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Primavalle, strage firmata BR
by cicala Thursday, Oct. 19, 2006 at 2:56 PM mail:

Parla uno dei tre attentatori, ex di Potop, fuggito in Nicaragua Un nastro registrato e sottoscritto riapre il caso giudiziario del '73

Primavalle, strage f...
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"PRIMAVALLE, STRAGE FIRMATA BR"
Grillo: eravamo brigatisti in prova

Per tutti, l'immagine è quella del volto annerito di Virgilio, 20 anni, morto bruciato sul balcone di casa mentre chiede aiuto. Il rogo di Primavalle, il tragico attentato nel quartiere romano in cui morirono i due fratelli Mattei, figli del segretario locale del Msi, fu un'azione comandata dalle Br. Così sostiene Manlio Grillo, uno dei tre componenti del commando, che oggi vive in Nicaragua.

L'attentato, stando al racconto di Grillo, sarebbe uno dei primi commissionati dalle nascenti Brigate Rosse. L'ennesimo segreto di una vicenda mai pienamente chiarita emerge da una iniziativa civile presentata al Tribunale di Roma dall'ex giudice Carlo Palermo, attuale avvocato della famiglia Mattei. Le novità escono da più di 11 ore di registrazione fatte in Nicaragua dall'ex esponente di Potere operaio - e poi, secondo le sue affermazioni, delle Br - Manlio Grillo, che con Achille Lollo e Marino Clavo partecipò all'azione e fuggì all'estero. Dopo essere rientrato e aver partecipato ad attacchi armati, ormai da molti anni risiede a Managua, capitale del Nicaragua.

"Il capo era uno delle Br - si ascolta Grillo, oggi 65enne, ammettere nei dischetti che conservano la registrazione - quello che ci ha detto: fate 'sto nucleo, vediamo, e poi... Se lui sapeva di Primavalle? E come non lo sapeva? Lì veramente c'è il progetto. Noi avevamo fatto 8 attentati. Ci siamo messi d'accordo con lui: faremo questo, questo, questo. Lui controllava, ci dava i soldi".

La vicenda però ha un giallo nel giallo. Grillo, infatti, ha fissato il memoriale sul registratore con l'intenzione di farne un libro. Ad aiutarlo è stata una donna, un'italiana che per due anni ha vissuto in Nicaragua. Ma nei quindici giorni di lavoro svolto assieme, il registratore è rimasto acceso all'insaputa dell'ex br anche su avvenimenti, persone e argomenti che Grillo non voleva mettere per iscritto, svelando così inconfessabili segreti. Tutto, inesorabilmente, è confluito in nastri integri e, quindi, in trascrizioni complete, di centinaia di pagine che costituiscono adesso un pesantissimo atto di accusa contro Grillo stesso e i suoi sodali. Repubblica ha ascoltato le registrazioni ed è a conoscenza del contenuto delle trascrizioni.

Il libro non è mai stato scritto, e si è trasformato ora in un fascicolo giudiziario. La donna infatti, una volta resasi conto della gravità delle affermazioni raccolte, al ritorno in Italia ha consegnato la sua testimonianza all'avvocato Palermo, il quale, su incarico della famiglia Mattei, ha avviato un'iniziativa civile non solo contro Lollo, Clavo e Grillo ma anche contro Valerio Morucci, Francesco Piperno, Oreste Scalzone, Lanfranco Pace, Jaroslav Novak e altri. Per alcuni di loro è individuata la partecipazione alla banda armata e il favoreggiamento permanente; in particolare il fatto di aver procurato "armi, esplosivi e documenti falsi".

L'attentato avvenne il 16 aprile 1973, prima dell'alba. Secondo la ricostruzione, l'azione fu decisa per colpire il segretario della sezione Msi di Primavalle. Lollo e Clavo, con Grillo in macchina ad aspettarli, appiccarono il fuoco alla porta dell'abitazione dei Mattei con una tanica di benzina. A rimanere intrappolati, in quella scena orribile immortalata da un notissima fotografia, furono due dei figli - Virgilio, 20 anni, e Stefano, 8 - rimasti bruciati sul terrazzo mentre tentavano di salvarsi dal rogo. Lollo venne subito arrestato. Gli altri furono "coperti" da Potere Operaio, e sparirono all'estero. I tre furono condannati a 18 anni per incendio doloso e omicidio colposo.

