Indymedia e' un collettivo di organizzazioni, centri sociali, radio, media, giornalisti, videomaker che offre una copertura degli eventi italiani indipendente dall'informazione istituzionale e commerciale e dalle organizzazioni politiche.
toolbar di navigazione
toolbar di navigazione home | chi siamo · contatti · aiuto · partecipa | pubblica | agenda · forum · newswire · archivi | cerca · traduzioni · xml | classic toolbar di navigazione old style toolbarr di navigazione old style toolbarr di navigazione Versione solo testo toolbar di navigazione
Campagne

Sostieni,aderisci,partecipa al progetto Isole nella Rete


IMC Italia
Ultime features in categoria
[biowar] La sindrome di Quirra
[sardegna] Ripensare Indymedia
[lombardia] AgainstTheirPeace
[lombardia] ((( i )))
[lombardia] Sentenza 11 Marzo
[calabria] Processo al Sud Ribelle
[guerreglobali] Raid israeliani su Gaza
[guerreglobali] Barricate e morte a Oaxaca
[roma] Superwalter
[napoli] repressione a Benevento
[piemunt] Rbo cambia sede
[economie] il sangue di roma
Archivio completo delle feature »
toolbarr di navigazione
IMC Locali
Abruzzo
Bologna
Calabria
Genova
Lombardia
Napoli
Nordest
Puglia
Roma
Sardegna
Sicilia
Piemonte
Toscana
Umbria
toolbar di navigazione
Categorie
Antifa
Antimafie
Antipro
Culture
Carcere
Dicono di noi
Diritti digitali
Ecologie
Economie/Lavoro
Guerre globali
Mediascape
Migranti/Cittadinanza
Repressione/Controllo
Saperi/Filosofie
Sex & Gender
Psiche
toolbar di navigazione
Dossier
Sicurezza e privacy in rete
Euskadi: le liberta' negate
Antenna Sicilia: di chi e' l'informazione
Diritti Umani in Pakistan
CPT - Storie di un lager
Antifa - destra romana
Scarceranda
Tecniche di disinformazione
Palestina
Argentina
Karachaganak
La sindrome di Quirra
toolbar di navigazione
Autoproduzioni

Video
Radio
Print
Strumenti

Network

www.indymedia.org

Projects
oceania
print
radio
satellite tv
video

Africa
ambazonia
canarias
estrecho / madiaq
nigeria
south africa

Canada
alberta
hamilton
maritimes
montreal
ontario
ottawa
quebec
thunder bay
vancouver
victoria
windsor
winnipeg

East Asia
japan
manila
qc

Europe
andorra
antwerp
athens
austria
barcelona
belgium
belgrade
bristol
croatia
cyprus
estrecho / madiaq
euskal herria
galiza
germany
hungary
ireland
istanbul
italy
la plana
liege
lille
madrid
nantes
netherlands
nice
norway
oost-vlaanderen
paris
poland
portugal
prague
russia
sweden
switzerland
thessaloniki
united kingdom
west vlaanderen

Latin America
argentina
bolivia
brasil
chiapas
chile
colombia
ecuador
mexico
peru
puerto rico
qollasuyu
rosario
sonora
tijuana
uruguay

Oceania
adelaide
aotearoa
brisbane
jakarta
manila
melbourne
perth
qc
sydney

South Asia
india
mumbai

United States
arizona
arkansas
atlanta
austin
baltimore
boston
buffalo
charlottesville
chicago
cleveland
colorado
danbury, ct
dc
hawaii
houston
idaho
ithaca
la
madison
maine
michigan
milwaukee
minneapolis/st. paul
new hampshire
new jersey
new mexico
new orleans
north carolina
north texas
ny capital
nyc
oklahoma
philadelphia
pittsburgh
portland
richmond
rochester
rogue valley
san diego
san francisco
san francisco bay area
santa cruz, ca
seattle
st louis
tallahassee-red hills
tennessee
urbana-champaign
utah
vermont
western mass

West Asia
beirut
israel
palestine

Process
discussion
fbi/legal updates
indymedia faq
mailing lists
process & imc docs
tech
volunteer

Vedi tutti gli articoli senza commenti
Ti svegli e scopri d’essere un segreto di stato
by ragazzi di calabria Monday, Nov. 27, 2006 at 2:52 PM mail:

:_:


Sequestrato - ancora una volta dalla Procura di Reggio Calabria - il dossier della "Casa della Legalità - Osservatorio sulle Mafie" sulla Asl di Locri. I colletti bianchi hanno timore? Curioso: anche quello sarebbe Segreto di Stato? Ma dove è la parcella per lo studio da noi fatto?

La follia non ha limiti. Dopo il sequestro e l’oscuramento (sui siti di Casa della Legalità, Democrazia Legalità, Repubblica, Comunisti Italiani, Gil Botulino) della Relazione sulla Asl di Locri della Commissione d’accesso (atto amministrativo di un procedimento concluso con il Commissariamento decretato dal precedente Governo), dopo il silenzio della stampa nazionale, un nuovo atto chiaramente intimidatorio, per far tacere sui rapporti, le complicità, le infiltrazioni, le connivenze (e convivenze, anche magari per parentela), dei colletti bianchi della classe dirigente in Calabria (ma non solo) con i mafiosi. Eppure le, poche carte pervenuteci, portano i simboli dello Stato, quale ulteriore sfregio alla Costituzione ed allo Stato di diritto dobbiamo aspettarci?

