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LA POSIZIONE DI SLAI COBAS A MARGHERA CON I LAVORATORI CHIMICI
by slaicobasmarghera@yahoo.it Wednesday, Nov. 22, 2006 at 12:30 PM mail: slaicobasmarghera@yahoo.it

IL TESTO DELLA PAGINA IN LINEA in www.paolodorigo.it CHE CON ALCUNE RIDUZIONI PER MOTIVI DI SPAZIO, ANDRA' IN DISTRIBUZIONE NELLE FABBRICHE NEI PROSSIMI GIORNI

COMUNICATO PER LA RETE – VOLANTINO IN ESTESO

I giornali locali del 21 novembre hanno volutamente tolto visibilità alla importante mobilitazione degli Operai chimici (non dei sindacati chimici, come hanno scritto i giornali, e che la hanno formalmente indetta, ma che non hanno certo portato in piazza i loro militanti non impegnati al lavoro nelle fabbriche chimiche, né ancora convocato TUTTA PORTO MARGHERA), e la hanno data, con molto maggior spazio, sia alla mobilitazione contro il MOSE (di per sé legittima, ma che ha visto la mobilitazione di molte meno persone), sia all’incontro tra il sindaco Cacciari e il presidente della regione Galan, che dà per scontato, che clorosoda e TDI debbano essere chiusi per sempre. E magari le quote di mercato corrispondenti andare a qualche buon pagatore di qualche multinazionale che all’estero produrrà con criteri di sicurezza del tutto da verificare. Non dimentichiamo Bhopal non dimentichiamo Cernobyl.

Un altro giochino che fanno i giornali, anche quelli locali oramai “Governati”, non è la censura, ma la “maggior notizia”. “Legittima scelta”, ma politica. Ecco la denuncia ad un noglobal a piede libero, a tutta pagina, e il rischio denuncia ad 80 operai, poche righe, con il terrorismo verbale di Fini, a prender spazio. Ancora l’incontro di Cacciari e Galan, più visibile, lo stesso giorno, della pioggia patita da centinaia di operai (non “300”), e i disagi dei cittadini, “sequestrati” NON dagli operai, ma da chi vuole trasformare la classe operaia in classe di schiavi. Dopo aver lasciato che la prostituzione e la droga facessero da modello sociale per i giovani. Molti operai infatti ricordano bene che nessun giornale parlava di eroina in termini allarmistici negli anni ’70, come oggi poco si dice di certe altre sostanze se non quando c’è qualche operazione di polizia. La politica scompare, vorrebbero i padroni, e la polizia risolve, vorrebbero farci credere. Infatti davanti al Petrolchimico c’erano 12 blindati di carabinieri e polizia, e una decina di auto. E non si capisce cosa ci stessero a fare. Gli operai esprimono pacificamente con la forza del loro numero, le loro ragioni. E’ per questo che esiste la frammentazione delle unità produttive ? Perché ci sono leggi come la Biagi, come la mancata abolizione del limite minimo di 15 dipendenti per i diritti civili dei lavoratori, o anche perché grazie a quelle leggi ed a molte altre bugie e truffe, si vogliono sfruttare senza limiti i lavoratori ? La situazione attuale dipende da una crisi generale. Bene, allora cambieremo questo sistema sociale, occorrerebbe dicessero certuni, invece no, vogliono farci diventare tutti INVISIBILI.



GLI INVISIBILI però in molte occasioni di lotta in questi mesi, ed anche lunedì 20 novembre, erano tutt’altro che invisibili, e non per i pancali bruciati sulle strade di Marghera e della rotonda della Romea, che per ore hanno bloccato la bretella di collegamento con la tangenziale autostradale, in un punto che storicamente non è stato sempre luogo di sole sfilate, MA PER LA UNITA’ NELLA DETERMINAZIONE DI DIFENDERE NON SOLO IL POSTO DI LAVORO MA ANCHE LA ESPERIENZA DI LAVORO, I SALTI MORTALI CHE GLI OPERAI FANNO DA DECENNI PER EVITARE QUELLO CHE LE POLITICHE PADRONALI, DI STATO O PRIVATE, DEL POLO CHIMICO, HANNO DETERMINATO IN MANIERA CRIMINALE, PER IL PROFITTO DEI PADRONI.

