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Ipotesi per il lavoro territoriale
by Loki Tuesday, Oct. 17, 2006 at 10:37 AM mail: info@rashtorino.org

Proposte di lavoro pratico sul territorio

Noto che su indy è emerso in più punti del newswire il desiderio di ritornare all'origine, ovvero al quartiere, al territorio.

Dopo vari interventi di indyana matrice (anonimi che accusano, critiche esclusivamente disfattiste e così via), propongo in questo post di inserire se si hanno delle proposte COSTRUTTIVE di come operare praticamente nel territorio. Quindi non: "minchia è troppo giusto vivere il quartiere", ma interventi fattuali, operativi.
So già che sarà quasi impossibile perché i troll annusano a distanza i post che possono avere utilità anche nella realtà e provano in tutti i modi di rovinarli, però tentar non nuoce, basterà ignorarli. Sarebbe stupendo anche avere interventi non anonimi, ma questa è pura fantascienza.

Inizio io con una proposta che mi è venuta in mente prima:
Ogni anno migliaia di lavoratori muoiono di morte bianca sul lavoro. Di questi, una fetta consistente è costituita da lavoratori del campo edile, spesso messi in condizioni di insicurezza cronica. Sarebbe interessante se uno o più gruppi operassero nel loro quartiere segnandosi i cantieri presenti e magari indagando su di essi. Stilare un mini-libro bianco dei cantieri con sistemi di sicurezza inefficienti e renderlo pubblico potrebbe avere una sua utilità, sia per il territorio che per i lavoratori.

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COMPAGNI O FASCISTI?
by ??????? Tuesday, Oct. 17, 2006 at 11:36 AM mail:

compagni o fascisti?
perchè permettere d scrivere post a questo strano individuo?
che indy oltre covo di fasci e sbirri si abbassa con gli infami?
qui unico troll mi sa che e lui di se stesso.

puah

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secondo me
by anarchico Tuesday, Oct. 17, 2006 at 12:22 PM mail:

si fa prima a contare i cantieri e metterli tutti alla voce insicurezza.Ma tutti,da quelli edili a quelli stradali!Fino ad arrivare alla costruendo tav:che però a questi ultimi per me non va la minima solidarietà!

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cantieri e sicurezza
by Loki Tuesday, Oct. 17, 2006 at 12:27 PM mail:

chiaramente nessun cantiere (a parte forse delle mosche bianche) è in regola.
Però un lavoro articolato è comunque necessario:
1) localizzare il cantiere
2) capire cosa deve fare, i soldi da chi arrivano
3) capire quanti lavoratori ha, quanti stranieri, che tipo di contratti
4) stilare magari un "voto sicurezza" (la butto lì) da 1 a 10 in base a quante infrazioni fa

...

e così via.
Un documento così, oltre che utile per capire il quartiere, è già un servizio in sé per la gente, per parlare finalmente di speculazione edilizia (che poi è il sale delle motivazioni addotte alle occupazioni) con cognizione di causa e dati alla mano.

Se vai dalla gente e dici: "è bello occupare" ottieni sicuramente meno di dire: "è necessario occupare perché bla bla bla".

Anche un libro bianco sui posti abbandonati (come era stato fatto anni orsono) non sarebbe male...

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4 delatatori delò signor marcello
by 4 delatatori ex eliminati e censurati 2 Tuesday, Oct. 17, 2006 at 1:43 PM mail:

Caro loki -marcello per chi non lo sapesse i giochi sono finiti ci meravigliamo che su ti permettono di scrivere qui su indy (ambiguo) .Cosa ce marcello hai detto agli askatasuniani di pararti il culo? allora noi 4 delatatori restringiamo il campo su chi ti sta nascondendo.Anche noi abbiamo restretto il campo caro .e ci sarà da ridere-

4 delatatori

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cavolo
by torinese Tuesday, Oct. 17, 2006 at 7:43 PM mail:

Noto con piacere che qui agli indymedisti non importa nulla della politica da fare!
Uno propone un lavoro contro il lavoro nero e dei "bambini" intervengono parlando di tutt'altro.
Che misera fine che stiamo facendo!
Complimenti a TUTTI!

