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Masera: l'alta velocità in Val Sangone si può fare
by Zero Tav Thursday, Oct. 19, 2006 at 12:29 PM mail:

NE' IN VAL SANGONE NE' IN ALTRI POSTI. NO TAV!

VuotoCRONACHE
Masera: l'alta velocità in Val Sangone si può fare
Replica a Parigi: «Sul percorso non decidete solo voi»
19/10/2006
di Maurizio Tropeano


TORINO. «L'ipotesi di un percorso alternativo che attraversi la Val di Susa dal lato destro delle montagne tagliando fuori Venaus per poi sbucare in Val Sangone è compatibile con il progetto originario e con i trattati internazionali firmati da Francia e Italia. È una delle soluzioni possibili che saranno valutate e studiate dall'Osservatorio guidato da Mario Virano. Parigi conosce e ha approvato le nuove procedure messe in campo da Palazzo Chigi». La puntualizzazione di Rainer Masera, capo della delegazione italiana alla Conferenza intergovernativa della Torino-Lione, arriva dopo l'avvertimento di Bruxelles - «se cambiate troppo la Francia sceglierà un altro percorso a Nord» - e i dubbi espressi da Louis Besson, capo della delegazione francese alla Cig, sul tracciato in Val Chisone. La presa di posizione dovrebbe servire ad arginare il proliferare di dichiarazioni. Il momento, però, è talmente delicato che il navigato banchiere internazionale preferisce accompagnare la precisazione con un suggerimento: «È ora di finirla con le parole gettate al vento o meglio ai mass media. Ci sono troppi brusii di fondo, troppe informazioni imprecise e incomplete che rischiano di trasformarsi in disinformazione e di creare problemi in vista di una positiva conclusione del confronto con le comunità locali».

Presidente Masera davvero c'è il rischio che la Francia cambi idea?
«Ad Udine il rappresentante del governo di Parigi ha detto chiaramente che non ci sono alternative alla Torino-Lione. Lo stesso ha ribadito il ministro Antonio Di Pietro. È evidente che la rincorsa a proporre ipotesi diverse di tracciato, per altro già scartate, ha portato la Francia a esternare la propria inquietudine. Devo dire che da questo punto di vista i nostri vicini hanno ragione».

Perché?
«E mi chiede perché? Prima la Svizzera. Poi la Liguria. Infine la Val d'Aosta. Basta! A livello internazionale serve credibilità. Dopo l'impasse di Venaus l'Italia ha deciso di riaprire i giochi: c'è un tavolo politico a Palazzo Chigi, c'è l'Osservatorio e c'è la Conferenza dei Servizi. Lavorano in stretta sinergia per arrivare a determinare una soluzione che garantisca la concertazione con gli enti locali, il rispetto dei tempi e la certezza dei costi».

Il suo collega Besson, però, spiega in caso di modifiche del progetto del tunnel di base ci vorrebbero almeno due o tre anni per completare tutte le procedure e si registrerebbe un aumento dei costi. È vero?
«La Conferenza dei servizi non ha mai approvato un progetto definitivo del tracciato internazionale. Stiamo lavorando su un piano semi-definitivo con un'analisi dei costi di servizio. Lo ripeto: l'Italia ha deciso di azzerare le procedure della legge Obiettivo individuando sedi di discussione che entro un periodo ragionevole, non è un tempo illimitato ma un po' di tempo c'è, deve individuare una soluzione».

Allora il rischio di ritardi c'è?
«Credo che qualcuno si debba ricordare che cosa è successo lo scorso dicembre a Venaus. È ora di finirla con i proclami. Se a parità di condizioni con il tracciato esistente si individuano dei percorsi alternativi meno costosi, meno impattanti per l'ambiente e socialmente più condivisi dalle popolazioni è giusto che queste ipotesi vengano valutate e approfondite. Virano sta facendo l'esploratore del territorio. Lasciamolo lavorare e lasciamo lavorare la conferenza dei servizi»

Insomma non ci sono rischi di perdere i finanziamenti comunitari?
«Le parole del vicepresidente della Commissione, Jacques Barrot, sono positive. E poi non dobbiamo dimenticare la disponibilità della Banca Europea degli investimenti al prefinanziamento dell'esercizio. Tutti stanno lavorando. Lavoreremmo meglio senza troppi proclami».

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