L'articolo originale e' all'indirizzo http://italy.indymedia.org/news/2002/12/142440.php Nascondi i commenti.
Focus: la disinformatia petrolifera | ||
by sbancor Saturday, Dec. 28, 2002 at 4:25 PM | mail: sbancor@hotmail.com | |
La mia generaqzione ha sempre avuto un pessimo rapporto con il petrolio. Attraverso la crisi petrolifera volevano insegnarci l'austerità. La crisi ovviamente era la "balla del Secolo". Oggi siamo di nuovo dentro una "balla". Per chi non crede alla guerra al terrorismo c'è pronta la guerra per il petrolio. una spiegazione che non spiega nulla, ma permette di ridar fiato ai tromboni del vecchio antimperialismo. Quello che faceva guerre di rapina. Oggi non c'è più nulla da rapinare: l'impero finanziario possiede infatti tutto. Anche il petrolio. con buopnapace dei pingui venditori sauditi, kwaitiani o emiri di paesi sconosciuti ai più.
Leggo disgustato innumerevoli commenti di autorevoli esponenti della Sinistra per cui la Guerra in Iraq sarebbe una guerra imperialista finalizzata al controllo dei pozzi di petrolio. Cialtroni! Ho quasi il sospetto che sia una "disinformatia" vera e propria. "Non credete alla balla dei terroristi in Iraq?" (l'unico che c'era Abu Nidal è passato a miglior vita "suicidandosi con un mitra dei servizi segreti iracheni", ed è quantomeno dubbio che gli americani abbiano gradito la cortesia) " E allora bevetevi quest'altra balla sul petrolio!" |
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a parte .. | ||
by dirty dog Saturday, Dec. 28, 2002 at 5:45 PM | mail: | |
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ok | ||
by paolox Saturday, Dec. 28, 2002 at 7:36 PM | mail: | |
ho letto in fretta ma ho capito almeno che il petrolio irakeno e` troppo poco per valere una guerra. |
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aggiungo.. | ||
by dirty dog Saturday, Dec. 28, 2002 at 8:57 PM | mail: | |
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qualche tentativo di risposta.... | ||
by sbancor Saturday, Dec. 28, 2002 at 8:59 PM | mail: sbancor@hotmail.com | |
E' vero caro Dirty, non ho mantenuto fede alla promessa. Ma mi limito a scrivere di quello che so. Vorrei evitare di alimentare polemiche inutili come quelle che stanno ammorbando il newswire di Indy. Per risponderti nel merito: il richiamo alle nuove tecnologie (idrogeno) è solo un esempio. La Francia, altro esempio si è quasi resa indipendnete dal petrolio con il nucleare, e questo non mi sembra un esempio positivo. Comunque la tendenza in atto è diversificare le fonti e le aree di approvvigionamento. |
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nsomma via | ||
by dirty dog Saturday, Dec. 28, 2002 at 9:47 PM | mail: | |
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x Sbancor | ||
by Gennaro Saturday, Dec. 28, 2002 at 10:08 PM | mail: | |
Caro Sbancor, |
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dimenticavo ... il "moltiplicatore" | ||
by Gennaro Saturday, Dec. 28, 2002 at 10:40 PM | mail: | |
A me questa del "moltiplicatore" pare una stronzata. Di per sé non fare che peggiorare l'enorme debito del governo statunitense, la "spesa" può essere giustificata solo se può valere soltanto se può servire a puntellare il traballante "dollar-wall street system". E contrastare l'espansione dell'euro nell'area mediorientale. |
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Tutto vero, nel 1914, però... | ||
by sbancor Sunday, Dec. 29, 2002 at 1:25 AM | mail: | |
La tua analisi non è sbagliata, ma guarda a una realtà, come dire un po' retrò. E cerramente la crisi e sempre crisi da sovrapproduzione di capitale. Questo capitale va distrutto, e mi sembra che Wall Street e Nasdaq, ne abbiano azzerato un bel po. La teria della guerra imperialista dice che meglio sarebbe distruggere il capitale degli altri, e compensare la spesa bellica attraverso la conquista di colonie e linee commerciali. Nel 1914 cioè nel mercato-mondo di sua Maestà Britannica ciò era ancora possibile. Con la fine della II° guerra mondiale il meccanismo cambia. Per la prima volta si era visto dopo oltre 10 anni di depressione e di fallimenti delle insulsaggini roosveltiane della Tennessee Valley cosa poteva fare la