L'allarme tante volte lanciato ieri è diventato realtà. L'intero secondo raggio del carcere è stato evacuato in tutta fretta a causa di profonde crepe comparse sui soffitti del quarto piano.
Milano, 25 ottobre 2006 - "San Vittore cade a pezzi". Un grido d'allarme spesso lanciato, ma che stavolta è diventato realtà. Ieri l'intero secondo raggio del carcere milanese è stato evacuato in tutta fretta a causa di profonde crepe comparse sui soffitti del quarto piano.
Circa 300 detenuti sono stati fatti uscire dalle celle e trasferiti parte al carcere di Bollate e parte negli altri raggi del penitenziario milanese". "A prendere la decisione di chiudere il reparto - si legge - che ospita i detenuti comuni e quelli che hanno commesso piccoli reati di droga, sono stati gli ingegneri del Dap inviati da Roma. Una misura cautelativa dopo che per giorni la stabilità della struttura aveva dato segninon proprio tranquillizzanti.
Soprattutto se si considera che nemmeno un mese fa anche il quarto raggio era stato chiuso definitivamente perchè ormai invivibile. Il trasferimento dei detenuti è avvenuto senza particolari problemi, anche se una certa preoccupazione serpeggiava. Soprattutto tra gli agenti di polizia penitenziaria che sapevano il motivo del trasferimento, al contrario dei detenuti che ne erano per la maggior parte all'oscuro. Inoltre per facilitare le operazioni di sgombero, è stato deciso di spostare i detenuti a piccoli gruppi.
Alla fine della giornata circa 80 sono stati trasferiti con i cellulari al carcere di Bollate, mentre gli altri hanno trovato posto negli altri raggi: la maggior parte, circa 160, nei due reparti da poco messi a nuovo, il terzo e il quinto e i restanti nel sesto, quello dei detenuti protetti perchè autori di reati a sfondo sessuale o perchè ex collaboratori di giustizia o appartenenti alle forze dell'ordine.
L'allarme è scattato di mattina presto, quando i detenuti sono usciti dalle celle. Al controllo delle porte gli agenti penitenziari si sono accorti che non chiudevano più, non erano perfettamente incardinate. 'Come mai?', si sono cominciati a chiedere l'uno con l'altro. Poi, a qualcuno è cominciato a cadere l'occhio sui muri e sui soffitti. E sono apparse crepe profonde, soprattutto all'ultimo piano, il quarto. La sensazione diffusa è che stesse venendo giù tutto. Per di più sono pure cominciate a girare voci incontrollate che a livello delle fondamenta si era aperta una voragine e il panico è stato totale. Ben controllato, però, perchè la successiva evacuazione del secondo raggio, decisa dagli ingegneri del Dap è avvenuta senza nessun segnale di nervosismo.
Attualmente restano funzionati sono quattro raggi, dei quali solo due, il terzo e il quinto, sono stati completamente rinnovati nel 2000 e nel 2003. Gli altri, il primo e il sesto restano vecchi e cadenti. Così come il settimo che ospita il centro diagnostico terapeutico e l'ottavo, il raggio femminile".
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