Dalla lettura di questa nuova notifica, sempre della stessa Procura, dello stesso pm Giuseppe Lombardo, (non della DDA) nell’ambito del medesimo procedimento penale 2243/06, apprendiamo di essere indagati sempre per i delitti di cui agli artt. 110, 117, 326 C.P., oltre che con:
Vittorio Zucconi, direttore responsabile di Repubblica.it;

Elio Veltri, Roberta Anguilesi, Marco Ottonelli, direttore e giornalisti di democrazialegalita.it;

Paride Leporace direttore del quotidiano Calabria Ora
anche con:

Perrino Angelo (direttore responsabile della testata giornalistica su web canali.libero.it);

Pantano Agostino (responsabile comunisticalabria.org - organo della Segr.Regionale del PdCI);

Santalmassi Giancarlo (direttore responsabile de Il Sole 24 Ore e Radio 24);

Andreacchio Pasquale (responsabile del sito web badolato.info).


Oltre alla infondatezza generale del Procedimento, risultano compiute non uno ma molteplici errori di procedura vizianti radicalmente l’azione penale messa in atto, venendo ora evidente l’assoluta "devianza" delle indagini. Infatti si afferma che noi, avremmo aggirato il provvedimento di sequestro della Relazione, ripubblicandone stralci nel Dossier. Ma se quel Dossier è on line dal 27 ottobre 2006 (proprio nel giorno della perquisizione armata - con sequestri - all’ora dei camorristi nelle abitazioni dei giornalisti di Democrazia e Legalità a Firenze), mentre il sequestro del nostro sito è stato effettuato il 3 novembre (e notificatoci il 7). Quindi quale "aggiramento" del sequestro? Piuttosto una volontà persecutoria da parte del sostituto procuratore Lombardo, figlio d’arte dell’ex Procuratore Capo di Locri, Rocco, che, estraneo alle indagini di mafia in quanto non componente della DDA, continua ad affermare che esistono indagini, di fatto, sulla mafia, esterne alla DDA nella procura di Reggio Calabria.

E poi: se il Dossier sulla Asl di Locri, che come "Casa della Legalità - Osservatorio sulle Mafie" abbiamo redatto (e non siamo un Ufficio o Servizio di Stato) è un Segreto di Stato, allora, cortesemente, versare la parcella per la consulenza sul conto della "Casa" (gli estremi sono su sito).

Ed ancora se non è possibile pubblicarne brevi stralci e/o sintesi, allora sicuramente sono state sequestrate tutte le copie dei quotidiani che le hanno pubblicate (oltre che nelle redazioni, nelle biblioteche e nelle case dei lettori). Una rete d’intelligence straordinaria quella del pm Lombardo, ma perché non la mette a disposizione delle indagini della DDA sulla ’Ndrangheta?

Quale segreto di Stato è mettere una dopo l’altra le ditte dei soci, delle aziende che le diverse ’ndrine utilizzavano per dominare la ASL di Locri, vorremmo davvero saperlo. Visure camerali pubbliche, naturalmente omessi i dati sensibili, sono certo strumento utile per capire, inequivocabilmente, quali altri Enti o Strutture pubbliche (scuole, ospedali, comuni, province, magari Regione con 22 indagati su 50 consiglieri,..) hanno rapporti di affari con l’onorata società. E’ questo che c’è nel dossier, per deduzione quindi, si potrebbe dire che il Segreto di Stato sta qui: Rendere evidenti i legami, le connivenze e le alleanze tra la ’Ndrangheta, l’economia, le Istituzioni (cioè parte dello Stato). Allora lo si dica.

Noi andiamo avanti! La verità non è cancellabile. Anche se è scomoda - ormai in modo evidente - per alcuni, crediamo anche, in alte sfere. Ma non ci sono nomi intoccabili, sia chiaro! Per assurdo, in questo paese, per combattere le mafie: I fought the law. (come la sezione dedicata a questa lucida follia sul nostro sito http://www.genovaweb.org)

f.to uno dei tanto indagati
Christian Abbondanza


sul sito tutte le informazioni:

sez. I fought the law - con la cronologia dal 27 ottobre ad ora, gli estratti delle notifiche,... http://www.genovaweb.org/legalita_2/ifoughtthelaw.htm

sez. Ascolta la Relazione - le trasmissioni ascoltabili di Radio 24 de Il Sole 24 Ore http://www.genovaweb.org/legalita_2/radio24_sole24ore.htm

sez. Relazione Asl Locri - con commenti, schede, rassegna stampa... http://www.genovaweb.org/legalita/nella_asl_locri.htm

oltre naturalmente alle altre questioni affrontate.


--------------------------------------------------------------------------------

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
LOCRI: NASCE ''RETE PER LA CALABRIA'', COORDINAMENTO DEI MOVIMENTI
by aldo pecora Monday, Nov. 27, 2006 at 3:11 PM mail:



(ASCA) - Locri (Rc), 7 nov - Sono arrivati da tutta la
regione, invitati dal movimento dei ragazzi di Locri e di
Calabria ''Ammazzateci tutti'', ed hanno scelto
simbolicamente Palazzo Nieddu del Rio di Locri, teatro di una
delle pagine piu' oscure della storia calabrese, per gettare
le fondamenta di un Coordinamento regionale dei movimenti,
delle associazioni e della societa' civile. Verso questo
ambizioso obiettivo, accompagnato dalle tre parole d'ordine
''legalita', solidarieta', operosita''' - si legge in una
nota - si sono dati appuntamento, dopo un primo percorso di
incontri propedeutici, i rappresentanti di movimenti ed
associazioni tra i piu' attivi nella nostra regione
nell'ambito della lotta per la legalita' e per la giustizia
sociale. All'appello dei ragazzi di ''Ammazzateci tutti''
hanno risposto anche numerose personalita' della cosiddetta
Societa' Civile calabrese.
Ecco dunque che a sottoscrivere il primo manifesto
d'intenti, gia' visibile sul sito http://www.perlacalabria.it
, che e' gia' operativo come
primo strumento di comunicazione del Coordinamento, c'erano i
rappresentanti di ''Ammazzateci tutti'', di ''Calabria
Protagonista'', di ''Comunita' di Liberazione'', del
Consorzio di cooperative sociali ''Goel'', di ''Pic.Asso'',
di ''Studenti in Movimento'', della Fondazione ''Gianluca
Congiusta'', di ''Calabrialibre'', un delegato di ''Progetto
Calabrie'' in veste di osservatore, e, inoltre, i familiari
di vittime della 'ndrangheta Rosanna Scopelliti, Mario
Congiusta, ed insieme a loro imprenditori, magistrati e
diversi rappresentanti del mondo delle professioni come Pippo
Callipo, Vincenzo Linarello, Concetta Polifrone, Teresa
Puntillo, Luciano Guarnieri, Roberto Montagnese, Antonio
Muschera', Danilo Currenti, Giancarlo Giusti, Giovanni
Pecora.
Nel ''Manifesto per la Calabria che e' gia' cominciata'',
presentato nel momento costitutivo e sottoscritto dai
presenti, c'e' un forte richiamo ai valori della giustizia e
della legalita', dell'etica nei comportamenti della politica,
della tolleranza, della solidarieta' e dell'operosita'. Un
manifesto forte - spiega la nota - intriso di messaggi
chiari, diretti a tutti i calabresi onesti, dove si ribadisce
che la Calabria non puo' piu' aspettare, e che i calabresi
non vogliono e non possono piu' aspettare.
La gente di Calabria, piena di passione civile e coraggio,
si candida, quindi - continua la nota - a promuovere il
cambiamento sociale ed il rinnovamento della classe dirigente
regionale e dare nuova propulsione alla lotta all'illegalita'
diffusa. Molte altre associazioni, tra queste alcune estere,
ma con profonde radici in Calabria, stanno presentando le
loro candidature per aderire e realizzare un movimento
regionale di grande respiro, pronto a confrontarsi con
proprie proposte e nuovi progetti con le istituzioni, ed a
combattere con l'efficacia che deriva dalla sinergia di tante
forze di quella nuova Calabria che e' gia' cominciata i mali
che soffocano la nostra regione.
I sottoscrittori fanno anche appello a tutti quei
movimenti, quelle associazioni, quei liberi cittadini
calabresi che vogliono accettare questa sfida difficile ed
esaltante ad inoltrare la propria domanda di adesione o di
informazioni all'indirizzo di posta elettronica
rete@perlacalabria.it che e' gia' disponibile o al fax 178
227 1483.





--------------------

PER EVENTUALI QUERELE, DENUNZIE, MINACCE, DIFFIDE, NOTIFICHE:
Aldo Pecora, via On. Longo n°35 - 89024 Polistena (Rc) -

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
dite che la relazione sta qui
by pdf Monday, Nov. 27, 2006 at 3:17 PM mail:

cosi' sequestrano anche indymedia
http://italy.indymedia.org/uploads/2006/11/relazione_locri1-1.pdf

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
COSA ASPETTIAMO ?
by Avv. Juris Caccavallo Monday, Nov. 27, 2006 at 6:17 PM mail:

Legge 22 Dicembre 1999, n. 512

"Istituzione del Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso"
pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 6 del 10 gennaio 2000
--------------------------------------------------------------------------------
Art. 1.

(Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso)

1. È istituito presso il Ministero dell'interno il Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, di seguito denominato "Fondo". Il Fondo è alimentato:

a) da un contributo dello Stato pari a lire 20 miliardi annue;

dai rientri previsti dall'articolo 2.



Art. 2.

(Modifiche all'articolo 2-undecies della legge 31 maggio 1965, n. 575)

1. All'articolo 2-undecies della legge 31 maggio 1965, n. 575, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modificazioni:

a) al comma 1, lettera a), sono aggiunte, in fine, le parole: "o che non debbano essere utilizzate per il risarcimento delle vittime dei reati di tipo mafioso";

al comma 1, lettera , dopo la parola: "titoli" sono inserite le seguenti: ", al netto del ricavato della vendita dei beni finalizzata al risarcimento delle vittime dei reati di tipo mafioso";

c) al comma 2, lettera a), sono aggiunte, in fine, le parole: ", salvo che si debba procedere alla vendita degli stessi finalizzata al risarcimento delle vittime dei reati di tipo mafioso";

d) al comma 3, lettera , dopo le parole: "interesse pubblico" sono inserite le seguenti: "o qualora la vendita medesima sia finalizzata al risarcimento delle vittime dei reati di tipo mafioso";

e) al comma 3, lettera c), dopo le parole: "interesse pubblico" sono inserite le seguenti: "o qualora la liquidazione medesima sia finalizzata al risarcimento delle vittime dei reati di tipo mafioso".



Art. 3.

(Comitato di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso)

1. Presso il Ministero dell'interno è istituito il Comitato di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso. Il Comitato è presieduto dal Commissario per il coordinamento delle iniziative di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso, nominato dal Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'interno, anche al di fuori del personale della pubblica amministrazione, tra persone di comprovata esperienza nell'attività di solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso. Il Comitato è composto:

a) da un rappresentante del Ministero dell'interno;

da un rappresentante del Ministero di grazia e giustizia;

c) da un rappresentante del Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato;

d) da un rappresentante del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica;

e) da un rappresentante del Ministero delle finanze;

f) da un rappresentante della Presidenza del Consiglio dei ministri, Dipartimento per gli affari sociali;

g) da un rappresentante della Concessionaria di servizi assicurativi pubblici Spa (CONSAP), senza diritto di voto.



