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by hi hi hi hi hi Monday, Nov. 13, 2006 at 7:23 PM mail:

In collaborazione con:
Fondazione “Bevilacqua La Masa”
Fondazione La Biennale di Venezia – settore Architettura
Istituto Universitario di Architettura Venezia I.U.A.V.
Comune di Venezia – Assessorato alla Produzione Culturale
Associazione di promozione sociale “Officina Sociale”

Uni.Nomade Nordest presenta

METROPOLI / MOLTITUDINE
Seminario nomade in tre atti


IL PROGRAMMA

Il secondo e il terzo atto del seminario di Uni.Nomade Nordest dedicato al tema “Metropoli/Moltitudine” fanno seguito al primo, nel quale si è cercato di dare alcune definizioni che servissero ad orientarsi nel dedalo della metropoli globale. Questi ulteriori incontri cercheranno di narrare ed interpretare altri due importanti poli della discussione, il primo di carattere più generale, il secondo dedicato all'approfondimento delle questioni che riguardano direttamente il nostro territorio fisico e sociale.

Nel secondo atto sarà infatti affrontato, attraverso alcune esemplificazioni quali l’analisi dei movimenti delle banlieu e contro il CPE in Francia, dei migranti latinos negli USA, dei nuovi conflitti ambientali e del precariato in Italia, il tema delle lotte sociali metropolitane del Ventunesimo secolo come emergono alle più diverse latitudini globali, conflitti che mettono in luce la nuova composizione sociale che guida la trasformazione urbana nel passaggio alla tarda o altra modernità.

Il terzo atto del seminario nomade cercherà invece di comprendere come questo divenire-metropoli globale si stia riterritorializzando in Veneto e più in generale nello spazio del Nordest, con l’obiettivo di mettere in luce potenzialità e limiti di un modello economico ed urbanistico, discutendo i rapporti sociali e di forza che sottendono la metamorfosi produttiva e spaziale che si dipana oggi nei nostri territori.

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Sabato 11 novembre 2006
dalle ore 14.30 – Aula Magna di Architettura – Tolentini - Venezia

Secondo atto - “Nuovi conflitti sociali nella metropoli”

Giorgio Agamben (IUAV, Venezia)
Stefano Boeri (Politecnico di Milano)
Antonio Negri (Uni.Nomade)
discutono con
Valery Alzaga (Justice for Janitors, USA)
Judith Revel (Università della Sorbona, Parigi)
Gigi Roggero (Università di Cosenza)

Coordina: Marcello Tarì



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Sabato 18 novembre 2006
dalle ore 14.30 c/o “Dis-Orders”
Fondazione Bevilacqua La Masa - Palazzetto Tito
Dorsoduro, 2826 (Campo San Barnaba) - Venezia


Terzo atto – “Il Nordest come metropoli: dieci anni di metamorfosi”

Massimo Cacciari
Gianfranco Bettin
Stefano Micelli (Università Ca’ Foscari, Venezia)
Luca Romano (Local Area Network, Padova)
Erich Trevisiol (IUAV, Venezia)

Coordina: Beppe Caccia


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LA PROPOSTA DI “METROPOLI/MOLTITUDINE”

Uni.nomade è una comunità di ricercatori e attivisti europei che in questi ultimi anni ha cercato di tematizzare e approfondire teoricamente i linguaggi, l'immaginario e le prassi dei nuovi movimenti sociali, emersi sulla scena globale all'indomani del crollo del Muro di Berlino.

Nel tentativo di ricostruire un pensiero critico adeguato alla contemporaneità, i diversi filoni di ricerca ci hanno portato a una conclusione comune circa la domanda, se vogliamo classica, su dove oggi si concentrino ricchezza e potere, sfruttamento e resistenza. Per noi, la risposta è: Metropoli.

È dentro questo dispositivo spaziale e temporale che è avvenuta la metamorfosi del lavoro vivo, è lì dentro che innovazione e conflitto intrecciano i loro mille fili. È nella Metropoli che la moltitudine vive. Essa si dà innanzitutto nelle reti di lavoro cognitivo che sono divenute l'a priori materiale di ogni produzione, di ogni creazione di valore: lì dove spazio sociale e spazio produttivo divengono indiscernibili.

Metropoli è dunque, al tempo stesso, il nome delle forme contemporanee di sfruttamento e, proprio per questo, la prassi delle lotte moltitudinarie. Così come la fabbrica fordista era percorsa incessantemente dagli antagonismi operai, oggi è la Metropoli ad essere interamente e continuamente attraversata dalle tensioni moltitudinarie contro le nuove enclosures, il controllo biopolitico e la messa al lavoro della vita stessa.

Allo stesso tempo, così come la produttività del lavoro si espande su tutto il territorio metropolitano, la resistenza del lavoro vivo si moltiplica anch'essa e si fa donna, migrante, studentesca, precaria e cognitaria: un insieme di differenze che scorre veloce per ogni verso e senso, non lasciando alcun vuoto. Nella Metropoli tutto è pieno e non c'è mai vuoto, se per vuoto intendiamo assenza di vita.

Le avanguardie artistiche novecentesche hanno cercato l'identificazione tra arte e vita e ci troviamo, oggi, a verificare invece l'identità tra vita e attività generica. Ma se la vita si identifica con l'attività (e dunque con il lavoro), ne viene che anche la politica (e la lotta contro il lavoro) non può più essergli separata. Ogni vita è biopolitica e ogni politica è dentro la vita di ciascuno.

