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I di Andres Ingoglia
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(((i))) Monday, Nov. 20, 2006 at 9:55 PM |
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I, del giovane regista argentino Andres Ingoglia, è una riflessione sul rapporto tra media e potere: sullo sfondo della drammatica situazione economica che sta vivendo buona parte della società argentina. Il film sottolinea l' importanza dello sviluppo di network indipendenti capaci di fare (contro)informazione e coordinare le numerose realtà sociali che lottano per i propri diritti. Tra questi network Indymedia rappresenta un' esperienza esemplare e a partire dalla descrizione del suo operato il film sviluppa la propria riflessione.
http://ithefilm.com/
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le date
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(((i))) Monday, Nov. 20, 2006 at 9:58 PM |
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Europe
Germany Wed Nov 15- Freiburg Germany (R.Lyon presenting)
Switzerland Wed Nov 22 - Laussane - Zelig bar at the university of Lausanne (building "Anthropôle", metro stop "UNIL - Dorigny")- 7:00 pm
Fri Nov 24 - Berna - Reitschule - Neubrückstrasse 8 - http://www.reitschule.ch
Sat Nov 25 - Lugano - Centro Social il Molino - 9:00 pm - http://www.ecn.org/molino
Italy Mon Nov 27 - Milano - Cascina Autogestita Tochiera - Piazzale Cimitero Maggiore 18 -
Tue Nov 28 - Monza - Boccaccio 003 - Via Boccaccio 6- 21:30 pm -http://www.autistici.org/boccaccio
Wed Nov 29 - Bergamo - CSA Pacì Paciana - Via Grumello 61/c - 9:30 pm - http://www.ecn.org/paciana
Thu Nov 30 - Milano - Shake - Viale Bligny 42 - 9:30 pm - http://www.shake.it
Sun Dec 3 - Bologna - Ex-Mercato24 - Via Fioravanti 24, near the Central Station - http://www.ecn.org/xm24/
Thu Dec 7 - Pisa - Cities from Below - 9:30 pm - http://www.exibart.com/profilo/eventiV2.asp/idelemento/35385
Tue Dec 7 - Rennes les Bains France (R.Lyon presenting)
Fri Dec 15 - Palermo - Facoltà di Lettere e Filosofia - Università di Palermo
Sat Dec 16 - Palermo - Centro sociale ASK191 - Viale Strasburgo 191
Sun Dec 17 - Cinisi (PA) - Casa Peppino e Felicia Impastato - Corso Umberto 220
Mon Dec 18 - Trapani/Marsala - Cobas - Gruppo Nemo
Tue Dec 19 - Messina - Cobas
EUROPE info: odlt (at) riseup.net USA info: eots(at)riseup.net
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Happening in ShaKe giovedì 30 novembre
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Cabal Friday, Nov. 24, 2006 at 12:25 PM |
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SHAKE: PRESENTA LE NUOVE USCITE E IL NUOVO SPAZIO PUBBLICO HAPPENING giovedì 30 novembre dalle ore 19:00 alle 24:00
evento per la presentazione delle NUOVE USCITE SHAKE del NUOVO SPAZIO PUBBLICO, con aperitivo e happening informativo/artistico.
Cos’è lo Spazio Pubblico ShaKe: un contesto metropolitano per dibattiti culturali, esposizioni d’arte e fotografia, video, avanguardia e sperimentazione, eventi e workshop sulle nuove tecnologie, presentazioni di libri e dischi aperte a tutti gli editori e autori affini a ShaKe.
Cos’è l’happening: Presentazioni flash delle nuove uscite editoriali ShaKe: Hakim Bey, Orgie dei mangiatori di hashish (con video) partecipa Raf Valvola Scelsi (editor e filosofo); Punx. Creatività e rabbia DVD (con video), partecipano “Atomo” Tinelli e Gomma (ex punx); Timothy Leary: Il Gran Sacerdote (con video) partecipa Pietro Adamo (docente universitario, esperto di controculture);
Inoltre contributi di: Paolo Cognetti (scrittore e responsabile Fiction per ShaKe) con un reading; Marina Spada (regista e responsabile Eventi Cinema per ShaKe) sui suoi ultimi film Forza Cani e Come l’ombra (quest’ultimo presente in questi giorni in molti festival internazionali)
E poi: Betty23FilmFestival e archivio: il progetto dell’archivio e del Festival dedicato a Betty23. Con un intervento di aggiornamento sullo stato dei lavori e la proiezione del video di Betty23 “Raving. Forme metropolitane tra rito, mito, fiaba, trance" del 1998.
