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Tavolo Istituzionale di Palazzo Chigi del 9/11/06
by notav sarà dura Saturday, Nov. 11, 2006 at 6:10 PM mail:

da assembleapermanente

Tavolo Istituzionale di Palazzo Chigi del 9/11/06

Nota introduttiva di Mario Virano





Premessa

L'odierna riunione del "Tavolo Istituzionale" segue quella deI 29 giugno, la prima dopo le elezioni e l'insediamento del nuovo Governo. Successivamente è stata istituita la figura del Commissario Straordinario, che presiede anche l'Osservatorio, per rafforzare e unificare l'interlocuzione con il territorio, nominando nel ruolo il sottoscritto che, in tale veste, propone la presente nota articolata in sette punti.



E qui cominciano i problemi: il commissario straordinario (cioè Mario Virano) che per missione deve darsi da fare per "fare" la Torino/Lyon è anche il "presidente" dell'Osservatorio che dovrebbe essere, invece, una figura "super partes" che coordina un gruppo di lavoro che ha come priorità quella di verificare se l'opera è necessaria e quindi se l'opera deve o non deve essere fatta e come deve essere fatta (nel secondo caso). Un lampante caso di incompatibilità intrinseca per i due ruoli. Non solo, ma il doppio ruolo renderà ingovernabile il personaggio (che tende già oggi a strasbordare) infatti cambiando la giacchetta (sono il commissario straordinario oppure sono il presidente dell'osservatorio) avrà il diritto di fare, dire e partecipare come vuole mischiando, ad arte, i due ruoli per confondere le acque e l'interlocutore.







1. Sintesi degli avvenimenti istituzionali

Nei tre mesi (escluso agosto) che separano questa riunione dalla precedente, sono avvenuti molti fatti importanti proprio a seguito delle decisioni e degli orientamenti assunti in quel primo incontro:

- è stata formalizzata la trasformazione del "Tavolo" da luogo di incontro politico episodico, in sede istituzionale di confronto periodico (inducendo anche gli EE.LL. a stabilizzare la loro rappresentanza nell'organismo, a valle di un autonomo, importante, confronto interno);

- è stata decisa e sollecitamente attuata l'uscita del "Progetto Torino-Lione" dalla "Legge Obiettivo" con il conseguente suo incardinamento in quella che si conviene definire come "procedura ordinaria";

- è stata, pertanto, formalmente aperta la "Conferenza dei Servizi" che ha avviato i suoi lavori riunendosi già due volte;

Nel frattempo la Commissione Intergovernativa ha consentito di condividere con i partners francesi non solo le problematiche, ma anche le decisioni e i processi avviati, attenuando così le legittime, persistenti, preoccupazioni presenti oltralpe e in sede comunitaria.

Va altresì osservato che la CIG ha assunto tra le altre alcune fondamentali determinazioni operative tra cui:

- l'attivazione del gruppo tecnico misto per elaborare proposte di disincentivazione del traffico merci su gomma e quello per la previsione del fabbisogno finanziario da inserire nel progetto di bilancio della Commissione Europea per il periodo 2007-2013;

Sarà interessante vedere come reagirà la lobby degli autotrasportatori e dei padroncini.



- l'interessamento della Banca Europea degli Investimenti.

Certo, le banche i soldi li prestano senza garanzie e la Banca Europea degli investimenti non sa leggere le previsioni di redditività.



Dunque l'odierno scenario è assai diverso, anche per gli strumenti messi in campo per strutturare il dialogo, rispetto a quello di un anno fa caratterizzato da un clima di incomunicabilità e di conflitto.

Dedurne ottimistiche conseguenze sarebbe avventato; sarebbe però miope non vedere le novità che stanno emergendo e che rendono plausibile l'avvio di un serio confronto sui problemi, a partire dai due cardini sintetizzati dal Sottosegretario On. Letta in conclusione della riunione dei 29 giugno:

- che il Corridoio V passa in Val di Susa e che deve essere garantito uno standard ferroviario omogeneo con quello mediamente adottato per la rete europea dei Corridoi.

