Cpa e cpt, luci e ombre a Bari La commissione del Viminale accusa: il centro di Bari-Palese è insoddisfacente e fuori norma. Assolto il nuovo cpt, anche se «qui sono tutti contro» 20/09/2006 - Antonio Massari (il manifesto http://www.ilmanifesto.it) http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/20-Settembre-2006/art40.html
Il sindaco di Bari, Michele Emiliano, quando due giorni fa ha incontrato i vertici della Commissione ministeriale di controllo sui cpt, ha subito ribadito: «Auspico la chiusura dei cpt, e non per motivi ideologici, ma costituzionali». E il presidente della commissione, Staffan De Mistura, ne ha preso atto: «Bari è stato l'unico posto in cui abbiamo sentito un'identità totale tra la società civile, il Comune, la Provincia e la Regione sulla necessità di superare la situazione dei cpt per motivi costituzionali». Poi ha invitato il sindaco a collaborare nell'innovazione della Bossi-Fini. «Constatiamo - ha replicato Emiliano - che il nuovo governo ha mantenuto la promessa: avevamo chiesto di inserire nel programma la ridefinizione delle politiche nazionali sull'immigrazione, individuando alternative credibili alla logica detentiva dei cpt. Oggi una Commissione è già al lavoro su questi temi». Già. Al lavoro: stando al programma dell'Unione, s'inizia a percorrere il sentiero del «superamento» dei cpt, termine che può significare tutto. E anche niente. Ieri la Commissione ha oltrepassato un recinto sorvegliato, alte mura di cinta, e avrà notato che - almeno per i 42 immigrati detenuti (su 196 posti a disposizione) - dal centro è impossibile entrare e uscire liberamente. Tuttavia, se le parole hanno un significato, registriamo che - diversamente da Emiliano - per il cpt di Bari la commissione non ha mai usato il termine «detenzione». Per De Mistura invece il cpt è «una struttura molto moderna. Di grande attenzione organizzativa. Farebbe senza dubbio invidia a molti paesi europei». Qualche rilievo sull'orientamento legale: «Non ci risulta che esista. Andrebbe decisamente iniziato». Comunque, conclude De Mistura, «c'è un buon coordinamento tra l'Ausl e i medici presenti». Insomma, tutto bene o quasi. Incluse le sbarre: anche se - per chiunque voglia superare un cpt - dovrebbero costituire un problema. Almeno di ordine logico. Pessimo, invece, il giudizio della commissione sul centro di prima accoglienza di Bari-Palese: «Una struttura molto insoddisfacente. Non è a norma. E' incapace di sostenere qualunque tipo di verifica sulle roulotte del 1980, ormai inutilizzabili». Negli anni Novanta, per fronteggiare le emergenze degli arrivi in massa dall'Albania, le piazzarono sulla pista in disuso dell'aeroporto militare. «Ci auguriamo che nel 2007 questa situazione strutturale, non ci sia più», continua De Mistura, sottolineando che «esiste una questione di ambiguità, sullo status giuridico del cpa, che va chiarita». Anche qui, infatti, gli immigrati sono stati spesso trattenuti. Non ufficialmente. Ma di fatto non potevano uscire: a quale titolo, però, non s'è mai capito. Comunque la commissione annuncia che «il rapporto sarà pronto a dicembre, quando esprimeremo le nostre conclusioni e raccomandazioni», e ringrazia «il prefetto di Bari e tutte le autorità, che sono state totalmente trasparenti, ci hanno facilitato il lavoro, rendendoci possibile visitare qualsiasi luogo volessimo vedere». Ci mancherebbe: le prefetture sono sottoposte al ministero dell'Interno. Inoltre: visitare un cpt su appuntamento, più che a una attività di controllo effettiva, somiglia a una (beffarda) rappresentazione. E infatti il movimento pugliese che lotta contro i cpt parla senza mezzi termini di «commissione truffa». In una lettera, firmata «per la libera circolazione delle persone», due giorni fa avevano scritto, quasi profeticamente: «Supponiamo che sarete alla ricerca di elementi che possano confermare i vostri dubbi: sull'esistenza di questi mostri giuridici, oppure su elementi che li legittimino. Tra voi ci sarà chi parlerà della pulizia di una struttura rispetto all'altra. O dell'adeguatezza agli scopi, o della loro inutilità. Chi del rispetto dei diritti, chi della loro violazione. Vi troverete a disagio nel constatare che la struttura di Bari-Palese si muove al di fuori di qualsiasi legge che permetta il trattenimento delle persone recluse. Vedrete che il cpt nel quartiere S. Paolo detiene molte meno persone di quelle che potrebbe contenere. E che la sua pulizia è eccellente. Forse vi rallegrerete di questo. Queste informazioni voi e il governo le avete da sempre: perché da sempre ci battiamo contro la detenzione amministrativa, contro la negazione della libertà di circolazione delle persone. Pubblicamente. Vi abbiamo fornito nomi di fornitori, cifre, fotografie, interviste, denunce, documenti scritti, video. Da quando la lotta, contro le politiche di detenzione e di esclusione, era condivisa dal governo attuale, che vi ha istituito, e finge di non sapere come si vive e si muore là dentro». E' andata esattamente così.