macchina industriale americana applicata alla guerra. la produzione dopo un decennio di ristagno ebbe un rialzo del 35%. La piena occupazione obbligo ad ampliare la forza lavoro donne, negri immigranti che quasi non sapevano una parola d'inglese entravano a centinaia di migliaia nella fabbrica fordista. Poi il 1945 e la vittoria, sporcata da quelle bombe di Hiroshima e Nagasaki che erano più una minaccia al nuovo nemico "rosso" che il colpo di grazia al vecchio nemico "nero". E nel 1946 si ricomincia Truman non consente il disarmo. Guerra di Corea, Vietnam Libano, Panama, Grenada e finalmente Iraq. La seconda metà del secolo breve è costellato di guerre (alcune puramente virtuali come le guerre stellari) che hanno come obiettivo il rilancio della spesa militare attraverso il complesso militare-industriale. Reagan, liberista, gestisce il più grande debito pubblico della Storia d'America. Può sembrare una follia ma la spesa miliatre funziona meglio della spesa sociale. Crea tecnologie nuove, e intersettoriale, ha effetti immediati e mantiene il suo effetto anche dopo il primo impatto. giustifica l'Impero. Certo si crea uno squilibrio sul deficit e sul debito pubblico. Ma se la ripresa ha successo ci sarà nuovo gettito fiscale e poi gran parte di quella tecnologia militare è rivendibile dopo un po'. Alla nato per esempio. E la Nato si allarga, Avete idea che cosa si guadagna su una bomba all'uranio impoverito solo come omesso smaltimento di un rifiuto nucleare? Dio ci scambi dalle economie dei militari! E' vero nel lungo periodo la spesa pubblica come integratore della domanda aggregata non funziona. L'ha dimostrato Paul Mattick e O'Connor ha scritto pagine indimemnticabili sulla crisi fiscale dello Stato. Nel lungo periodo, già, quando per Lord Keynes "saremmo tutti morti". |
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discorsi seri | ||
by rum Sunday, Dec. 29, 2002 at 3:47 AM | mail: | |
il discorso si fa serio e andrebbe affrontato in un ambito un po' meno riduttivo... propongo di approfondire l' argomento in lista editorial. |
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novità | ||
by Gennaro Sunday, Dec. 29, 2002 at 11:39 AM | mail: | |
E no! E’ la solita solfa: il marxismo è “vecchio” , è retro’. Ma guarda caso i discorsi che si presentano come “novità” finiscono per rappresentare una regressione paurosa. Leggendo Indymedia sarà giunta voce a Sbancor che Negri gode del disprezzo di settori piuttosto ampi del movimento, e non certo solo di quelli “vetero”. Disprezzo ben meritato: “Gli Stati Uniti non sono al centro di un progetto imperialistico”, “l’imperialismo non esiste più”, sono le grandi novità annunciate nell’aprezzatissimo (da Time, che gli ha conferito il titolo di libro dell’anno) Impero. Resta da spiegare come mai gli Stati Uniti da dieci anni a questa parte sono stati impegnati in varie guerre riconducibili al controllo delle risorse energetiche (anche quella contro la Jugoslavia, questione del cosiddetto corridoio 8). |
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Sbancor, sulle cause della guerra | ||
by magius Sunday, Dec. 29, 2002 at 11:55 AM | mail: | |
Non comprendo perche' Sbancor non includa in questo suo Focus l'analisi che gia aveva indicato come prioritaria |
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Di imperialismi e d'altre cose... | ||
by Sbancor Sunday, Dec. 29, 2002 at 4:34 PM | mail: sbancor@hotmail.com | |
Dunque vediamo le crtiche: dovrei leggere di più Marx e Lenin. Del primo credo di aver letto, con piacere, quasi tutto quello che ha scritto. Del secondo ho letto solo le "Le due Tattiche" e "Stato e rivoluzione". E non mi ha convinto. |
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Ancora sulla guerra | ||
by karlse Tuesday, Dec. 31, 2002 at 5:43 PM | mail: | |
Perché scoppiano le guerre? |
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petrolio e dintorni | ||
by versus Wednesday, Jan. 01, 2003 at 5:48 AM | mail: | |
il sistema finanziario è fallito ben prima dell'11 settembre e credere alla favola di bin laden è come credere a babbo natale . |
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E' proprio su questo che non siamo daccordo | ||
