Sulla manifestazione del 18 Novembre a Roma
Sabato 18 Novembre a Roma sono scese in piazza 20.000 persone in solidarietà al popolo palestinese, contro le stragi sioniste a Gaza e in tutta la Palestina, contro il muro dell'apartheid costruito dallo stato israeliano e per la fine degli accordi economico-militari tra Italia e Israele. Durante il percorso si sono intonati slogan contro la politica sionista di israele, in appoggio alle resistenze palestinese, afghana, irachena e libanese, slogan contro la missione di guerra ONU in Libano, slogan per il ritiro delle truppe italiane da tutti i fronti di guerra e lo slogan tanto condannato in appoggio alle azioni fatte dalla resistenza irachena come quella di Nassiriya contro le truppe di un governo invasore imperialista come l'italia.
Forse chi condanna quello slogan non si ricorda bene cosa ci fa l'Italia in Iraq... L'attuale governo di centro-sinistra continua a portare avanti una delle tante guerre iniziate dal precedente governo di centro-destra che sotto alla parola d'ordine "Esportiamo democrazia" ha invaso la nazione più ricca di petrolio del mondo posizionandosi giusto attorno ai pozzi dell' Agip-Eni per proteggere i propri interessi economici e non certo per esportare un beni come la democrazia, la giustizia e la libertà che nel nostro paese sono esauriti da tempo.
Noi rivendichiamo il diritto di poter esprimere le proprie idee contro una guerra portata avanti da un governo guerrafondaio che condanna uno slogan e continua a massacrare un popolo che difende la propria terra.
Non si può condannare un atto simbolico come il rogo dei tre fantocci o lo slogan di nassiriya, bisogna invece condannare il ruolo e le azioni delle truppe italiane, statunitensi e israeliane su tutti i fronti di guerra che continuano a seminare fame e morte ma si disperano quando raccolgono la giusta risposta delle resistenze popolari.
Oggi ci fanno passare davanti una finanziaria che taglia tutti i servizi sociali per finanziare le missioni di guerra tanto care a questo governo imperialista. Ci troviamo ad affrontare una situazione di degrado e repressione sociale che colpisce tutti i proletari, italiani e immigrati, che giorno dopo giorno continuano ad essere sempre più sfruttati e presi in giro da un governo perfettamente in linea con il precedente, anche se di coalizioni opposte. Veniamo repressi nelle fabbriche se solo pensiamo di scioperare per i nostri diritti, veniamo repressi nelle scuole e nelle università se ci opponiamo a leggi o finanziarie che attaccano e tagliano fondi all'istruzione pubblica per rilanciare quella privata, veniamo repressi quando lottiamo per il diritto alla casa, veniamo repressi nelle piazze quando manifestiamo contro la guerra, appoggiamo i popoli che resistono all'oppressione imperialista o quando denunciamo la politica razzista che gestisce i CPT (lager di stato) o quando portiamo solidarietà ai dentenuti delle carceri e veniamo attaccati da squadristi armati di spranghe e coltelli che girano impuniti nelle nostre città. Veniamo repressi di più con il governo di centro-sinistra di quando a comandare c'era il centro-destra perchè prima tutti i partiti dell'unione erano in prima fila con i lavoratori, gli studenti e le famiglie, mentre oggi mostrano il loro vero volto sfruttatore e padronale reprimendo tutte le voci fuori dal coro che esprimono i propri ideali.
Non si può continuare a fare finta che questi avvenimenti ci passino accanto come se non ci riguardassero, bisogna continuare a lottare contro questo sistema corrotto dalla fame di denaro e potere.
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