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Aggiornamenti sulla vicenda di Giuseppe Casu
by reti-invisibili Tuesday, Nov. 21, 2006 at 3:39 PM mail: info@reti-invisibili.net

Due aggiornamenti sulla vicenda di Giseppe Casu: l'interrogazione parlamentare del senatore dei Verdi Francesco Martone (19 novembre 2006) e un intervento dell'Ateneo libertario di Napoli...

Interrogazione a risposta orale del sen. Francesco Martone sulla vicenda di Giuseppe Casu

Sen. Francesco Martone

19 novembre 2006

Al Ministro degli Interni
Al Ministro della Salute
Al Ministro della Giustizia

Premesso che,

il 15 Giugno 2006 in piazza IV Novembre a Quartu il signor Giuseppe Casu, accanto alla sua ape parcheggiata, come ogni giorno, è intento a vendere frutta e verdura contenuta nel piccolo cassonetto della vettura. Quella mattina i famigliari passando dalla piazza si sono fermati con lui trovandolo come al suo solito;

a fine mattina, sopraggiungono sul posto dei carabinieri e guardie municipali accompagnati dall'ausilio di un'ambulanza e personale sanitario. Secondo le testimonianze tutto avviene molto rapidamente, Casu viene afferrato con forza dagli agenti e immobilizzato a terra, dopodiché viene ammanettato, assicurato alla barella e portato, con l'ambulanza, presso il reparto di psichiatria dell'ospedale IS Mirrionis di Cagliari;

il ricovero coatto si è svolto di fronte ad una folla di persone, era presente anche una giornalista, ma nessun famigliare era stato messo in condizione di essere presente;

secondo alcune testimonianze Giuseppe Casu sarebbe stato afferrato per il braccio destro e scaraventato a terra con modi piuttosto energici. Le forze dell'ordine avrebbero agito sotto lo sguardo del personale medico. In seguito all'arresto, il quartese è stato trasportato all'ospedale cagliaritano e qui legato mani e piedi al letto di contenzione sino al giorno della morte, per sette giorni consecutivi;

il motivo dell'intervento della forza pubblica, sarebbe da ricollegare al fatto che lui si rifiutasse ostinatamente di chiudere la sua bancarella abusiva messa in piedi nella piazza IV novembre. Inoltre a carico di Casu i vigili avevano emesso numerose multe, sempre da lui pagate; come affermato dal Vice Sindaco Tonio Lai durante la seduta comunale pubblica del 06/09/2006 in risposta all'interpellanza firmata dal consigliere comunale Stocchino (Rifondazione Comunista ) su questo caso: "siamo a conoscenza di un fatto certo, che la Polizia Municipale ha emesso numerosi verbali a carico del cittadino signor Casu, ne ha emesso soprattutto a partire dal maggio 2005, tantissimi...";

il giorno prima del ricovero coatto, il 14 Giugno 2006, i vigili si presentano dal signor Casu. Come sempre gli elevano una contravvenzione, ma questa volta il verbale raggiunge la cifra di 5.000 euro per la vendita senza licenza di frutta e verdura in strada;

il ricovero coatto (Trattamento Obbligatorio o T.S.O.) viene giustificato da uno stato di agitazione psicomotoria: il signor Casu dava in escandescenze. Cosa alquanto plausibile e giustificabile se si considera che al signor Casu, al rifiuto di andarsene, vengono aggiunti alla multa di 5.000 euro del giorno precedente una ulteriore multa dello stesso importo. La proposta di T.S.O. è stata fatta sulla base di una indicazione generica tramite un modulo prestampato nemmeno debitamente compilato;

i famigliari del signor Casu, quando si recano a visitarlo, lo trovano sempre legato al letto e sedato mentre lo stesso chiedeva insistentemente di essere slegato. Gli stessi famigliari segnalano ai sanitari l'evidente gonfiore ed il colore violaceo della mano destra, ma a quanto risulta tale segnalazione non produce interesse da parte dei sanitari che non si attengono nemmeno alle prescrizioni dell'ortopedico che richiedeva una radiografia. Il 22 giugno 2006 il signor Giuseppe Casu nativo di Quartu Sant'Elena in provincia di Cagliari cessa di vivere;