2. Il Commissario ed i rappresentanti dei Ministeri restano in carica per quattro anni e l'incarico non è rinnovabile per più di una volta.

3. Fino alla data di entrata in vigore del regolamento previsto dall'articolo 7, la gestione del Fondo è attribuita al Comitato di cui al presente articolo, secondo quanto previsto dall'articolo 6.

4. A decorrere dalla data di entrata in vigore del regolamento previsto dall'articolo 7, la gestione del Fondo è attribuita alla CONSAP, che vi provvede per conto del Ministero dell'interno sulla base di apposita concessione.

5. Gli oneri derivanti dal presente articolo sono posti a carico del Fondo.



Art. 4.

(Accesso al Fondo)

1. Hanno diritto di accesso al Fondo, entro i limiti delle disponibilità finanziarie annuali dello stesso, le persone fisiche e gli enti costituiti parte civile nelle forme previste dal codice di procedura penale, a cui favore è stata emessa, successivamente alla data del 30 settembre 1982, sentenza definitiva di condanna al risarcimento dei danni, patrimoniali e non patrimoniali, nonchè alla rifusione delle spese e degli onorari di costituzione e di difesa, a carico di soggetti imputati, anche in concorso, dei seguenti reati:

a) del delitto di cui all'articolo 416-bis del codice penale;

dei delitti commessi avvalendosi delle condizioni previste dal medesimo articolo 416-bis;

c) dei delitti commessi al fine di agevolare l'attività delle associazioni di tipo mafioso.

2. Hanno altresì diritto di accesso al Fondo, entro i limiti delle disponibilità finanziarie annuali dello stesso, le persone fisiche e gli enti costituiti in un giudizio civile, nelle forme previste dal codice di procedura civile, per il risarcimento dei danni causati dalla consumazione dei reati di cui al comma 1, accertati in giudizio penale, nonchè i successori a titolo universale delle persone a cui favore è stata emessa la sentenza di condanna di cui al presente articolo.

3. Nei casi previsti dai commi 1 e 2, l'obbligazione del Fondo non sussiste quando nei confronti delle persone indicate nei medesimi commi è stata pronunciata sentenza definitiva di condanna per uno dei reati di cui all'articolo 407, comma 2, lettera a), del codice di procedura penale, o è applicata in via definitiva una misura di prevenzione, ai sensi della legge 31 maggio 1965, n. 575, e successive modificazioni.

4. Il diritto di accesso al Fondo non può essere esercitato da coloro che, alla data di presentazione della domanda, sono sottoposti a procedimento penale per uno dei reati di cui all'articolo 407, comma 2, lettera a), del codice di procedura penale, o ad un procedimento per l'applicazione di una misura di prevenzione, ai sensi della legge 31 maggio 1965, n. 575, e successive modificazioni.



Art. 5.

(Domanda per l'accesso al Fondo)

1. Quando, ai sensi dell'articolo 416 del codice di procedura penale, è depositata la richiesta di rinvio a giudizio per i reati di cui all'articolo 4, comma 1, della presente legge, il giudice fa notificare al Fondo l'avviso del giorno, dell'ora e del luogo dell'udienza, con la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pubblico ministero.

2. Se la persona offesa si costituisce parte civile all'udienza preliminare, ovvero al dibattimento, il giudice fa notificare al Fondo il relativo verbale.

3. Nel giudizio civile l'attore notifica al Fondo l'atto di citazione, prima della costituzione delle parti.

4. La richiesta di pagamento al Fondo è accompagnata dalla copia autentica dell'estratto della sentenza di condanna passata in giudicato, ovvero dell'estratto della sentenza di condanna al pagamento della provvisionale, ovvero dell'estratto della sentenza civile di liquidazione del danno.

5. La domanda al Fondo per il risarcimento dei danni disposto con sentenze pronunciate prima della data di entrata in vigore della presente legge è proposta, a pena di decadenza, per la parte del risarcimento non ottenuta, entro un anno dalla data di entrata in vigore della legge stessa.



Art. 6.

(Gestione delle domande per l'accesso al Fondo)

1. La corresponsione delle somme richieste ai sensi dell'articolo 5 è disposta con deliberazione del Comitato di cui all'articolo 3 nel termine di sessanta giorni dalla presentazione della domanda, previa verifica:

a) dell'esistenza, in favore dell'istante, della sentenza di condanna e della legittimazione attiva dell'istante;

dell'inesistenza, alla data di presentazione della domanda, di un procedimento penale in corso o di una sentenza definitiva di condanna dell'istante per uno dei reati di cui all'articolo 407, comma 2, lettera a), del codice di procedura penale;

c) dell'inesistenza, alla data di presentazione della domanda, di una misura di prevenzione, ai sensi della legge 31 maggio 1965, n. 575, e successive modificazioni, applicata in via definitiva nei confronti dell'istante, o di un procedimento in corso per l'applicazione di una misura di prevenzione.



2. Se necessario ai fini della completezza dei documenti posti a base della richiesta di accesso al Fondo, il Comitato invita l'interessato a fornire documentazione integrativa e assume copie di atti e informazioni scritte dall'autorità giudiziaria che ha pronunciato la sentenza di condanna.

3. Gli organi preposti alla gestione del Fondo e i relativi uffici sono tenuti al segreto in ordine ai soggetti interessati all'accesso e alle relative procedure.

4. Il Fondo è surrogato, quanto alle somme corrisposte agli aventi titolo, nei diritti della parte civile o dell'attore verso il soggetto condannato al risarcimento del danno. Tali somme rimangono a titolo definitivo a carico del Fondo nel caso in cui questo non possa soddisfare il suo diritto nei confronti del soggetto condannato al risarcimento del danno.



Art. 7.

