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resta allarme sull'art. 32 del diritto d'autore
by viviana vivarelli Sunday, Oct. 22, 2006 at 8:18 AM mail:

Resta vivo l'allarme sul decreto che sottopone ogni riferimento ad articolo di stampa a previo pagamento di una gabella agli editori, tuttora vigente, malgrado il suo stralcio dalla Finanziaria. Oltre all'impossibilita' materiale di applicarlo, esso costituisce una incredibile attentato alla liberta' del web, al diritto di informazione, alla possibilita' di fare ricerche, denunce, tesi di laurea, libri, siti, rassegne stampa, analisi...
Un decreto e' in vigore per 60 giorni, dopo di che viene convertito in legge. Dunque il pericolo non e' stato scongiurato, ma solo rimandato.

Riporto:

“La notizia l'ha data in una nota Franco Grillini, deputato dell'Ulivo: e’ quella della cancellazione di certe misure del collegato alla Finanziaria che, come ben sanno i lettori di Punto Informatico, rischiavano di creare non pochi problemi alla libera informazione in rete. Una questione talmente centrale da aver spinto la celebre associazione Peacelink a varare una campagna di informazione e protesta.

"La commissione Bilancio della Camera - spiega Grillini - ha soppresso la parte relativa all'editoria ricompresa nel collegato fiscale. Per questa parte avevo presentato un emendamento che abrogava la proposta di far pagare, a qualsiasi titolo, la rassegna stampa".

In sostanza la Commissione ha abolito l'art. 32 destinato a modificare le attuali normative sul diritto d'autore in senso restrittivo, proponendo un complesso sistema di autorizzazioni e compensi per la riproduzione parziale o totale con qualsiasi mezzo di articoli di riviste e giornali. Gli effetti sulla libera circolazione di informazioni in rete con una normativa di questo tipo avrebbero potuto essere ad ampio raggio.

"Si trattava - sottolinea Grillini - di un provvedimento non necessario, difficile da applicare e che avrebbe finito per limitare la liberta’ di diffusione delle informazioni e di circolazione delle idee".

Ma la storia di questo articolo potrebbe non finire qui. La cancellazione in Commissione fa si’, infatti, che l'argomento sia rimosso anche dal futuro dibattito in Aula. Ma esiste la possibilita’ che il Governo presenti nuovamente il testo di quell'articolo in una fase successiva, quando cioe’ decidesse di chiedere la fiducia sul collegato. La richiesta di fiducia, come noto, si traduce in un voto diretto sul provvedimento senza spazi per correzioni ed emendamenti. La speranza, dunque, e’ che il Governo prenda atto della cancellazione avvenuta in Commissione.

http://www.disinformazione.it/cancellato_pizzo_editori.htm

..

La vicenda di questo art. 32 che strozza la liberta’ di informazione, proditoriamente avanzato e proditoriamente ritirato, ha dell’incredibile ! Come dobbiamo giudicare un presidente del consiglio il cui sottosegretario si permette una tale offesa ai diritti democratici ?
Aggredire la liberta’ di informazione del web e’ una cosa gravissima, inconcepibile! Avrebbe dovuto far schizzare ogni democratico. E invece cosa accade? Non un politico insorge! Non un giornalista della stampa, ovviamente, ne parla! E’ chiaro che nessun direttore di giornale avrebbe accettato un articolo sul fattaccio, perche’ cio’ avrebbe leso l’avidita’ degli azionisti, cioe’ dei suoi padroni. Cio’ dice chiaro che l’informazione e’ tutta embedded, in mano a magnati o gruppi politici che ci fanno sapere quello che vogliono che sappiamo, possono coartare addirittura i diritti costituzionali, e con uno scippo alla Finanziaria. Ma il Manifesto, per es., e’ una cooperativa di tipografi e giornalisti...!? E dunque? Qualcuno ha letto una denuncia di questo attentato su un qualunque organo di stampa? E che attendibilita’ hanno allora tutti quanti? Sono al servizio di chi?

Solo il web e’ insorto come un sol uomo, ma chi non ha un straccio di pc e non gira in internet non sa nulla. Dov’e’ la famosa sinistra? E il defunto pensiero liberale?
Pare chiaro che chiunque metta in dubbio che su internet ci si possa formare un pensiero alternativo o critico non ha capito niente della rivoluzione del web.
Qualcuno invece lo ha capito benissimo.
Dunque restiamo in allarme. Questo decreto potrebbe silenziosamente essere convertito in legge, anche fuori dalla Finanziaria. Il pericolo non e’ affatto scongiurato. E che questo avvenga da parte di un governo di centrosinistra e’ ancor piu’ scandaloso.

Di Pietro, se ci sei, batti un colpo!

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