Riaperta dalla Magistratura la vicenda di Giuseppe Casu
Riaperta dalla Magistratura la vicenda di Giuseppe Casu
Doveva essere finire cosi' la vicenda di Giuseppe Casu, secondo i suoi aguzzini, con la sua morte in psichiatria a Cagliari il 22 Giugno del 2006. Invece no, non é andata cosi', batti e ribatti, dopo quattro mesi, ora si é svegliata pure la magistratura, che ha accolto finalmente l'esposto presentato dai familiari della vittima. Qualcosa si muove, evidentemente, e questo non puo' che farmi piacere.
Poi, naturalmente, mi ricordo anche di tutti i poliziotti assolti perchè "hanno inciampato e gli é partito un colpo" (come quello che ha assassinato Stefano Cabiddu nel 2003) e penso che della magistratura non ci si puo' fidare.
Ci hanno messo quattro mesi ad accorgersi (e solo perche' é stato fatto un esposto) che un uomo era stato ammazzato in psichiatria. Forse sono troppo occupati a spiare gli oppositori politici, a cucire loro addosso teoremi inverosimili, ad arrestarli, a deportarli a fargli scontare mesi e anni di carcere preventivo sulla base di pseudo-indizi artefatti e risibili.
Voglio dire che non possiamo sentirci rassicurati e tirare i remi in barca ora, solo perchè la magistratura ha accolto l'esposto. Questa faccenda é troppo grave per le questioni che solleva e le responsabilita' che porta alla luce. Se non continuiamo a insistere, a dar fastidio, a mantenere l'attenzione desta con iniziative da costruire dal basso, é probabile che tutto si areni di nuovo e che la vicenda, se va bene, venga liquidata come un caso sfortunato di mala sanita'.
Invece le responsabilità sono molto piu' ampie, ci sono le politiche repressive e criminali applicate dagli amministratori, la violenza e l'arroganza praticate nella totale impunita' dalle cosiddette forze dell'ordine, il servizio di bassa macelleria prestato dagli psichiatri. La vicenda di Giuseppe Casu getta uno sprazzo di luce su tutto questo orrore, altro che mala sanità.
D'altra parte, se qualcosa si muove anche al palazzaccio, vuole dire che sino ad ora abbiamo lavorato bene, non resta che insistere. Gli assassini di Giuseppe Casu non devono dormire sonni tranquilli.
Lo pseudo chierico
PS Per completezza e per condivisione copio qui sotto un articolo in proposito apparso sul giornale di Sardegna, avviso pero' che contiene alcuni gravi elementi di disinformazione. Ad esempio:
"il decesso trova origine dal trattamento terapeutico troppo aggressivo o da un approccio clinico insufficiente?"
Cartella clinica e inchiesta interna ASL hanno chiarito che Casu non ha ricevuto alcun trattamento "terapeutico", in pratica non é stato curato per le ferite ricevute nell'aggressione-ricovero coatto. Quello che quest'uomo ha dovuto subire si chiama tecnicamente "trattamento di contenzione", non é terapeutico, non ha a che fare con nessun tipo di cure, serve solo a farti stare buono e calmo e a non rompere le scatole, consiste nella somministrazione massiccia di psicofarmaci e nell'immobilizzazione a letto mediante legatura ed é potenzialmente letale.
un'altra:
"Il 15 giugno Giuseppe Casu, con precedenti disturbi psichici, viene ammanettato ..."
E' falso, questi "precedenti disturbi psichici" se li sono inventati (o gli sono stati suggeriti). Non che ci sarebbe niente di strano o di riprovevole, ma questa é una infamia bella e buona inventata per cercare di giustificare l'aggressione.
E cosi' via ... Questa, in linea di massima, é la qualita' della la stampa isolana !
Comunque, giusto per dovere di cronaca:
Il giornale di Sardegna – 25 ottobre 2006 Santissima Trinità. Aperto fascicolo: indagini affidate al pm Giangiacomo Pilia Legato e morto in corsia Inchiesta della procura Costretto al letto per sette giorni: la magistratura vuole far luce sulla fine dell’ambulante Edoardo Pisano cagliari@epolis.sm La Procura della Repubblica ha aperto un’inchiesta sulla morte di Giuseppe Casu, il venditore ambulante di Quartu morto a giugno al Santissima Trinità, reparto di Psichiatria, dopo sette giorni di trattamento sanitario obbligatorio in cui è stato tenuto legato al letto. Dopo l’esposto presentato dai familiari di Casu tramite gli avvocati Mario Vanessa e Dario Sarigu, l’indagine è stata affidata al sostituto procuratore Giangiacomo Pilia. Alla voce indagati non corrisponde ancora alcun nome ma entro pochi giorni potrebbero esserci delle novità. UNA COSA, al momento, è sicura: l’ambulante è stato tenuto legato al letto e sotto sedativi per sette giorni. Lo ha accertato la commissione interna della Asl 8 nominata per fare chiarezza sulle cause della morte di Giuseppe Casu. Le indagini dovranno dare risposte a interrogativi fondamentali. Primo:perché Casu è stato tenuto in regime di contenzione fisica e farmacologia per così tanto tempo? Secondo: il decesso trova origine dal trattamento terapeutico troppo aggressivo o da un approccio clinico insufficiente? Le carte dicono che la morte dell’ambulante è stata causata da un’embolia polmonare. Troppo poco per i familiari e il comitato nato per chiedere chiarezza sulla morte dell’uomo. Che dal 22 giugno scorso, giorno della morte nel reparto di Psichiatria, si battono e si sbattono per tenere desta l’attenzione su un caso che da ieri è all’attenzione della magistratura. Il 15 giugno Giuseppe Casu, con precedenti disturbi psichici, viene ammanettato dopo che i vigili urbani gli vietano di vendere in una piazza di quartu. Non si capisce ancora bene come sia andata la dinamica dei fatti in questo frangente: alcuni avrebbero visto la polizia municipale agire molto energicamente per far spostare Casu. Secondo altri quest’ultimo avrebbe avuto una reazione inconsulta alla vista dei vigili andando in escandescenze. Ma a questo riguardo potrebbero esserci delle sorprese: pare che ci sia un’ampia documentazione fotografica dei momenti precedenti all’arresto nelle mani del legale della famiglia dell’uomo e che questa sia in grado di chiarire, senza lasciare dubbi, la vicenda che ha poi portato al ricovero a Is Mirrionis. Intanto lo stesso Vanessa ha chiesto la riesumazione del cadavere per effettuare le perizie medico-legali idonee a spiegare le condizioni fisiche al momento del ricovero e poi in quello della morte. Il caso di Giuseppe Casu è stato portato nei mesi scorsi anche all’attenzione del consiglio regionale e dopo quattro mesi anche la magistratura vuole vederci chiaro.
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