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Milano senza più l’Orso, chiuso il centro sociale di Dax (questo articolo mette il magone)
by da liberazione Thursday, Oct. 12, 2006 at 8:11 PM mail:

Sgomberata una delle ultime esperienze antifasciste in città.

Ennesimo sgombero e sconfitta. Ieri hanno chiuso l’Orso, l’Officina di resistenza sociale sui Navigli, una delle ultime esperienze di antifascismo di quartiere a Milano. Il luogo di Dax, assassinato da quattro coltellate di due fascistelli non lontano da qua. I suoi compagni si sono fatti portare via, quattro asserragliati dentro e una trentina sul portone; resistenza passiva e slogan di rito di fronte al consueto esagerato schieramento di forze dell’ordine. Poca gente attorno, il consigliere regionale Luciano Muhlbauer (Prc) a vigilare che non ci scappasse la manganellata e un anziano passante che chiedeva: «Ma chi c’è lì dentro il figlio di Totò Riina?». E’ il ritratto della fine di un’epoca che sarebbe bene per il movimento celebrare con un degno funerale laico, con tanto di festa, e con un battesimo per qualcosa di nuovo, introvabile forse in una sola definizione, ma senza le menate del passato di un’area che pochi anni fa avrebbe mobilitato in una mattina d’ottobre centinaia di giovani, compagni, proletari… L’onda dei centri sociali a Milano è finita da un po’, si sa, ma non si dice, perché fa male e alimenta il giro infinito di accuse e divisioni.
Quelli dell’Orso l’hanno dimostrato proprio ieri. Si sono vissuti lo sgombero come una comunità, rilanciando l’iniziativa in quartiere già da sabato, senza contare sulla solidarietà di un’area che non c’è quasi più. Ieri hanno pagato il prezzo a questa città e all’immobiliare Yucatan che per 400mila euro ha rilevato la palazzina a un’asta giudiziaria. Un ottimo affare nel cuore dei Navigli in continuo rifacimento. Qui la movida tiene sempre, estate e inverno. E il prezzo del metro quadro non scende mai. Lo sanno le cooperative costruttori, area centrosinistra, che dietro all’Orso costruiranno due nuovi palazzi, e lo sapevano anche quelli dell’immobiliare Magolfa che volevano costruire la Residenza Navigli, su quello che fu un altro spazio “liberato”, via Gola. Dopo cinque anni il cantiere edilizio è fermo, qualcuno è scappato con la cassa. E’ la jungla immobiliare di Milano, tra case popolari dove vivono anziani ostaggi di un quinto piano senza ascensore e promesse residenziali a prezzi da Manhattan. Quelli dell’Orso continueranno a battersi contro la speculazione edilizia: «Un luogo ce lo prenderemo, questo è sicuro - ci dicono - bisogna dare un segnale di inversione della tendenza».

Sui Navigli adesso rimane solo Conchetta e la Calusca City Lights, un monumento alla storia dei movimenti di questa città. Non si è mai capito se occupa o no, ma non è lì il problema: Cox18 c’è, sulle controculture e sul quartiere. Ma il catalogo dei centri milanesi ormai è corto. C’è il Garibaldi nell’omonima via, orfana di Valpreda e di case popolari trasformate a “ringhiera di lusso” per ricchi che presto li sfratteranno. In via Friuli c’è il Vittoria, che affitta e non rischia, salvo incursioni di squadracce, e sembra il più piantato nel solco dell’antagonismo storico. In zona Greco il Leoncavallo cerca un’originale e complessa trasformazione in S. p. A. (spazio pubblico autogestito) con l’acquisto dell’area e una serie di cooperative e collettivi più rivolti al sociale che al conflitto tradizionale. E in viale Monza c’è la casa dei Transiti che nessuno si azzarda più a comprare con quegli inquilini dentro, troppa storia politica e di vita attaccata a quei muri. La storia a cavallo dell’assalto al cielo di Milano finisce qua. E si passa ai figli degli anni ’90. Il Bulk si è sciolto insieme alla speranza di una nuova generazione ribelle. Sono in giro, fanno cose e vedono gente, tra “conflitti in comune”, critical-wine, media-attivismo e le periferie. Il Torchiera, anarchico e spettacolare coi suoi giocolieri e mangiafuoco, continua il suo percorso da cascina occupata. Pergola Tribe si dice sia sotto sgombero, ma sarà sotto sfratto a gennaio perché in scadenza d’affitto. Nel frattempo dentro sono cresciuti oltre al bar, al ristorante e all’ostello i Chainworkers, San Precario e Serpica Naro, il meglio della creatività precaria sovversiva. Sono quelli che più di tutti si sono staccati dal centro tradizionale e dall’autonomia di classe, puntando radicalmente sulle soggettività, sul loro tempo. Ci riescono e si divertono. E forse questa è la strada.

