la "Carta di Salerno" per una Campania a Rifiuti Zero
Premessa alla “Carta di Salerno”
Per una Campania rifiuti zero
In Campania, dopo 12 anni di Commissariato Straordinario, con lo spreco di circa 2000 miliardi di vecchie lire, si continua a vivere di straordinaria emergenza con cumuli di immondizie per le strade ed improvvisate discariche a cielo aperto, mentre i rischi di epidemie si sommano ai danni creati dall’inquinamento di rifiuti tossici seppelliti ovunque e provenienti da tutt’Italia. Il disastro ambientale creato dall’emergenza rifiuti in Campania non è dovuto ad una calamità del cielo, né tanto meno alle legittime proteste dei cittadini nei confronti di inceneritori e discariche. La vera responsabile di questo disastro è la pubblica amministrazione che, nel suo complesso, dal governo centrale fino ai singoli comuni campani, si è dimostrata colpevolmente incapace di adottare provvedimenti efficaci ed economici. Mentre in altre parti del paese, l’introduzione del porta a porta ha permesso il raggiungimento di raccolte differenziate superiori al 70%, la Campania nel 2004, faceva registrare un misero 12,1%. Oggi, in piena continuità con il piano di Rastrelli, è il centrosinistra di Bassolino e soci, sostenuto anche da rifondazione, verdi e comunisti italiani, ad essere il più convinto assertore di una politica di smaltimento dei rifiuti incentrata sull’incenerimento e la proliferazione delle discariche, lasciate gestire tranquillamente da ecomafie ed imprenditori senza scrupoli. Nonostante il palese fallimento del piano rifiuti, la rescissione del contratto con FIBE, le decine di inchieste della magistratura contro la stessa FIBE, Bassolino, Catenacci e gli altri responsabili del commissariato, nonché esponenti delle forze dell’ordine – i lavori dell’inceneritore di Acerra vanno avanti. Utilizzando, strumentalmente, emergenze create ad arte si sta permettendo a FIBE, inspiegabilmente, di continuare a costruire l’inceneritore più grosso d’Europa in uno dei territori più inquinati d’Europa. Lo stesso decreto governativo per l’emergenza rifiuti, approvato in questi giorni, assegna poteri straordinari ancora più ampi al neocommissario Bertolaso, senza mettere in discussione il proseguimento dei lavori, nonostante le 27 prescrizioni seguenti alla valutazione di impatto ambientale. La verità è che l’incenerimento è un grande businnes, e gli amministratori locali a partire dal Sindaco di Salerno De Luca, fanno a gara per metterci le mani sopra nonostante la comprovata nocività ed antieconomicità. Così mentre le ribellioni popolari vengono vergognosamente additate dai politici di complicità con la camorra, quest’ultima, grazie alle complicità politiche, continua a fare affari d’oro e le lobbies politico-finanziarie si apprestano a sedere al banchetto per dividersi un’altra enorme torta da 4,5 miliardi di Euro, previsti dal nuovo bando di gara, fortunatamente annullato per ben 2 volte negli ultimi mesi. Lo stesso ministro dell’ambiente Pecoraro Scanio, che a livello siciliano prende posizione contro l’incenerimento, a livello campano si inchina ai poteri forti, sostenendo che l’inceneritore di Acerra non può più essere fermato e va semplicemente adeguato. Come comitati popolari, realtà di base, tecnici e scienziati, sostenitori di un modello di sviluppo ecocompatibile, che si sono riuniti a Salerno il 18 e 19 Ottobre 2006, riteniamo necessario cambiare rotta ed invitiamo le istituzioni regionali, provinciali e comunali della Campania a bloccare la costruzione dell’inceneritore di Acerra e degli altri previsti ed a riscrivere in maniera partecipata con le comunità un piano dei rifiuti rispettoso della natura e della salute incentrato sulla raccolta differenziata porta a porta, il riciclo il riuso dei materiali, nonché la riduzione a monte degli stessi.
CARTA DI SALERNO “Per una Campania Rifiuti Zero”
Fondamenti di un nuovo Piano per la Gestione dei Materiali Post Consumo (MPC) in Campania.