Nei nastri Grillo accenna a Paola Pitagora come alla persona che lo accompagnò nella sua fuga in treno da Roma a Milano. L'attrice ieri ha smentito decisamente ("di Grillo conosco solo il comico. Ho la querela facile e questa persona non l'ho mai vista. Primavalle fu una pagina grave e vergognosa di questo paese"). Oggi, 33 anni dopo, quelle condanne sono cadute in prescrizione. Ma il tenore delle novità emerse rischia di riaprire completamente il caso e di consentire l'integrale risarcimento per le vittime del terrorismo. La prima udienza del nuovo processo si terrà già a fine dicembre.

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CHIAREZZA
by Anonymous Thursday, Oct. 19, 2006 at 3:23 PM mail:

Il brigatista mai preso di cui parla Grillo si chiama Roberto Gabriele, detto "il Turco", dipendente Inps, è stato poi tra i fondatori di Radio Proletaria e delle RdB ed attualmente dirige la Fondazione Nino Pasti ed un associazione di amicizia italo-libica.

E non è una novità, il suo nome compare anche agli atti della Commissione Parlamentare sul caso Moro come responsabile della primissima colonna romana delle BR, poi sciolta dopo una serie di azioni incendiarie, tutte contro fascisti, tra il 1972 e il 1973.

Comunque, dopo la vicenda di Primavalle, le BR ruppero ogni contatto col gruppo romano che prese altre strade, non armate.

Una colonna romana delle BR fu rifondata soltanto due anni e mezzo dopo, con altre persone e su tuttaltre basi.

Paola Pitagora non c'entra nulla, Grillo probabilmente si confonde, l'attrice è un'altra, anche più famosa, e leggendo le stesse registrazioni di Grillo non è difficilissimo capire chi è, essendo costei all'epoca strettamente legata a Gianmaria Volontè.

Potere Operaio era del tutto estraneo all'attentato, che comunque non doveva avere intenti omicidi ma divenne una strage per l'imprudenza dei Mattei che portarono all'interno della casa la tanica inesplosa aspettando quasi un'ora per chiamare pompieri e polizia.

Comunque i dirigenti potoppini, che non sapevano nemmeno del legame dei tre con le BR, aiutarono Clavo e Grillo nella fuga ( Lollo era già stato arrestato insieme ad altri compagni di Primavalle che non c'entravano nulla).

La responsabilità per detta fuga se la sono già presa Oreste Scalzone, Cecco Bellosi ed l'esule cecoslovacco Jaroslav Novak mentre Morucci ha scritto in un libro di aver interrogato prima dell'espatrio, pistola alla mano, Clavo per sapere la verità sui fatti.

Non si capisce quindi perchè solo Morucci e Novak figurano nell'inchiesta, perchè vi figurano Pace e Piperno che invece ne sono estranei e ne sono invece tenuti fuori i reo-confessi Scalzone e Bellosi.

Comunque Grillo non ha detto nessuna sostanziale novità ; tutto, a vario titolo, era già noto, forse semplicemente non erano mai state messe insieme notizie frammentarie, ma tutte già esistenti.

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Non dire cazzate
by Bruno Thursday, Oct. 19, 2006 at 3:37 PM mail:

E' una stronzata. Le BR si distinguevano dagli altri gruppi proprio per scegliere obiettivi collegati alla lotta di classe degli operai: all'inizio i dirigenti delle fabbriche, poi lo stato (giudici, politici, ecc.)
L'attacco ai fascisti, alle sedi del MSI e ai suoi esponenti, erano patrimonio di altri gruppi politici dell'epoca (LC, POTOP, ecc.)