Esistono poi Casa Loca, occupazione studentesca e migrante davanti all’università Bicocca, una delle uniche novità milanesi post-Genova, viva e attiva, anche se non proprio in solidali rapporti con gli altri, causa ruggini disobbedienti. Stessa famiglia per il Cantiere che lavora con i collettivi studenteschi e sulla comunicazione con Global Project, ma ha un problema di probabile sgombero essendo tra i pochi ad aver rotto le scatole in giro in questi anni con manifestazioni, azioni a sorpresa e provocazioni. Quando li spazzeranno via potranno contare sulle loro forze e sugli studenti cresciuti sulla lotta nelle superiori contro la Moratti (ora sindaca). Di altro, di nuovo, ci sono i Giovani comunisti, sempre più attivi e presenti, e realtà a Rozzano, Rho, San Giuliano, nella speranza che fioriscano le periferie.

Gli anni ’90 non sono stati facili per nessuno a Milano con 4mila denunce da smaltire e una pesante svolta a destra della città (prima le Lega e poi Forza Italia). I centri si sono lentamente disgregati. «Credo che l’esperienza dei centri sociali degli anni ’80 debba essere rivista, la politica e la città si sono mosse e il movimento è rimasto su se stesso. E le forme del conflitto di un tempo non sono più adatte a questo», racconta Mirko Mazzali che oltre ad essere lo storico avvocato del movimento, ne è un vecchio militante. In questa città non ha attecchito la ripresa della questione della casa, non è fiorita l’unione anti-Cpt nonostante una manifestazione di 20mila persone non più di sei anni fa, l’anti-precariato non ha sfondato (salvo nella May Day ma con scontri interni), sono naufragati i Forum sociali e il movimento contro la guerra, fortissimo nei numeri iniziali, è stato preda della malattia disfattista di tutta la sinistra milanese. Nemmeno l’antifascismo è più un collante. I fatti del 11 marzo, con gli scontri in corso Buenos Aires per impedire il corteo della Fiamma Tricolore, hanno separato ancora di più. Domani il tribunale potrebbe decidere la scarcerazione dei 18 condannati ai domiciliari e alcuni di loro non troveranno più l’Orso.



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magone
by yaroslav_popovych Thursday, Oct. 12, 2006 at 9:13 PM mail:

eh gia', quest'articolo mette il magone....
mette il magone pensare che in itaglia personaggi del genere abbiano un quotidiano a diffusione nazionale per scrivere tale pletora di stronzate. retribuiti perdipiu'... in soldi o in voti? chissa'.
poi si guarda da dove proviene l'ennesima perla: liberazione, of course. e tutto torna: i conflitti in comune, i cantierini unici a muoversi, i giovani comunisti speranza del sol dell'avvenire e giu' giu' fino alle lotte dei precari che a milano non funzionano.
ridateci libero, la padania e il giornale piuttosto, almeno loro fanno ridere...