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domanda. ma solo per torino?
by bix Tuesday, Oct. 17, 2006 at 8:45 PM mail:

volevo sapere se il ragionamento valeva solo per la situazione torinese.

comunque algi eroi da tastiera (quelli che menano spaccano rompono incendiano..ma non se vedono mai) non gli rispondete e andiamo avanti con la discussione (che mancava) e cerchiamo di concretizzare.

meno male va...

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proseguire
by Loki Tuesday, Oct. 17, 2006 at 10:38 PM mail:

il discorso è puramente formale su indy, quindi tutti possono parteciparvi, ovviamente.
Proporre e adattare al contesto locale è una buona prassi.

PS: Bix mi dovevi dire qualcosa un paio di post fa?

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idee buone ma...
by bix Wednesday, Oct. 18, 2006 at 11:39 AM mail:

si l'idea del libro bianco è anche buona
però non so' quanto sia efficace.mi spiego.
dalle mie parti (vicino roma) si è cercato 2 anni fa di vare un' indagine sul precariato e i problemi in generale sui lavoratori del posto.
alla fine si è raccolto una marea di materiale di dati ecc. su cose che più o meno si sapevano, anche se in maniera dettagliata.
rimane il fatto che però tutto questo alla fine risulta più o meno una "delega", ovvero se poi in quei posti non sei tu che la mattina ti svegli e lavori al fianco dei lavoratori è difficile ogni tipo di rapporto.

più volte si è volantinato agli ingressi dei posti di lavoro più difficili. ma le presenze di persone alle assemblee precarie erano fatte solo da i soliti compagni. c'e' anche da calcolare che noi non siamo i soliti compagnucci della domenica un po' radical chic e con una tonnelata di merda sotto il naso. tutti operai.

l'unica lotta (ti giuro non ce la aspettavamo) in cui c'e' veramente autogestione e autonomia dai partiti e dai sindacati confederali, la si ha adessso per una questione di ottenimento di un posto di lavoro per più di 150 persone. cio' sta andando bene appunto perchè non ci sono deleghe, ovvero uno dei nosti sta in questa lotta.

fino ad ora abbiamo capito che
chi non ha lavoro è più disposto a lottare (anche in passato dalle nostre parti chi aveva fatto corsi o era un lsu che aspettava il lavoro ha avuto una certa costanza nella lotta)

che gli operai- lavoratori- precari sono opportunisti. non è una critica, ma capisco benissimo che il giorno dopo si deve mangiare, e molte persone usano tutte le armi che gli sono possibili per tirare avanti, anche le più meschine.

che non esiste un movimento che ti ripara. forse è un contro senso detto da chi è antidelega, però molte volte un lavoratore che a differenza della maggioranza riesce a trovare la forza e la continuità di iniziare una lotta, deve affidarsi o ad un partito (scelgono quasi sempre rifognazione) o alla CGIL. perchè. sono strutturati, hanno avvocati, hanno sedi precise (e non coi cani che cacano per terra come abiamo noi compagni)opuscoli, computer..stronzate che fanno la differenza.

ora chi non ha mai masticato di autogestione e autorganizazione, perchè dovrebe affidarsi a dei compagni anche sinceri e disposti che però sono limitati nei mezi e nell'agibilità?

i clan mafiosi dei partiti e dei sindacati offrono più risultati e più speranze. e da chi non ha altro che le sue improbabili 1000 euro al mese lo capisco benissimo ( giuro anche quanno qualcuno fa un po' la "merda")

io ho un lavoro in cui faccio l'operaio jolly (aaffianco ad alti operai nelle loro stesse manzioni) ho girato in 5 anni più di 100 aziende fabbriche centrali supermercati, ho mangiato vissuto pisciato al fianco di migliaia di lavoratori, e penso che il capitalismo ci abbia proprio rotto il culo.
penso che bisognerebbe fare un passo indietro(solo figurativo ...non un passo indietro) e ricomporsi prima tra noi compagni, che tra le varie città sparse e scollegate non si hanno contatti reali tra realtà antagoniste e autonome (altre sinceramente non mi interessano) e poi vivere il quartiere dove si è.

