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LICENZIAT!A
by OperaiSociali FWD Saturday, Oct. 28, 2006 at 10:37 PM mail: operaisociali@inventati.org

NON SIAMO GIOCATTOLI

LICENZIATA

Questo recitava la raccomandata ricevuta da una lavoratrice e delegata sindacale USI dei canili comunali.

Licenziata perchè secondo l' A.V.C.P.P. (associazione volontari canile di porta portese, la onlus che gestisce il servizio) “la lavoratrice portando il proprio cane sul posto di lavoro svolgeva attività di proprio conto durante l'orario di lavoro creando un profitto personale”.

Ma non sono queste le reali motivazioni.

Simona è stata licenziata perchè era una animalista vera, infatti il cane che lei porta sempre con se, è rimasto recluso in canile per anni e solo l'amore e la passione di Simona lo hanno salvato, malato di epilessia deve ricevere terapie in svariati momenti della giornata e non può rimanere solo.

Simona è stata licenziata perchè rappresentante sindacale e protagonista delle lotte che in questi anni il comitato autonomo dei canili ha portato avanti, per la stabilità lavorativa, per una vera politica animalista, cercando di smascherare chi sulla pelle di animali e lavoratori specula effettuando giochi di potere GESTENDO MILIONI DI EURO.

Ma forse non sono neanche questi i veri motivi.

La realtà è che Simona è stata licenziata perchè in questa città e in questo paese stanno venendo meno i diritti di base di ognuno di noi.

Dai CPT just in time, tirati su e smantellati nel giro di 24 ore dentro un deposito dell’AMA, alle pistole puntate a studenti dei licei, agli occupanti di casa che per aver rotto una delle vetrine della Roma veltroniana, andando a manifestare alla festa del cinema, sono stati presi a manganellate dalla polizia. La stessa polizia che ha minacciato di arrestare noi del comitato autonomo dei canili, per aver scioperato reclamando un posto di lavoro dignitoso, senza essere costretti ogni mattina a respirare le polveri di circa 1000 metri quadri di amianto (in avanzato stato di degrado).

Simona è stata licenziata perché la giunta di Veltroni, l’imperatore, ha creato in questi anni il muro del silenzio intorno alle battaglie contro la precarietà che riguardano i servizi comunali.

Simona è stata licenziata perché l’amministrazione comunale, il consiglio comunale e assessorati espressioni della maggioranza comunale (nessuno escluso), vogliono che si vedano solo le vetrine scintillanti della mondanità e dell'apparenza e non il degrado e la ghettizzazione del cuore di questa città. Il terzo settore rappresenta il motore trainante della città, gli operatori e le operatrici sociali ne rappresentano la ricchezza viva.

Con questo comunicato chiediamo la solidarietà delle strutture sindacali e sociali di base, dell’associazionismo animalista, dei collettivi di lavoratori autorganizzati, di tutti/e quei precari e quelle precarie che vivono in un clima repressivo, dove esiste un governo di centro-sinistra che è sempre più lontano da politiche sociali e per i nuovi diritti.

Il licenziamento di Simona dimostra che in una metropoli dove tutti sbandierano il contratto a tempo indeterminato come la salvezza unica, basta non essere allineati alle idee falso-animaliste di una Cirinnà qualsiasi, o semplicemente amare il proprio cane, per essere buttati via dopo anni di lavoro. Invitiamo tutte le situazioni sindacali conflittuali, autorganizzate e di base, le forze politiche, i gruppi animalisti e le situazioni di movimento a sottoscrivere questo appello e mandare un fax di protesta con scritto “un lavoratore non è un giocattolo” ai fax del canile comunale, ai numeri 0667109573 e 0667109554 chiedendo la reintegrazione di Simona e il ritiro del licenziamento.

A questo primo appello, seguiranno delle iniziative di lotta che comunicheremo nei prossimi giorni.