(Regolamento di attuazione)

1. Con regolamento da emanare entro il termine di quattro mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, ai sensi dell'articolo 17, comma 1, della legge 23 agosto 1988, n. 400, il Governo adotta norme per:

a) individuare, nel rispetto delle disposizioni di cui all'articolo 6, le modalità di gestione del Fondo;

individuare procedure di cooperazione tra gli uffici competenti in relazione all'applicazione della presente legge;

c) stabilire i principi cui dovrà uniformarsi il rapporto concessorio tra il Ministero dell'interno e la CONSAP in relazione a quanto previsto dalla presente legge;

d) individuare, nell'ambito del Ministero dell'interno, gli uffici preposti alla gestione del rapporto di concessione con la CONSAP, attribuendo agli stessi compiti di assistenza tecnica e di supporto al Comitato di cui all'articolo 3;

e) prevedere forme di informazione, assistenza e sostegno, poste a carico del Fondo, per garantire l'effettiva fruizione dei benefici da parte delle vittime;

f) disciplinare l'erogazione delle somme dovute agli aventi diritto in modo che, in caso di disponibilità finanziarie insufficienti, nell'anno di riferimento, a soddisfare per intero tutte le domande pervenute, sia possibile per i richiedenti un accesso al Fondo in quota proporzionale e l'integrazione delle somme non percepite dal Fondo negli anni successivi, senza interessi, rivalutazioni e altri oneri aggiuntivi;

g) disciplinare la procedura e la modalità di surrogazione del Fondo nei diritti della parte civile o dell'attore prevista dall'articolo 6, comma 4.



2. Lo schema di regolamento di cui al comma 1 è trasmesso, entro il quarantacinquesimo giorno antecedente alla scadenza del termine di cui al medesimo comma 1, alla Camera dei deputati ed al Senato della Repubblica, per l'espressione del parere da parte delle competenti Commissioni parlamentari. Trascorsi trenta giorni dalla data di trasmissione, il regolamento è emanato anche in mancanza del parere.



Art. 8.

(Copertura finanziaria)

1. All'onere derivante dall'attuazione della presente legge, pari a lire 20 miliardi annue a decorrere dal 1999, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 1999-2001, nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente "Fondo speciale" dello stato di previsione del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica per l'anno 1999, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero medesimo.

2. Per i due esercizi annuali successivi alla data di entrata in vigore della presente legge è accantonata una quota pari alla metà delle risorse finanziarie disponibili, per le richieste di risarcimento relative al periodo intercorrente tra il 30 settembre 1982 e la data stessa.

3. Il Ministro del tesoro, del bilancio e della programmazione economica è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.



Art. 9.

(Disposizioni transitorie)

1. Fino alla data di entrata in vigore del regolamento di cui all'articolo 7, alle modalità per la gestione del Fondo si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni del regolamento adottato con decreto del Ministro dell'industria, del commercio e dell'artigianato 12 agosto 1992, n. 396.


Chiunque si trovi nelle condizioni previste dal dettato normativo superiormente riportato...può rivolgersi a me mandando una e-mail a rete@perlacalabria.it....al resto ci penso io....GRATIS (Bersani permettendo)

Avv. Juris Caccavallo


versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
Ti svegli...
by Elio Monday, Nov. 27, 2006 at 7:30 PM mail:

Iniziate a svegliarvi , se non volete fare la fine di Pinocchio e Lucignolo ... non vi rendete conto che vi trattano come burattini ?

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
Però...
by uno che ancora riconosce la bellezza Monday, Nov. 27, 2006 at 8:35 PM mail:

A me piace moltissimo .
Secondo me , la ragazza della foto è una gran bella gnocca !
E' sicuramente una ragazza intelligentissima !
Probabilmente è un fenomeno mediatico .

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
Una storia di regime
by Christian Abbondanza Monday, Nov. 27, 2006 at 10:18 PM mail:

Cerchiamo di ricapitolare un attimo nel merito di questa follia. Servirebbe un comico per fare chiarezza,…siamo in Italia, e chissà che arrivi.
Ma noi, intanto, ci proviamo ugualmente.

Vediamo intanto gli indagati:

- Elio Veltri, direttore della testata Democrazia e Legalità – per i delitti di cui artt. 110, 117 e 326 C.P. con “altri”;

- Roberta Anguillesi, caporedattore della testata Democrazia e Legalità – indicata genericamente come “sig.ra” per i delitti di cui artt. 110, 117 e 326 C.P. con “altri”;

- Marco Ottonelli, redazione e webmaster della testata Democrazia e Legalità – indicato genericamente come “sig.” per i delitti di cui artt. 110, 117 e 326 C.P. con “altri”;

- Christian Abbondanza, presidente Casa della Legalità – Onlus – indicato come “responsabile sito…organo informativo dell’associazione culturale “Casa della Legalità e della Cultura”, per i delitti di cui artt. 110, 117 e 326 C.P. con “altri”;

- Vittorio Zucconi, direttore di Repubblica.it indicato come “direttore responsabile del sito http://www.repubblica.it”, per i delitti di cui artt. 110, 117 e 326 C.P.

Naturalmente tutti in concorso con la “talpa”, ovvero con “funzionari pubblici in corso di individuazione”, per la pubblicazione della Relazione sulla Asl di Locri redatta dalla Commissione d’Accesso del Ministero degli Interni.

Ora c’è un piccolo particolare, già qui, estremamente curioso. Se Veltri, Anguillesi, Ottonelli ed Abbondanza hanno compiuto i delitti con “altri”, Vittorio Zucconi, sempre secondo il pm Lombardo, lì ha commessi da solo. Ha ritirato copia del file direttamente dalla “talpa”, l’ha inserita nel server del portale di Repubblica on line, linkando la Relazione e pubblicizzandone l’accesso. Altro che il Betulla, lui è un vero 007, quello "dei due mondi".