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concordo con yaroslav
by OzzY Thursday, Oct. 12, 2006 at 9:51 PM mail:

Già,è questa la tristezza pensando da che pulpito.
Viviamo in una società dove (finalmente?), se non oramai mi chiedo quando mai più, ci si può rendere conto che la politica istituzionale non ci rappresenta più.
E in questa istituzionale ovviamente è compresa Rifondazione.
E' invevitabile. Ma il problema non è che governa la "destra",il problema è che questa gente che si antepone alla CDL si richiama ancora alla democrazia.
Penso a un esempio ,il primo che mi viene in mente.
Dal "democratico" presentatore tv Fabio Fazio mi tocca vedere il megalomane Veltroni,il JFK italiano,sempre con la sua tipica anima calma stare alle domande costruite e moderate che,in 30' di intervista,a nessuno avrebbe mai fatto pensare che questo Sindaco del centrosx non ha mai detto nulla in questi giorni sulla ratta degli immigrati sul lungo fiume a Roma capitale. O mi sono perso qualcosa?
E' la stessa cosa per l?Orso.
Qualcuno di questi rappresentanti votati di "sinistra radicale" (perchè così sui quotidiani e tv vengono chiamati i rifondaroli e verdi) ha fatto ho mobilitato qualcoa in questi mesi?
E' solo la facciata.
Facciata è il loro giornale.
ma non voglio criticare il giornale (chi se lo compra...),è giornale per borghesi,meglio L'Unità allora...
A Milano non ce ne fottiamo se hanno sgomberato il CS che frequetiamo,ma siamo sempre vivi,mi sento sempre vivo,esistiamo ancora e non certo perchè c'è un garante che ce lo permette.
Si condividono tanti ideali,noi siamo sulla strada e quando si viene a sapere che fascisti organizzano qualcosa nelle strade,una cosa è certa:ci facciamo notare,vedere.
Gli altri invece che dicono di pensare la stessa cosa non fanno niente,poi è facile a dire che l'11 marzo "purtroppo è stato fatto qualche errore". Quando ci si sente chiamati in dovere di difendere un proprio ideale di libertà che nasce dagli anni della resistenza,si da tutto,ci si mette in gioco tanto,si è coinvolti fino a un loop mentale,un vortice che ti fa accecare gli occhi e ti fa salire l'adrenalina,forse le stesse cose che capitavano ai nostri Partigiani. E' facile a parlare dopo e soprattutto senza aver fatto niente,ciò nonostante non è detto che sia poi condivisibile,più semplicemente non mi interessa.
Quindi pulitevi cari rifondaroli il culo coi vostri giornali.
Rifondazione con il centrosinistra non ha saputo portare quel pensiero che potesse allontanarsi dal puro affarismo, speculatore sulla pelle nostra.
La gente è abbandonata nella propria routine,nella quotidianità squallida e triste che viene imposta da questo sistema sociale istituito. Rifondazione appartiene al sistema istituzionale.
A volte durante le feste di partito si sbilancia,ma solo con un pò di birra e salamelle (quest'anno c'erano pure le pizze a lampugnano ed erano buone).
continuate così ma almeno qualche sconto fatelo agli afficionados.
LADRI

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condivido in parte
by uitko Thursday, Oct. 12, 2006 at 11:24 PM mail:

i commenti dei 2 sopra di me sono condivisibili, almeno in parte.
almeno un paio di passi dell'articolo non sono però da buttare nel cesso.
E' sicuro che l'articolo è di parte, di parte disobba ovviamente. Il malamanera manco viene nominato dall'articolo e guarda caso proprio loro han tirato 2 sberle a quelli del cantiere. Iniziative del cantiere che sono state a dir poco discutibili e lo dice uno che nn ha interessi o amici in campo.

però è vero che iniziative molto interessanti, come quella di serpica naro, si sono perse nella fattispecie in un giro di spaccio e irruzioni della polizia.
e che la gente nel giro dei c.s. è tanta, molto di più di quelle 40 persone presenti allo sgombero.
il problema sussiste, anche se la soluzione non è quella che si imagina rifo.
stiamo perdendo il contatto con la strada, con le nuove lotte. E rischiamo di pagarla cara