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SI, ma a Roma le fabbriche non c'erano
by Anonymous Thursday, Oct. 19, 2006 at 4:03 PM mail:

Si, ma a Roma le fabbriche non c'erano.
E comunque anche a Milano le Br fecero nello stesso periodo attentati incendiari contro i fascisti, uno anche contro la macchina di Ignazio La Russa.
Le Br del "Turco" a Roma lanciarono molotov contro una casa di Junio Valerio Borghese, appunto a Fontanella Borghese, incendiarono l'auto di un sindacalista fascista della Cisnal, caporeparto all' Atac, un certo Mariani, piazzarono una piccola carica esplosiva contro la sede del Msi di Via Assarotti, a Monte Mario.
Il tutto a firma BR ma rivendicando solo con telefonate, senza far trovare volantini.
Il gruppo di Primavalle, che era in prova, usò la firma "Brigata Tanas" ( dal nome di un operaio di Bandiera Rossa ucciso nel 1946 durante uno sciopero a Primavalle) per rivendicare un attentato al tritolo contro la sede Msi di Via Svampa e l'incendio dell'auto di un certo Schiavoncin, missino di Primavalle, in Via Pietro Bembo.
Un cartello con la scritta "Brigata Tanas" fu rinvenuto anche nel cortile della casa dei Mattei, dopo l'incendio.
E il bello che fu rinvenuto da un ragazzo, abitante nello stesso lotto di case popolari e militante del Comitato di Lotta per la Casa, chiamato come testimone al processo Lollo, che qualche anno dopo sarà arrestato per azioni lottarmatiste di gruppi minori ( e nessuno ha mai incrociato nemmeno questa strana coincidenza ...)
Franceschini nel libro "Mara, Renato ed io" parla di questo strano gruppo di brigatisti romani, dedito anche ai furti e con legami con la malavita, coi quali le Br ritennero poi di rompere ogni legame.
Anche Morucci, che entrerà nelle BR solo nel 1976, parla in "Vita di un terrorista da giovame" di una "banda di capocchoni" - citazione testuale - che nei primissimi settanta avevano costituito le Br a Roma ma poi ne erano stati allontanati per scarsa affidabilità.

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Il documento con le registrazioni di Grillo
by reporter Thursday, Oct. 19, 2006 at 5:01 PM mail:

Il documento con le registrazioni di Grillo: "Dopo Primavalle
nessuno dei leader di Potere Operaio resse l'attacco mediatico".
"A capo dell'organizzazione
un uomo potente, mai scoperto"


Di seguito alcuni brani delle dichiarazioni registrate di Manlio Grillo e della sua "intervistatrice":

IL "SALTO DEL FOSSO"
"Arrivò il momento che anche a me, purtroppo, venne fatta questa richiesta di voler decidere se era il caso, se me la sentivo, di entrare a far parte della lotta armata. Ricordo molto bene che questo fu un venerdì di gennaio del '73. Io dissi di sì".

IN PROVA
"Il capo, ufficialmente, della cellula che noi formammo era Marino. Fu un formalismo perché in realtà eravamo io e Achille. Noi dovevamo salvare la faccia. Ancora non avevamo comunicato a Potere operaio che volevamo uscire, che stavamo in prova per entrare nelle Brigate rosse".

IL MANDANTE
"Altri due compagni, di cui uno è il capo effettivamente, a te lo dico, era uno delle Br, che è quello che ci ha detto "fate 'sto nucleo, vediamo e poi...". Capisci? Quello è uno grosso. Quello sta fuori. Si è salvato pure da tutte le cose delle Brigate rosse. Non ho mai capito, nessuno ha mai fatto il nome di questo. È uno potente, adesso. Già allora era potente a livello politico, potente a 'sti livelli qua, delle Br e compagnia bella. Poi, del caso Moro. Hanno parlato tutti. Duemila persone in galera, e di lui? Mai hanno fatto il nome suo. Era quello che organizzava questi movimenti proletari, Radio proletaria, era un leader carismatico, molto popolare. Capisci? Quindi, evidentemente, per rispetto.... Non è mai 'uscito' mai. Se lui sapeva di Primavalle? ... e come non lo sapeva, lì veramente c'è il progetto. Noi avevamo fatto 8 attentati. Ci siamo messi d'accordo con lui, faremo questo, questo, questo. Lui controllava, ci dava i soldi per comprare le cose. Era quello che mi dava i fiorini, marchi, faceva tutte le rapine. Anche adesso, nell'ambito della società, è rimasto proletario".

