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Scuola in rivolta «tagli inaccettabili»
by dal manifesto Wednesday, Oct. 18, 2006 at 11:54 AM mail:

I sindacati minacciano mobilitazioni di piazza. Verdi e Pdci: «Senza soldi per gli insegnanti non votiamo». Prodi tenta la mediazione «Troveremo l'accordo con tutte le parti sociali», dice il premier. Il 17 novembre prima manifestazione.

Una specie di doccia fredda, dopo il sospiro di sollievo tirato dal comparto scuola al varo della Finanziaria. La relazione tecnica lascia pochi spiragli di ottimismo: a ben vedere, mettendo insieme pezzetto per pezzetto, la lima del ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa taglia anche la scuola pubblica. Circa cinquantamila posti in meno, il 5% del personale in servizio. E soprattutto, nessun cambio di marcia dopo i 600 milioni di euro in totale sottratti dal governo Berlusconi. Dunque, è urlo di battaglia. Da parte di tutti: Cgil, Cisl e Uil che chiedono al governo di aprire immediatamente un tavolo di confronto, e non escludono mobilitazioni. Ma anche i partiti della maggioranza. Protestano Rifondazione, Italia dei Valori, Rosa nel pugno e Udeur. Mentre Verdi e Pdci ci vanno giù ancora più duri: se i tagli della scuola rimangono così, promettono di non votare la Finanziaria.
Scoppia il caso scuola, cavallo di battaglia della campagna elettorale. A buttare acqua sul fuoco è prima il viceministro dell'Istruzione pubblica Mariangela Bastico: «I numeri che sono circolati sui tagli sono del tutto infondati», spiegando che la cancellazione degli insegnanti specialisti di inglese alle scuole elementari non inciderà sugli organici («sono incarichi temporanei»). Stessa storia per la riduzione di quattro ore negli istituti tecnici: «motivi didattici e non di risparmio», dice Bastico (si ritiene che con meno ore di studio diminuirà la dispersione scolastica) e comunque, tiene a precisare, «una parte delle ore ridotte costituirà organico funzionale». Tanto rumore per nulla, insomma, mentre non si apprezzerebbe una manovra finanziaria che punta sulla «razionalizzazione» in vista di una «innovazione» da attuare «in tempi medi (3-5 anni)». Silenzio, però, su quanti posti saranno tagliati grazie all'innalzamento dello 0,4% degli alunni per classe. E la rivolta del mondo della scuola (un vero e proprio bottino di voti per tutti i governi) fa abbastanza paura da guadagnare, in serata, un messaggio pacificatore del premier Romano Prodi: «Alla fine troveremo l'accordo con tutte le parti sociali», ha detto, assicurando però che non cederà alla piazza.
Non fa una piega il segretario della Cgil Flc Enrico Panini: «Continuo ad essere infuriato - fa sapere - perché la scuola pubblica, quest'anno, parte con meno 600 milioni di euro. Questa è la pesante eredità a cui bisogna dare una risposta. La relazione tecnica dice esplicitamente quant'è il risparmio sulla scuola: 400 milioni di euro per il 2007 perché è calcolato su quattro mesi, da settembre a dicembre. Per il 2008, su base annua, è di 1 miliardo e 200 milioni di euro. E dove si taglia è altrettanto chiaro: sui posti e sulle risorse». Il direttivo della Cgil flc ha votato un documento molto critico sulla Finanziaria, in cui si riconoscono alcuni interventi positivi - come l'introduzione delle «classi primavera» per i più piccoli, il sostegno all'acquisto dei libri di testo o l'attenzione all'educazione per gli adulti - ma nel complesso la Finanziaria è bocciata. Segue a ruota la Uil scuola, il segretario Massimo Di Menna chiede in particolare «investimenti sul contratto, scaduto nel 2005». «Tagli inaccettabili», per il segretario della Cisl scuola, Francesco Scrima, anche lui intenzionato a pretendere un finanziamento chiaro sul contratto. «E se ne accorgono adesso? - è il commento sarcastico di Piero Bernocchi, portavoce dei Cobas - noi lo avevamo detto, e infatti scioperiamo il 17 novembre insieme all'università e agli studenti. Se i confederali se ne sono accorti ora, ben venga, si uniscano a noi».
Ma i taglia alla scuola «non vanno» anche per la sinistra Ds. A intervenire è la deputata Gloria Buffo, che rammenta: « Il paese non è fatto solo di imprenditori, ma anche di lavoratori precari e di famiglie che mandano i figli a scuola». Rifondazione sceglie di intervenire con un comunicato unitario dei due capigruppo, Giovanni Russo Spena (Senato) e Gennaro Migliore (Camera): «Il rilancio della scuola è una priorità per tutta l'Unione», sottolineano, ma lasciano intendere che il dibattito parlamentare potrebbe portare miglioramenti. Intanto, però, Verdi e Pdci mettono le mani avanti. «I Verdi non voteranno una Finanziaria che prevede tagli inaccettabili alla scuola», fa sapere il Capogruppo alla Camera Angelo Bonelli. Stessa minaccia da Pino Sgobio, capogruppo del Pdci: «Ridurre l'organico significherebbe dare un colpo durissimo alla scuola dell'obbligo».



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Titolo Autore Data
tagli alla scuola professore Wednesday, Oct. 18, 2006 at 6:19 PM
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