Come mai ci si preoccupa dell’inquinamento delle fabbriche SOLO ADESSO, e solo sulla chimica di Marghera ? Come mai nemmeno una parola sul danno biologico dell’essere insicuri come lavoro ? Perché non ci dicono quanti operai licenziati ed in cassa integrazione si sono suicidati dalla “marcia dei quadri fiat” in poi in Italia ? Perché si vuol chiudere con un accordo (25 ottobre) che laddove concede qualcosa, lo da “con un rinvio di 6 mesi” (nuova centrale ENI ?), anziché ottenere anche la requisizione del TDI e la messa a pieno regime degli impianti ? Perché, a parte le parole lievi della signora Bortolozzo, non c’è stata alcuna riassunzione degli operai delle imprese già per strada ? Perché gli enti locali difendono interessi esterni e non il dovere delle aziende, come la DOW che quando arrivò a Marghera pareva fossero salvatori, ad un regime produttivo non nocivo ? La disoccupazione e la schiavizzazione dei lavoratori non producono inquinamento ? Perché l’allarmismo dei padroni, degli ecologisti anti-Marghera, dei borghesi illuminati di greenpeace, dei campanelli



Questo i giornali censurano in maniera da venderci una minestra che non possiamo berci. Per questo

GLI INVISIBILI SARANNO SEMPRE MENO INVISIBILI



Noi, SLAI COBAS per il sindacato di classe, lottiamo in molte fabbriche italiane contro la politica della mediazione a tutto discapito degli operai, lottiamo per la sicurezza sul posto di lavoro e verso il territorio, e condanniamo politicamente la gestione politica che la Procura di Venezia ha voluto dare il 22 novembre, mediaticamente, dello SMOG, di cui si accusano le fabbriche.

Che le fabbriche inquinino è vero, e a dover essere messi sotto critica sono anche loro stessi che ADESSO pongono un problema che LORO STESSI dovevano risolvere 30 anni e passa fa, quando alla Chatillon, e poi alla Montefibre, alla Azotati ed altri stabilimenti, uscivano fughe di gas che mandavano al pronto soccorso anche 300 operai alla volta (libro di Moriani, Nocività, Bertani editore, disponibile in copia presso il ns.sindacato). QUINDI FACESSERO IL LORO LAVORO, ma senza interferire con il conflitto tra OPERAI e padroni, e semmai stessero dalla parte giusta, per una volta: RISANARE NEL MANTENIMENTO DELLA PRODUZIONE, PENALITA’ ECONOMICAMENTE RILEVANTI DESTINATE AGLI OPERAI LICENZIATI E SENZA LAVORO, PROCESSI PENALI ALLE “ristrutturazioni” che hanno prodotto guadagni incredibili nella vendita e svendita degli stabilimenti.

E DICESSERO CHIARO, A QUEI PADRONI DI FABBRICHE SIGNIFICATIVE DI MARGHERA, CHE NON SONO PER NULLA IN PERDITA, CHE NON DEVONO METTERE IN GIRO LA VOCE CHE FORSE LA VENDERANNO, PER “realizzare”. Le Procure imponessero l’applicazione dell’articolo del codice civile sulla REQUISIZIONE. Le fabbriche non sono merda, sono uno degli elementi più importanti della economia nazionale, ANCHE PERCHE’ NON E’ CHE IN ETERNO CI POTRA’ ESSERE LA CUCCAGNA DELL’IMMIGRAZIONE E DEL LAVORO SOTTOPAGATO NEI PAESI DELL’EST, IN CINA, AMERICA CENTRALE E LATINA, AFRICA, INDIA, ASIA O IN MEDIO ORIENTE. Una Procura, che si basa sul diritto, dovrebbe riconoscere che la violazione dell’art.11 della Costituzione da parte di ripetuti e successivi governi non è un buon argomento per fondare il benessere della comunità sulla schiavizzazione dei lavoratori, e trovare il primo appiglio possibile per procedere all’abolizione come anticostituzionale, della Legge 30/2002. Anche per una ordinata convivenza civile. E non giocare con lo “smog”, che è certamente il prodotto principalmente dei milioni di mezzi pesanti su strada e dei mezzi dei lavoratori (per carità, non solo dei rappresentanti e dei padroncini e scansafatiche) spinti al pendolarismo da un sistema economico sbagliato.