Il Piano di gestione dei MPC (materiali post consumo) che proponiamo per la Campania e per il Paese fa proprie le migliori e più moderne scelte attuate a livello mondiale, può evitare definitivamente l’insorgere di emergenze rifiuti, garantisce bassi impatti ambientali, elevati recuperi energetici, creazione di nuova occupazione, costi contenuti.
Quelle che seguono sono le principali caratteristiche del Piano:
- Pieno rispetto delle leggi ed in particolare delle priorità previste dalle normative europee e nazionali: Riduzione, Riuso e Riciclo devono essere i destini della maggiore quantità di MPC attualmente prodotto. o di conseguenza il nuovo Piano prevede che, a livello locale e nazionale, si debba progressivamente passare dalle scelte che privilegiano lo smaltimento, a quelle che danno la priorità al riuso e al recupero dei materiali.
- Elementi cardini del Piano: o Introduzione di una politica Tariffaria, rispettosa della legge e in grado di far pagare a cittadini ed aziende l’effettivo servizio erogato o Introduzione progressiva e diffusa della raccolta differenziata a domicilio (Porta a Porta), l’unico sistema che permette di quantificare l’effettiva produzione di MPC da parte di nuclei famigliari ed aziende. o Di concerto con il governo, il Piano attiva un’energica politica di sostegno al compostaggio, al riciclo, alla riduzione dell’usa e getta, alla reintroduzione del “vuoto a rendere”. o Gestione delle fasi del ciclo realmente pubblica, a tutela degli interessi collettivi e non delle imprese di smaltimento
- Le scelte del Piano devono favorire gli interessi diffusi della comunità, in particolare: i processi di trasformazione inseriti nel ciclo di trattamento devono essere intrinsecamente sicuri e a basso impatto ambientale. o Queste sono le caratteristiche dei metodi di trattamento biologico, in particolare: § Compostaggio § Bio-ossidazione § Fermentazione anaerobica o Pertanto i materiali post consumo biodegradabili (che rappresentano circa il 60% dei MPC urbani) devono essere prioritariamente trattati con sistemi biologici a freddo, dando la priorità a sistemi integrati che favoriscano la produzione di compost di qualità. o Il recupero energetico dei MPC delle biomasse putrescibili deve privilegiare la produzione del metano con tecniche di fermentazione anaerobica o Il recupero energetico delle materie plastiche deve privilegiare la loro raccolta differenziata di qualità, finalizzata al riciclo e al riutilizzo
- Le scelte adottate, a parità di costi complessivi, devono creare il più elevato numero possibile di nuovi posti di lavoro, caratteristica intrinseca dei sistemi di raccolta “porta a porta” e delle nuove attività indotte dal riciclo e dal riuso - devono premiare economicamente le scelte virtuose dei cittadini e delle imprese: paga meno chi produce meno rifiuti.
Salerno, 19 Ottobre 2006
Comitato tecnico e scientifico: § Dr. Federico Valerio, Chimico Ambientale, Ist. Naz. per la Ricerca sul Cancro di GE § Fabrizio Bertini, Rete Nazionale Rifiuti Zero § Prof. Angelo Baracca, Università di Firenze, Istituto di Fisica § Dr. Ernesto Burgio, Medico Chirurgo - ISDE Italia (Associazione Medici per l'Ambiente) § Enzo Favoino, Gruppo di studio sul compostaggio e la gestione integrata dei rifiuti, Scuola Agraria del Parco di Monza § Raphaël Rossi, Esperto di sistemi di Raccolta differenziata porta a porta, Scuola Agraria del Parco di Monza e Forum Ambientalista § Rossano Ercolini, Rete Nazionale Rifiuti Zero
Primi Firmatari:
Rete Nazionale Rifiuti Zero Comitato ‘Carmine Iuorio 23 Febbraio’, Campagna (SA) Cobas Energia ML Salerno Provincia Bottega Equa e Solidale ‘Tutta n’ata storia’, Nocera Inferiore Presidio contro l’inceneritore del Pantano, Acerra Comitato contro l’inceneritore di Acerra Rete Ionica Ambientale Cobas Istituto Pascale (NA) Rete Campana Salute e Ambiente Greenpeace Napoli Area Antagonista Campana Cobas Basillicata
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