POTOP SI SCIOGLIE
"Il fatto di Primavalle fece sciogliere Potere operaio. Ci fu il congresso e si arrivò allo scioglimento, perché si inc... tutti, perché non riuscivano a controllare un c... Nessuno sopportò l'attacco mediatico attraverso la cosa di Primavalle. Valerio Morucci e Jaro Novak erano quelli che non erano più i generali, i militari, hai capito? Cioè, crollò una struttura e loro si ritrovarono in mezzo a una strada, infatti Morucci passò alle Brigate rosse".

LA RICONSEGNA DELLE ARMI
"Alessio Casimirri, appunto, che io avevo visto al volante della macchina con cui era arrivato Valerio Morucci la sera prima che io partissi, quando consegnai le mie cose, le mie dotazioni, diciamo così, tra cui la pistola, la famosa Walther PK, l'avevo consegnata a Valerio. Io ero lì con mitra, pistole, granate, caricatori. Queste l'ho ridate a lui, a Morucci, quando siamo andati dietro il carcere di Roma. La Walther gliel'ho data quella sera".

"MI HA ACCOMPAGNATO UN'ATTRICE"
"La sinistra extraparlamentare ha sempre avuto dei forti appoggi economici da attori e registi di sinistra, intellettuali, scrittori, ti posso fare un nome solamente perché è morto: Gian Maria Volontè. Tu sai che c'è un movimento fortissimo nell'elite della 'intelligenzia' italiana. Cioè quasi tutti erano di sinistra. C'era cultura e spettacolo. Insomma, i meglio. Io stesso sono stato accompagnato, quando sono andato da Roma a Milano, appunto ho detto la fuga, da Roma a Milano in treno, da un'attrice (è Paola Pitagora, si legge nel testo della trascrizione, ndr). Con tanto di collo di volpe, con i cani. M'hanno truccato con gli occhiali di vetro, con i baffi che mi cascavano da tutte le parti". Gian Maria Volontè o la Paola, dopo che è iniziata la guerra dura delle Brigate rosse... "Oh! cerca de scordarte della Paola". No, no. "Non si sa mai. Insomma, non facciamo cazzate". Dopo che è iniziata la lotta più dura, dopo che sono iniziati i morti, hanno continuato ad aiutarvi? "Sono spariti tutti. Nessuno di questi ha mai appoggiato le Br, appoggiavano la sinistra extraparlamentare".

(19 ottobre 2006)

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a proposito di stragi
by molotov Thursday, Oct. 19, 2006 at 5:23 PM mail:

Chissa' a cosa mira questa inchiesta? Forse "copre" Ciavardini, il suo arresto, il suo ruolo a Bologna?
In ogni caso, le stragi, nel nostro paese, le hanno sempre fatte i fascisti impuniti!
Si avvicina il 12 Dicembre, i fascisti sono sempre piu' presenti nel territorio e non riusciamo ne' ad agire antifscismo militante ne' a "demolire" la rilettura della nostra "altra" storia da parte dei Pansa e di infami che mercificano il propio passato militante.

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Va bè, qui c'è poco da mercificare ....
by Nino Thursday, Oct. 19, 2006 at 6:01 PM mail:

I termini delle vicenda di Primavalle erano già stati chiariti dalla sentenza d'appello degli anni ottanta ( omicidio preterintenzionale da cui poi è scattata la prescrizione che non scatta invece per omicidio volontario e meno che mai per strage) e poi dalle ammissioni di Lollo l'anno scorso.

Grillo ha solo aggiunto la storia della "prova" con le Br che peraltro era gia' stata ipotizzata mille volte e del resto pure la storia del "Turco" e quella dell'attrice famosa - che non è Paola Pitagora - non sono novità assolute.

In più oggettivamente scagiona definitivamente Potere Operaio da responsabilità diretta nell'attentato, ma solo nell'aiuto alla fuga ( e pure su questo Morucci, Scalzone e Bellosi avevano tranquillamente ammesso la cosa già da anni).