Naoto: videomaker di eventi metropolitani estremi con un contributo video, e un flash sul Bicycle Film Festival.
CSA Boccaccio Monza: Presentazione rassegna film documentari "Documenti Scomodi"
Concluderà la serata la proiezione di “I”, del giovane regista argentino Andres Ingoglia, una riflessione sul rapporto tra media e potere: sullo sfondo della drammatica situazione economica che sta vivendo buona parte della società argentina. Il film sottolinea l' importanza dello sviluppo di network indipendenti capaci di fare (contro)informazione. Tra questi network Indymedia (http://www.ithefilm.com) . Sarà presente il regista.
Essendo un happening molto altro può succedere...
Nell’evento sarà presente il Camper Libreria Interno 4 con libri, dischi, t-shirt, dvd e molto altro.
Tappeto musicale: http://www.gomma.tv
SHAKE EDIZIONI - VIALE BLIGNY 42, MILANO Tel 02-58317306 - info@shake.it - http://www.shake.it
PROSSIME INIZIATIVE NELLO SPAZIO PUBBLICO SHAKE: Mostra di quadri e altre opere di Professor Bad Trip; I cyber-monster di Black-D; Pretaport-art, l’arte da indossare.
Dibattiti e workshop di condivisione su: Stati Uniti (a cura della redazione di Acoma); Le nuove frontiere delle Reti, delle Realtà Virtuali e dell’Intelligenza Artificiale; Culture Underground
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non capisco perchè lo presentate cosi'
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non è di Indy Friday, Nov. 24, 2006 at 2:18 PM |
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Non ho capito davvero il modo in cui questo documentario viene "venduto" qui su questa pagina di Indymedia.
Innanzitutto i registi sono due, non uno solo
"Los directores Raphael Lyon y Andrés Ingoglia"
e poi non trattandosi di una produzione collettiva (non firmata) di Indymedia ma di una produzione privata (firmata) di due registi specifici, non capisco perchè usare il logo di Indymedia sui volantini del lombardi...
Neppure gli autori nel sito hanno usato lo stratagemma di usare il logo di Indy (((i))) per diffondere il video, e lo usate voi? Mi sembra una cosa scorretta, perchè confonde le idee alla gente.
Inoltre le vere produzioni di Indymedia non sono vendute a caro prezzo (come si vede nel sito ithefilm.com) o diffuse con tours di screenings controllati, ma poste in libero download sul web. E poi non è mai stato chiaro se questo film è copyright o copyleft.
Quindi, stante il fatto che uno degli argomenti trattati dal film siano i media indipendenti, e Indy Argentina, cerchiamo di fare più attenzione prima di usare a sproposito il logo di Indymedia, associandolo a produzioni private dalla distribuzione quantomeno ambigua.
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copyleft
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hlns Friday, Nov. 24, 2006 at 5:47 PM |
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Non è distribuito sotto licenza copyright, ma bensi copyleft Il film sviluppa la propria riflessione basandosi sui network che hanno fatto e che fanno contro_informazione soprattutto su Indymedia Argentina che ha raccontato tramite video e immagini la lotta in Argentina. Il film servirà anche per far capire realmente a cosa ci si riferisce quando si parla di network come indymedia che fanno contro_informazione. http://ithefilm.com/home le ))) non sono state messe a caso come a caso non è stato chiamato il film.
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continuo a non capire
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perchè non è liberamente scaricabile Saturday, Nov. 25, 2006 at 1:43 PM |
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Continuo a non capire perchè un film sui media collettivi indipendenti debba essere firmato da due registi, e distribuito con le stesse tecniche dei prodotti sotto copyright (cioè il prezzo per le copie dei dvd e screenings controllati e gestiti dagli autori e dai produttori).
TUTTE le vere produzioni di Indymedia (((I))) non hanno affatto seguito questo iter, ripeto: 1) NON CI SONO FIRME PERSONALI DI QUESTO O DI QUELLO 2) NON C'E' PREZZO DI VENDITA 3) IL VIDEO E' IN LIBERO DOWNLOAD SULLA RETE
c'è una grossa differenza tra i materiali distribuiti liberamente su NGVision.org, ad esempio, con Creative Commons, e questo video qua, che non è neppure Creative Commons.