un'inchiesta interna dell'Azienda sanitaria locale sollecitata dall'Associazione sarda per la riforma psichiatrica, ha riconosciuto che la contenzione è stata effettuata per un periodo eccezionalmente lungo e che per questo non poteva essere giustificata. Per di più, oltre ad essere legato, il paziente era stato sottoposto anche a trattamento farmacologico. La commissione della Asl ha ritenuto non accettabile sotto il profilo clinico, oltre che etico, un così prolungato provvedimento di contenzione fisica in assenza di tentativi finalizzati alla sua interruzione ed ha accertato un approccio clinico insufficiente. Cioè a Casu non sono stati effettuati i consueti esami per valutare le sue condizioni di salute generali. La conclusione della Commissione è che sarà accelerato il processo di cambiamento di organizzazione, dell'operatività e dei protocolli terapeutici in uso nel reparto di psichiatria. La Asl che doverosamente ha accertato le responsabilità non ha tuttavia preso i conseguenti provvedimenti; inoltre non ha accertato le cause della morte (avvenuta per TROMBOEMBOLIA POLMONARE), né l'eventuale relazione di causa effetto con la prolungata contenzione e la grave contusione alla mano;

l'eccezionalità dei fatti ha portato alla costituzione di un Comitato cittadino "Verità e Giustizia per Giuseppe Casu". Il Vice Sindaco ha dichiarato (seduta comunale pubblica 06/09/06) che la dirigente del settore di Polizia Municipale non ha ritenuto allora, né ritiene ancora oggi necessario, avviare alcuna inchiesta sull'accaduto, dando generiche rassicurazioni sull'accaduto in base alla relazione redatta dalla dirigente della Polizia Municipale. Allo stato attuale dei fatti tale relazione non solo non è stata resa pubblica ma nemmeno consegnata ai famigliari che ne hanno fatto regolare richiesta.

Si chiede al Governo di sapere:

Se il trattamento obbligatorio è stato effettuato per motivi di ordine pubblico e inquadrato nella politica di ripristino della legalità attuata dal Comune per l'allontanamento di ambulanti abusivi, o piuttosto è un provvedimento urgente per motivi sanitari.

Se non si ritenga urgente avviare una inchiesta sull'accaduto, per giungere alla chiarezza e linearità degli eventi, nella loro successione, compreso il trattamento ospedaliero e le cause che hanno condotto al decesso del signor Giuseppe Casu.

==========

Fonte:

http://www.reti-invisibili.net/retinvisibili/articles/art_9255.html

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contro la psichiatria e il mondo che la produce
by ateneo libertario di napoli Tuesday, Nov. 21, 2006 at 9:26 PM mail:

