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OAXACA COLPITA AL CUORE , RESISTE
by WWW.SELVAS.ORG Wednesday, Nov. 01, 2006 at 3:41 PM mail:

3MILA MAESTRI del MICHOACAN in SCIOPERO- Gli zapatisti (EZLN) bloccano strade e comunicazioni terrestri in Chiapas - Sciopero generale il 20 novembre

Oaxaca colpita al cuore


Per Selvas.org Tito Pulsinelli





Le foto di questo servizio sono tratte da http://www.asambleapopulardeoaxaca.com e sono riferite alle barricate dei cittadini di Oaxaca in rivolta contro il governatore
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:: APPO ::

"L'ordine e la pace sociale regnano in Oaxaca". Queste ciniche parole profferite dal Presidente messicano Fox, con la menzogna aggiuntiva che il tutto era stato eseguito in modo "pulito", senza ledere alcun diritto, suggellavano l'occupazione militare del centro urbano della città di Oaxaca.

Il prezzo è stata l'uccisione di 4 persone -tra cui un bimbo- la detenzione di 67 cittadini illegalmente rinchiusi in una base militare dell'esercito messicano, le violente incursioni in numerose case di attivisti, e la scomparsa forzata (desaparecidos) di Rosa Anastasia Martínez, Jesús Canseco García, Alberto Hernández Calvo, Mauro Arturo Mogozan García, Eusebio Mendoza Sabines, Javier Mateo Calderón, Mamerto García Magaña, Abdón Aguilar, Cenobio Girón Pablo, Raymundo Gómez Martínez, Juan Manuel Ortiz González, Alberto Miguel Guadalupe, Apolinar Noriega, Alejandro Alcántara González y Teodoro López Gutiérrez.

L'Alto commisionato dell'ONU ha condannato la violenta occupazione di Oaxaca, segnalando "l'llegalità delle irruzioni nelle case di cittadini, la negazione dei diritti alla difesa, e la scomparsa di 19 persone.." Più netta è stata la denuncia di Amnesty International.

La repressione, però, non ha dato i frutti sperati: i negozi rimangono chiusi, le scuole non hanno ripreso le attività, tutte le banche sono chiuse, il commercio è fermo. Il movimento di lotta, APPO (Assemblea Popolare del Popolo di Oaxaca), di fronte a quel che definisce uno "stato d'assedio e sospensione delle garanzie costituzionali" de facto, ha ceduto il controllo del centro urbano, ha perso le radio che manteneva occupate, ma non è stato sbaragliato.

Ha fatto un passo indietro, sta ricomponendo le fila, e ieri ha dato vita a ben tre manifestazioni, tutte convergenti verso il centro della città occupato militarmente, mostrando di mantenere l'iniziativa, e di conservare vitalità e combattività. Inoltre, la APPO non è isolata: hanno fatto male i calcoli quanti ritenevano che si trattava di un fuoco facilmente spegnibile.

Nella regione meridionale del Michoacan, 3000 mila maestri marciano verso Oaxaca, dopo aver iniziato uno sciopero a tempo indefinito, che paralizzerà 10000 scuole.

Gli zapatisti (EZLN), a partire dal primo di novembre, bloccheranno tutte le strade e le counicazioni terrestri in Chiapas, dove numerose organizzazioni stanno conformando l'Assemblea Popolare del Popolo del Chiapas.
I blocchi stradali si moltiplicheranno, in modo flessibile, in ogni angolo del Messico, con modalità e durata determinate dai vari movimenti, in base alla loro forza e all'opportunità politica.

Con un inspiegabile ritardo, ieri Lopez Obrador ha finalmente condannato l'operazione repressiva in Oaxaca, e la base del Frente Amplio ha manifestato a Città del Messico per fermare la repressione.

Il ricorso alla forza deciso dal governo di Fox sull'agitata scacchiera di Oaxaca, non è decisivo e non risolve nessuno dei gravi problemi per i quali si sono battuti con coraggio i suoi cittadini negli ultimi sei mesi.
L'assurda inamovibilità di un governatore ripudiato ed esecrato, ora macchiatosi di sangue, è il preambolo dogmatico per sancire l'intangibilità assoluta del potere fortemente questionato del futuro Presidente Calderon.

L'utilizzazione dell' esercito nella repressione in Oaxaca, segna una tappa di non-ritorno. E' il preludio alla illegalizzazione della disobbedienza civile e delle proteste popolari contro una destra cha ha rapinato la massima carica istituzionale, e punta a trasferire alle multinazionali l'ultimo bene strategico della nazione messicana: il petrolio. .

Quel che sta succedendo, invece, è che c'è stata un'accelerazione nei preparativi per lo sciopero generale del 20 di novembre. A questo punto, pochi possono dire con certezza quale sarà il clima sociale dell'1 di dicembre, quando Calderon assumerà la Presidenza.


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