L'ambiguità continua. E la diffidenza pure.
Le ((())) del logo di Indymedia quella vera NON CI DEVONO STARE.
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"i" the film
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hlns Tuesday, Nov. 28, 2006 at 4:25 AM |
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Alcune frasi del film e che dovrebbero far riflettere sull’importanza di Indymedia come strumento di comunicazione più che di informazione.
Dicono che l’indymedia center non esista, dobbiamo stampare tutto il materiale..pensano che la pagina web non esista!
..Ma c’è chi non ci sta, chi ha deciso di risultare scomodo. Chi non si lascia vendere, chi non si arrende. In tutto il mondo c’è chi non si lascerà annientare da questa guerra. Sono coloro che hanno deciso di combattere. L’eco continua…le immagini riflesse del possibile e del dimenticato. Un’ eco che diventa molte voci, in una rete di voci…decide di parlare fra le altre, sapendo di essere una e molteplice. Una rete di voci che resistono il potere della guerra le opprime, una rete collettiva fatta di tutte le resistenze locali…Una rete di comunicazione fra tutte le nostre lotte. Una rete intercontinentale per tutta l’umanità.
Quello che sappiamo è che: Centinaia di IMC, Centri media Indipendenti Indymedia esistono. E cosa sono, se sono qualcosa, è una domanda che dovremmo porci. Per osservare questa cosa..avremo bisogno di un microscopio - un telescopio - uno specchio..e di un “io “ (un occhio)
Indymedia nacque due anni fa, ma il vero inizio ci fu lo scorso anno il 19 e il 20 dicembre, fu allora che indymedia divenne un vero movimento..e uno strumento utilizzato da tutti. All’inizio eravamo un gruppo piccolo e non avevamo telecamere o computer. Comunque lo scorso anno presi una telecamera durante un esproprio, lo avuta perché ero I lì in quel momento.. cerco di descrivere le cose dall’interno del movimento, la loro evoluzione, il modo in cui la gente le vive..cerco di mostrare le cose per quello che sono.
La fiction non è finzione, quelli che controllano il passato controllano il presente. E quelli che controllano il presente controllano il futuro. I movimenti che non lasciano alcun documento al loro passaggio..non lasciano alcuna traccia della loro passione.. Le visioni che restano vive solo come memorie…lo fanno in modo fragile per le generazioni future. Probabilmente, ciò che conta di più è chi scrive la storia
Se prendi le cose nelle tue mani e ci lavori, le cose possono cambiare. Non per quello che una persona può fare, visto che sei solo un granello di sabbia. La cosa importante è quanti granelli di sabbia contribuiscono. Se lo puoi usare per questo.. portare queste esperienze in altri posti dove queste cose non stanno accadendo ma possono essere comunque capite.. e le persone possono decidere se condividerle o no..se è possibile fare questo va benissimo!
Non c’è certezza di come siano le cose.. una nuova linea politica, o un movimento già stabilito. Il contro – potere è fondamentalmente una domanda. Come facciamo a fare le cose in un altro modo? Questo è il contro – potere. Sostenere con il corpo fisicamente, il problema di vivere in un altro modo.
L’idea di indymedia è quella di una rete di volontari, nessuno viene pagato per il proprio lavoro, giornalisti e attivisti, gente che si riunisce intorno ad Indymedia escono alla ricerca di notizie, vanno a vedere cosa sta succedendo in un blocco stradale, in una protesta – in un occupazione e cercano di mostrare un punto di vista che i media ufficiali non mostreranno. Con risorse minime quasi con nulla..cerchiamo di fare il possibile, c’è anche la possibilità di pubblicare sul web senza censure. Questo garantisce che ogni persona che prende l’iniziativa o che voglia pubblicare notizie o testimoniare un evento possa mettere le proprie immagini, file audio o un articolo su ciò che ha visto
Ogni cosa ha a che fare con il tutto. Ogni cosa è collegata. E’ il modo in cui la rete è interfacciata togli indymedia e smonti tutto
Indymedia non è affatto l’unica organizzazione di media alternativi nel mondo In Argentina o anche in Buenos Aires. Al centro della mappa di Lali c’è il fatto che tiene in mano una penna. Questa rete è orizzontale e porosa. Individui, stazioni radio e collettivi..entrano ed escano dalle periferie, spariscono qui, ed appaiono altrove.
