Contro ogni degrado sociale “la lotta continua…”
La questione universitaria Bolognese, ancora una volta, dopo anni di lotta è una delle priorità che caratterizzano il sistema di amministrazione e gestione della cosa pubblica nel Bolognese. Il tempo trascorre, ma le soluzioni tardano ad arrivare o nei peggiori dei casi quelle che vengono proposte sono solo frutto di politiche di repressione sociale. Gli studenti universitari di Bologna, quasi 100.000, sono solo una risorsa prevalentemente economica per la città di Bologna, e non una risorsa, come dovrebbero essere, sociale culturale; anzi sono considerati un “problema”. Per una buona fetta di Bolognesi gli studenti universitari sono bravi….solo quando arricchiscono i proprietari con i loro affitti in nero, con gli affitti carissimi, sopra la media nazionale, quando arricchiscono le tasche di chi gestisce per esempio la mensa universitaria,che da servizio pubblico è divenuta un “supermarket del profitto”. Anziché favorire un processo di integrazione studente-cittadino di Bologna, si è andati volutamente in tutt’altra direzione. Bologna è una città dove è difficile riuscire a proporre piazze tematiche,dove addirittura nel mese di luglio la piazza centralissima universitaria quale piazza Verdi, è stata vietata per lo svolgimento di iniziative di carattere politico informativo, alla faccia della liberta del diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero, della libertà di espressione, che in questa società sembra essere sempre posta in secondo piano rispetto agli interessi dei potentati burocrati che amministrano il nostro paese, la nostra città. Questa è democrazia? Ognuno tragga le proprie conclusioni… Zona universitaria che sembra essere divenuta una zona “rossa”, piena di telecamere inutili, utilizzate non per reprime reati come lo spaccio, ma per reprimere i compagni che praticano il volantinaggio, l’attacchinaggio, per combattere chi vuole fare arrivare alla massa la vera voce , la vera informazione, la controinformazione, si vuole reprimere chi non soggiace alle logiche sporche perverse della burocrazia politica, verso la quale si sono piegate da tempo tutte le associazioni universitarie di Bologna. Il movimento universitario, quello vero, quello genuino, quello costituito dai collettivi auto-organizzati, dalla rete, a tutte quelle realtà e individualità che credono in una società diversa, che attuano lotte di resistenza sociale, che combattono la istituzionalizzazione delle lotte, il compromesso politico, che non si mischiano con i finti-pacifisti, con le marionette dei partiti borghesi, che si ribellano alle violenze e ai soprusi di questa società dove i diritti basilari della costituzione figlia della resistenza e del sangue dei partigiani difficilmente sono rispettati e garantiti; bene, questo è il movimento da sostenere! Il movimento costitutivo per il partito comunista dei lavoratori si schiera con chi non accetta compromessi, con chi non si reca dal sindaco sceriffo di Bologna, ringraziandolo anche, per concertare le situazioni che perseverano nella zona universitaria. Quale concertazione? Con chi? Con chi ha disposto le forze dell’ordine davanti all’entrata del Comune elargendo manganellate a chi voleva pacificamente dimostrare il proprio dissenso sulla non politica Bolognese, nel luogo ove dovrebbe essere rappresentata la “cosa pubblica”? E’ una vergogna!!! I problemi che vivono gli studenti sono vari, affitti in nero, caro vita, diritto allo studio non garantito specialmente per chi è studente lavoratore a causa del sistema dei crediti che caratterizza il sistema di gestione delle borse di studio dell’arstud, trasporti carissimi, repressione e militarizzazione dei luoghi di ritrovo degli studenti. Bologna è sempre stata una città importante per l’affermazione delle politiche sociali, ma da qualche anno ha fatto bruscamente retromarcia, a ciò ha contribuito anche, per quel che riguarda lo stato di coscienza sociale degli studenti universitari, la riforma del 3+2 che ha fatto in modo ,a causa dei ritmi di studio che impone, di frenare e limitare il tempo extra studio degli studenti, l’attività sociale degli stessi, perché se non si rispettano detti ritmi si è automaticamente tagliati fuori dal mondo del lavoro precario. L’ università di Bologna, non ha perso tempo ad attuare tale disastrosa riforma. Occorre continuare a lottare, a resistere, attuare pratiche di autoriduzione dell’affitto, della mensa, dei trasporti, collettivizzare le lotte, sostenere quei collettivi, gruppi, che non soggiacciono alle logiche sporche del potere burocrate di questa società. Le parole d’ordine non possono che essere le seguenti : lottiamo per una università pubblica, accessibile a tutti e per tutti, per un diritto allo studio effettivo vero, per un non sfruttamento dello studente, per l’affermazione della libertà di espressione, contro ogni degrado sociale, contro la militarizzazione degli spazi frequentati dagli studenti, per l’apertura serale dell’università, per il trasporto gratuito per le fasce deboli, contro gli affitti in nero, contro la precarietà della ricerca e dei ricercatori, per una politica concreta, effettiva ed efficace contro il degrado della zona universitaria.
Movimento costitutivo per il partito comunista dei lavoratori Bologna marcusbarone@yahoo.it
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