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Il 4 Nov gli Universitari di Palermo a Roma battendo i tempi della metrica precaria...
by Collettivo Universitario Autonomo - Pa - Wednesday, Nov. 01, 2006 at 10:19 AM mail:

tutti a Roma il 4 Novembre

NO AI TAGLI ALLA RICERCA
NO ALLA PRECARIETA’
NO ALL’UNIVERSITA’AZIENDA

In questa società la possibilità di studiare non e' più da tempo un diritto di tutti ma un privilegio per pochi. Negli ultimi dieci anni abbiamo assistito allo smantellamento dell’istruzione pubblica a favore di quella privata che ha determinato sempre in maniera maggiore una selezione di classe nell’accesso al sapere. L’aumento vertiginoso delle tasse, l’introduzione nella maggior parte dei corsi di laurea dei numeri chiusi , gli obblighi di frequenza che tagliano fuori dalla possibilità di andare avanti nel percorso formativo gli studenti-lavoratori, l’aumento vertiginoso degli affitti per i fuori sede (una stanza singola fino a 250euri), l’aumento delle tariffe per accedere alle produzioni culturali ( teatri, cinema, musei, concerti), per noi studenti, la precarietà e’ diventata ormai una condizione esistenziale con la quale ci troviamo a fare i conti tutti i giorni. Nel mondo Universitario la selezione nell’accesso al sapere fa rima con l’esasperato sfruttamento della forza-lavoro studentesca: STAGE-FORMATIVI, MASTER, APPRENDISTATO, sono nuove tipologie di contratto di lavoro che consentono alle imprese, dopo le riforme Biagi/Moratti, di utilizzare il lavoro degli studenti pagandoli una miseria o addirittura non pagandoli. La nostra vita da Precari e’ piena di bisogni materiali ed immateriali che non vengono per niente soddisfatti da una società ed un sistema politico-economico (il capitalismo) che si fonda sul profitto di pochi e sulla condizione di precarietà di molti. Il governo Prodi nella nuova finanziaria sembra mantenere inalterata la politica dei sacrifici , delle tasse , dei tagli all’ università , alla ricerca scientifica ed ai servizi sociali. Dopo una campagna elettorale spesa citando più volte le leggi Moratti, Bossi-Fini e Biagi, come leggi da abrogare o comunque da stravolgere in direzione di una maggiore tutela degli studenti , dei ricercatori , dei migranti e dei precari, la maggioranza di centro-sinistra con la nuova finanziaria conferma le linee guida del governo Berlusconi in politica economica come in politica estera, scegliendo la strada delle missioni neo-coloniali all’estero (vedi missione in Libano), la strada delle privatizzazioni e delle liberalizzazioni (decreto Bersani) la strada dei finanziamenti a pioggia, sgravi fiscali ed incentivi a fondo perduto per le imprese come unica via per lo “sviluppo”. Nessuna soluzione viene prospettata per il Meridione e per una regione come la Sicilia che ha evidenti problemi strutturali tra i quali, la mancanza di una seria politica industriale , infrastrutturale e di valorizzazione del lavoro. che potrebbero essere recuperati soltanto con un massiccio investimento sull’ innovazione e la ricerca scientifica , che invece, dopo la beffa del ddl Moratti che mortifica ed allinea alla precarietà generale anche la figura del ricercatore come del resto dei lavoratori del paese. con questa nuova Finanziaria targata Prodi, subisce ulteriori tagli e non risolve l’incertezza dei contratti dei ricercatori.
In tutta Italia in questi mesi gli studenti , i ricercatori precari e i lavoratori precari di tutti i tipi si stanno mobilitando per arrivare alla grande manifestazione del 4 Novembre a Roma per protestare contro il processo di privatizzazione e precarizzazione del lavoro e del mondo universitario. Pensiamo che il 4 Novembre sia un importante appuntamento se ci uniamo tutti per costruire un movimento studentesco che sappia opporsi con determinazione alla precarietà. I compagni e le compagne del Collettivo Universitario Autonomo di Palermo aderiscono allo spezzone dei Precari e delle Precarie per il reddito garantito.

COSTRUIAMO L'OPPOSIZIONE SOCIALE!