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Io sono d'accordo
by uno Thursday, Oct. 12, 2006 at 11:49 PM mail:

Io invece condivido quasi totalmente l'analisi sul desolante quadro di Milano.
Da quanto tempo non c'è un corteo di massa organizzato dai centri sociali milanesi (escluso il 17 Giugno che è una splendida giornata dettata però dalla disperazione per la gente in carcere)?
Da quanto tempo una nuova occupazione non viene sgomberata nel giro di poche ore/giorni?
Da quanto non si riesce a fare una campagna politica "unitaria" su un qualche tema che non sia la repressione (o magari semplicemente discuterne insieme)?
A me pare che questo articolo cerchi di rendere atto ai meriti di tutti dipingendo però un quadro d'insieme plumbeo.
Del resto è vero che gli unici che fanno lavoro politico con gli studenti sono quelli del Cantiere. Lo fanno male, ed infatti il ricambio generazionale post-G8 si è fermato, ma lo fanno.
Esalta un po' i ruolo dei Giocani Comunisti, è vero.
Ma mi pare che invece che guardare il dito dovremmo guardare la luna.
Come diceva tristemente un "vecchio" compagno ieri mattina, sembra di essere tornati nei primi anni '80. Il che è tutto dire!
Unica speranza: i movimenti sono ciclici. Qualcosa di nuvo ci spiazzerà sicuramente...

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siete un po cechi....
by s. Friday, Oct. 13, 2006 at 9:13 AM mail:

se guardate le foto presenti in indymedia sullo sgombero dell'orso vedrete che su 40 persone una decina sono dei giovani comunisti...... e poi l'unico consigliere presente di chi era? saluti

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strade....
by milanese Friday, Oct. 13, 2006 at 9:16 AM mail:


Da Liberazione cosa si poteva aspettare ?

Che parlasse del Filorosso,della panetteria.. no qui si trovano comunisti,cosa deve dire l'assessore del prcse non seguire la strada di Farina.
L'esaltazione di pergola tribe come esempio di innovazione e
creatività lo lasciamo giudicare ai fatti concreti :

lo show serpica naro cosa ha cambiato,prodotto?
la sfilata dei precari ha mutato le condizioni dei lavoratori?
san precario che miracoli ha fatto ?

Certo sono nuove forme di comunicazione mediatiche ma chiuse
da una autoreferenzialità che non arriverà mai alle grandi
masse,roba per addetti ai lavori.
La speranza di una rinascita di movimenti di lotta è stata
placata proprio dall'entrismo della realpolitik,che con le
sue avanguardie controrivoluzionarie ha cernito buoni e cattivi,come da sempre divid et impera.

ps:sicuramente ho scordato dei cs ancora attivi
SOLIDARIETA' AI COMPAGNI DELL'O.R.SO.

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no ORSO
by no ORSO Friday, Oct. 13, 2006 at 9:27 AM mail:

no more ORSO no more DAX. Ticinese libero.

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cambiano rotta
by si deve ripartire Friday, Oct. 13, 2006 at 10:24 AM mail:

purtroppo la situazione milanese è quella che è ma è la stessa da tutte le parti d'italia
molti hanno dato giustamente solidarietà all'ORSO ma poi lì davanti ci stavano poche persone

non voglio innescare nessuna polemica, anzi al contrario vorrei che da questa fase, la più buia che io abbia mai visto, si ripartisse un attimo con nuove modalità.

la repressione ci colpisce come se stassimo per fare la rivoluzione, mentre i numeri sono quelli che sono, i fasci ci rubano terreno, troppo terreno, su nostre antiche parole d'ordine
hanno copiato tutto (lo fecero anche al temmpo di mussolini)
occupazioni - lotta al precariato - blocchi studentesci (con simile logo che ricorda la saeta dell'autogestione)- critica del capitalismo e delle banche - boicottagi- perfino siti alla indymedia..., tutto in una chiave razzista che francamente aggrega molto di piu'.