Ma andiamo avanti.

Tutti noi, in concorso – e sempre con la talpa misteriosa -, si possa “agevolare la commissione di altri gravi reati visto che la libera conoscenza del contenuto della relazione riservata – caratterizzato da chiari riferimenti ed attività delittuose poste in essere in un contesto gravemente compromesso dalle ingerenze della criminalità organizzata di tipo mafioso - non solo espone a concreto pericolo di ritorsione i redattori della relazione riservata oltre ai soggetti il cui ruolo ed i cui comportamenti sono stati oggetto dell’attività ispettiva di cui sopra ma favorisce la consumazione di ulteriori azioni criminose dirette a compromettere gravemente le attività di verifica in corso”.

A punti, se no ci si perde.

a) Si afferma che noi avremmo messo in pericolo, con la pubblicazione, l’incolumità dei Redattori della Relazione. Allora: non è forse di data antecedente (e diffusione certamente maggiore) quella di molti quotidiani locali e nazionali, sui nominativi della Commissione? Casualmente, abbiamo trovato un articolo nella Rassegna Stampa della Camera dei Deputati, de Il Sole 24 Ore, datato 25 maggio 2006, dal titolo “La relazione della Commissione d’accesso del ministero degli Interni. Asl Locri, appalti in mano alle ‘ndrine”, in cui è scritto: “Un atto di accusa verso manager e dirigenti sanitari redatto dal prefetto Paola Basilone, dal generale della Guardia di Finanza Luciano Tripodero e da Michele Scognamiglio,…”.
Non sapevamo di essere noi, con i nostri siti, l’organo di acquisizione delle informazioni da parte della Criminalità Organizzata. Se ciò è risultato dalle indagini, auspichiamo che gli indirizzi IP dei frequentatori siano stati trasmessi alla DDA di competenza, certamente raccolti ai fini dell’indagine dall’Ufficio del sostituto Lombardo, così da poter aiutare l’individuazione dei mafiosi del contesto indicato.

b) Onestamente, probabilmente per inidoneo senso di responsabilità, non avevamo pensato che gli “infiltrati” della ‘ndrangheta nella Asl di Locri, non fossero a conoscenza di essere noti agli Uffici. Pensavamo che i precedenti, le condanne, le segnalazioni, i fermi, gli arresti,…indicati a loro carico dalla Commissione, nella Relazione, fossero di loro conoscenza. Non, avevamo pensato, che, ad esempio, la dott.ssa Giuseppina Morabito fosse ignara di essere figlia di “u tiradrittu” e moglie del compagno di latitanza dello stesso, il Pansera. Come non potevamo immaginare che l’Arch. Galletta non sapesse che le ditte a cui affidava gli incarichi fossero infiltrare dalla ‘ndrangheta, pur se queste prive dei requisiti della normative antimafia (di lui le parentele non sono indicate) o che il Pio Center (Salus) fosse sotto sequestro. E così via per gli altri, compresi quelli che, a questo punto, inconsapevolmente erano detenuti e percepivano gli stipendi dalla Asl.

c) Eravamo, persino convinti – mio Dio, che devianza mentale – che la conoscenza di quelle persone e ditte utilizzate (o proprie, o condizionate) dalla ‘ndrangheta, così come indicate nella Relazione, potesse permettere ad altri Enti pubblici e/o privati di non assegnare loro appalti o incarichi. Così come si potrebbe pensare che se per caso ne avessero di altri, già in corso ora, nella Locride, come altrove in Calabria o nel resto d’Italia, questi potessero essere, sulla base delle disposizioni antimafia, recisi. Invece, scopriamo, che pensare e perseguire questi obiettivi, significa istigare alla commissione di nuovi reati. Se lo avessimo saputo, potevamo proporli per qualche lavoro anche ai nostri Comuni, così da far stare tutti tranquilli. (non che, ad esempio, a Genova ne abbiamo bisogno, avendo già il monopolio di appalti pubblici e non nei settori di bonifiche, risanamento e demolizioni, ma magari qualcosa di più, si può fare per la tranquillità di famiglia)

d) C’è un’ulteriore passaggio importante, forse sfuggito, la Dott.ssa Paola Basilone, che ha svolto, prima come Prefetto di Vibo Valentia e poi come Responsabile della Commissione d’Accesso, promuovendo una concreta e coraggiosa azione di legalità e contrasto alla mafia, dimostratisi incisiva, è stata dall’attuale Governo, “premiata”, con il trasferimento a Roma, come responsabile del Ufficio Centrale Interforze per la Sicurezza Personale (UCIS). Non vorremmo che qualcuno, forse la “talpa”, avesse spinto verso questa soluzione per interrompere l’azione positiva del Prefetto sul territorio calabrese.

e) Non sapevamo nemmeno che quanto contenuto in una Relazione amministrativa, relativa a noti pregiudicati e soggetti sotto stretta osservazione da parte dei reparti investigativi e/o inquirenti, a seguito della pubblicazione della Relazione amministrativa (di quasi un anno fa, che ha già fatto il giro d’Italia più di qualche volta, e che, certamente, i “citati” ben conoscevano - a nostra modesta presunzione -), potesse mettere in discussione le indagini. Ci sia consentita la domanda: ma se la DDA non ha secretato la Relazione, in quanto non l’ha coperta con il segreto istruttorio, quali altre indagini sui mafiosi – visto che si parla di questo - (e di chi) sono state messe in discussione? Anche perché delle inchieste di mafia non ha esclusiva competenza proprio la DDA?
Il fatto che nella Procura di Reggio Calabria, non nuova a discussioni, vi siano altri magistrati, rispetto a quelli della DDA, che si occupino di mafia, forse chiarirebbe un’altra vicenda importante. Quella che si lega al fatto, passato quasi in sordina, che anche le “innumerevoli” denunzie che la vedova Fortugno ha dichiarato il marito avesse presentato in merito alle infiltrazioni della ‘ndrangheta, sono state dichiarate “mai pervenute” (pubblicamente) dai magistrati della DDA competente. Che le abbia lo stesso gruppo esterno alla DDA che si occuperebbe di reati di mafia nella stessa procura di Reggio Calabria, e che quindi si sarebbe visto ostacolato dalla pubblicazione della Relazione?

