da Le Monde:
Un immenso cantiere attende Lula, presidente eletto del Brasile
Un immenso cantiere, su misura delle speranze che ha fatto nascere, attende Luiz Inacio da Silva, il vecchio operaio tornitore arrivato domenica alla presidenza della repubblica brasiliana con il 61,3 dei suffragi. Cosciente della sfida, Lula ha dichiarato nel corso della festa che gli hanno offerto gli abitanti di Sao Paulo : " Il cammino verso la presidenza è stato duro, ma quello che abbiamo fatto fino ad oggi è più facile di quello che ci resta da fare".
In un paese che, dopo la proclamazione della Repubblica il 15 novembre 1889, è sempre stato governato dalle elites, l'arrivo di un ex operaio al Palazzo presidenziale di Planato a Brasilia, ha fatto nascere un'immensa speranza di riduzione delle ineguaglianze sociali, di creazione di impiego e di un miglioramento rapido dei sistemi di educazione e di sanità. Lo sradicamento della miseria e della fame o ancora l'accelerazione della riforma agraria reclamata dal potente movimento dei Sem terra, figurano al primo posto nelle promesse elettorali del candidato Lula. Nello stesso tempo, Lula si è impegnato a rispettare tutti gli impegni del Brasile con il Fondo Monetario Internazionale, a controllare l'inflazione, a difendere la moneta locale, il real, e a mantenere il bilancio in attivo.
Congratulandosi con Lula per la sua vittoria, la Federazione brasiliana delle banche (FEBRABAN) ha offerto la sua collaborazione, ma gli ha anche ricordato che i suoi impegni "di rispetto delle istituzioni internazionali e dei contratti, assunti e riaffermati durante la campagna elettorale dovranno essere rispettati". "Secondo il nostro punto di vista, lo sviluppo economico e sociale di un paese ha per condizione essenziale un sistema finanziario sano, morale ed efficace".
Dal suo canto Lula ha chiesto ai mercati di rispettare il nuovo governo nella stessa maniera in cui il governo intende rispettare i mercati. Durante tutta la campagna elettorale, i mercati hanno avuto forti turbolenze, e il real si è fortemente deprezzato.
Solo nell'ultima settimana prima dello scrutinio, quando i sondaggi non davano più nessuna speranza al candidato governativo, i mercati finanziari, rassegnati, hanno ritrovato la calma. In questo contesto, il margine di manovra di Lula sembra molto debole, poiché non dispone di una maggioranza parlamentare.
Con 91 seggi al suo partito, il PT è diventato il primo gruppo parlamentare alla camera, ma non dispone -neanche con i voti dei suoi alleati comunisti e socialisti e del Partito Liberale (PL, di destra) del suo vicepresidente Josè Alencar - di un sostegno sufficiente per far passare le riforme.
Inoltre, negli Stati Federali dove i governatori hanno un'influenza politica importante, il PT non ha ottenuto il successo sperato, lasciandosi sfuggire la vittoria in tre stati-chiave come Rio de Janeiro, Sao Paulo e Rio Grande do Sul.
Lula dovrà costantemente negoziare e potrebbe trovare paradossalmente delle simpatie da parte del partito del suo avversario al secondo turno Josè Serra, il Partito della socialdemocrazia Brasiliana (PSDB), ideologicamente molto vicino all'ala moderata del PT.
Alcuni analisti politici ipotizzano anche un ingresso al governo dei membri dell'ala sinistra del PSDB.
Lula, infine, non potrà ricorrere così facilmente come il suo predecessore ai decriti-legge, in seguito ad una recente riforma della Costituzione. All'annuncio della sua vittoria, Lula ha affermato di voler governare in nome dei 175 milioni di Brasiliani, e si è mostrato ansioso di preparare la transizione.
Dovrà incontrarsi oggi con l'attuale presidente Fernando Henrique Cardoso e annunciare il suo governo di transizione a partire da martedì.
Oggi, quando i clamori della vittoria saranno cessati, ciascuno avrà gli occhi puntati sui barometri dei mercati finanziari per sapere se gli imprenditori accordano al vecchio operario metallurgico lo stesso credito di 52,7 milioni di Brasiliani.
da Le monde del 28 ottobre 2002
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