La relazione di Ferrentino sull'incontro riporta che:

- "Dichiaro (Ferrentino - ndr) di non condividere alcuni passaggi della relazione Virano in particolare su: Indispensabilità corridoio 5 così definito;"

- (.)

- "l'A. D. di RFI, Ing. M. Moretti (.)" afferma che "per standard europei si intende la possibilità di dialogo tra il sistema ferroviario dei diversi stati europei."



2. Evoluzione del contesto politico-sociale

Qui Virano ha copiato spudoratamente dall'analisi del SISMI pubblicato sulla rivista "GNOSIS Intelligence" (http://www.sisde.it/Gnosis/Rivista8.nsf/ServNavig/9 ), biricchino..

L'ostilità al progetto LTF/RFI ha radici diffuse nell'opinione pubblica dei territori attraversati ed il ricorso alla forza, nel dicembre 2005, ha dato basi di massa al movimento in Val di Susa unificando, sotto le bandiere "NO TAV", almeno quattro componenti:

- un'opinione pubblica dubbiosa, inquieta e non adeguatamente informata sulle questioni di suo primario interesse (salute, danni, benefici, tempi, etc.). Non è difficile comprendere come, in presenza di questi nodi irrisolti, molti cittadini abbiano optato, nel dubbio, per una posizione negazionista, considerandola la più cautelativa.

- La componente istituzionale, costituita dai sindaci e dagli amministratori in genere, che hanno "cercato alleanze" per supportare il proprio peso politico nell'interlocuzione con i soggetti forti operanti sul territorio (quali sono i "soggetti forti operanti sul territorio" a cui si riferisce Virano? I parroci? I docenti universitari? Il sindacato? I partiti valsusini? I comitati? Gli elettori?) , non rinunciando però mai ad una essenziale funzione di cerniera.fra le comunità locali e lo Stato, nonché fra lotte e legalità.

Qui insapona i sindaci. Fate attenzione, nella miglior tradizione della sua indole, Virano, in questa relazione insapona un po' tutti per tenerseli buoni tutti: perfetto cerchiobottista di tradizione dorotea.

- Vari movimenti antagonisti di differente ispirazione: da posizioni specificatamente ostili a "quel" progetto, ad altre che hanno assunto il "caso Valle di Susa" come una delle molte occasioni di "no" ad un modello di sviluppo e ad un assetto sociale non condivisi.

I famosi anarco insurrezionalisti valsusini di pisaniana memoria.

- Un ampio spettro di intellettualità, anche di alto profilo, (bontà sua) che hanno messo in discussione motivazioni, metodi e sostenibilità dell'intervento, dando vita ad una ricca convegnistica e un'altrettanto corposa pubblicistica sia sui tradizionali canali dell'editoria che sul web (sorprende a tal proposito che nessuno si sia fatto carico di una controdeduzione articolata e di comparabile rilievo sul terreno culturale).

Non sorprende affatto, per dare corpo ad una ricca convegnistica (sempre aperta a tutti anche ai SI TAV che non sono mai venuti) e ad una ricca pubblicistica editoriale bisogna avere solidi argomenti non limitarsi a vendere fumo o a recitare slogan triti e ritriti.

Questa composita aggregazione di soggetti compattati dalla conflittualità non poteva che vedere l'immagine del movimento mediaticamente connotato dalle sue frange più radicali. (??????)

La situazione sta lentamente cambiando: con il nuovo quadro politico-istituzionale, con le decisioni operative messe in atto e soprattutto con l'offensiva del dialogo avviata, le varie articolazioni del movimento tendono a ri-caratterizzarsi con le proprie specificità. Insaponata a se stesso (narcisista inguaribile) e al Governo che lo stipendia.

Di questo processo i "blog" sui siti "NO TAV" danno una lettura allarmata e ostile, paventando azioni strumentalmente volte all'indebolimento del movimento: in realtà ciò che sta avvenendo è anzitutto il riemergere, ancorché lento e faticoso, della centralità dei sindaci quali riferimenti essenziali della società civile e quali protagonisti di ogni possibile intesa.