palestre, banchetti fissi nei quartieri popolari con il materiale scritto per la gente e non con il kit della traduzione compagno-normale normale-compagno, avvocati del lavoro messi a disposizione dai compagni, iniziative non solo nei centri (buone per alzaer soldi ma non più aggregative nell'ambito di quartiere) bensì nelle piazze e nei giardini di zone dove non c'e' mai un cazzo.

purtroppo bisogna fare come hanno fatto quelle merde dei fasci.
dai primi'90 dopo che hanno preso il "cotolone" si sono messi zitti zitti a lavorare sottobosco, mai cose eclatanti, mai scontri, e via coi negozi, lo stadio, le palestre, le associzioni locali.
certo non dovemo venderci come loro, ma fare tutto in in chiave compagna e antiistituzionale sarebbe giusto.

loki poi te mando una mail

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operaio
by operaio Wednesday, Oct. 18, 2006 at 12:54 PM mail:

Fatemi capire !

sono in cassintegrazione ,adesso non prendo più neanche 800 euro al mese altro che 1000,i sindacati sono un fallimento ,rifondazione ,ds ,cgl lasciamo perdere sono un disastro.Non vivo a mirafiori ,vallette,barriera vivo a rivoli (non in periferia) quindi non entro nel merito cazzi di quartieri -vorrei cpire quando voi fate un libro binco sulle condizioni del quartiere oppure fabbrica,cantieri e altre cose dopo che hai intenzione di fare? Io senza problemi ti posso dire questo un operaio medio quindi con contratto senza scadenza non arriva a 1000 euro se non fa il lavoro nero ,altri operai sono stranieri veniamo ogni giorno sfruttati e umiliati da un misero stipendio poi un giorno ti dicono sei in cassintegrazione ma non per tanto 3 o 4 mesi e qui è passato un anno !Voi continuerete con la retorica di ribellarsi giustissimo ma se ti ribelli come cazzo mantieni una famiglia ,la casa,la luce ,il gas ecc ecc? .Io onestamente lo trovo un bel progetto questo del libro bianco pieno di iniziativa ma poi si ferma li un pochino come chi scrive qui diciamocelo (io adesso scrivo una mia opinione ma domani cosa cambia nulla) .Cmq ben vengano le iniziative forse tirarle giu con anche un seguito!

pronto per qualunque confronto via mail,dal vivo ,al telefono .

operaio

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mutuo soccorso
by Loki Wednesday, Oct. 18, 2006 at 2:09 PM mail:

Una caratteristica che la borghesia ha geneticamente e che ha esportato alla sconfitta classe operaia è l'individualismo concorrenziale. Noi dobbiamo frapporre la solidarietà di classe. Facile a dirsi incasinatissimo a farsi.

Nonostante tutto, le idee ci sono, manca l'organizzazione per portarle avanti.
Noi come progetto IS abbiamo preso una sede territoriale perché siamo arrivati alla tua stessa conclusione.
Ma tralasciamo questo complesso discorso e torniamo al tuo prezioso intervento.

Ipotizzi anche tu (e credo chiunque sia minimamente razionale) che la prima fase da affrontare sia quella conoscitiva/investigativa. Lì i metodi dovrebbero essere socializzati il più possibile per essere orizzontalmente efficaci.
La seconda fase è, secondo me, ma a quanto emerge anche da te, quella organizzativa interna (avere una struttura che sappia assolvere i compiti che si è dati).
La terza (che in IS abbiamo iniziato ad intraprendere) è probabilmente quella di creare dei vincoli solidaristici di classe nel territorio in modo da affrontare meglio le lotte con tutto il corollario di sfighe che si portano dietro.
Il mutuo soccorso è una pratica che ha centinaia di anni e che andrebbe rispolverata come pratica "preventiva" (es: "noi che lavoriamo qua sappiamo già che portando avanti questa lotta incorreremo in questi problemi, quindi facciamo questo questo e quest'altro") magari agendo sul territorio come pratica finalizzata però al lavoro (es: un cantiere del quartiere).

