vi inoltro il comunicato che l'associazione 3febbraio ha scritto ormai 3giorni fa, il giorno dopo il pestaggio subito da N'Diawara. Stamattina, nell'ala detenuti dell'ospedale San Martino di Genova, c'è stata l'udienza che ha portato alla convalida dell'arresto. Succesivamente una breve manifestazione ha percorso Via Pre e Via Balbi, per poi fermarsi alla Commenda richiedendo la liberazione immediata di N''Diawara. Domani ci sarà un'assemblea alle 20.00 in cento storico.
COMUNICATO
Ieri, giovedì 26 ottobre, il clima in centro storico era teso a causa dell’ operazione massiccia dei finanzieri e carabinieri. Secondo la ricostruzione fatta da diversi testimoni, intorno alle 21.00 N’Diawara, senegalese che vive in via Prè, viene fermato sotto casa da circa 15 finanzieri, che gli ordinano di portarli nella sua abitazione. Di fronte al suo rifiuto i finanzieri non esitano ad aggredirlo nell’atrio del palazzo. Lui ha cercato di difendersi senza successo mentre al di fuori del portone vi erano diverse persone fra cui amici di N’Diawara che cercavano di entrare nel palazzo preoccupate dalle sue urla. Non riuscendo ad entrare nel palazzo in quanto i finanzieri avevano bloccato la porta, qualcuno ha chiamato i carabinieri sperando che interrompessero il pestaggio. N’Diawara è stato ricoverato ieri sera all’ospedale Galliera dove gli sono state diagnosticate varie lesioni, fra cui un trauma cranico. Stamattina è stato trasferito all’ospedale di San Martino. Nell’esprimere la nostra solidarietà a N’Diawara per quanto gli è accaduto affermiamo ancora una volta la nostra indignazione di fronte all’ennesimo episodio di violenza da parte delle forze dell’ordine verso gli immigrati e non solo. Con molta probabilità N’Diawara subirà un processo per resistenza a pubblico ufficiale mentre verso i finanzieri non sarà preso alcun provvedimento, non saranno fatte indagini, nessuno risulterà colpevole dei pestaggi. (come il G8 insegna!!!) Non è la prima volta che come associazione veniamo a conoscenza e denunciamo atti di violenza da parte delle forze dell’ordine durante i controlli fatti ai fratelli e sorelle immigrati, emersi anche in processi giudiziari che abbiamo seguito ma che non hanno portato a nulla. Ribadiamo con forza la necessità di una rete di solidarietà, in particolare nel centro storico, dove immigrati, italiani, giovani, studenti, associazioni, tutti i cittadini uniti si impegnino per costruire una società aperta libera e solidale.
Lunedì 3011
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