Quindi c'ha ragione chi dice che non c'è nessuna sostanziale novità - non è un caso che sta cosa l'ha pubblicata, per solo pochi minuti sulla home - page, soltanto il sito di Repubblica - gli altri l'hanno del tutto ignorata.

Quello che mancherebbe ad una definitiva chiusura della storia è l'ammissione di mamma Mattei ( il padre è morto) sul fatto che furono loro, maldestramente, a portare dentro casa la tanica inesplosa e a traccheggiare quasi un'ora, telefonando ad amici, parenti, camerati vari ( persino ad Almirante !) prima di chiamare la polizia.

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se
by come no Thursday, Oct. 19, 2006 at 6:27 PM mail:

certo si sono dati fuoco da soli...

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Non, non si sono dati fuoco da soli
by Nino Thursday, Oct. 19, 2006 at 6:42 PM mail:

No, non si sono fati fuoco da soli.

Rimane il fatto che le perizie stabilirono senza dubbio che l'incendio era partito da dentro la casa, in prossimità della camera dei due ragazzi morti.

Fu per questo che Lollo fu assolto al primo processo.

Poi lo stesso Lollo ha ammesso la sua responsabilità l'anno scorso, portò la tanica sul pianerottolo ma non riuscì ad innescarla con l'acido che gli bruciò le mani, lui e Clavo ( Grillo li aspettava in macchina) scapparono lasciando li' la tanica inesplosa.

L'incendio parti' quasi un'ora dopo dall'interno dell' appartamento e dalle intercettazioni risultarono da casa Mattei telefonate alla sezione missina, alla federazione romana del Msi, al segretario della sezione missina di Monte Mario (Domenico Franco) ad un certo Mulas ( altro missino di Primavalle), ad alcuni amici di famiglia di Casalotti, al federale di Roma ( non ricordo il nome), a casa di Almirante e solo dopo di queste alla polizia e poi ai pompieri.

E visto che erano le due di notte tutte ste telefonate si spiegano solo con la scoperta dell' ordigno che ovviamente non era ancora esploso e che realisticamente ( vedi perizie) era stato portato da loro stessi, maldestramente, all'interno dell'appartamento.

Il che non cambia certo le responsabilità morale di Lollo e c. ma la rende appunto preterintenzionale, come stabilito nel processo d'appello e poi dalla Cassazione dove i tre furono condannati a 18 anni.

La preterintenzionalità ha portato poi, dopo 30 anni, alla prescrizione del reato che non può invece avvenire per strage o omicidio volontario.

Questi i fatti, il resto è pura propaganda.

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Tra l'altro ..............................
by memore Thursday, Oct. 19, 2006 at 7:00 PM mail:

Tra l'altro proprio Manlio Grillo fu fermato per un controllo quella notte dalla polizia a Corso Vittorio, a buoni dieci km da Primavalle, pochi minuti prima che partisse l'allarme ai pompieri da casa Mattei.
Il che vuol dire che dalla fuga in auto da Primavalle di Grillo( Lollo si era recato a piedi a casa, abitava li' vicino, e Clavo aveva preso un autobus ) era passato molto tempo.
Anche questo incise molto nella assoluzione generale in prima istanza.
E si spiega solo con l'oretta circa passata dalla fuga all'allarme ai pompieri da parte dei Mattei.

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Domanda
by un* Thursday, Oct. 19, 2006 at 8:41 PM mail:

Ma il nucleo storico delle BR cosa pensava di questo tentativo romano?
A me sembra molto differente il livello qualitativo, politico e "militare" delle azioni fatte al Nord (Amerio, Sossi, Casale Monferrato per intenderci) con quello di questi emuli romani.

