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Manifestazione nazionale con minaccia di picchettaggi per chiudere l’Ubik Lab TREVISO. Forza Nuova farà chiudere con ogni mezzo il centro sociale Ubik Lab, aperto a Ponzano. A lanciare l’allarme alle forze dell’ordine il sindaco Claudio Niero, dopo la diffusione di un minaccioso volantino. La guerra della destra è dichiarata: «Passeremo alle vie di fatto - si legge - impedendo fisicamente a questa marmaglia comunista di agire indisturbata. Svilupperemo ogni attività per raggiungere il nostro obiettivo. E a ogni azione risponderemo con doppia efficacia e triplicata ferocia».
Immediata la replica degli ex rebeldini del centro culturale, con una denuncia alla magistratura per ingiurie, minacce e diffamazione. Ma Il movimento di estrema destra è deciso ad arrivare fino in fondo: Forza Nuova minaccia addirittura di convocare una manifestazione nazionale a Treviso per porre fine all’attività dell’Ubik Lab, nato a Ponzano in via Libertà. Considerati i precedenti nel Veneto di questi giorni, il rischio di nuove violenze diventa altissimo, soprattutto se davvero le due parti arriveranno a fronteggiarsi davanti al locale di Ponzano. Le minacce del volantino sono chiare e, a confermare i toni, arrivano le dichiarazioni del leader provinciale di Forza Nuova, Alessandro Arboit, che ha rilanciato l’idea di un’adunata nazionale a Treviso per urlare il dissenso dei forzanovisti nei confronti dei centri sociali. «Faremo delle attività consone alla protesta, finchè il centro sociale non verrà chiuso - ha spiegato - si comincia con le dichiarazioni, ma potrebbe proseguire anche con volantinaggi, gazebo, manifestazioni e presidi. Sono pronto fin d’ora a chiedere l’appoggio a livello nazionale per indire una manifestazione di massa contro questo centro sociale. Da questa settimana ci muoveremo per far chiudere il locale di Ponzano. Non abbiamo comunque intenzione di effettuare azioni di boicottaggio clandestino: se dovessero arrivare, ne disconosco fin d’ora la paternità. Agiremo alla luce del sole».
Una vera e propria dichiarazione di guerra, che surriscalda il clima da sempre ostile tra i gruppi dei centri sociali e gli esponenti dell’estrema destra. Una situazione che allarma anche la città, con le forze dell’ordine che rizzano le antenne per seguire da vicino la situazione in via di sviluppo. In provincia è ben nota la vicenda legata al centro sociale occupato Rebelde di Conegliano, abbattuto nel maggio del 2005. E altri centri nelle zone limitrofe sono terreno di scontri quando Disobbedienti e forzanovisti si trovano a contatto. La manifestazione nazionale contro l’Ubik Lab rischia di trasformarsi nell’anticipazione a presìdi e scontri fisici? Il rischio è evidente, e nessuno sembra voler cedere. «Non siamo certo noi a voler esasperare i toni - riprende Arboit - ma quel centro sociale vive nell’illegalità, non doveva venir aperto. Sarà un locale che vedrà diffondersi lo spaccio di droga, che si confonderà durante i concerti, e il favoreggiamento dell’ospitalità agli immigrati clandestini. Una situazione di illegalità paragonabile al Rebelde, tant’è che all’interno del centro sociale ci sono gli stessi organizzatori. E’ un centro culturale? Non ci credo. E qualche tempo fa nella zona industriale di Ponzano sono apparse delle scritte contro la mia persona...».
Clima surriscaldato, quindi, già prima dell’apertura del locale. Le minacce di Forza Nuova rischiano di accendere una miccia difficile da spegnere. «Sarà un centro sociale a tutti gli effetti, come il Gramigna di Padova e il Rivolta di Mestre. La situazione può degenerare: a Padova la nostra sede è stata attaccata con il lancio di molotov, non voglio che succeda anche a Treviso», conclude Arboit