Se togli questi, indymedia non solo cessa di funzionare…cessa di esistere. Essere un membro è irrilevante
L’idea è quella di coprire tutto minuto per minuto e dare una bella lezione ai media..su come i media alternativi che lavorano fuori dalla censura commerciale possano offrire una copertura mediatica più seria e completa.. di ciò che pensano di fare loro
Indymedia è un’idea che si basa sulla possibilità di lavorare come un network Lavorare come un network e con la rete è la chiave, è come una grande scatola, dove tutti possono mettere o prendere ciò che vogliono. Questo ci aiuta a convivere con diverse idee e impedire che si scontrino. I gruppi di lavoro funzionano su accordi minimi, dopo di che nel quotidiano puoi vedere i punti di vista politici di ognuno.. gli interessi, e le cose su cui si focalizzano, alla fine si tratta di fare le cose, non parlarne e basta. Siamo individui che attraversano un collettivo riunitosi in un progetto che era gia stato creato
Questo non riguarda internet che indymedia abbia sposato il suo perpetuo esperimento di organizzazione con il suo perpetuo esperimento nella comunicazione non è una sorpresa. Le tecnologie infuse in questo network rivelano solo un aspetto di un movimento che è molto più vecchio, al di là delle azioni e degli individui queste lasciano qualcosa, non solo documenti, qualcosa di vivo, qualcosa con un’intelligenza.
Si tratta di creare connessioni che annullano le distanze, per esempio, alcune persone in Germania, hanno fatto una festa, hanno raccolto i soldi e li hanno mandati qui. Sembra una cosa frivola perché si tratta di soldi, ma per loro non è stato difficile organizzare una festa e quei soldi che non erano molti per loro – significavano tanto per noi. Guarda – Nel primo mondo puoi raccogliere risorse più facilmente che nel terzo mentre nel terzo mondo puoi generare immagini idee – motivazioni. Non prendiamoci in giro, se la prendi come una relazione di mercato allora gli attivisti del primo mondo avrebbero bisogno di ciò che succede nel terzo, altrimenti morirebbero di noia. Mentre siamo in questo mondo che va avanti con la globalizzazione e con l’aumento della comunicazione tra la gente.. bene in questo caso siamo una comunità di ribelli. Non si tratta di Primo o Terzo Mondo. Siamo tutti nello stesso mondo.
Prima di sapere di indymedia avrei letto tutti i giornali e non ne avrei creduto a nessuno
Che si tratti di fotocopie o foto l’informazione libera del copyright è informazione virale. La sua duplicazione reinterpretazione e ridondanza ne assicura la sopravvivenza. In questo modo i mediattivisti danno e prendono, guardano con un occhio speciale in posti dove non sono mai stati
Uno dei modi di dire che abbiamo preso da Indymedia Chiapas è quello di essere la voce dei senza voce. Dare spazio a quelli che non hanno spazio da nessuna parte, che sono emarginati, quelli presentati dalla stampa ufficiale come i peggiori dei peggiori, perché sono mascherati o impugnano un bastone di legno. Quando l’unica cosa che hanno per difendersi contro le pallottole è un bastone – per proteggere i bambini e le loro donne non si tratta solo di mostrare le facce mascherate ce bloccano le strade. Si tratta di far vedere cosa fanno nei loro quartieri, dargli una possibilità che nessun altro gli darà Oggettività è una questione di prospettiva, ma sarebbe un grave errore far finta che non abbia conseguenze. C’è una guerra in corso per oltrepassare questa realtà, una guerra con vincitori e vinti ed eserciti dovunque. Questo sentivo mentre mi affrettavo per le assemblee. Sono qui. Questo ho visto con i miei occhi. E con il mio cuore. Attraverso questo assieme potremmo vedere, un gesto di certo più trasparente di quando un’oscura corporazione parla con voce robotica e spaventosamente ingannatrice – di oggettività. Mentre ti vende uno shampoo o la guerra in un unico respiro.
Quando la classe media del primo mondo si sveglia, sudando paura.
Se facessero vedere più picchetti questo non mi renderebbe meno spettatore. Sarei solo uno spettatore di cose che ritengo migliori.