Una storia come tante quella di Giuseppe Casu, un venditore ambulante abusivo di Quartu Sant'Elena, in provincia di Cagliari. Dopo che gli sbirri gli avevano notificato due multe di 5000 euro in due giorni, è stato immobilizzato e rinchiuso a causa della sua "agitazione psicomotoria". Il sindaco ha firmato un documento in cui alcuni "medici", senza aver mai visto né conosciuto Giuseppe, lo giudicavano meritevole di un Trattamento Sanitario Obbligatorio (ricovero coatto). Niente di eccezionale: è la pratica eseguita da ogni sindaco in caso di "necessità" ed ogni ospedale possiede un reparto adibito a questo tipo di ricoveri. Il trattamento pure è stato quello solito: Giuseppe è stato legato mani e piedi per sette giorni ed imbottito di psicofarmaci, sebbene fosse ferito dall'aggressione e riportasse tracce di sangue nelle urine. La terapia però non ha funzionato (o ha funzionato troppo): Giuseppe è morto il 22 giugno per "tromboembolia venosa". In realtà è morto di "guerra all'abusivismo" e di "battaglia per la legalità".
Lo strumento con cui lo stato lo ha ammazzato si chiama psichiatria e, al contrario di quanto si pensa, non ha niente a che vedere con la medicina. È una pratica poliziesca: non esiste disciplina medica che preveda cura contro la volontà del paziente. Chi è fuori dai limiti imposti dall'autorità viene eliminato. Ma gli sbirri moderni qualche volta, anziché piantarti una palla in fronte, si travestono da medici e ti "curano" dalla tua "pazzia". Insomma li dovresti pure ringraziare. Quell'ingrato di Giuseppe invece si agitava come un pazzo solo perché dopo diecimila euro di multa lo immobilizzavano e lo caricavano di peso su un'ambulanza. L'unica malattia che aveva era il non possedere una licenza per vendere i suoi ortaggi. Vabbè si sono sbagliati,... però "la gente si lamenta, non si trova parcheggio e i bottegai che vendono la verdura in negozio si lamentano della concorrenza", come ha detto l'assessore alle politiche sociali di Quartu, De Lunas, a mo'di giustifica. In altre parole, non era pazzo Giuseppe (e non ci sarebbe niente di strano nell' impazzire quando si è derubati ed aggrediti da uomini armati), però dava fastidio. Questa è la psichiatria: non ne esiste una buona! Levate allo psichiatra il potere della violenza ed una persona indifesa da "curare" e non vi resterà che l'intolleranza di un uomo rispetto a certi comportamenti, rivestita di teorie pseudoscientifiche (più o meno tante quanti sono gli psichiatri).
Se credete che la faccenda non vi riguardi perché siete delle persone per bene che non mostrano segni di squilibrio date uno sguardo al sito http://www.aifa.it dell'Associazione Italiana Famiglie ADHD. Si tratta di un associazione che promuove l'applicazione di trattamenti psichiatrici sui bambini diagnosticati afflitti da Attention Deficit Hyperactivity Disorder. Sul loro sito si legge che i malati "sono alcuni di quei bambini che troviamo alle feste dei nostri figli, nei bus o sul treno, nelle scuole o per la strada e che si mostrano continuamente agitati, in continuo movimento, che non riescono a stare mai fermi, che si dimenano continuamente e che i genitori trovano grande difficoltà a tenere "buoni". Quando, poi, iniziano a frequentare la scuola sono quei bambini che le insegnanti non vorrebbero mai tenere: si alzano continuamente dal loro posto, danno fastidio ai compagni, non riescono a svolgere i compiti assegnati e finiscono spesso per cambiare banco, classe e talvolta scuola". Ma l'AIFA ci spiega che "in realtà questi bambini non hanno nessuna colpa, né tanto meno i loro genitori che invece vengono spesso additati come incapaci a svolgere bene il proprio ruolo di educatori. Se il bambino risponde ad una serie di criteri clinici ben definiti dal mondo scientifico la loro è una vera patologia organica e come tale meritevole di una precisa terapia. Solo con l'ausilio di una giusta terapia i bambini cambieranno radicalmente il loro modo di vivere e tutti, genitori, insegnanti, compagni ma soprattutto il bambino, potranno finalmente cogliere la bellezza di una vita normale".
È un ottimo esempio di come funziona la psichiatria: si teorizza che un certo comportamento è malato spiegando quanto è fastidioso per la brava gente, si giustifica la violenza subita dal paziente col fatto che il malato non è in grado di conoscere cosa è bene per lui e quindi la sua volontà non conta niente, si parla spesso in nome del bene di tutti. Nel mondo 17 milioni di bambini sono diagnosticati afflitti da "disturbi mentali" e subiscono trattamenti farmacologici a base di stimolanti simili alla cocaina o di potenti antidepressivi, con quasi 400 morti correlate al trattamento. In Italia numerosi progetti pilota psichiatrici (http://www.fdarianna.it/progetto%20prevenzione.htm) proliferano da alcuni anni nelle scuole, trasformando gli insegnanti in segnalatori di bambini a partire dai cinque anni: test a risposta multipla rivelano patologie come l'ADHD o comunque legate al rendimento scolastico e causano la consegna del bambino nelle mani della psichiatria. Tutto ciò per la gioia delle case farmaceutiche e di persone come il pediatra napoletano Raffaele d'Errico, fondatore dell'AIFA. Sul sito si trova la pubblicità del suo studio pediatrico e le sue referenze di uomo di fede, tra cui spicca un video in cui presenta l'AIFA nientemeno che a Carol Woytila. Molto significativo: psichiatria e religione non possono che andare d'accordo. Entrambe teorizzano un uomo perfetto e inducono l'individuo ad annullarsi, nel tentativo di raggiungere questo mostruoso ideale. Esisteranno finché la vita sociale si svolgerà in base alle decisioni prese da pochi che, per realizzare i propri piani (magari pieni di buone intenzioni), hanno bisogno di burattini privi di volontà. A noi spetta tentare di conservare l'umanità che quotidianamente tentano di strapparci.

Gli anarchici e le anarchiche dell'Ateneo Libertario di Napoli

19 novembre 2006

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Fonte:

http://www.reti-invisibili.net/retinvisibili/articles/art_9256.html

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