e noi? a litigare su antichi rancori di ideologie che non trovano piu' riscontri dai tempi dell'800.

non esiste un soggetto antagonista strutturato a livello nazionale (in modo da far veicolare meglio informazioni, incontri, scambi materiale), e perfino non esistono, tolte alcune eccezioni, nemmeno a livello cittadino.
ognuno nella sua parrocchia.

pare chiaro che ormai i partiti hanno esaurito la loro funzione di sponda dei movimenti (nel 2006 mi chiedo quali?) e si sono rivelati per quello che sono... accumulatori di voti e potere, se mai qualcuno avesse avuto qualche dubbio, bisogna isolarli per sempre al massimo sfruttarli.

ci vorrebbe una bella conta nazionale.
ci vorrebbe umiltà
ci vorrebe che tutti capissimo che la verità non ce l'ha in tasca nessuno e che i percorsi e le lotte si inventano giorno per giorno, perchè giorno per giorno la società cambia e di parecchio.
ci vorrebbe che un po' tutti mettessimo da parte dogmi e dottrine varie, basandosi solo sulla pratica e sul costante sguardo dei quartieri.
bisogna ripartire sulle reali esigenze quotidiane, accantonando forme di lotta vecchie inefficenti e ormai nemmeno troppo sentite.
ci vorrebbe un nuovo modo di fare movimento (qualcuno pare che ancora ci riesca)
la val di susa, le case a bologna e a palermo sono segnali che ben fanno sperare ma che non tutti hanno colto bene nel significato.

i problemi nei quartieri sono sempre gli stessi, con l'aggiunta di alcuni nuovi:
eroina,mafietta varia, degrado, squallore, abbandono.

si deve reagire a questo e non chiudersi in posti autoghettizanti con il solo risultato di mostrarsi aol quartiere come degli allegri ribbelli che lasciano birra in giro urlano fanno caciara e pisciano nei portoni, l'era punk deve finire.

si deve far capire che si è contro gli spacciatori, i mafiosi i cacacazzo del quartiere qualsiasi sia la loro etnia, e non si devono difendere per forza gli immigrati.

se alcune persone arrivano al punto di alzare un muro, si devono capire le dinamiche, sono tutti razzisti? qualcuno si ovviamente ma molti sono esasperati.
provate ad andare tutte lesere a casa con i peggiori tipi che ti aspettano sotto ti importunano si scannano a coltellate..non mi dite chenon succede. allora se non si vuole la polizia nei quartieri sono cose che i compagni devono fare da soli, cacciare gli spacciatori in maniera "autogestita", altrimenti è demagogia.

incontriamoci o per lo meno pensiamoci

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Forse é meglio
by Red-UK Friday, Oct. 13, 2006 at 12:10 PM mail:

Il perché ci fosse cosí poca gente davanti all'ORSO é semplice: quelli che si fanno chiamare 'compagni' se ne sbattono altamente.

Devo dire che tra avere centri sociali che pullulano di gente di merda dei Giovani Comunisti o Movimento Studentesco e non avere centri sociali, preferisco la seconda. Anche se i centri sociali continuassero ad essere vivi, sarebbero in realtá morti. Piú di metá di chi si definisce comunista o anti-fascista non é altro che gente che lo fá per una specie di 'moda'. Metá di loro sono solo borghesi, figli di dottori e avvocati che vogliono giocare ai ribelli...e chi ci rimette? Quelli che comunisti e anti-fascisti lo sono veramente.