Virano auspica sempre la possibile intesa con i sindaci in modo che anche la Valle di Susa si adegui a quanto successo nel resto d'Italia.

Questa deve essere anche la scelta strategica di tutti i soggetti a qualunque titolo operanti sul tema Torino-Lione, eliminando ogni equivoco sul fatto che si possa "baypassare" il ruolo dei sindaci o anche solo dare l'impressione di volerlo fare.

Avvertimento a tutti i soggetti a qualunque titolo operanti sul tema Torino-Lione: smettetela di snobbare Ferrentino & sindaci, dovete sempre coinvolgerli e farli sentire più che importanti, sennò questi si arrabbiano e tutto il mio faticoso lavoro di vaselinatura va a puttane.

La premessa di qualunque accordo presuppone infatti la chiara individuazione dei possibili contraenti e il loro reciproco riconoscimento.

Lui è già convinto, comunque di giungere (con i sindaci) ad un accordo (se non proprio SI TAV almeno, in un primo momento COME TAV o almeno almeno SE TAV).

Nella concreta situazione locale, la mutua legittimazione dei soggetti non è stata (e in parte non è) un dato di fatto, ma una conquista contro i molteplici tentativi di delegittimazione da parte di chi non vuole il dialogo.

Su altri terreni, e in altre sedi va sviluppato il confronto culturale con le molte voci critiche, cercando di far emergere tra i "SI" ed i "NO" aprioristici, un'area del "SE" che sostituisce alle certezze conclamate il metodo del dubbio e la valutazione razionale dei problemi.

Ecco il famoso SE TAV che affascina molti.

I mass media offrono un quadro attendibile del mutato scenario socio-politico di cui si è parlato dando via via un peso crescente ai problemi reali e alle posizioni istituzionali che si confrontano per risolverli.

L'impatto di questo mutamento, che tocca tutti gli organi di informazione, si riverbera positivamente sull' opinione pubblica che comincia a ricevere messaggi giornalisticamente più meditati sui contenuti che interessano i cittadini.

Ecco nei due paragrafi precedenti l'insaponatura ai mass media. Infatti tutti i cittadini negli ultimi tempi hanno potuto apprezzare l'equilibrio dei giornali e di GB sul TG3 (Agguato mediatico a Gonella ribaltato in agguato del movimento a Gonella e dunque a tutti i sindaci.) Meno male che i cittadini hanno una sensibilità e un'attenzione un po' diversa da Virano in merito.



3. Straordinarietà organizzative e procedurali

La "Questione Torino-Lione" è caratterizzata da molteplici profili di straordinarietà, dai problemi alle soluzioni messe in campo per risolverli: tra queste la compresenza di numerosi soggetti che, a vario titolo e con ruoli diversi, si occupano del tema:

- il Tavolo Istituzionale di Palazzo Chigi;

- la Commissione Intergovernativa italo-francese;

- la Conferenza dei Servizi;

- l'Osservatorio Tecnico

- il Commissario Straordinario.

Siamo speciali. Siamo strani. Siamo un grosso problema planetario e quindi richiediamo vaselina planetaria. Tutta questa gente che si occupa di noi invece di lasciarci in pace costa alla collettività un ciulo di soldi. Ma chi se ne frega, tanto paga sempre pantalone!

Si tratta di un impianto istituzionale-organizzativo non ordinario imposto dalla eccezionalità degli eventi: senza un attento e costante sforzo di armonizzazione delle varie attività, a partire dal calendario relativo alle varie agende dei lavori, potrebbero emergere sfasature e contraddizioni. Tra gli obiettivi di lavoro del Commissario c'è anche quello di cercare di favorire il crearsi di condizioni tali che consentano di superare tale straordinarietà organizzativa riportando il più rapidamente possibile la "Torino-Lione" nell'ordinarietà. Qui è spiegato bene il compito di Virano nella sua duplice giacchetta (e nel suo duplice stipendio).

