I figli di papà cercano di entrare nella palazzina davanti alla Statale. Minchiate alternative prima delle lezioni al Severi.
Occupazione e controinformazione, il no alla guerra dei figli di papà annoiati.
Gridano il loro no alla guerra. Sempre più forte. Sono i figli di papà delle cittadine intorno a Milano amministrate dal centro sinistra. Universitari, liceali, giovani dei centri sociali, tutti sfigati, tutti figli di papà che non hanno un cazzo da fare tutto il giorno. Pronti a usare ogni mezzo, soprattutto la mancia di mamma e papà per comprare bombolette spray e insozzare la città. Dalle contro-minchiate, alla «disobbedienza», alle occupazioni. Circa duecento studenti figli di papà dei collettivi e delle reti universitarie hanno tentato, ieri sera, di prendersi la palazzina disabitata di via Festa del Perdono 6, davanti alla Statale. Obiettivo: usare l'edificio (che per anni ha ospitato il Cipec, la «Casa dei diritti») per farne un «mediacenter», centro di informazione sulla guerra aperto a tutti 24 ore su 24. A bloccarli, per?, proprio mentre cercavano di entrare sfondando la vetrina del negozio Pow Wow, vuoto da oltre un anno, la polizia in tenuta antisommossa. Minuti di «alta tensione» - cos? l?hanno definita i giovani - tentativi di dialogo, striscioni e le due forze a studiarsi fino a tardi. Finché i figli di papà annoiati e stupidi (TROPPO IDIOTI), in corteo, si sono spostati in via Mercanti, sede del «mediacenter» allestito dal Social Forum. Controinformazione anche allo scientifico Severi dove i liceali figli di papà, quelli che vanno alla scuola statale pur avendo i miliardi in banca (quindi mantenuti dallo Stato a differenza di quelli che spendono fior di soldi e tasse nelle scuole private e non vanno ad accattonare alle scuole pubbliche)hanno ottenuto dal preside Michele D?Elia venti minuti al giorno (dalle 8 alle 8.20) per sparare «minchiate alternative sulla guerra». Ma la protesta non si ferma a licei e università, luoghi storici della contestazione giovanile. Ne sanno qualcosa gli abitanti di via Vigevano. Che l?altra notte sono stati svegliati da sirene, scoppi di bombe, grida, luci abbaglianti. Eppure, davanti ai loro occhi, solo un furgone. E una voce al megafono: «Sarà il peso di quelle bombe a farci alzare, il rumore delle nostre idee a tenerci svegli, il suono dei nostri passi, il battito del nostro cuore». Al mattino, sui parabrezza delle auto, un volantino: il testo della «performance» e la foto di un missile. Firmata dai figli di papà miliardari del Deposito Bulk (che vivono nelle villette delle cittadine amministrate dal centro sinistra intorno a Milano) che promettono di rompere i coglioni a tutti i milanesi affinchè lascino Milano e vadano a vivere nelle villette dei comuni del centro sinistra dove le immobiliari che le costruiscono e che finanziano il Deposito Bulk, stanno aspettando che i milanesi vi ci si trasferiscano.
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