Detto questo, un ultimo passaggio.

La Relazione amministrativa, trasmessa alla DDA, come alla Corte dei Conti, già nella primavera scorsa (nonostante i ritardi dell’approvazione del Commissariamento da parte del precedente Governo, di almeno due mesi), non è stata secretata per ragioni istruttorie, a quanto risulta a tutt’oggi, come non è stata secretata dalla Commissione Antimafia del Parlamento. Un documento amministrativo è riservato durante il “procedimento”, giustamente. Al termine del procedimento una relazione amministrativa, diviene pubblica, anche per il principio di accesso agli atti, che garantisce la trasparenza amministrativa, per tutti i cittadini. Il procedimento per cui la Commissione d’Accesso è stata costituita si è concluso con l’approvazione del provvedimento di Commissariamento della Asl di Locri. Ciò, inoltre, in uno Stato di diritto, è anche principio fondamentale di garanzia, per eventuali citazioni improprie o inesattezze.

Naturalmente tutto ciò vale anche per le perquisizioni ed i sequestri di cui è stata oggetto Calabria Ora, che ha tentato di pubblicare detta Relazione e che vede indagato, il direttore Paride Leporace. E poi tutti quelli che ne hanno parlato e scritto ampiamente su quotidiani ed altro, devono per forza aver letto la Relazione, altrimenti sarebbero veggenti e maghi certificati, visto che le hanno azzeccate tutte. Ed allora da chi l’hanno avuta? Loro non devono essere indagati? Il Sole 24 Ore, di proprietà di Confindustria, che legge la Relazione ogni giorno su Radio 24 e sul sito internet? Ed ancora il portale di libero.it e gli altri siti dove la Relazione è ancora tranquillamente disponibile?
E poi chi ancora? A quando l’incriminazione per istigazione al delitto per il Vice Ministro degli Interni, Marco Minniti, che ha invitato a leggere e studiare la Relazione in tutte le Scuole? Ed un provvedimento cautelare agli insegnanti che, rei già di educazione alla legalità nelle scuole, rappresentano concreta minaccia di accogliere ed attuare l’invito pubblico del Vice Ministro degli Interni?

Ecco, ora però, comprendiamo, perché la Sig.ra Maria Grazia Laganà, all’intervista di Lucia Annunziata, poco tempo dopo l’omicidio del congiunto, sulla Rai, ha negato con candida categoricità che la ‘ndrangheta avesse infiltrazioni nella ASL dove Lei era Vice-Direttore Sanitario, con la Responsabilità del Personale, classificando gli omicidi all’interno dell’A.S. (di pazienti, personale e medici) come “episodi sgradevoli…” (ma per capire è meglio rileggerla testuale, clicca qui).

Ecco, dunque: non bisogna parlarne! E se si è recidivi e se ne continua a parlare? Se si continua, ad esempio, a diffondere il dossier che abbiamo realizzato sulla Asl di Locri, che succederà ancora?

In una terra, “in un contesto gravemente compromesso dalle ingerenze della criminalità organizzata di tipo mafioso”, non bisogna parlare di mafia, documentandosi, e magari facendo sì che si scoprano gli intrecci delle ditte e dei soci che garantiscono la ramificazione degli intrecci tra mafia-politica-istituzioni-affari, invitando i cittadini a segnalare quanto (sapendo) possono rendere noto ai reparti investigativi ed alla magistratura. In questi contesti meglio, sempre, occuparsi di sequestri… di motorini, però, punto e basta. Solo così si evita che vengano commessi altri reati. Perché non l’avevano capito prima! Ahi me, ahi noi.


PS 1
Il sottoscritto si ritrova indagato in mezzo a quattro giornalisti, pur non essendolo. Ora forse, visto che sia Roberta che Marco, sono stati indicati nel provvedimento come, genericamente, “signori”, non vorremmo che ciò fosse stato di scrupolo, a non farmi sentire come un pesce fuor d’acqua, ma così facendo, per generosità, si è impedita la possibilità, a loro, d’appellarsi all’Albo dei Giornalisti.

PS 2
Quindi a proposito di libertà di stampa, di espressione e di libero pensiero, viene solo da aggiungere una riflessione. Che questo provvedimento non sia proprio figlio dell’Art. 21 della Costituzione? All’ultimo comma questo sancisce: “Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume…”. Ecco forse la risposta. Abbiamo oltraggiato la serenità della onorata società, facendo nomi e cognomi? O forse che sia perché quanto si evince leggendo la Relazione, ovvero quello che era la realtà della Asl di Locri, infiltrata sino al midollo dalla ‘ndrangheta, è un terrificante e inequivocabile oltraggio al buon costume? Chissà

