Domenica 13 Aprile 2003 Cinquanta manifestanti in viale della Pace Protesta al distributore «Boicottiamo la Esso»
IL GIORNALE DI VICENZA di G. Marco Mancassola
"Stop E$$O war" era scritto sui volantini che la pioggia di ieri mattina ha inzuppato e che una cinquantina di attivisti vicentini (legati a Greenpeace, Rete Lilliput, Centro nuovo modello di sviluppo, Associazione botteghe del mondo e Bilanci di giustizia) hanno distribuito nel corso del presidio presso le 12 stazioni di servizio del capoluogo che portano il marchio della Esso, la società europea del gruppo Exxon Mobil. L’attività di informazione, che ha avuto luogo contemporaneamente in numerose altre città italiane, è durata un paio d’ore, durante le quali gli attivisti hanno esposto striscioni e distribuito materiale informativo per invitare gli automobilisti al boicottaggio dei distributori della tigre. La campagna prende le mosse dal contratto di fornitura di carburante che lega la Exxon all’esercito americano, un appalto di 98 milioni di dollari che comprenderebbe anche l’approvvigionamento di benzina, gasolio e oli lubrificanti alle basi italiane, fra cui la caserma Ederle. Inoltre, a monte c’è anche l’appoggio che la Exxon avrebbe assicurato alla campagna elettorale di George W. Bush, dal quale sarebbe poi scaturito il rifiuto da parte del governo Usa di ratificare il protocollo di Kyoto sui cambiamenti climatici e l’avvio di estrazione petrolifera anche in aree protette. Il momento clou della manifestazione di ieri è andato in scena nella stazione Esso di viale della Pace, la più vicina alla caserma Ederle. Qui, in risposta all’azione dei manifestanti (sorvegliati da carabinieri e poliziotti di quartiere), il gestore Vittorio Berno, come altri colleghi della città, ha proposto un controvolantinaggio. «È inutile che vengano a protestare qui - spiega Berno - la protesta va fatta presso i governi e le compagnie. Noi siamo solo gestori. Se ho avuto un danno economico da questo boicottaggio? Direi di no, soltanto fra i clienti della caserma, che rappresentano il 10 per cento». Ai clienti è stata consegnata una nota firmata Esso, con cui si afferma di riconoscere «il diritto di esprimere liberamente le proprie opinioni, ma è sbalordita e indignata per le dichiarazioni offensive e denigratorie che cercano, a forza, di mettere in relazione la nostra società con l'attuale crisi internazionale, che è materia esclusiva dei governi. La società tiene a sottolineare che nel corso degli anni la Exxon Mobil ha coperto non più del 10-15% del fabbisogno totale delle forze armate americane e che si sta sin d’ora attivando per adeguarsi alle direttive che regoleranno l’attuazione del protocollo di Kyoto nei Paesi che l’hanno ratificato come l'Italia».
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