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però
by x Thursday, Oct. 19, 2006 at 8:56 PM mail:

Ha fatto bene Giampaolo Mattei a strappare lo striscione e a cacciarli via da Piazzale Clodio i fascisti

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Le Br .....e i "romani" ......
by Anonymous Thursday, Oct. 19, 2006 at 9:53 PM mail:

Su cosa pensavano le Br del gruppo romano è stato chiarissimo Franceschini.
Loro nel 1972/73 non intendevano aprire una colonna a Roma, volevano soltanto una struttura logistica di appoggio per preparare il rapimento di Andreotti che all'epoca stavano progettando.
Ma i "romani" non intendevano stare fermi, da cui le iniziative contro i fascisti, fatte probabilmente senza l'imprimatur dell' organizzazione.
In più questi erano veri e propri "coatti", campavano di furti, bazzicavano ambienti della malavita, addirittura avevano rubato delle statue in alcune chiese che pretendevano che le Br piazzassero al mercato dei collezionisti al Nord.
Franceschini tornò inorridito a Milano e qui le Br decisero di interrompere ogni rapporto coi "romani".
E' realistico pensare invece che le Br ignorassero completamente che la vicenda di Primavalle avesse a che fare con gente legata ai "romani".
Tutti dopo il fattaccio parlarono di esponenti di Potere Operaio e così passò la vicenda alla storia ....
Anche i brigatisti della Fiat di Torino, che pure avevano conosciuto Lollo che era stato inviato da PotOP ad intervenire ai cancelli di Mirafiori ( a Torino Lollo era pure stato arrestato per un attentato ad una sede Cisnal) e lo consideravano un inaffidabile totale, ignoravano completamente che lui avesse preso contatti con le "BR romane".

Una vera colonna romana delle Br sarà creata soltanto nel 1976, con la discesa a Roma di Moretti e Bonisoli che aggregarono un gruppo di militanti di Viva il Comunismo della zona di Cinecittà.
A questo gruppo iniziale seguirono i "Tiburtaros", gli ex PotOp della Tiburtina, alcuni autonomi di Primavalle ed infine l'intera struttura delle F.C.A. ( Formazioni Comuniste Armate) di Morucci che conflui'para para dentro la colonna romana delle Br facendole fare veramente un grosso salto di qualità numerico e logistico.

I "romani" del primo gruppo, invece, dopo la sconfessione subita dalle Br del Nord, misero in piedi, insieme ad altri, i Comitati Popolari che si occupavano soprattutto di lotta per la casa a Roma Sud, poi Radio Proletaria e le primissime rappresentanze sindacali delle Rdb, dedicandosi esclusivamente ad attività di massa senza più coltivare velleità di tipo lottarmatista.

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Scalzone su Valle Giulia .... guardate un pò chi ti nomina ...
by romano de roma Saturday, Oct. 21, 2006 at 5:30 PM mail:

Quella mattina di Valle Giulia c'erano prove tecniche del servizio d'ordine, la notte comitato d agitazione dell'università. Mi ricordo tutte le facce anche di quelli molto per bene, non so: mio cugino Petruccioli, Alberto…

E poi c'erano i cosiddetti maoisti, che erano proprio dei radical, un po' religiosi e non violenti, e poi c'eravamo Piperno, io… Franco Russo e soprattutto Roberto Gabriele. Eravamo considerati gli avventuristi che cercavano lo scontro, ma contemporaneamente non erano così chiaramente antirevisionisti, perché non si dichiaravano maoisti.

Distintivi della Roma

Comunque si decide di venire in questa facoltà che era serrata e riprendersela. Servizio d'ordine, protoservizio d'ordine, prove tecniche, dunque… grande pensata di Roberto Gabriele, tutti con il distintivo della Roma, caschetti assurdi, quelli Montedison che volarono via subito.

Ma torniamo a Valle Giulia… Insomma arriviamo, la manifestazione si ferma qua sotto, davanti alle scale.

Un gruppo di ardimentosi, capitanato da Fuksas, Gabriele e me, dice: dobbiamo entrare…

I poliziotti furbi non si facevano vedere, per cui noi facciamo di corsa quella scala lì, e quel cancello bianco, e riusciamo a entrare dentro, dietro quella porta là…

Clamoroso errore…

Clamoroso errore! Arriviamo in una quarantina dentro… lì c'è una specie di corridoio e poi c'è un'altra porta, e quando siamo dentro vediamo che dietro l'altra porta c'è un muro di celerini, una quantità incredibile e dietro avevamo i carabinieri. Rimaniamo proprio come topi, cosa che non mi piace. Come nelle rivolte di prigione, perché una cosa è la guerriglia urbana, ma una cosa è restare in trappola.

