A proposito della trasmissione annozero
Contro il trasformismo delle classi dirigenti calabresi; Se non ora quando?!
Il putiferio politico nato dopo la trasmissione “AnnoZero”, dovrebbe far riflettere tutta la società civile. Ad indignarsi per le informazioni che sono state diffuse -ma soprattutto per le scene a cui abbiamo assistito mentre il giornalista effettuava le sue interviste all’interno del consiglio regionale- sono stati “solo” gli esponenti politici, colpevoli di aver creato tutto il marciume esistente, e non gli onesti giovani e lavoratori calabresi. Vogliamo forse credere che alcuni membri del consiglio e della giunta regionale possano ancora avere la dignità di rappresentare quella grossa fetta di popolo calabrese vittima dei soprusi della malavita e dei suoi rappresentanti politici?
Pantaleoni Sergi, portavoce del presidente Loiero, ha affermato che è stata mostrata una Calabria indifesa e indifendibile. In studio però era presente un viceministro calabrese, Marco Minniti, che avrebbe potuto sfoderare tutta la sua maestria nel rivendicare una “dubbia” integrità politica e amministrativa della nostra Regione, invece di difendere miseramente a spada tratta, tra il ridacchiare degli ospiti presenti, un vicepresidente della giunta regionale e il capogruppo dei Ds alla Regione, "raggiunti" da un avviso di garanzia per truffa. E che dire poi dei corposi curricula giudiziari della stragrande maggioranza degli esponenti politici regionali?
Che dire poi dell’intervista del Governatore della Calabria secondo cui è stata mostrata,erroneamente,una criminalità troppo forte rispetto alla debolezza della politica?
E le dichiarazioni del consigliere regionale subentrato a Fortugno secondo cui il voto di scambio è una prassi consolidata e “normale”?!
Pensiamo davvero che l’intreccio politico-affaristico-mafioso sia una semplice petizione filosofica?
Non sarà forse che questa Calabria diventa inevitabilmente indifendibile?
Noi riteniamo che proprio per quell’integrità morale e politica che appartiene a tanti cittadini calabresi e, strumentalizzata vergognosamente dai nostri politici, sia ora di rifiutare con forza e pubblicamente la reale situazione di degrado istituzionale e civile in cui versa la nostra regione. In nome della dignità di chi lavora onestamente; di chi, precario, studente o disoccupato, pretende una vita dignitosa di lavoro e di servizi ma soprattutto di chi, pretende di vivere, realizzarsi e sognare nella propria terra, sgombra dalla delinquenza, dal trasformismo e dal clientelismo che ha spesso condizionato la classe politica calabrese e nazionale, sia di centro-destra che di centro-sinistra.
Perché la sinistra radicale continua a sostenere questa Giunta?
Movimento per il PCL
www.pclavoratori.it
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