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«Sarà pure efficiente, ma è una prigione da chiudere» Il presidente della Puglia Nichi Vendola: in quei centri non si rispettano i diritti umani, perciò vanno chiusi 20/09/2006 - Ant. Mas. (il manifesto http://www.ilmanifesto.it) http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/20-Settembre-2006/art39.html
«Moderno ed efficiente, da far invidia ad altri paesi europei». Così s'è espresso Staffan De Mistura visitando il centro di Bari. Ne parliamo con il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. Che pensa di questa dichiarazione? Certo, rispetto alla baraccopoli di Bari-Palese il cpt brilla: sono frasi che mi ricordano i giudizi sui vecchi manicomi. Nel Sud erano sporchi ma a Trieste, per esempio, erano in perfetto stile austro-ungarico, puliti ed efficienti. Ma l'orrore non stava nel sudiciume sui pavimenti. L'orrore era in sé, nel concetto stesso della loro struttura: una prigionia senza ragione. Esattamente come per i cpt. L'anno scorso ha indetto un forum contro i cpt. Nel frattempo c'è stato un grande silenzio: non ha cambiato idea, resta sempre contrario. Chiaro. L'ordine e la pulizia non mi mettono al riparo dai dubbi. Primo su tutti: quello che nei cpt si violino i diritti umani. E tutto questo mi sembra inaccettabile. Il nostro no ai cpt, quindi, resta tale e quale. Adesso, con il centrosinistra al governo, quali novità si augura, riguardo i cpt e la politica sull'immigrazione? Mi aspetto una modifica significativa della Bossi-Fini, e per significativa non intendo una politica di emendamenti, ma un vero e proprio rovesciamento. L'intero impianto va capovolto. Un esempio: per ogni cinque euro destinati all'immigrazione, il centrodestra ne destinava 4 ai cpt o alla repressione, e soltanto uno all'integrazione. E' una filosofia cattiva, oltre che fallimentare, ma i cpt sono soltanto la chiusura di un cerchio: un cerchio che fa dell'immigrato, in maniera strumentale, soltanto una persona di cui avere paura. In Puglia, nelle campagne, sono gli immigrati ad avere paura. Paura di morire ammazzati. Fabrizio Gatti, il giornalista dell'Espresso che ha svelato la durezza, la violenza delle condizioni degli immigrati nelle nostre campagne, ha svolto un lavoro eccezionale. Se uno degli immigrati schiavizzati, poi, viene trovato senza permesso di soggiorno, finisce in un cpt e viene espulso. La Bossi-Fini è tutto questo: ti obbliga alla clandestinità, ti costringe al lavoro nero, ti consegna nelle mani della criminalità organizzata, ti sfrutta e poi ti espelle. Il paradosso è che l'imprenditore schiavista si becca una denuncia, mentre lo schiavo viene rimpatriato. E si cancella così la prova vivente della schiavitù. Il danno è incommensurabile, sotto il profilo umano, culturale e giuridico: con quella persona svanisce anche l'unica fonte di prova, quella che potrebbe denunciare e incastrare lo schiavista. Lei che propone? E' semplice: a chi, essendo vittima della tratta, denuncia il proprio schiavista, si offra un permesso di soggiorno. Almeno provvisorio. Non possiamo distinguere la lotta ai cpt dalla lotta contro le «campagne» di concentramento, in cui hanno trovato la morte decine di immigrati. C'è una stretta parentela culturale tra queste due realtà: il cpt priva l'immigrato della libertà per un illecito amministrativo, il caporalato stritola la sua libertà in nome del mercato del lavoro. E mi riferisco, in particolare, al lavoro nero. Purtroppo, ho l'impressione che l'attenzione su questo fenomeno si stia già spegnendo. La Puglia come si sta organizzando? Il 4 agosto abbiamo varato il nostro piano sull'immigrazione: prevede il recupero di alcuni casolari di campagna per destinarli ad albergo diffuso. Ospiteranno i lavoratori stagionali. A ottobre sarà varata la nostra legge contro il lavoro nero e in questi giorni incontrerò l'associazione Medici senza frontiere. Lo denunciamo come dato imprescindibile: non è possibile alcuna riforma se non ripartiamo dalla bonifica di queste zolle di terra, dove il caporalato continua a mietere vittime.
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