Per noi, le lotte producono azioni reali e materiali che spostano le cose. Queste non sono ne trasmissibili ne comunicabili. Producono effetti e questi effetti possono tradurre cose solo nelle persone che stanno facendo cose. Quelli che stanno seduti e fanno audience passivamente anche se vedono tutto non capiranno mai – o penseranno di aver capito, le loro opinioni potrebbero cambiare, ma non è importante quello che conta è come può un cambiamento concreto e materiale che accade in un posto provocare un cambiamento concreto in qualche altra parte?
In un mondo di dolore e sofferenza, dove la giustizia e la bellezza sono i nostri obbiettivi, può darsi che alcune parole sia diventate meno utili, notizie, giornalismo e obbiettività sono fra queste e al loro posto? Un salto di fiducia. Qualcos’altro di comunicativo. Una cosa che non sappiamo cosa è. Questa è la prima cosa.
I media manipolano, controllano e portano ad un certo tipo di pensiero, un certo tipo di logica che determina le situazioni nei termini di cattivo buono positivo, identità.
La comunicazione che coopera non è in conflitto con fox news o con il capitale globale – ma con l’idea di risposta unica. Non c’è una grande risposta. Qui ci sono solo visioni locali e specifiche. Il suono di mille pentole e padelle sbattute, invece del ripetuto e unico battito di martello. Non c’è nome per questo.
Vogliamo dirti che da ora in poi quando parli con Indymedia Argentina devi sapere che non stai parlando di Indymedia Argentina, confessiamo di non essere noi stessi. E chi siamo se non siamo noi stessi? Siamo un picchetto, una gomma che brucia – un volto mascherato? Un bastone di legno in mano a qualcuno? Una pallottola che arriva? Siamo una fabbrica occupata? Una macchina che produce magie? O forse siamo un’ assemblea di quartiere. Occhi che si svegliano, ribellione che prende il mondo..
Abbiamo chiesto a tutti il permesso di essere parte di ogni cosa e tutti ci hanno dato il permesso di essere parte di loro. E noi siamo scomparsi
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Il testo del trailer del film
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(((i))) Wednesday, Nov. 29, 2006 at 1:22 AM |
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Potere. Il potere si può descrivere come la scelta delle parole con sui descriviamo un conflitto, un evento, una società. E' il potere che etichetta con queste le parole la vita quotidiana, come un paio di occhiali su cui sono incise delle parole, che oscura la nostra visione e che limita il vocabolario di quello che possiamo pensare. E' il potere che canbia il significato della parola protesta in disordini, povertà in criminalità, dissidenza, in terrorismo. E' il potre che fa scomparire intere popolazioni, che silenzia classi sociali e tutti coloro che lottano per la sopravvivenza, gli invisibili, gli inesistenti, gli insignificanti, i morti La parola per descirvere tutto questo è egemonia. Oggi, meno di dieci corporazioni controllano più del 90 per cento dei media di tutto il mondo. Tra di loro, c'è un evidente accordo per un allineamento dei contenuti. I taciti principi che sottindendono i loro imperi sono: passività, consumismo, fondamentalismo liberista, sfruttamento delle risorse, principi che calpestano la società civile e che trasfromano il nostro fragile pianeta in polvere Questo è l fiume inquinato nel quale quello che viene definito mondo sviluppato nuota ogni giorno, è la sua aria, il suo nutrimento, la sostanza del suo pensiero. Fiumi come questo non sono metafore virtuali, ma realtà Ora, se l'obbiettivo della democrazia è creare una società giusta e stimolare la partecipazione popolare nel potere, per definizione, ogni vera democrazia richiede l'accesso della gente alla produqione e distribuzione delle informazioni.
