso per strada, davvero non se ne vedono. I muri si sono già riempiti di scritte contro di loro. Ma basta ascoltare la gente per capire che al Trullo la situazione è al limite da molto tempo, prima che succedesse «il botto». Non ci stanno a passare per razzisti, dicono che le cose sono andate in crescendo. Non ce l'hanno con i rumeni che lavorano. Ma con «gli altri». Quelli che stazionano al bar tutto il giorno, che di notte fanno casino, che importunano le ragazze. Ma che hanno anche i loro affari. Si parla del giro della droga. Ultimamente per strada sono ricomparse le siringhe. Questo è uno dei quartieri dove è stata forte la banda della Magliana, sotto varie forme ancora in azione. E allora una pista per spiegare l'episodio di lunedì, quella organizzazione così «militare», è che sia stata trovata manovalanza per rimettere le cose a posto tra bande italiane e straniere. Ma tanti nel quartiere non ci credono. Dicono che quei ragazzetti li conoscono, che hanno voluto dare un segnale anche ai genitori, far vedere che la situazione di conflitto loro sapevano come risolverla. Per questo hanno preso le spranghe, «e hanno fatto bene».
Ora il Trullo è pieno di pattuglie di polizia. La gente è scettica: «chissà quanto dura». Da anni chiedono di riprisitinare un commissariato, chiuso dieci anni fa. Ieri, al comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza, il prefetto Serra ha assicurato la presenza di una «stazione mobile dei carabinieri», che si installerà nella piazza del mercato tutti i giorni dalle 8 alle 20. «Ma la polizia non può risolvere tutto - ha detto Serra - con i rumeni bisogna trovare una via di convivenza. Nel 2007, la Romania entra in Europa. Non ha senso dire rimandiamoli a casa».



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Titolo Autore Data
x sopra romano docg Saturday, Oct. 07, 2006 at 2:43 PM
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