Come al solito sono idee, spunti, il grosso è ancora tutto da inventare.

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operaio
by Loki the Delo Actor Wednesday, Oct. 18, 2006 at 2:18 PM mail:

Caro operaio, quello che dici è giusto, anzi giustissimo.

Il problema è che siamo davvero all'anno zero come pratiche (e lo dici pure te quando ti incazzi che non c'è nulla) e quelle che ci sono sono quasi sempre puramente clientelari da parte dei soliti noti (DS, RC, CGIL...).

La parte investigativa, che come dici tu non ha efficacia immediata, è utile per iniziare a capire, ma è solo un millesimo del lavoro da fare.
Forse una strada, ed evidenzio il forse, è quella che tracciavo qua sopra, ovvero di creare delle strutture di mutuo soccorso che partano dal territorio perché abbiamo visto che nei luoghi di lavoro questo è davvero impossibile tranne casi molto rari.
Una cassa comune per aiutare anche solo chi non ce la fa la quarta settimana, oppure per chi ha difficoltà momentanee di lavoro, le possibilità sono infinite su come praticarla.

Come di solito si dice (e ripeto alla nausea: giustamente): l'operaio che fatica a campare ha poche palle per la testa perché le bocche da sfamare incombono sempre e comunque. Bene, lavoriamo affinché questa incombenza sia meno pressante in modo da sentirsi meno col fiato sul collo. Lotta al carovita, cassa comune, lotta al caroaffitti...queste sono solo 3 di una moltitudine di possibilità.

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vostro onore!
by obiezione! Wednesday, Oct. 18, 2006 at 5:58 PM mail:

a parte questa entrata in scena u n pò così, ma nn mi veniva in mente nulla, ho una serie di ragionamenti da farvi..

caroaffitti, perchè nessuno di quelli che si occupano delle case insista mai per rendere pubbliche le case abbandonate, insista per creare un gruppo di operai pagati dal comune che lavori per la loro restaurazione e le faccia ritornare agibili? si creerebber lavoro e casa per gente.. poi, puoi fare sia per vednderle che per dare in gestione a delle famiglie con il benestare col comune.. però nessuno vuole fare così? o sbaglio?
le mie sono solo domande per capire i vostri progetti e magari darvi spunti.. nient'altro

per le case e lavoro ci sarebbe questa proposta.. nn è malvagia no? bisognerebbe recuperare gente che abbia voglia di lavorare e farsi il culo, e qlc che dialoghi con le istituzioni...

poi, oltre al problemadel resto sicurezza e carovita, perche nn si è mai provato a dialogare con gente che lavora e chiedergli loro cosa sono disposti a fare?(io l'ho fatto e sentirete le risp.. ve le lascio immaginare, quei poveracci lavorano come animali per poter permettere ai loro figli di avere un futuro migliore) quindi su alcuni di loro nn potrete contare per eventuali azioni di sciopero e affini.. nn hanno il lusso di potersi permettere di perdere il loro lavoro che si sono rimediati.. (incombno dicerse questioni... permesso di soggiorno, bollette e altre spese per campare)

io vi ho scritto come vedo la questione e per permettervi di farvi un idea piu precisa..

per la questione del libro.. la trovo bella ma inutile, dico inutile per la semplice questione che le zone dove ci sono le case da occupare, rendere agibili sono numerosissime e tra le piu svariate, però occuparle a catena e farsi sgomberare nn ha senso, seve solo a farsi prendere per "i soliti che occupano" e la cosa nn ha una buona visione politica.. capite cosa intendo?spero di essere stato chiaro.. se poi serve vi spiego il mio concetto...
e poi, con i cantieri aperi e chiusi in continuazione sarebbe un lavoro dove si sprecano le forze e il tempo.. sarebbe meglio fare le segnalazioni dove la citta cambia e monitorare i lavori come procedono..