Circa gli aspetti procedurali è del tutto evidente che un atto eccezionale come "l'uscita dalla legge Obiettivo", non può non determinare delle anomalie: sarebbe però irragionevole interpretare le criticità in senso formalistico invocando l'azzeramento del pregresso ed il rifacimento ex novo delle elaborazioni svolte.

"Sia chiaro, ragazzi, usciamo dalla legge obiettivo, ma solo per finta, non siamo mica matti a ripartire da zero? I tampi si allungano troppo. I francesi si incazzano. I soldi per i nuovi progetti, no, quelli non sono un problema, ma sono i tempi che mancano!" Capitto mi hai? Ecco il furbetto di borgo Po che viene a galla, ma attenti leggete sotto e scoprirete che l'architetto più che un architetto diventa un mago.

Appare indispensabile convenire sull'opportunità, nel rispetto delle leggi, ma con un'interpretazione intelligentemente duttile delle norme, di salvaguardare tutto il patrimonio conoscitivo e documentale prodotto, integrandolo di quegli elementi che la "legge Obiettivo" consentiva legittimamente di eludere e che invece oggi il mutato quadro legislativo assunto impone di considerare.

Ecco il mago. Se gli va in porto questo "incantesimo" tutto italiano, tipicamente italiano: si, c'è la legge, ma "interpretiamola" come fa comodo a noi; mica alla lettera; in modo elastico "intelligente" si, in sostanza come fa comodo a noi.; allora si che si è guadagnato tutto lo stipendio che gli danno perché riuscirà a buggerarci tutti, ma soprattutto riuscirà a buggerare i sindaci che sarano quelli che senza volerlo, ripeto senza volerlo e a loro insaputa si troveranno nella spiacevole parte dei "boia" della valle e verranno poi lasciati soli e giustificarsi con la gente.

Ciò vale per molti aspetti, ma il più rilevante è senza dubbio quello dello Studio di Impatto Ambientale (SIA) che non solo è indispensabile per padroneggiare i problemi di inserimento nel territorio, ma è anche condizione per poter correttamente considerare "definitivo" un progetto che era tale ai sensi della "legge Obiettivo" ma non lo può essere ai sensi "della Merloni" se privo di elaborati così significativi.

La decisione di LTF (d'intesa con RFI) di attivare subito le procedure di affidamento del SIA attraverso gara europea, va apprezzata, condivisa e sostenuta, in specie alla luce delle aperture di contenuto e di metodo emerse in sede di Conferenza dei Servizi per impulso del suo Presidente.

Leccata d'obbligo anche alle chiappe di Fontana che a noi non interessa. A noi interessa che il SIA se lo fa ancora una volta LTF, pagando anche la quota di RFI che non ha un soldo, come vuole lei. Evitando accuratamente di prendere in considerazione come vedremo più sotto il prolema della valutazione dell'impatto ambientale dell'opera SOMMATO a tutto quello che c'è già sul territorio. Ma andiamo avanti.



4. Caratteristiche e potenzialità del SIA

La predisposizione del SIA è non solo un atto importante che segna una discontinuità di metodo col passato, ma è anche un'opportunità da valorizzare sviluppandone tutte le potenzialità.

Infatti non si tratta di redigere uno degli elaborati mancanti da allegare ad un progetto per completarne la pratica colmando una lacuna documentale: il SIA può e deve essere uno degli strumenti essenziali per analizzare ciò che non è stato sufficientemente approfondito e per rispondere ad alcune delle domande poste dal territorio.

Va dato atto ai vertici delle Ferrovie italiane di aver compreso e condiviso questa valutazione dando conseguenti indicazioni operative alla struttura, così sintetizzabili:

- le specifiche del SIA sono oggetto di informazione preventiva e socializzazione presso le istituzioni locali al fine di condividerne spirito e contenuti; Infatti gli enti locali sono stati informati quando il bando di gara era ormai stato pubblicato con il solito stile del: COSI' E' SE VI PARE.