Forse é meglio che il ciclo dei centri sociali degli anni '90 sia finito dato che spesso é stato 'casa' di gente senza un vero ideale o senza la vera forza di combattere veramente per un ideale. Lo hanno dimostrato i GC, PRC e altri: tante parole e pochi fatti. Per questo che ci sono le divisioni e le spaccature, perché oramai quelli che ancora ci credono si sono accorti che ci sono quelli che non ci credono piú o non ci hanno mai creduto. Non c'é da stupirsi se la vera estrema sinistra e quella veramente extraparlamentare sono diventate ancora piú isolate e solitarie: non ci sono partiti che la possano rappresentare, nessuno anche all'interno della sinistra ascolta, si spreca troppo tempo per parlare e non si agisce. E come qualcuno ha giá citato 11 marzo ne é stata una prova, la sinistra in blocco ha condannato le azioni, sinistra 'radicale' compresa. Personalmente considero le azioni di quel giorno come un urlo disperato di una frazione del movimento che é stanca di vedere promesse cadere nel vuoto e che é stanca di non vedere nulla fatto contro il 'nemico': chi ha detto che nel 2006 l'antagonismo storico fascismo/anti-fascismo, istituzioni/disobbedienti non puó esistere? Sopratutto nel primo caso DEVE esistere dato che la minaccia é enorme e in un certo senso si stá regredendo alle violenze in stile '70.

Infine per tornare al discorso dei centri sociali (non solo a Milano) forse é un bene che questo ciclo si stia chiudendo, dato che la sperenza é quella di tornare ad un movimento piú compatto e unito, formato da gente che veramente crede in un ideale e che é pronta a combattere per quell'ideale...non di borghesi che giocano al comunismo, gente che vá ai centri sociali tanto per fare e fumarsi una canna o che si definisce comunista solo perché é di 'moda'...

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Giovani Comunisti?
by xiferico Friday, Oct. 13, 2006 at 12:54 PM mail:

Ma dove sono i GC a San Giuliano?????
Vi prego spiegatemelo che io ci abito e tali persone non ne vedo assolutamente in giro ... liberazione parolai

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a leggere i commenti di milanese red uk
by Uno dei tanbti Friday, Oct. 13, 2006 at 1:21 PM mail:

Merda sul cantiere merda su pergola.
Merda sui cs merda sui gc.
A furia di buttare merda non resterà più nulla.
Complimenti ai moralisti milanesi ai duri e puri che come al solito in questi mesi di "egemonia" sono riusciti a portare divisione e repressione.
Ancora con le puttanate sui disobba. Ignoranza milanese gestitata ad arte.
I disobba e rifonda si sputerebbero in faccia in qs momento.
Oppurenn vi siete accorti cosa è successo a Padova.
Siete tutti espertoni, ma in realtà si è buoni soltanto agettare fango sul nw.
Questo qui quello la questo su questo giù.
I più ricchi ancor di più i più poveri di più.

Qualcuno non si accorge che la divisione e la repressione sono il gioco del padrone.

E ci casca in nome del comunismo.

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beh
by OzzY Friday, Oct. 13, 2006 at 8:52 PM mail:

adesso a star criticare chi non c'era o chi c'era allo sgombero mi sembra superficiale.
La presenza era solo simbolica...la presenza in "altre" (..) occasioni no di certo.
Anzi,se mi è consentita una mez a verità/battuta...se non ci fosse stato nessuno sarebbe stato un messaggio più forte:sgomberate pure,noi siamo da un'altra parte ma non scompariremo.

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Sì però...
by uno Friday, Oct. 13, 2006 at 9:09 PM mail:

Salvo esserci veramente...da un'altra parte...
Altrimenti sono solo abbaiate.

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l'articolo e' fin troppo sincero
by blicero Saturday, Oct. 14, 2006 at 1:30 PM mail:

purtroppo l'articolo e' fin troppo onesto, e chi l'ha scritto (jampaglia) non e' particolarmente organico a rifondazione (almeno per quanto ne so io). Solo che dirsi le cose in faccia fa male.
La soggettivita' di movimento e centrosocialista e' morta da tempo, la sua ultima impennata e' morta da almeno due anni, e gli eventi di cui siamo (perche' non se ne puo' parlare alla seconda plurale) stati protagonisti nell'ultimo anno mettono tragicamente in piazza questa scarsezza e quest'assenza.

come dice la mia signature, presa da uno dei tanti IWW che si sono fatti ammazzare all'inizio del Novecento pur di non mollare: "don't mourn, organize!".
Il putno non e' stare qui a farsi le paranoie perche' quello ceh tanto ci ha affascinato nei Novanta e prima e' finito, ma costruire qualcosa di nuovo.
Il conflitto non si esaurisce, ma le soggettivita' si. Non si disprezza quello di buono che si e' fatto, ma vi si costruisce la memoria e l'esperienza per fare qualcosa di nuovo.