esempio, in c.so francia la strada che era crollata.. nessuno ne ha parlato molto.. e situazioni di questo genere.. segnalare questo tipo di disagio, capite?

e poi, togliere fiato alle organizzazioni paradestroide e affini spazio dove esprimersi

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rete solidale
by bix Wednesday, Oct. 18, 2006 at 9:24 PM mail:

rete solidale operaia, mutuo soccorso..
ora non so' di preciso il nome ma su per giu' la tipologia dovrebbe esere quella.
però non mi pare che debba essere vista sotto l'aspetto economico, se troppi avessero bisogno di denaro, servirebbero migliaia di euro che non so' quanto sia fattibile reperire.
ma penso che la strada sia quella della rete solidale.

a volte capita che qualcuno abbia dei problemi sul lavoro, molti non si espongono per l'alto livello ricattatorio a cui sono sottomessi, e si trovano anche se spinti dalle migliori intenzioni, a rinunciare in quanto il rischio della perdita del posto è troppo alto. alti ( come me) che su queste cose ci sguazzano si espongono ma non trovano una sufficente solidarietà da partyi di altri per lo stesso motivo.
calcolando che nel 2006 il capitale ha paortato i lavoratori ad essere in un numero molto alto, delle spie dei ruffiani e dei servi e degli opportunisti le cose si mettono un po' male...
comunque creare una rete di solidarietà operaia (precaria , lavoratrice..come si vuole) è necessario.

noi in alcuni nostri tentativi di rapporti con situazioni lavorative a cui non eravamo interni, consigliavamo al lavoratore di non esporsi e a continuare la sua attività come se niente fosse, la lotta (volantinaggi, denunce pubbliche, vertenze) la intrapendevano quelli che non erano sul quel posto di lavoro specifico, coinvolgendo"segretamente" il lavoratore (altrimenti se c'e' una delega c'e' allo stesso tempo una sconfitta), questo valeva anche per i "militanti".

ovvero si puo' discutere e preparare documenti volantini e forme di lotta tutti insieme e rendere visibili coloro che non sono sul posto di lavoro specifico.

penso che continuando a discutere si trovi la soluzione, continuando a sperimentare non curandoci troppo delle momentanee sconfitte che potranno subire.

avanti compagni

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x obiezione - andando avanti
by Loki Thursday, Oct. 19, 2006 at 9:56 AM mail:

Rispondo brevemente al tuo intervento:

> caroaffitti, perchè nessuno di quelli che si occupano delle case insista mai per rendere pubbliche le case abbandonate, insista per creare un gruppo di operai pagati dal comune che lavori per la loro restaurazione e le faccia ritornare agibili?

Stiamo parlando di stabili comunali credo in questa parte. Ovviamente con gli stabili privati questa operazione non è possibile effettuarla. Allora, il discorso dal punto di vista pubblico è che le varie enti che possiedono demanio a Torino non hanno soldi da investire, a fronte delle numerosissime richieste da parte di associazioni, e quindi tengono gli stabili in disuso. Quindi ipotizzare che escano dei soldi per pagare un gruppo di lavoro che metta a posto degli edifici per poi restituirli alla collettività (con che metodologia poi? Cioé come si potrebbe avere il controllo locale di ciò che il comune offre?) è alquanto improbabile. Chiaramente battere il chiodo contro questa forma di clientelismo sarebbe importante, ma questa lotta desta scarsissimo interesse. Resta comunque il fatto che molti stabili non sono pubblici: l'ex Selva Occupata era proprietà di un privato ad esempio. Lo stabile vuoto di largo Brescia è dell'Enel ad esempio.

> si creerebber lavoro e casa per gente.. poi, puoi fare sia per vednderle che per dare in gestione a delle famiglie con il benestare col comune.. però nessuno vuole fare così? o sbaglio?