by Sbancor Wednesday, Jan. 01, 2003 at 10:05 PM | mail: | |
E proprio su questo che non sono daccordo. Secondo me il controllo "materiale" dei pozzi è secondario rispetto al controllo del "mercato" che è sempre stato fra Londra Rotterdham e Dallas. La concezione della guerra imperialista come guerra di rapina non spiega perchè non è stato fatto nel '90. Inoltre presuppone che il rialzo dei prezzi del 1973 fosse contro l'America, mentre Yamani dice che Kissinger era a favore. Per un impero come quello americano non c'è bisogno di conquistare i pozzi di petrolio. L'impero ha bisogno della guerra per alimentare la spesa pubblica militare. Il nemico è quasi ininfluente. Infatti possono fare guerra anche alla Corea del Nord dove sinceramente non c'è nulla da rapinare. la geopolitica, i corridoi, le questioni energetiche ecc. vengono "dopo" la decisione di politica economica in favore della guerra. Esse disegnano il terreno tattico dello scontro, ma non dicono nulla sul motivo che spinge il capitalismo in guerra: la necessita di sopravvivere a se stesso. |
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korea | ||
by rum Thursday, Jan. 02, 2003 at 7:57 PM | mail: | |
Le minacce di guerra alla korea del nord sono finalizzate ad arrestare il processo di pacificazione e possibile riunificazione appena iniziato fra le due koree (apertura ferrovia e scambio prifionieri). |
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Impero? | ||
by Gennaro Thursday, Jan. 02, 2003 at 10:10 PM | mail: | |
È la categoria di impero che risulta fuorviante, perché induce ad es. trascurare il conflitto tra Europa e Usa. La creazione di un'area stabile dell'euro, magari in espansione, è un grosso rischio per gli Usa, in quanto il principale pericolo in questo momento è la fuga dei capitali, e relativo crollo del dollaro. L'area dell'euro è l'unica per dimensioni che potenzialmente può sfidare il mercato dei capitali americano. |
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Riguardo al concetto di imperialismo | ||
by Gennaro Thursday, Jan. 02, 2003 at 10:28 PM | mail: | |
Sbancor ha buon gioco ad applicare la concezione di imperialismo, o almeno quello che lui crede che sia, sviluppata all'inizio del novecento, ai fatti di oggi, facendo così apparire questo termine antiquato e inadatto a spiegare i fenomeni odierni. |
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Una precisazione | ||
by Sergio Finardi Thursday, Feb. 20, 2003 at 6:11 AM | mail: | |
Cari amici, ringraziando per la citazione (non so pero' cosa voglia dire vetero-marxista, ho letto con serieta' e spendendo un paio di anni cio' che mi sembrava utile di Marx, cosi' come di tanti altri in tanti altri anni che hanno scritto critica dell'economia politica e dopo tutto questo ritengo che per fare buona ricerca e buona analisi politica serva semplicemente essere grandi osservatori del reale, avere buon senso ed onesta', non escludere niente, affrontare tutto a mente libera guardando i dati senza forzarli mai), vorrei invitarvi a spendere il vostro tempo a fare appunto "analisi concrete di situazioni concrete", la testa dentro gli scenari internazionali che esistono, analizzati punto per punto. Lasciate perdere le teorie. Non importa come si potrebbe chiamare una cosa, se sta dentro o fuori un certto schema: serve descriverne i contenuti al meglio per quello che e' oggi in base ai dati che abbiamo (nella scienza vero e' solo quello che offre agli altri i dati per la sua contra-dizione e assume che contraddicendoli non si riesce a spiegare cio' che si vorrebbe). Servono analisti, non commentatori. Al proposito di petrolio, vi invito a vedere una breve sintesi scritta sul numero di SocialPress in distribuzione il 15 febbraio: un dato forse interessante e' che e' il Canada, e non l'Iraq, a detenere la seconda, e di gran lunga, posizione per riserve. Un caro saluto, Sergio Finardi |
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appunto | ||
by non geologo Saturday, Mar. 05, 2005 at 3:14 AM | mail: | |
Mi sorprendo di un banchiere che crede ciecamente alle informazioni sulle riserve fornitegli da grandi debitori.. |
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