- l'ambito del SIA supera quello delle competenze "aziendali" (LTF/RFI) e si estende all'intero tracciato "Torino-Confine"; E qui con la scusa che a RFI mancano i soldi cominciamo a debordare dalla legge e facciamo un solo SIA anche se i progetti sono due (in altre parole facciamo una cosetta tanto per farla)

- l'oggetto del SIA riguarda non solo il progetto presentato in Conferenza dei Servizi (LTF/RFI) ma anche tre altre ipotesi di lavoro:

1.. l'opzione zero (la legge la prevede comunque nella VIA)
2.. il potenziamento in asse
3.. l'alternativa di tracciato che unisce Valle Susa e Val Sangone;
Intanto il bando di concorso, in merito a queste ipotesi di lavoro, ne prevede quattro, e dice espressamente che esse devono essere elaborate INDICATIVAMENTE e non ESAUSTIVAMENTE, in altre parole scriveteci quattro balle e poi lavorate sul progetto che vi abbiamo dato (infatti sono finalizzate a completare la valutazione quel progetto mica ad altro!) continuiamo a prendere in giro la gente con i soldi pubblici.

nel corso dei lavori di redazione del SIA saranno calendarizzati periodici momenti di incontro per aggiornamenti sullo stato di avanzamento e per una condivisione in corso d'opera delle problematiche oggetto di studio, ricercandone modalità compatibili. Se questo non è il COME TAV ditemi cos'è il COME TAV. Tutto questo come dice il paragrafo successivo sempre a Roma così i sindaci che non hanno soldi non ci vanno e non rompono le balle.

La Conferenza dei Servizi potrebbe essere la sede ottimale per la regia di questo complesso processo di approfondimento partecipato. Nel bando di concorso di LTF c'è scritto che sarà la conferenza dei servizi il soggetto a cui si farà capo per queste cose, non che potrebbe essere e teniamo presente che il bando è stato pubblicato sulla gazzetta ufficiale europea l'8 agosto 2006 ben prima che venissero inviati agli enti locali i progetti "DEFINITIVI".

Il tempo previsto di redazione del SIA (aprile-maggio 2007) potrebbe costituire il naturale riferimento temporale anche per i contemporanei lavori di approfondimento dell'Osservatorio, in modo da cumulare, in parallelo, tutto il fondamentale stock di conoscenze, valutazioni e proposte da sottoporre a sintesi politica in primavera.

Non sono ancora partiti, non hanno ancora definito le regole di lavoro, ma hanno già deciso quando pubblicano la relazione finale che essendo poi approvata "a maggioranza" probabilmente è già stata scritta e giace in un cassetto in attesa di essere tirata fuori.

Ma i valsusini, brutti, cattivi, anarcoinsurrezionalisti queste cose le sanno, hanno imparato a capirle negli anni precedenti, abbiam fatto esperienza e tesoro di tutte le fregature che ci hanno tirato e adesso diciamo: BASTA. Prendetevi per i fondelli tra di voi, se vi diverte.



5. L'Osservatorio ed i suoi temi prioritari

Si stanno definendo le ultime misure organizzative e logistiche per consentire una migliore operatività del Commissario di Governo e l'avvio dell'attività dell'Osservatorio. A questo scopo collaborano tutte le maggiori istituzioni e la Struttura di Missione, ma un ringraziamento particolare va al Prefetto di Torino che sta dando un grande aiuto pratico e un prezioso conforto pressoché quotidiano. Leccata di chiappe anche al prefetto sottile di nome ma non di fatto.

Dopo la riunione di oggi del Tavolo istituzionale, sarà dunque possibile convocare l'Osservatorio e iniziare l'approfondimento di quei temi che non sono già compiutamente affrontati in altre sedi come, ad esempio la Conferenza dei Servizi o attraverso specifici strumenti come il SIA.

Sulle regole che tanto stavano a cuore ai nostri sindaci, per non farsi/farci fregare neanche una parola. Le decide il commissario di governo (Virano) e basta. Come per la commissione rivalta!