Non è che nessuno vuole fare così, è che per fare ciò è necessario un progetto di partecipazione allargata da parte della gente. Un lavoro del genere (tralasciando se sia una buona o cattiva idea) non può essere portato avanti da un manipolo di persone determinate e basta, è necessaria la complice partecipazione di un po' tutti nel quartiere. Questo è il meccanismo che si dovrebbe instaurare: il rifiuto della delega da parte della gente per le piccole cose del proprio quartiere (almeno inizialmente). Una buona idea in proposito potrebbe essere quella di rispolverare il bilancio partecipato che i disobbedienti portano avanti in qualche comune a Roma.

> le mie sono solo domande per capire i vostri progetti e magari darvi spunti.. nient'altro

Personalmente, a tal proposito, sono arrivato ad una conclusione già tempo fa: a me non interessa "un progetto per il popolo" bensì mi interessa che "il popolo progetti". Sembra una banalità ma è una differenza sostanziale. Tu stai già progettando con me in questo momento, e ciò è buono.

> per le case e lavoro ci sarebbe questa proposta.. nn è malvagia no? bisognerebbe recuperare gente che abbia voglia di lavorare e farsi il culo, e qlc che dialoghi con le istituzioni...

Al momento non giudico la fattibilità o la bontà di una proposta, ma già il fatto che sia una proposta ha del positivo. In realtà bisognerebbe articolare, già prima di partire, di più il progetto e allargare la base di consenso/complicità a più gente possibile nel quartiere dove si opera.

> poi, oltre al problemadel resto sicurezza e carovita, perche nn si è mai provato a dialogare con gente che lavora e chiedergli loro cosa sono disposti a fare?(io l'ho fatto e sentirete le risp.. ve le lascio immaginare, quei poveracci lavorano come animali per poter permettere ai loro figli di avere un futuro migliore) quindi su alcuni di loro nn potrete contare per eventuali azioni di sciopero e affini.. nn hanno il lusso di potersi permettere di perdere il loro lavoro che si sono rimediati.. (incombno dicerse questioni... permesso di soggiorno, bollette e altre spese per campare)

Sì, questo è il grosso imbuto in cui tutte le pratiche oggigiorno vanno strozzandosi. Si deve iniziare a pensare a come bypassare questo problema per permettere alla gente di avere il minimo respiro da poter almeno dire un "no" nella propria vita.
Le reti solidali, sportelli con avvocati del lavoro, lotta al carovita...queste sono alcune delle strade possibili. Non ci sono ricette già pronte e testate, qua si deve andare a tentativi mi sa cercando di essere fantasiosi e dinamici. Ripeto: siamo all'anno zero. Mica per dire, è così.

> io vi ho scritto come vedo la questione e per permettervi di farvi un idea piu precisa..

Sì, ma ad esempio tu, quanto saresti disposto a metterti in gioco di prima persona?

> per la questione del libro.. la trovo bella ma inutile, dico inutile per la semplice questione che le zone dove ci sono le case da occupare, rendere agibili sono numerosissime e tra le piu svariate, però occuparle a catena e farsi sgomberare nn ha senso, seve solo a farsi prendere per "i soliti che occupano" e la cosa nn ha una buona visione politica.. capite cosa intendo?spero di essere stato chiaro.. se poi serve vi spiego il mio concetto...

Credo di avere colto. In realtà il libro bianco sul lavoro ha puro scopo di denuncia e studio, idem quello sugli stabili abbandonati. Ho riflettuto parecchio sul ruolo delle occupazioni e ho riveduto la mia posizione varie volte. L'occupazione è un metodo di lotta, spesso ancora valido ma non automaticamente valido. Diventa un buono strumento se chi lo usa lo fa con intelligenza.
La difficoltà oggi di chi occupa è che il territorio circostante mostra fondamentalmente indifferenza verso tale pratica legittimando di fatto la repressione e innestando quel circolo vizioso che accennavi tu.
Tornando al libro bianco: come detto è una proposta più che altro per capire il territorio e denunciare gli abusi costanti che vengono fatti e che sono spesso mortali. Non credo si possa ottenere di più dal libro.