PS 3
Ci dispiace davvero molto che l’informazione dei cittadini, ovvero ciò che nei diversi ambiti e per i diversi ruoli abbiamo – sempre in concorso, per carità – effettuato, procuri un esborso di risorse ingenti alle casse già martoriate della giustizia (sia delle Procure, sia dei reparti investigativi), oltre che rubare tanto tempo, e molti mezzi ai servizi investigativi ed agli uffici giudiziari. Sappiamo che vi sono, proprio nelle procure della Calabria, decine e decine di morti ammazzati, che attendono per anni verità e giustizia. Come Massimiliano Carbone, che alla soglia del secondo anniversario dalla scomparsa, e con una madre e famiglia tenace nel rivendicare il diritto-dovere di giustizia, ha visto muoversi “qualcosa”, con l’arrivo del certificato autoptico e l’esame della balistica. O come chi riceve, perché vittima di mafia, promesse di aiuti per se ed i propri figli, dallo Stato e poi riceve un fido a tasso agevolato (certo con la parola e la stretta di mano del ministro della Giustizia, che non è poco e aiuterà quei bimbi a crescere senza padre!). Ci dispiace di essere noi di peso, con i delitti che ci vengono imputati. Ci spiace pensare che avendo coinvolto – in concorso, pur non conoscendolo – anche Vittorio Zucconi che lavorando come corrispondente da Washington, rischia di costare anche una rogatoria internazionale.
Un’ennesima domanda però ci ri-sorge spontanea: se la Relazione è del Ministero degli Interni, significa che la talpa (o le talpe), erano o sono al Ministero degli Interni e, si potrebbe ipotizzare per restringere il campo, che sia (siano) tra coloro che avevano accesso a quel documento; allora non è più semplice, meno costoso e certamente più certo, individuare la fonte, questa talpa? O dobbiamo credere che al Viminale tutti possano prendere quel che vogliono e divulgarlo? Se fosse così l’allarme lanciato con l’indagine a nostro carico, è un’allarme nazionale, ne va della sicurezza del Paese… il Viminale sembrerebbe un colabrodo!

uno degli indagati
Christian Abbondanza
















versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
CORRUZIONE: DE SENA; IN CALABRIA LA P.A. E' INAFFIDABILE
by Pierino Tuesday, Nov. 28, 2006 at 10:18 PM mail:



(ANSA) - ROMA, 28 nov -


"La pubblica amministrazione nelle regioni meridionali e, in particolare, in Calabria è assolutamente inaffidabile". Di più: "Non c'é un problema di infiltrazione della criminalità organizzata ma di vera e propria sostituzione".
A lanciare l'allarme è il prefetto straordinario di Reggio Calabria, Luigi De Sena che, alla presentazione dello "Studio sui pericoli di condizionamento della pubblica amministrazione da parte della criminalità organizzata" dell'Alto commissariato anticorruzione non usa mezzi termini.
"L'inefficienza della pubblica amministrazione - spiega - dà ampio spazio alla sostituzione da parte della criminalità organizzata all'interno di una pubblica amministrazione assolutamente inefficiente: non ci sono centri di eccellenza,
non c'é la capacità di assumere responsabilità, non ci sono modelli che possono diventare esempi". Questo non significa, assicura De Sena, che non ci siano amministratori locali che vogliano "lavorare correttamente", ma "la pubblica
amministrazione centrale non li sostiene". In una simile situazione,secondo il prefetto,non basta neppure lo scioglimento dei consigli comunali sospetti di mafia. "Abbiamo sciolto consigli comunali anche due o tre volte ma è assolutamente inutile - spiega - ho anche proposto al ministro dell' Interno
di prevedere di non scioglierli più di 3 volte. Il problema è che gli stessi personaggi sono presenti nel primo, nel secondo come nel terzo".
Ma non solo: c'é anche una "grossolana disattenzione della pubblica amministrazione nei confronti delle vittime e dei testimoni di giustizia.
Mentre sono tutti a disposizione del collaboratore perché può dare notizie, il testimone dopo un po' diventa ingombrante per la pubblica amministrazione". Una
situazione intollerabile, per De Sena, secondo il quale è necessario un "recupero di credibilità, credibilità che in Calabria attualmente è ai minimi termini".
Ma come intervenire? "Il contrasto da parte delle forze dell'ordine - assicura De Sena - è fondamentale ma non basta ci vuole autorevolezza, bisogna fare affidamento sul rispetto delle regole, ci vuole un recupero di credibilità istituzionale e il sostegno agli enti locali in questo senso è doveroso".
Parlando poi delle opere pubbliche il prefetto spiega:
"Tentativi di infiltrazione in questo ambito ce ne sono ma c'é un' attività di contrasto formidabile". E' evidente però, prosegue, che non si possono controllare 24 mila stazioni appaltanti in Italia. "Per questo abbiamo dato il via a Crotone
ad un progetto pilota per la stazione appaltante unica ed ora vediamo cosa succede".

(ANSA).

Hola


--------------------

Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere di gente infame, che non sa cos'è il pudore, si credono potenti e gli va bene quello che fanno; e tutto gli appartiene.
Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni! Questo paese è devastato dal dolore... ma non vi danno un po' di dispiacere quei corpi in terra senza più calore?
Non cambierà, non cambierà, no cambierà, forse cambierà.
Ma come scusare le iene negli stadi e quelle dei giornali?
Nel fango affonda lo stivale dei maiali. Me ne vergogno un poco, e mi fa male vedere un uomo come un animale.
Non cambierà, non cambierà, si che cambierà, vedrai che cambierà. Voglio sperare che il mondo torni a quote più normali che possa contemplare il cielo e i fiori,
che non si parli più di dittature se avremo ancora un po' da vivere...
La primavera intanto tarda ad arrivare.

versione stampabile | invia ad un amico | aggiungi un commento | apri un dibattito sul forum
©opyright :: Independent Media Center
Tutti i materiali presenti sul sito sono distribuiti sotto Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0.
All content is under Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 .
.: Disclaimer :.

Questo sito gira su SF-Active 0.9