L'agenda non potrà che essere e rimanere aperta agli interrogativi posti dal territorio: tuttavia emergono da subito tre priorità da affrontare in parallelo:

a) l'aggiornamento delle motivazioni generali e delle esigenze prestazionali specifiche della linea ferroviaria nella tratta Torino - Lione: Nota bene: l'aggiornamento delle motivazioni generali e non la valutazione se sussiste l'esigenza di fare una nuova linea questo balza agli occhi di chiunque speriamo se ne accorgano anche quelli che hanno tanto voluto questo Osservatorio. La necessità della linea non viene più messa in discussione. E' un dogma e i dogmi non si discutono.

- acquisendo e valutando i nuovi studi sui dati di traffico in corso di predisposizione da parte della Commissione Europea (a seguito delle intese tra il Presidente del Consiglio e la Coordinatrice del Corridoio V) con gli eventuali approfondimenti ulteriori che dovessero rendersi necessari; anche qui, tanto per capirci, si prendono per buoni i dati della De Palacio, mica quelli di Ponti o di De Bernardi! E, bada ben, bada ben, bada ben, gli studi non ci sono ancora ma noi partiamo subito e finiamo il 30 aprile.

- procedendo ad un ciclo di audizioni degli operatori e dei soggetti sociali portatori di interessi, problemi ed esigenze. Imprenditori, mafia, partiti ecc. mica i valsusini! Loro non portano interessi, loro vogliono vivere in pace. Sono dei NIMBI inguaribili.

b) L'esame preliminare del "nodo di Torino", con le caratteristiche (funzionali e localizzative) della piattaforma logistica dell'area metropolitana e della sua connessione ottimale con la rete, comprendendo le questioni dello "scalo di Orbassano" e dell'asse di "corso Marche" nonché di eventuali alternative. (Novara, Chivasso)

A seconda delle soluzioni del "nodo di Torino" può variare il contenuto negoziale proponibile alla Valle di Susa. Il contenuto negoziale presuppone la trattativa e la trattativa si fa per il SI TAV mascherato da un primo SE TAV, ma qui siamo già saltati alla fase del COME TAV.

c) L'approfondimento preliminare delle caratteristiche essenziali delle possibili alternative di tracciato, per poter fornire elementi guida alle équipes di lavoro del SIA che dovranno comparare le varie opzioni. Tutta roba già preconfezionata e pronta nei cassetti.



Ed ora ecco a voi il coniglio che viene tirato fuori dal cappello.

Basta con i De Bernardi, i Chiocchia, gli Scavia, i Cancelli, i Bettini i Tomalino, i Gays e tutti gli altri NO TAV adesso i tecnici li reclutiamo noi! A suon di quattrini vedrete che troveremo, cercandoli bene e facendogli il controllo del DNA, schiere di professori, ingenieri, economisti, medici, trasportisti, maghi e ciarlatani, preti e suore, vescovi e monsignori tutti che certificheranno, diranno, scriveranno, dimostreranno che l'amianto fa bene ai polmoni (volete mica lasciare sola la Fubini a dirlo, no?), il rumore migliora la qualità della vita, l'acqua minerale in bottiglia per bagnare l'orto fa meglio che l'acqua di sorgente, i cantieri sono meglio di un parco giochi per i bimbi, con un campo di calcio e un salone polivalente si compra un consiglio comunale e se non lo si compra beh vedremo poi di ricattarli su tutto il resto. Vai, Virano, vai, noi siamo e saremo sempre lì ad aspettarti a Venaus o dovunque vorrai piantare un chiodo. Se possibile (e noi crediamo che sarà sempre possibile) con i sindaci ma in ogni caso ci troverai, ti aspettiamo e ti aspetteremo sempre, ma con le ruspe e i celerini vieni anche tu. Così ti fai un'idea precisa.