> e poi, con i cantieri aperi e chiusi in continuazione sarebbe un lavoro dove si sprecano le forze e il tempo.. sarebbe meglio fare le segnalazioni dove la citta cambia e monitorare i lavori come procedono..

Anche questa è un'ottima idea. Tenere il conto, ad esempio, delle modifiche territoriali per valutare dove viene investito di più e dove meno, denunciando dove avvengono sprechi o lavori inutili. Altra idea interessante.
comunque esistono cantieri (vedi passante) che esistono da 10 anni.

> esempio, in c.so francia la strada che era crollata.. nessuno ne ha parlato molto.. e situazioni di questo genere.. segnalare questo tipo di disagio, capite?

Sì. Ci fosse stato un comitato di quartiere che fa monitoraggio delle schifezze che avvengono sul suo territorio, avrebbe avuto buon gioco fare ciò.

> e poi, togliere fiato alle organizzazioni paradestroide e affini spazio dove esprimersi

Sì, quelle scompaiono non appena si inizia a lavorare sul quartiere.

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obiezione
by vostro onore! Thursday, Oct. 19, 2006 at 5:50 PM mail:

per gli stabili privati nn se ne parla perchè ci scappano denunce e affini, cfhe poi, come al solito arricchiscono le storie con una miriade di altre balle.. kuindi meglio lasciar predere, nn trovi? io la vedo così
per gli edifici poubblici, dove la mano dei lavoratori nn è intervenuta, si potevano prendere e sistemare..

esempio, vicino largo orbassano c'era una palazzina completamente disabitata che adesso è stata rimessa a nuovo, kuella di fronte al kebabbaro.. dove ferma il 5 eil 12..

2> qui hai dato risp a quello che volevo sapere, ovvero, mi spiego meglio, te hai detto che la gente dovrebbe prendersi la tua fiducia in modo da delegare a te certi compiti, giusto? prima piccoli e poi a crescere,no?

ecco, su questo punto, credo che a torino si siano viste delle azioni un pò contrastanti.

faccio esempi, nn me ne prendete a male, gli anarchici o chi per loro, hanno contestato le olimpiadi fino allo sfinimento, nn hanno provato a dialogare con la popolazione della città, hanno preferito far vedere i muscoli occupando case(4se nn erro) e sfilando per la citta imbrattando a dx e sx, giusto?kuesto ha reso la gente stufa di questo loro operato, anche perchè la maggior parte dei cittadini di torino erano entusiasti delle olimpiadi e di come certi punti eranjo stati resi; secondo me in kuella situazione si doveva battere forte per far vedere gli altri punti della citta com'erano ridotti, senza interventi di manutenzione o altro; esempio il baloon con case che stanno in piedi per miracolo..

no?
bisognerebbe far capire alla gente che li si sta arginano e che nn vengono risolti i problemi ma solo nascosti; esempio lavori per piazza vittorio che durano da tempo senza fine.. san carlo iniziati e finiti molto velocemente.. altre zone periferiche nn toccate,capisci cosa intendo?

secondo me nn si è dell'anno zero,
ci sono molte cose positive fatte, ma che hanno avuto una fine negativa

esempio, alcuni progetti del gabrio sono andati male, perchè? (cine astra, lso ecc ecc) erano zone occupate e palazzi enormi! eppure nessuno nn sono stati adoperati al meglio! se anziche usarli in pochi, li si fosse dati a famiglie in mezzo alla strada e attraverso qlc cooperativa che agisce in quella zone si sarebbe risolto il problema delle abitazioni, nn sono edifici piccoli anzi...

sul libro, servirebbe un azione continua per monitorare l'operato sul territorio, esempio il filadelfia, dimenticato durante le olimpiadi e nascosto a mò di scatola.. oppure il delle alpi, vediamo kuantio soldi partono adesso?per costruirlo sono partiti 100miliardi delle vecchie lire in piu..a kuesto giro? è una mia provocazione kuesta, ma nessuno ne parla.. lo stadio verrà sistemato dal comune e regalato alla juve...

grazie per aver risp.

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