Nell’ambito delle iniziative culturali promosse dal GRIDAS (Gruppo risveglio dal sonno) a Scampìa, lunedì 6 novembre 2006 alle ore 18:00 presso la «Casa delle Culture “Nuvola Rossa”», sede del GRIDAS, sarà presentato il libro di Antonio Rabinad “La suora anarchica”, Edizioni Spartaco, 2006.
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COMUNICATO STAMPA
PRESENTAZIONE LIBRO “LA SUORA ANARCHICA”
Nell’ambito delle iniziative culturali promosse dal GRIDAS (Gruppo risveglio dal sonno) a Scampìa, lunedì 6 novembre 2006 alle ore 18:00 presso la «Casa delle Culture “Nuvola Rossa”», sede del GRIDAS, sarà presentato il libro di Antonio Rabinad “La suora anarchica”, Edizioni Spartaco, 2006.
Al dibattito di presentazione interverrà, insieme all’autore, Felice Trenca e saranno proiettati spezzoni dal film “Libertarias” tratto dal romanzo.
GRIDAS – Casa delle Culture “Nuvola Rossa”, Via Monte Rosa 90/b, Ina Casa, Scampìa, Napoli.
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La suora anarchica di Antonio Rabinad
Nel 1936, in Spagna, e più precisamente in Aragona, all'ombra della colonna Durruti, si produsse un evento senza precedenti nella storia dell'umanità: la materializzazione dell'utopia. La storia e la leggenda si incrociano nelle pagine di Antonio Rabinad, attraversate come in un sogno da Hemingway e Malraux, Durruti e Francisco Franco, ma anche da prostitute e preti imboscati, e soprattutto da Juana de Azcárate, la suora anarchica, e dalle sue amiche miliziane. Il mondo chiuso di Juana, una giovane monaca che ha trascorso l'adolescenza in convento, va in pezzi allo scoppio della guerra civile. Con l'obiettivo di passare il fronte, Juana si incorpora al gruppo anarchico Donne Libere, composto da operaie e prostitute riscattate dalla rivoluzione, intenzionate a raggiungere a tutti i costi il fronte di Aragona per combattere al fianco di Durruti. Accompagnando le avventure di questa eterogenea compagnia - da un paese dell'interno della Catalogna alla Barcellona vittoriosa sui militari ribelli, fino alla campagna aragonese bruciata dal sole -, Rabinad descrive il breve momento, a metà tra l'euforia e il disordine, in cui i poveri e i diseredati si ritrovarono in alto e i ricchi e i potenti in basso. Un nuovo ordine, che i dirigenti stalinisti prima e le truppe di Franco poi revocheranno con le armi, impegnandosi più tardi a cancellare quegli eventi dalla memoria della società spagnola.
“La suora anarchica” - che è anche un film di Vicente Aranda - è innanzitutto un libro di dialoghi: secchi, ironici, taglienti, che punteggiano incontri e separazioni della giovane suora, proiettata suo malgrado oltre le mura accoglienti di un convento di paese; Rabinad delinea un paesaggio in continuo movimento, che corrisponde alla situazione instabile di una rivoluzione in atto, inserendo nella narrazione frammenti di lettere e monologhi, immaginarie testimonianze d'archivio e relazioni ufficiali, fino a “inediti” reportage, permettendo in questo modo ai personaggi della Storia, con i loro caratteri ben riconoscibili - l'entusiasmo infantile di Malraux, lo scetticismo pragmatico di Hemingway, la disperata volontà di Durruti - di entrare sulla scena e mischiarsi ai protagonisti del romanzo.
Antonio Rabinad (1927), nasce a Barcellona da famiglia aragonese. Con il primo romanzo, “Los contactos furtivos”, vince il premio “Internacional de Novela” nel 1952. Il libro viene proibito dalla censura franchista. Qualche anno dopo si trasferisce in Venezuela, dove vivrà per alcuni anni. Nel 1967 riceve il premio “Ciudad de Barcelona”. Nel 1983 pubblica “Memento Mori”, considerato dalla critica “il grande romanzo della Barcellona della guerra e del dopoguerra”. Rabinad fa parte della generazione della cosiddetta Scuola di Barcellona (Carlos Barral, Jaime Gil de Biedma, Juan Marsé, ecc.). Collabora con il regista Vicente Aranda, scrivendo le sceneggiature di tre film: Libertarias (1996), Tiempo de silencio (1986) e Las crueles (1969). Ogni domenica mattina Antonio Rabinad vende libri di seconda mano nel mercato di Sant Antoni, a Barcellona.
“Rabinad è uno degli scrittori che meglio ha saputo riflettere le conseguenze della guerra civile spagnola”. Carme Riera su El Pais
“Rabinad è uno scrittore che ricerca, esplora e si ostina a fare le cose in un modo proprio, e per tanto difficile”. Jordi Garcia su El Pais
“Rabinad, con il suo aspetto di vecchio lupo di mare, sembra appena arrivato dall'isola dei dimenticati, in questo oceano agitato che è la storia ufficiale della letteratura”. Xavier Ayén su La Vanguardia
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