O lo si capisce, o si e' condannati ad essere dei residui tristi e per di piu' inutili.

Con somma solidarieta' con tutti gli sgomberati, il dramma non sono loro, ma la causa che genera l'effetto :)
Affrontare il male, non i sintomi :)

a la prochaine

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I miei due cents
by Billie Saturday, Oct. 14, 2006 at 2:50 PM mail:

A me l'articolo non convince
Non mi convince il fatto che vada scivolando inesorabilmente verso la posizione bertinottiana della non-violenza e lungo la linea fariniana di divisione dei centri sociali in buoni e cattivi...
insomma, sembra che sopravviva solo chi fa della socialità buona...una buona 'impresa sociale'..
Come dire, l'analisi della crisi che evidenzia l'articolo la vedo anche io e seppur impietosa ci sta..
ma ciò che non mi convince è la pseudo-ricetta che con eleganza sfagiola alla fine.
Che mi pare porti alle due posizioni di cui sopra.
Io sono convinta che si possano ripensare forme di conflitto nuove, potenti, e allo stesso tempo mantenere la radicalità che incarna il luogo cs...
Il problema vero, a mio parere, di Milano e oltre, sono le idee e l'analisi delle profonde trasformazioni avvenute nel sociale... l'incapacità di leggere queste trasformazioni fa si che le persone vivano la radicalità come una forma di integralismo, tramite un atto di fede e da qui l'incapacità di confrontarsi non solo nel politico con letture diverse dalla propria, ma anche nel sociale con 'la gente'....

**

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Il movimento è morto
by *** Saturday, Oct. 14, 2006 at 3:24 PM mail:

Il movimento a Milano è morto la notte del 16 Marzo 2003.
Non c'è molto altro da dire.
Il resto è stato un tragico avvitarsi...

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Putroppo...
by Red-UK Tuesday, Oct. 17, 2006 at 1:02 PM mail:

Prima di tutto una nota per uno dei tanti: io non sono affatto milanese. Secondo, il nome del comunismo é cascato da molto, cioe da quando molta gente, anche della mia etá, si é appropriata del nome di 'compagno' senza credere in quello di cui parlano, senza credere nello spirito comunista. I GC, con la loro maggioranza di leccaculo e aspiranti politici di professione nel PRC, non fanno altro che danneggiare il nome di 'comunismo' in Italia e nel mondo giovanile, tali persone non hanno ne coerenza politica/ideologica ne concretezza di azione e dato che molti di loro si riversano nel 'movimento' dei centri sociali non fanno altro che danneggiare anche questi.

Non metto in dubbio che ci siano realtá nel mondo dei centri sociali che davvero valgono e che davvero fanno la differenza, ma ci sono molte piú realtá che oramai sono state invase da questo esercito di politicanti e di 'borghesi che giocano al comunismo' (citazione che ci stá a pennello). Dato che questo 'esercito' non ha passione e spirito di lotta i centri sociali ne risentono.

Putroppo come ha detto qualcuno il movimento é morto e come qualcun'altro ha detto gli antagonismi non cambiano ma le soggiettivitá sí. Forse é un bene che questo capitolo del movimento dei centri sociali si sia chiuso o comunque si stia per chiudere, il movimento, a mio parere, dovrebbe liberarsi di elementi che non fanno altro che danneggiarlo, per caritá magari hanno buone intenzioni, ma che non hanno lo spirito giusto.

Inoltre, come la brevissima storia dei centri sociali ha dimostrato, ogni capitolo si chiude ma solo per riaprirne uno nuovo e migliore.

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