Sembrava tutto facile. Entriamo, sfondiamo, arriviamo lì, ma poi non si passa oltre. E i carabinieri arrivano da dietro.

Le storie sono stranissime… io arrivo credo su quel pianale, proprio dove è il cancello bianco, per fortuna era tutto pieno di schiuma degli idranti, e a un certo momento, io avevo una sciarpa lunga così, a una ragazza le viene una crisi di nervi. Urlando mi si attacca alla sciarpa, scivoliamo sulla schiuma, e ci ritroviamo ammaccati in fondo alle scale, passati indenni in mezzo ai carabinieri che picchiavano quelli in piedi.

Scarpe strette, eppur…

Il peggio è che avevo dormito a casa del mio amico Gigli, adesso professore di architettura, che mi aveva prestato degli scarponcini che erano due numeri più piccoli dei miei. Quindi per me Valle Giulia fu la tortura dei piedi. Perché poi, scappiamo da qua, riattraversiamo Roma, con ste scarpe… e poi ritrovo Piperno, compriamo un giornale e vediamo Paese Sera con su scritto: battaglia a Valle Giulia. E arriviamo a piazza Colonna dove io salgo su una colonna e faccio sto comizio: (perché poi faccio sto comizio? Forse perché avevo la voce forte ) "compagni, solo quattro file di celerini ci separano dai nostri nemici…". Per fortuna che c'erano Pietro Ingrao, Marisa Rodano… ci invitano al gruppo… e così si concluse quella giornata.



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ma quale "potente" ?
by Aldo Saturday, Oct. 21, 2006 at 7:35 PM mail:

Beh, francamente sostenere che Roberto Gabriele sia oggi "un personaggio potente" come dice Grillo mi pare una stronzata.
Era stato un leaderino del 68 romano, responsabile del servizio d'ordine ai mitici scontri di Valle Giulia ( ne parla Scalzone in un suo libro).
Poi, dopo l'esperienza simil-brigatista - credo tranquillamente confessata ai giudici già oltre venti anni fa - naufragata sul nascere ( se il reato è prescritto per Lollo ecc. figuriamoci per lui che non ha partecipato direttamente ad una cosa che comunque, come stabilito dalle sentenze, fu del tutto preterintenzionale e quindi senza alcuna volontà omicida premeditata), si è buttato in esperienze di quartiere, soprattutto nei quartieri di Roma Sud ( occupazioni di case, autoriduzione delle bollette ), ha fondato Radio Proletaria ( ora Radio Città Aperta ) ed è stato anche un ottimo sindacalista dei lavoratori dell' INPS, prima nella Cgil e poi nelle Rdb.
Da Radio Proletaria fu allontanato nei tardi anni ottanta per le sue posizioni filo-sovietiche e la sua attività attuale nella Fondazione Pasti o in questioni di rapporti tra Italia e Libia ( dicono sia amico personale di Gheddafi ma francamente mi sembra una stronzata) sono indubbiamente lontane da quelle di un "potente".
Ma bisogna dire che Grillo non stava facendo una testimonianza ma stava semplicemente conversando con una amica ( bella amica !) allo scopo di scrivere successivamente un libro e quindi puo' essere stato impreciso o semplicemente avere millantato un pò credito.
Sull'attrice poi si è chiaramente confuso, non era Paola Pitagora ma Carla Gravina, all'epoca moglie di Gian Maria Volontè.
Il quale, pur essendo allora consigliere provinciale del Pci, è sempre stato strettamente legato a Potere Operaio ed in particolare a Scalzone, suo amico di infanzia.
Nel 1980 sarà lui a portarlo in Francia, dove tuttora è rifugiato, con la sua barca a vela dalla Sardegna, mentre Scalzone era in libertà vigilata per problemi di salute a causa delle imputazioni nel processo "7 Aprile".

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