* REINTEGRO IMMEDIATO DI SIMONA E DI EMMA, IL SUO DOBERMAN
* MESSA IN SICUREZZA DI CASA LUCA IN BASE ALLA LEGGE 626/94
* REVOCA IMMEDIATA DELL’APPALTO ALL’A.V.C.P.P.
* LIBERTA’ SINDACALI SUI POSTI DI LAVORO



Moreinfo: http://operaisociali.noblogs.org/archives/2006/10/

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Operatore sociale
by (((i))) Wednesday, Nov. 08, 2006 at 5:34 PM mail:

C'era una volta in un bosco, cioè una jungla sociosanitaria detta Welfare, un mostro cattivo e nero che si chiamava Diverso. Era sporco lurido spesso disonesto e lascivo, tanto che tutti coloro che vi si avvicinavano, rimanevano sconvolti da quell'essere schifoso. Nessuno se ne curava, le tv del Padrone ci mandavano a dire che non esisteva più. "Bambini non abbiate paura, il Diverso è solo un incubo comunista. C'è solo gente che non ha voglia di lavorare o, come i drogati, se le cercano."Solo poche assessore donne al sociale di giunte di sinistra lo evocavano e quando lo facevano la gente scappava terrorizzata. E spesso, se il pubblico restava ad ammirarle, loro si avvicinavano spiegando che insomma è umano come noi.
"Guardate com'è tenero il punkabbestia ha bisogno di famiglia, della nostra solidarietà." E lisciando i folti ricci cotonati che sprizzavano pulciotte giocoliere, s'arrese alla puzza svenendo, ma con grande solidarietà.Decisero allora che andava aiutato e misero in campo fior di progetti. Il bosco si fece zeppo di gente a caccia del Diverso per portarlo fuori dal bosco e nella città incantata con la speranza di integrarlo. Che volesse dire 'integrarlo', nessuno lo sa di preciso. Insomma di salvarlo. Una brava ragazza lo avvicinò per farlo biodanzare, sperando di scioglierne i blocchi; un'altra lo testò sperando di coglierne le punte antisociali e un'altra ancora cercò di ammansirlo con pastigliette elettroshockanti, perché sicuramente tutti i problemi venivano dal suo cervello strano e portato per sua natura al male. Lui, il Diverso, si sentì importante: finalmente qualcuno mi ama, non sono più solo. Andrò in gita in montagna, anche se ho gravi problemi all'anca, potrò costruire sdraie da mare, come tutti gli altri - a me non riuscirebbe, ad esempio -; diventerò produttivo infornando ceramiche e vendendole al mercatino. Sarò il ragazzo prodigio che loro vogliono. Nel centro diurno di don Euro, m'innamorerò di una di queste sante figliole per nulla fatte male e farò contenti tutti i miei salvatori.Insomma cura dopo cura, decise di uscire dal bosco e per farvela breve, fece contenti tutti gli operatori, tanto da assurgere al rango di Casosocialeandatoabuonfine. Si trattava solo di integrarlo con gli altri. Fu inserito in un ambiente protetto, con un lavoro protetto ed una fidanzata protettiva. E la mattina ufficiale (ci sono sempre mattine ufficiali) in cui s'esponevano i lavori a maglia degli utenti, prese la parola il sommo Operatore: "Il mio caso, come potete osservare, è stato risolto benissimo. Adesso il Diverso è uguale. La terapia ha funzionato". Ma il suo Ego senza orizzonti, fatto di ampie e documentate certezze, come ogni favola, era destinato a crollare. La natura selvaggia ed individualista del Diverso impresse alla riunione ben altro cammino. La terapia che avrebbe dovuto renderlo uguale lo fece ritornare, più puro e più saggio, alla sua vecchia passione. Si rese conto che scaccolandosi era felice e che nessun'altra cosa gli dava maggiore soddisfazione. Non furono dello stesso parere i Tecnici presenti che considerarono il lavoro sociale un drammatico fiasco. Invitarono perciò l'equipe a riconsiderare il progetto terapeutico e a prendersi una vacanza, perché il solo modo di aiutare quest'umile creatura era la CC. (Comunità Coatta), dove si diventa uguali per forza.Non sappiamo che fine abbia fatto il Diverso. Se sia diventato una Guardia del Corpo o sia scappato di nuovo nel suo bosco. Ci resta di lui il fetore, tanti sogni di salvezza infranti e la speranza che qualcuno, anche solo uno dei normali abbia compreso col cuore la sua Diversità.

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