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Divertente
by info Wednesday, Nov. 29, 2006 at 2:32 PM mail:

Sfida la questura e si fa beffa del CPT e dei decreti di espulsione

Messaggero veneto MERCOLEDÌ, 29 NOVEMBRE 2006

Pagina 5 - Udine

Clandestino “sfida” la Questura

Cerca di ritirare un passaporto, ma viene smascherato




Dopo essere entrato in Friuli clandestinamente, aver ricevuto un ordine di espulsione ed essere stato arrestato per averlo violato, ha avuto anche la faccia tosta di presentarsi agli sportelli della questura di Udine per ritirare un passaporto chiesto un anno fa via posta fornendo un nome falso. Un serbo di 31 anni questo coraggio, lunedì scorso, l’ha avuto. Ma gli è andata male perchè un ispettore dalla memoria di ferro si ricordava di una pratica sospetta, con dati che, dopo diverse verifiche negli uffici Anagrafe dei Comuni, erano risultati inesistenti. E così il giovane straniero è stato denunciato a piede libero per false attestazioni a pubblico ufficiale sulla propria identità.
Di certo si tratta di una persona “intraprendente”, che però non si aspettava di trovarsi di fronte a poliziotti attenti (hanno collaborato gli uomini della Squadra amministrativa a quelli delle volanti) e all’infallibile sistema di riconoscimento Afis che utilizza le impronte digitali. Quando il trentunenne serbo si è presentato allo sportello gli è chiesto di recarsi negli uffici e qui, messo alle strette, ha dovuto rivelare il suo vero nome. Poi dagli accertamenti è emerso che lo straniero era da poco uscito dal Centro di permanenza temporanea di Gradisca con l’ordine del questore di abbandonare il territorio nazionale. Qualche giorno più tardi, il 16 novembre scorso, era stato arrestato a Trieste per non aver obbedito a tale disposizione prevista dalla legge Bossi-Fini sull’immigrazione clandestina. Scarcerato il giorno successivo, avrebbe dovuto abbandonare il territorio nazionale entro il 22 novembre. Invece ha continuato ad andarsene in giro indisturbato e si è pure presentato, senza particolari preoccupazioni, in questura.

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Un'altro dei tanti paradossi
by info Wednesday, Nov. 29, 2006 at 2:42 PM mail:

Messaggero Veneto MERCOLEDÌ, 29 NOVEMBRE 2006

Pagina 5 - Udine

Permesso di soggiorno revocato: ricorso respinto




Il giudice di pace di Udine, Claudio Milocco, ha ritenuto infondato e ha, pertanto, rigettato, il ricorso proposto da un cittadino extracomunitario, volto all'annullamento del provvedimento prefettizio che revocava il permesso di soggiorno concesso a seguito dell'istanza di sanatoria patrocinata da un'azienda udinese. Rientrato in Italia, per sottoporsi a cure mediche, nel corso del 2002, dopo un primo provvedimento di espulsione del 2 novembre 1996, il trentaduenne F.R., di origini sudamericane, aveva, infatti, regolarmente ottenuto, dal Prefetto di Udine, il rilascio del necessario nullaosta. L'autorità concedente, però, dopo aver rilevato la mancanza della prescritta autorizzazione ministeriale, essenziale per l'accoglimento dell'istanza, aveva revocato, il 1° aprile 2004 il provvedimento e invitato l'interessato a lasciare il territorio italiano, entro 15 giorni. L'uomo, tuttavia, aveva continuato a risiedere ad Udine fino al 23 agosto scorso, ovvero fino al momento in cui agenti della Polizia municipale lo avevano rintracciato e accompagnato in Questura, per notificargli il decreto di espulsione. A parere del dottor Milocco la decisione prefettizia appare legittima alla luce della normativa di settore. Lo straniero che intenda ricevere cure mediche in Italia (assieme all'eventuale accompagnatore), deve presentare una dichiarazione rilasciata da struttura sanitaria abilitata, che precisi il tipo di cura oltre che le date presunte di inizio e fine del trattamento; è, inoltre, obbligato a depositare una cauzione che tenga conto del costo presuntivo della cura. La parte deve, infine, dimostrare di poter contare, in Italia, di vitto e alloggio per l'accompagnatore e per il periodo di convalescenza. Per il giudice di pace il caso esaminato non rientra nelle disposizioni vigenti, riguardando, tra l'altro, "un clandestino che solleva il problema delle cure mediche dopo un periodo di permanenza sul nostro territorio, protratto per molti anni".
Giovanni Cinque

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