Per il supporto tecnico-scientifico dell'Osservatorio il Commissario Straordinario (decide lui da solo i personaggi da chiamare) attiverà quei contributi disciplinari che si converrà collegialmente di individuare, attingendo prioritariamente al sistema universitario del Piemonte, alla luce della stipulanda "Convenzione-quadro" con il Politecnico di Torino, l'Università degli Studi di Torino e l'Università del Piemonte Orientale. La sigla dell'intesa, alla presenza degli enti territoriali, avverrà il 16 novembre con i tre rettori e prevede, oltre all'attivazione "a chiamata" delle "expertises" scientifiche, anche un ruolo dei presidi (di tutte le facoltà, a rotazione) quali garanti della corretta conduzione metodologica dei confronti tecnici, nonché l'avvio di un gruppo di borse di studio riservate agli studenti del territorio e per tesi di laurea sui problemi più sensibili: nel breve periodo è un segno di attenzione al territorio, a medio termine è un investimento per poter contare su una leva di competenti che vengono dal territorio e ne conoscono non solo i problemi ma anche le sensibilità.

Gli spieghiamo, fin da studenti, che l'asino lo si attacca dove vuole il padrone. Se no ciccia!



6. Gli impatti cumulativi e gli scenari di sviluppo

Tra le motivate inquietudini che il territorio ha, da sempre, posto ce né una molto seria che riguarda il "carico infrastrutturale complessivo" con la somma di criticità che si addensano in un'area relativamente ristretta: ciò rende indispensabile una valutazione degli impatti cumulativi.

Non sarebbe ragionevole né giusto caricare il redigendo "SIA" di questa funzione valutativa generale, soprattutto se la si vorrà considerare non solo in ottica cautelativa (per prevenire i danni da accumulo del carico insediativo delle reti), ma soprattutto in chiave propositiva, immaginando le possibili strategie di intervento volte a correggere carenze irrisolte, immaginando progetti integrati di valorizzazione e sviluppo del territorio.

In questo senso lo Studio degli Impatti Cumulativi potrebbe esser promosso e coordinato dal Commissario nell'Osservatorio, impegnando sul tema un Istituto di assoluta eccellenza internazionale. Trovo io l'amico che, a pagamento sa scrivere la cosa giusta, nel modo giusto e fare il progetto che affidato all'amico fidato dell'amico fidato del partito.

Quest'attività potrebbe fornire essenziali elementi conoscitivi e propositivi per il Piano Strategico d'area vasta, previsto dal Ministero delle Infrastrutture anche con un primo significativo stanziamento posto in capo alla Provincia di Torino.

La costruzione di un tale impianto strategico, scientificamente motivato e socialmente condiviso, potrebbe orientare correttamente l'impiego di quelle risorse che, intese invece solo come compensazioni per monetizzare i danni, troverebbe la motivata opposizione delle comunità locali.

Siccome il Ministero ha stanziato i fondi, mica vogliamo perderli! E poiché i valsusini sono duri e puri e le compensazioni non le vogliono (verissimo) li prendo io e così vi faccio anche un favore. Pa fol al tipo, neh!





E FINALMENTE ARRIVIAMO AL COUP DE TEATRE, ALLA CILIEGINA SULLA TORTA DI PANNA MONTATA, MA MONTATA BEN BENE.



7. Considerazioni finali

Tra le molte anomalie del caso "Torino-Lione" ce n'è anche una lessicale da troppo tempo sottovalutata. Tutti parlano di TAV che è l'acronimo di "Treno ad Alta Velocità", eppure nessuno si propone di far passare in Valle un TGV comunque denominato.

Cari torinesi SI TAV che sognate di andare a prendere un caffè e una pizza tutte le domeniche a Lyon o Parigi toglietevelo dalla testa lo dice Virano.

Il detto latino "nomina sunt consequentia rerum" qui viene ribaltato in "res est consequentia nominis" con tutti i negativi effetti evocati da un nome improprio che non corrisponde alla realtà che dovrebbe indicare.

Ha studiato il ragazzo. Complimenti!

Ciò di cui si sta parlando infatti è una cosa assai più semplice, spiegabile e comprensibile da parte del normale buon senso dei cittadini: si tratta di un necessario e fisiologico ammodernamento radicale delle caratteristiche dell'opera che fu decisa dal Parlamento subalpino, per impulso di Cavour, nella seduta del 25 giugno 1857, di cui ricorrerà nel 2007 il 150° anniversario.