I media partecipativi Novembre 1999. Il movimento contro le corporazioni globali si presenta contro il Wto a Seattle. 70 mila persone si riuniscono per protestare: una convergenza di movimenti, una riunione delle riunioni La semplice idea è che questa volta, la voce di chi grida nelle strade, non può essere messa in silenzio da Cnn, Abc Nasce il primo centro dei media indipendenti, uno spazio sperimentale, non corporativo, creato per coprire quello che succede nelle strade, senza redattori, senza filtri, senza affiliazioni politiche Uno spazio fisico che consente a gente di tutto il mondo di incontrarsi, organizzarsi, condividere idee e informazione, un website per parlare di casa propria, delle strade e di ovunque. In mezzo alla nebbia dei gas lacrimogeni, la brutalità della polizia, nascono i media partecipativi. Cento giornalisti, due milioni di visite al sito internet, il gas lacrimogeno si dissipa, il Wto va a casa pensando a cosa ha sbagliato, gli amministratori dei grandi media si ritrovano nervosi a riflettere su una nuova forma di partecipazione ai media che senza denaro può distruggere la credibilità di una corporzione gigantesca e multimiliardaria, che pubblica la stria in modo più rapido, senza pubblicità . Tornati a casa, il sito ha continuato a vivere. i lacci itnrecciati tra le varie persone hanno contiuato a raccontare eventi , e la rete dei media indipendenti, o Indymedia, cresce con loro. Prima Boston, Washington DC, Inghilterra, Belgio, Alberta, Atlanta, Francia, cento, mille giornalisti, atitvisti, parlano insieme, condividono notizie, che alimentano questa creatura, questa idea, questa rete chiamata Indymedia, più rapidamente di quello che si potesse immaginare, in meno di 36 mesi si è trasformata non solo nella più grande rete di media attivisti, ma forse anche nella più grande organizzazione spontanea del pianeta. Di cosa parla adesso? oOn queste premesse andiamo in Argentina, un posto nell'estremo sud. dove accadono molte cose. l'Argentina che si sveglia. Nell'ultimo decennio la situazione non avrebbe potuto essere peggiore: Carlos Menem ha governato il Paese con gli Stati Uniti e le grandi organizzazioni inbternazionali del commercio che ritengono l'Argentina il modello del neoliberismo. E lasciano il Paese in rovina. Il governo di Menem è come una mafia,ha convertito in nmoneta corrente la corruzione, legando il valore del pesos al dollaro, e non dimentichiamo il regalo più grande, un soffocante, illegale, ridicolo debito eterno. Nulla di nuovo. E' semplicemente il perfezionamento della seconda colonizzazione. Poi nel 2000 arriva un nuovo presidente: nulla cambia,. la disoccupazione arriva al 20 per cento, la corruzione politica arriva a limiti esorbitanti e mentre alcune persone dicono: non abbiamo perso 30mila desparecidos resistendo alla dittatura militare negli anni Settanta solo per essere sconfitti dalla dittatura economica degli anni Novanta. Altri vanno nei supermercati per prendere quello di cui hanno bisogno. Il nuovo presidente dichiara lo stato di guerra e questo non gli viene permesso, la gente è stanca, la risposta è spontanea. In un mare di repressione, proiettili di gomma e morte, il Presidente da le dimissioni, ma questa non è la fine della storia, ma il principio. Nei giorni successivi, l'Argentina è sveglia e dice: Que se vayan todos (che vadano via tutti), Quel giorno la gente torna a casa per vedere cosa la televisione racconta di quello che sta succedendo, ma il riflesso di quello che stava succedendo era irriconoscibile. I media avevano tolto la maschera. Quelli che non lo sapevano, ora non potevano più far finta di nulla. Ora le persone si informano tra di loro, in altri modi, i media partecipativi entrano nella scena. Una cosa nata a Seatlle inmezzo a gas lacrimogeni e proteste, vive ora in Argentina, in una situazione molto più critica. Una evoluzione della parola Indymnedia, Indymedia Argentina. In mezzo ai clamori delle pentole, delle assemblee agli angoli delle strade e dei fumi delle autostrade bloccate c'è uno spazio per la voce della gente determinata a recuperare il suo Paese. In questo posto di costante crisi, Indymedia Argentina è diventata uno strumento critico popolare, una strana bellissima cosa, l'unione della volontà popolare e della comunicazione popolare. In questa lotta per una organizzazione orizzontale e un potere frazionato, l'informazione non è un lusso, ma una necessità di tutti, un desiderio di tutti. In questa storia della ridefinizione di quelllo che pensiamo del potenziale dei network di informazione decentralizzata, dei media partecipativi e di Indymedia. Nell'occhio del ciclone. "Abbiamo una dittatura in teoria e si suppone che i media in Argentina raccontino quello che succede. ma questo non è vero. Non mostrano ulla di quello che accade, anche se queste assemblee sono molto importanti per tutto il Paese. E' come se non esistessero le notizie". "Non mostravano niente, facevano vedere film. E' terribile quanto ti isolino dal mondo, qunado vogliono che nulla accada". "Liberi dalla morte, mai schiavi, continueremo a lottare, costruiremo il potere della gente, contro l'imperialismo e l'oligarchia, contro il presidente Duhalde e la polizia".
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