Roma non è un film
by Angelo Mai occupato Wednesday, Oct. 11, 2006 at 2:16 PM mail:

appello per l'iniziativa di sabato 14 ottobre a piazza san Cosimato (Trastevere)

Roma non è un film

C'è Roma dell'apparenza, Roma europea dei grandi eventi, della solidarietà in vestito da sera, Roma del Sindaco buono e di tutti, Roma con lieto inizio e lieto fine, zuccherosa, stucchevole, ma soprattutto virtuale, millantata, inesistente.
C'è Roma dei precari, dei migranti, degli artisti sfrattati e delle famiglie senza casa, che sottrae diritti e possibilità. In questa Roma di tutti i giorni, quando si spengono i riflettori, iniziano gli sgomberi delle case e le espulsioni, si inventano centri di detenzione per un giorno, si chiudono spazi, si riducono le garanzie.
In questa Roma "al buio", bande fasciste colpiscono indisturbate migranti, diversi, spazi sociali; mentre gruppi di cittadini si autoproclamano giustizieri in nome di una sicurezza per pochi. E ancora, nella Roma "al buio", energie, fantasie, capacità creative e progettuali vengono falcidiate dall'inconsistenza valoriale delle Istituzioni, che non sanno e non vogliono ascoltare.
C'è Roma semplice, senza conflitti, pacificata, patinata, inventata. C'è Roma complessa, difficile, contraddittoria, creativa, posta ai margini dei pensieri della politica. Noi scegliamo la seconda, perché è quella in cui viviamo la nostra quotidianità. Laddove mille linguaggi si incrociano e combattono per preservare le proprie differenze.
C'è Roma dove la cultura, la socialità, il disagio, la politica, le condizioni di vita vengono indagati da sociologi indagatori, suddivisi tra gli assessorati competenti, sezionati da tecnici sezionatori, incasellati in appositi Centri di Costo (che ad ogni porzione consegnano le briciole della grande torta della globalizzazione), infine suddivisi tra ciò che merita il paradiso della visibilità e il grande regno sotterraneo dell'invisibilità.
Noi parliamo di una città altra, diversa, sostanziale. La città dei mille conflitti e delle mille possibilità, di una vita migliore per tutti.

E parliamo oggi di una cultura altra, libera e pubblica. Libera dai "mercanti d'arte", dalla girandola dei bandi "sopravvivi se sei dei nostri….", libera dall'effimera costrizione a produrre il grande evento, libera da una nuova elite di affiliati e da una massa che implora qualche osso avanzato. Pubblica, nel senso originario e sperduto del termine, pubblica nel senso della gratuità, della condivisione, della ricerca, dello scambio, della crescita collettiva. Il contrario della competizione, della logica appaltatrice, del mercimonio.
Una cultura che si riappropri, uno per uno, dei legami con il mondo, che si riscopra parte della realtà, una cultura conflittuale per sua stessa natura che produca pace ma non pacificazione, senso ma non apparenza, interpretazione ma non conoscenze preconfezionate. Una cultura che sia politica, sociale, che invochi ribellione delle coscienze, che sia utile a comprendere e non a disperdere il senso del mondo. Una cultura che pretenda diritti e spazi per sé e per tutti.

L'Angelo Mai e la Ex Lavanderia nascono e vivono per recuperare la relazione tra luoghi e sensi.
Il manicomio, la memoria dell'Istituzione totale, è la metafora forse più significativa dell'idea di separazione e di esclusione della differenza. Il suo riutilizzo non può non tener conto della sua storia ed è per questo che perseguiamo il sogno basagliano. I cancelli furono aperti perché chi ne era prigioniero potesse uscire nella città ma anche perché la città potesse entrare e riappropriarsi di quei luoghi trasformandoli nell'opposto del manicomio. Dall'esclusione all'inclusione. La Ex Lavanderia, le sue iniziative culturali sono solo l'allusione a ciò che potrebbe diventare l'Ex manicomio di Roma.
Lo sgombero dell'Angelo Mai ci parla di come le contraddizioni che emergono a Roma vengano trattate alla stregua di problemi immobiliari o di decoro urbano, ignorando il desiderio espresso più volte da una parte della cittadinanza larga e variegata. Il dialogo è solo un modo ipocrita di descrivere un monologo. Nel momento in cui anche l'altro vuole esprimersi, questa volontà diventa il pretesto per usare le maniere forti. Questo sgombero è un segnale preoccupante per tutta la città, oltre che una realtà durissima per tutti coloro che all'Angelo Mai avevano avviato i loro progetti (che non vengono considerati un valore di cui preservare l'esistenza e la continuità) o semplicemente trovato un posto dove sentirsi a casa.
Il Centro Storico e l'Ex Manicomio vengono ridisegnati, "belli senz'anima", scatoloni indifferenziati dove collocare ciò che serve al mercato, dove ogni segno di identità debba essere cancellato, ogni contraddizione espulsa.

Noi vogliamo portare al Centro della Città la nostra libera e pubblica cultura, l'immaginario di un'altra città possibile.

Lo facciamo tutti i giorni e lo faremo insieme
sabato 14 ottobre (dalle 17 in poi) a piazza San Cosimato


Associazione Ex Lavanderia
Per l'uso Pubblico, Sociale e Culturale dell'Ex Manicomio di Roma S. Maria della Pietà

Angelo Mai occupato
Laboratorio aperto di arti e culture

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Titolo Autore Data
ma le famiglie? Zib Wednesday, Oct. 11, 2006 at 3:12 PM
Programma Angelo Mai occupato Wednesday, Oct. 11, 2006 at 2:18 PM
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