A Marghera gia’ sono state chiuse delle piccole aziende interne al TDI, nonché una ristrutturazione fatta di guerre di appalti e sottoappalti, cessioni di attività e accaparramento immobiliare, logica speculativa generalizzata per cui l’economia rinnovata E’ IL SISTEMA DELLE COSTRUZIONI, cosa tutt’altro che veritiera, in quanto assistiamo sì al necessario adeguarsi delle sovrastrutture, MA ADEGUARSI A CHE COSA ?

La logica poi dei partiti riformisti oggi al governo è solo più moderna di quella dei partiti di ieri, e il nostro sindacato non condivide la logica pedissequa a criteri generali propri del sindacato tri-confederale che sono succedanei a quelle partitiche borghesi. Non ci sono piani regolatori che tengano, qua occorre fermare tutti questi sviluppi a trucco che non modificano nulla e difendere il diritto alla dignità della vita.

Il che significa anche DIFENDERE MARGHERA DAI PESCECANI E NON DALLA “CHIMICA”, ma significa anche che chi ha responsabilità nel fondo che è stato toccato in questi mesi di giocare a rimpiattino per poi portare a dire i sindacalisti (Baldan il 20 in assemblea) che questa vertenza occorre chiuderla entro dicembre perché poi ci saranno le feste, che non ci saranno molte feste da festeggiare, quest’anno, e che la pace sociale del darsi la mano a messa a Natale, coi padroni e chi sta con loro, non la si fa.

PERCHE’ NON C’E’ DIGNITA’ SENZA DIRITTO

E IL PRIMO PUNTO DEL DIRITTO E’ A LAVORARE PER VIVERE NON DA SCHIAVI MA DA CITTADINI



OPERAI, ORGANIZZIAMOCI E DIAMO SVILUPPO ALLA LOTTA
DI TUTTA MARGHERA
NON DEI SOLI CHIMICI,
MA ANCHE DELLE DITTE METALMECCANICHE IMPEGNATE NEL POLO CHIMICO,

ANCHE PER QUEI LAVORATORI DELL’APPALTO E DELLE “COOPERATIVE”
SEMPRE PIU’ RICATTATI E VILIPESI DA UN LAVORO SEMPRE PIU’ A RISCHIO



OPERAI ORGANIZZIAMOCI ANCHE CON I NOSTRI COMPAGNI DI LAVORO
OLTRE MARGHERA

ORGANIZZIAMO LOTTE INCISIVE E NON IN DELEGAZIONE

ORGANIZZIAMOCI CON LO SLAI COBAS E CON LE ORGANIZZAZIONI DI BASE OVE GIA’ ESISTENTI ONDE IMPEDIRE UNA GESTIONE “PARAISTITUZIONALE” CHE PREVEDA CHIUSURE DI REPARTI INQUINANTI.



DISOCCUPATI ORGANIZZIAMOCI IN LOTTE SPECIFICHE E GENERALI CON GLI OPERAI ED I PRECARI, CHE INVITIAMO AD UNIRSI AGLI OPERAI !



I PRIMI AD INQUINARE SONO I POTENTI

FACCIAMOGLIELO CAPIRE !



Per noi esserci significa essere presenti nelle lotte e tra gli operai, dare visibilità a chi non ne ha, aprire vertenze e situazioni di conflitto sociale ove necessario (cioè ovunque) per il ripristino della prima delle legalità, l’ARTICOLO 1 DELLA COSTITUZIONE.



Lo SLAI COBAS per il sindacato di classe dà una disponibilità anche legale e sindacale ai lavoratori che lo richiedessero, il mercoledì dalle 9 alle 14 presso la sede della ASSOCIAZIONE ESPOSTI AMIANTO della provincia di VENEZIA, a Marghera, in Piazza Municipio 14. Telefonicamente 334-3657064. Per fax 041-5600143. Per e-mail slaicobasmarghera@yahoo.it.
I nostri comunicati e dei compagni SLAI COBAS per il sindacato di classe in
http://www.paolodorigo.it/ClasseOperaia.htm
http://www.mirarossa.org

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