Collettivo Universitario Autonomo - palermo
http://www.ecn.org/excarcere

Per info e adesioni per il treno speciale del 3 novembre ore 16 stazione centrale per andare a Roma contattaci : tel. 3209504193 - 3408341482



*********** Appello dei Precari@xilreddito***********

Il 4/11 oltre il 4/11

Serve una metrica precaria per aver una misura
concreta del presente

Se noi, precari e precarie, potessimo prendere le
distanze lo faremmo innanzi tutto dalla condizione di
vita che ci impongono, non solo dai governi più o
meno ‘amici’.
Il nostro metro di giudizio sono le paghe da fame, i
diritti negati, sul posto di lavoro come nel sociale,
i ricatti che vengono camuffati come nuove forme di
opportunità e flessuosa libertà.

Il 4 Novembre è stata convocata una manifestazione
nazionale contro la precarietà che non parla la lingua
dei precari ma si esprime con l’insistenza rumorosa di
chi alza la voce per far dimenticare le proprie
responsabilità nella creazione e nel consolidamento
della precarietà.

In un’ epoca triste non è sufficiente un cambiamento
di rotta per determinare una meta differente ed accade
sempre più spesso che la buona volontà dell’equipaggio
sociale si confonda con la lingua biforcuta del suo
co/mandante istituzionale.

Ma non sono solo la rotta e la meta a distanziarci;
abbiamo anche ritmi diversi!
C’è un ritmo lento, ambiguo ed opportunista che non ci
rappresenta ed uno veloce, impaziente e desideroso di
novità che ci appartiene intimamente perchè parla
della nostra vita.

Il ritmo lento di ‘Stop precarietà ora’ parla
dell’abrogazione delle tre leggi simbolo del Governo
Berlusconi, come se non fossero passati ormai i cento
giorni del governo Prodi e la sua finanziaria,
come se non fossero già emersi da tempo chiari segnali
di siderale distanza tra le promesse della campagna
elettorale e le scelte di governo di queste ultime
settimane.

Insomma, l’obiettivo sembra essere quello di agitare
(all’interno di una partecipazione plurale - ci sono
i movimenti! - e dietro il paravento di una scelta a
prima vista plausibile – tempo indeterminato per
tutti!) proposte e rivendicazioni che a ben vedere,
tolti i paroloni a progetto, non solo sono compatibili
con la logica dell’attuale governo, ma risultano anzi
determinanti per la costruzione di un orizzonte poco
praticabile sul piano contrattuale e vertenziale
-vedi Accordo Atesia-.

Un ritmo lento ma che soprattutto si rifà al passato,
restauratore di una realtà che non esiste più e che,
in verità, ci piaceva comunque poco.
La precarietà infatti, è la normalità della nostra
vita, un elemento che ci accompagna 24 ore su
ventiquattro, nel tragitto da casa al lavoro e
viceversa, da quando bisogna pagare le bollette a
quando si va a fare la spesa, da ogni dannata mattina
fino alla più sofferta speranza in un lavoro di merda
qualsiasi, nel tentativo testardo e certosino di
determinare una propria idea di futuro.

La precarietà non è solo una questione contrattuale ed
è anche per questo che una nuova civiltà fondata sui
diritti indeterminati del contratto stabile non è più
possibile.
Questa lettura non ci fa distratti, lontani o meno
convinti della necessità di puntare alla
stabilizzazione là dove è possibile, ci fa rivendicare
però la necessità di cogliere altre esigenze e
un’altra realtà.

Vogliamo parlare dell’estensione dei diritti a tutte
quelle figure escluse dalle tutele del lavoro
tradizionale, per definire un ambito di cittadinanza
oltre la sfera lavorativa, per contrastare il ricatto

senza la paura di confrontarsi con le trasformazioni
reali del mercato del lavoro e delle imprese, e quindi
anche di essere in grado di dotarsi di nuovi strumenti
come il reddito
garantito per tutt*.

La metrica dei precari è l’unica unità di riferimento
e il suo ritmo parla con i nostri linguaggi.

Questa metrica narra la nostra vita e la
determinazione di cambiarla e, con naturalezza, marca
la distanza con chi pensa di spacciarci il passato
come possibile futuro.

La nostra immaginazione costruirà uno spazio in quel
corteo che farà della comunicazione sociale il suo
punto di forza.

Il 4/11 è un giorno ma non è ‘Il giorno’, noi staremo
dove stanno i nostri compagni e le nostre compagne,
le nostre sorelle e i nostri fratelli, migranti o
nativi.

Il mondo è cambiato. Il mondo, momentaneamente in mano
all’impresa, è invece dei precari e delle precarie.

Serve una metrica precaria per definire un'idea
av/vincente del futuro


Precari e precarie per il reddito garantito

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