Fu un progetto lungimirante, tecnicamente eccellente e all'avanguardia che, ben mantenuto e ammodernato nel tempo, ha consentito di reggere efficacemente le relazioni economicotrasportistiche dell'Italia con il quadrante sud occidentale dell'Europa, e che è ancora in grado di offrire un certo potenziale per gli anni a venire (quale e quanto lo diranno gli studi).

Chiunque però comprende, intuitivamente prima ancora che scientificamente, che ciò che è stato pensato 150 anni fa assai difficilmente potrà garantire per i prossimi 150 anni un analogo livello di efficienza rapportato ai nuovi, normali standard di servizio dei treni merci e passeggeri del terzo millennio in Europa.

Dice Ferrentino in merito: Dichiaro di non condividere alcuni passaggi della relazione Virano in particolare su: (.)Retorica sulla linea storica del 1857 completamente inadeguata, come se l'attuale linea fosse quella di 150 anni fa;

Quindi è necessario un serio sforzo per socializzare questo diverso approccio utilizzando anche una terminologia più veritiera, anzitutto da parte di tutti quelli che hanno responsabilità, sensibilizzando nei limiti del possibile i media.

L'acronimo "TAV" (e il suo opposto "NO-TAV") è un logo di successo, difficilmente scalzabile dal lessico di massa, e non certo sostituibile ad esempio con TAC (Treno ad Alta Capacità) che, a parte l'evocazione sanitaria che lo connota, continua a richiamare la specificità di un "treno particolare" anziché il potenziale generale di una linea fatta per far passare ogni tipo di treno.



Sarebbe certamente più corretta la denominazione di "Linea Moderna" (con il suo acronimo "LM"),



Virano, Virano, capisco che siamo nell'epoca della pubblicità, della mediaticità e dell'effimero, ma la sua trovata, mi consenta, è infelice. L'acronimo LM potrebbe anche significare "Linea di Merda" o "Linea della Morte" e funzionerebbe bene anche in francese "Ligne (anche se loro direbbero più volentieri Réseau) de Merde" o "Ligne de la Morte". Non mi sembra una trovata molto felice. Vedo già le bandiere "NO LM - SI ALLA VITA NO ALLA LINEA DELLA MORTE" per non riportare già fin d'ora i bozzetti delle bandiere che utilizzano l'altra definizione!

specie se il cambiamento terminologico, con l'esplicitazione dei suoi contenuti, venisse autorevolmente sancito proprio al Tavolo Istituzionale con l'impegno di tutti i soggetti che ne fanno parte ad attenersi, da oggi, ad un lessico che contribuisca a dare, anche per questa via, un segno del cambiamento in atto.

La data di riferimento per i nostri lavori, che può assumere il 150° anniversario dal 25 giugno 1857 come proprio orizzonte, richiama l'attualità delle motivazioni politiche che furono allora espresse dal Ministro Menabrea con dichiarazioni di straordinaria modernità: 'Io credo all'avvenire certo dell'apertura dell'Istmo di Suez, perché sono convinto che l'Europa finirà per capire che è condizione della sua sopravvivenza aprirsi questa via verso le Indie e il mare della Cina, per controbilanciare la potenza di un popolo rivale che sta crescendo con stupefacente rapidità e sta diventando gigante al di là dell'Atlantico. Oggi a quel popolo rivale al di là dell'Atlantico (U.S.A.) i nostri governi leccano giornalmente la suola delle scarpe anche se è stato aperto Suez Io dico che l'avvenire del nostro paese è assicurato, che esso arriverà ad un grado di prosperità inimmaginabile oggi perché sarà passaggio obbligato di una gran parte del commercio e del transito fra l'Europa e I'Oriente"



Se siete arrivati fin qui siete stati bravi e meritate un grandissimo, vecchio ma sempre attuale grido: NO TAV, ragazzi, A SARA' DURA.

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