Certo è vero anche che la moltitudine nella Metropoli viene, nella sua condizione “normale”, sottoposta ad un’estrema frammentazione spaziale e temporale, si disperde come una sostanza gassosa e il suo tempo non coincide mai con un solo tempo. Ma quando essa si mostra (nel conflitto, nella rivolta, nell'insorgenza) essa ricompone le differenze in un insieme e, pur senza mai negarle, separa la Metropoli in due: sfruttamento e resistenza, capitale e lavoro vivo, potere e moltitudine, tempo del comando e tempo dell'esodo ...

Crediamo dunque che la ricerca critica radicale (filosofica e politica, artistica e sociale, antropologica e urbanistica) oggi possa, e forse debba, concentrare le sue forze nell'attraversamento intelligente di questo rompicapo costituito dal nome Metropoli. La moltitudine vive nella Metropoli, la Metropoli vive nella moltitudine. Questo il problema che vorremmo porre ed iniziare a discutere, affrontandolo su diversi terreni e avvalendoci di diversi punti di vista in grado di confrontarsi produttivamente fra loro e, ci auguriamo, di meticciarsi.

L’occasione di questo intreccio è ulteriormente fornita dal contemporaneo svolgimento nella città di Venezia della Biennale di Architettura, la cui impostazione ci è parsa particolarmente consonante con i temi di discussione che indichiamo, e della rassegna artistica “Dis-orders” presso la Fondazione Bevilacqua La Masa. L’idea è quella di individuare tre nodi teorico-pratici ed incentrare su ciascuno di essi un incontro a carattere seminariale, da tenersi in luoghi significativi e al tempo stesso inconsueti per il tema trattato.



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I CONTRIBUTI AL SEMINARIO:

Giorgio Agamben, filosofo, è docente di Estetica alla Facoltà di Arte e Design dello IUAV a Venezia. Tra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo La comunità che viene (Bollati Boringhieri), Homo sacer (Einaudi), Il tempo che resta (Bollati Boringhieri) e il recente Che cos'è un dispositivo? (Nottetempo).

Valery Alzaga, tra le leader dei movimenti sociali dei migranti latinos negli Stati Uniti d’America, è un’attivista della campagna Justice for Janitors e dirigente del sindacato internazionale dei servizi Sieu.

Gianfranco Bettin, sociologo e scrittore, ha pubblicato fra l’altro i romanzi Qualcosa che brucia, Sarajevo Maybe, Nemmeno il destino e i saggi Dove volano i leoni. Fine secolo a Venezia, La strage. Piazza Fontana: verità e memoria, Petrolkimiko. E’ stato parlamentare e prosindaco di Venezia, è consigliere regionale del Veneto.

Stefano Boeri è docente di Progettazione Urbana presso il Politecnico di Milano, direttore della rivista Domus e animatore del gruppo di ricerca urbana “Multiplicity”.

Massimo Cacciari, filosofo, già docente di Estetica presso lo IUAV e preside della Facoltà di Filosofia dell’Università “Vita e Salute San Raffaele” di Milano, è sindaco di Venezia. Tra i suoi numerosi scritti ricordiamo Krisis (Feltrinelli), Icone della Legge, L’angelo necessario, Geo-filosofia dell'Europa, L’Arcipelago e Della cosa ultima (Adelphi) e il recente La città (Pazzini).

Stefano Micelli insegna Economia e gestione delle imprese all'Università Ca’ Foscari di Venezia, è presidente del Coses (Consorzio di studi economici e sociali di Venezia) e Dean della Venice International University VIU a San Servolo. Ha pubblicato recentemente, insieme a Giancarlo Corò, I nuovi distretti produttivi: innovazione, internazionalizzazione e competitività dei territori (Marsilio).

Antonio Negri è stato docente di Dottrina dello Stato all'Università di Padova e ha insegnato per diversi anni in Francia. Tra le altre opere, è autore con Michael Hardt di Impero e Moltitudine (pubblicati in Italia da Rizzoli).

Judith Revel è docente di Filosofia presso l'Università della Sorbona di Parigi. È autrice di Foucault, le parole e i poteri (Manifestolibri) e ha curato diverse edizioni dei corsi di Michel Foucault per la casa editrice Feltrinelli. Il suo ultimo lavoro è Michel Foucault. Expérience de la pensée (Bordas).

Gigi Roggero svolge attività di ricerca presso il dipartimento di Sociologia dell'Università della Calabria. Tra i suoi lavori ricordiamo Intelligenze fuggitive. Movimenti contro l'università azienda (Manifestolibri).

Luca Romano si occupa di inchiesta sociale e sviluppo locale, ha condotto diverse ricerche per il Consorzio A.aster e oggi lavora a Padova con il Local Area Network, insegna presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova e lo IUAV di Venezia, pubblica sulle riviste Communitas e Foedus e collabora dal Veneto con il quotidiano Europa.

Erich Trevisiol è docente di Pianificazione e di Progettazione del Territorio nella Facoltà di Architettura di Venezia.



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cosa non si fa rock hudson Tuesday, Nov. 14, 2006 at 6:33 PM
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